26 febbraio 2010

Regali sotto l'albero

Ebbene sì, lo ammetto, ci ero ricascato. Avevo mandato a monte un impegno di una certa importanza e mi ero rimesso a sognare la notturna di Venezia, quella che mi aveva fatto fare il viaggio a vuoto a fine gennaio. Questa volta avevo anche la mia nuova luce frontale per sfanalare fino a Marghera e i miei nuovi o-pants arrivati dal nord. Mi immaginavo a correre sotto l'azzurro tenue del cielo della Serenissima all'imbrunire, nei polmoni l'aria che sa già di primavera, e nelle gambe quella dozzina di allenamenti in più che mi rendevano molto più competitivo che a gennaio. Poi la notizia. E meno male che almeno stavolta Eddy mi ha avvisato per tempo, così almeno non mi sono fatto un altro viaggio a vuoto. Certo che ci sono tragedie peggiori nella vita. Ma sportivamente parlando è stata proprio una mazzata. Mi hanno di nuovo portato via i regali da sotto l'albero di Natale.

Per consolarmi, chiuderò la mia carrellata sul 2009, con i pacchetti sotto l'albero dell'anno scorso, quelli che mi hanno permesso di continuare a immaginare di poter un giorno diventare un buon orientista, e comunque di correre in elite anche nel 2010.

Dopo un'annata a dir poco avara di soddisfazioni (neanche in CSI riuscivo a più a vincere...), archiviata con 4 minuti da Candotti la mia prima gara seria in M35, e superate in modo appena dignitoso le ultime maratone in Elite (sestultimo nei 17,5 kms dei Campionati Italiani long a Monte Moria e quintultimo nei 20,7 kms nell'ultima gara di Coppa Italia a Vallombrosa), improvvisamente si accende una luce, e prima del finale di stagione del MOV riesco ad infilare ben 3 podi di un certo prestigio.

Il primo arriva a Feltre, nella sprint del trittico del Feltrino. Poco più di 20 minuti di gara che mi permettono di mettere in fila Dalla Santa, Scroccaro e Hueller. Non è una gara perfetta. Ci metto un po' a trovare il centro della prima farfalla che era a 20 cm dai miei piedi dietro al muretto su cui ero salito, allungo la strada per la 3, sbaglio piazza dove girare andando alla 5, passeggio in cima ad un muretto per andare alla 8 che è ai suoi piedi, e la prendo larga per arrivare alla 11. Però le gambe girano bene e faccio la scelta giusta nel decidere di scalare il primo rampone invece di seguire il sentiero. Mi gusto il podio, e faccio un pensierino a cercare il bis nella notturna.

Notturna caratterizzata in primo luogo da un freddo glaciale, da cui ci salva il tendone della festa delle castagne. La partenza in massa con i frontalini nel buio è come sempre suggestiva, e rimango a contatto con gli elite fino al cuore della prima farfalla, dalla quale riemergo al comando della M35, con più di 2 minuti su Hueller. Il trasferimento alla 8 non è impeccabile e mi costa 30'', ma è andando al centro della seconda farfalla che combino il patatrac. Prima faccio una scelta di percorso che con il senno di poi risulta inspiegabile, poi confondo malamente due bivi e mi ritrovo a pascolare attorno alla 14 quando dovrei andare alla 9. Prima di raccapezzarmi ci lascio 4 minuti, perdendo anche molta lucidità che mi sarebbe stata molto utile per affrontare le due ali che nell'oscurità risultano piuttosto ostiche. In ogni caso riesco ad uscire dalla farfalla al secondo posto, e a rimanerci fino alla fine, confermando il podio, ma rimediando 3 minuti da Hueller.

La sorpresa più bella arriva dalla gara di Bassano del Grappa del Trofeo Nazionale Centri Storici, l'8 novembre. In M35 sono in griglia quasi tutti i più forti: Cipriani, Candotti, Segatta, Carbone, e lo special guest Stefano Maddalena, che io non conoscevo, ma che mi dicono essere imbattibile. Il tempo è bigio, e non so bene come sto, ma dopo il trittico il morale è molto migliorato. Parto malissimo, perdendo il segno dopo 5'' e prendendo il bivio sbagliato perchè non so dove sono. Non perdo molto, ma come avvio è proprio deprimente. E lo è anche il tracciato, che per le prima 9 lanterne concede pochissime e poco significative scelte di percorso. Dalla 3 alla 4 sono 6 minuti e mezzo di corsa quasi pura, altri 5 dalla 8 alla 9. Le gambe mi sembrano un po' di legno, ma vanno migliorando con il passare del tempo e arrivato alla farfalla nella parte più tecnica della carta, sto proprio bene. Vado lungo di 3 metri andando alla 11, e non faccio forse la scelta migliore per la 15, ma sono preciso e veloce su tutte le altre, compresa la 20 sulla quale mi soffermo un attimo per capire bene da che parte del muro si trova (e faccio bene, perchè qui perderà la gara Candotti). Tiro a tutta nelle ultime 3 che mi portano al parco, e all'arrivo scopro di essere secondo, a 1'10'' dal mitico Maddalena. Sono primo degli italiani, con 8'' su Candotti (che rosica un po'), 2' su Cipriani e quasi 4' su Carbone, leader della classifica del TNCS. Sta volta mi sa che posso proprio essere soddisfatto.

22 febbraio 2010

Corsa campestre

Domenica per la prima volta mi sono cimentato in una corsa campestre, dato che era quanto di più simile ad una gara di orienteering nel raggio di 500 km da casa e dato che Andrea Segatta mi diceva che era un ottimo allenamento. 5 km fra le vigne, mezzo giro in salita e mezzo in discesa, giornata bellissima e nessuna idea di come potevo venirne fuori. Avrei lasciato i polmoni nel fango prima di lasciar vincere Segatta, ma non sapevo se sarebbe bastato.

Prima di partire vedo che c'è anche Rigoni, ed io, che dell'orienteering sono un parvenu da pochi anni, penso "magari è uno di quelli che con la bussola sono dei mostri ma a correre è un ciodo, oggi lo batto e mi gaso per la stagione orientistica". Poi sento che lo speaker dice "e c'è anche Rigoni, favorito d'obbligo per la gara di oggi" (e poi vincerà sul serio), così torno a puntare su Segatta.

La gara è abbastanza piacevole, chiudo in un tempo a me ignoto fra i 19'30'' e i 19'50'', riesco a battere Segatta di un minuto o giù di lì, e soprattutto riesco a tenere per tutta la gara il ritmo che ho impostato all'inizio, allungando anche un po' alla fine. Durante i 5 giri ho superato 5-6 persone fra quelli che mi erano davanti alla partenza, e sono stato superato solo da uno di quelli che avevo superato io. Il che vuol dire che ho evitato la figura da pirla che ho fatto nella mia prima maratonina, quando sono partito da gran galletto, e poi mi ha superato una processione di corridori un po' più furbi di me.

Dalla gara ho tratto varie conclusioni:
1) la corsa pura è una palla, mille voglie meglio l'orienteering
2) la condizione atletica non è male
3) se Rigoni mi dà ben due minuti e mezzo in 5 km di sola corsa, vuol dire che in carta non gli arriverò mai neanche ad una distanza dignitosa
4) se Rigoni mi dà solo due minuti e mezzo in 5 km di sola corsa, vuol dire che in carta davvero la componente di tecnica conta molto di più di quella atletica, e che non ha molto senso che io punti ad andare molto più veloce di quanto vado oggi
5) nelle gare di corsa campestre non ti fanno pagare nulla di iscrizione, ma sui siti mettono solo i tempi dei primi 5, quindi se arrivi 13° devi portarti dietro un cronometro

19 febbraio 2010

Patologie orientistiche

In attesa che arrivi il 7 marzo, mio nuovo ipotetico inizio della stagione agonistica dopo il lutto della scoperta che Venezia by Night sarà in un giorno in cui non ci posso andare (27 febbraio), è da settimane che pranzo e ceno rigorosamente solo con il piatto vinto alla gara conclusiva del Trofeo Nazionale Centri Storici di Bassano del Grappa, "mirabile esempio di unione i motivi tipici dell'artigianato locale (l'uccello, il ponte e le foglie), e i simboli dell'orienteering (la micro lanterna nella bocca dell'uccello)", come aveva ripetuto alla nausea lo speaker della gara...

14 febbraio 2010

A dda passà 'a nuttata 5 - Gara Vezzano

Ieri sono tornato sul "luogo del delitto" per un bellissimo allenamento semi nevoso organizzato dal Trent-o, talmente bello che quelli dell'Er-team, forse ancora un po' sbalestrati dal fuso orario per essere da poco tornati dalla Spagna, sono venuti su apposta dal Veneto per partecipare. Così interrompo il filo cronologico del mio amarcord 2009 per tornare alla gara del 25 ottobre, finale della Coppa del Trentino, e una delle gare più tecniche dell'intero 2009. (il commento sull'allenamento è presto fatto: Andrea Rinaldi aveva preparato un allenamento con farfalle in cui si arrivava al centro della farfalla con qualcuno, si affrontavano le ali in ordini diversi, e ci si aspettava prima di trasferirsi alla farfalla successiva. Io ho fatto il giochino con Miori, che mi ha aspettato un media un paio di minuti a farfalla. Deprimente. Piccola attenuante: lui aveva posato i punti alla gara di ottobre. Comunque mi sono divertito molto e sto anche cominciando a riconoscere una collinetta quando la incontro.)



I commenti a fine gara erano stati "questo è un terreno da coppa del mondo" o, in alternativa "non mi sono divertito per niente". Io mi ero divertito un sacco, anche perchè era una giornata stupenda, ma dato che per la coppa del mondo non ero ancora pronto, ho fatto una fatica bestia, di gambe e di testa.

Il terreno era veramente ostico, e a peggiorare la situazione c'era una stampa della cartina, al 10.000, con colori un po' hard, che rendevano ancora più difficile la lettura veloce. Se a questo si aggiunge che di sassi in quella zona ce ne sono talmente tanti che ne erano segnati in carta forse la metà, si capisce perchè Cipriani per vincere la M35, 4,3 km + 250 m di dislivello, ci ha messo 1:08:10, alla inconsueta, per lui, velocità di 10:01 min/kms. Io ci metterò qualcosina di più...

0-1 ci metto un po' a decidere, e dato che mi sembra poco sportivo prendere il sentiero che mi porterebbe a pochi metri dalla lanterna, vado a sinistra e salgo lungo il canalone. Ci metto un po' a capire dove sono, sia in basso sia in alto: 4° tempo

1-2 mi faccio tentare dalla striscia gialla di prato che in quel casino di marrone mi sembra un riferimento troppo ghiotto. Tento un azimut maldestro che invece di portarmi al vertice sud della striscia mi porta e 3/4 nord. Così alla fine aggiro da nord la collina. Arrivo al punto in sicurezza, ma lento.

2-3 Ci ero già passato davanti per andare alla 2, quindi la becco subito: miglior tempo.

3-4 scavalco la collina andando a est, attraverso un po' impacciato il verdino con muretti fino a trovare il campo non attraversabile, che mi tranquillizza sulla mia posizione. Dal sentiero che lo costeggia voglio superare i roccioni dopo il bosco, e andare in curva di livello alla collinetta. Solo che salgo troppo e non mi torna più nulla. Per fortuna ad un certo punto sbatto nella 7 e capisco dove sono, da lì trovare la 4 è facile, ma ho perso 6 minuti.

4-5 vorrei recuperare il tempo perso e punto ad "appoggiarmi al muretto che a sud sale sulla collina. La cosa funziona abbastanza bene e faccio il miglior tempo, fra i classificati. Meglio di me fa Casagrande, che mi ha preso.

5-6 la tratta è cortissima ma tuttaltro che banale. Cerco di vedere i cocuzzoli, ma non è semplice, comunque la trovo in un tempo ragionevole, con Casagrande che ci mette un po' più di me.

6-7 L'ho già vista prima, ma la zona è complicata e quando vedo troppo marrone sulla carta, vado in crisi. Avanzo molto prudente e perdo quasi due minuti da Cipriani.

7-8 Esco dal punto insieme a Casagrande, e penso che tutto sommato anche se per un punto lo seguo, le divinità nordiche dell'orienteering me lo perdoneranno. Invece non è così, perchè Enrico sbaglia completamente direzione e ci perdiamo come due esordienti. Ed è proprio ad un esordiente che ad un certo punto chiedo di farmi vedere dove siamo. E non mi vergogno neanche troppo. Arrivo alla 8 molto prima di Enrico, ma perdo altri 5 minuti da Andrea.

8-9 L'unica cosa che ho in mente è staccare Casagrande più possibile, così faccio la scelta più veloce (giù lungo il canalone) invece della più intelligente (su lungo la cresta). Peggioro ulteriormente la scelta scavalcando il costone invece di aggirarlo da nord come a quel punto mi conveniva fare.

9-10 Punto ai roccioni a nord e risalgo fra uno e l'altro. Dopo scollinato ci metto un po' a capire cosa sono le macchie grigie, e un altro po' a trovare la posizione della canaletta rispetto alle macchie grigie. Molto lento.

10-11 Verso ovest in curva, poi sentiero per un po', poi di nuovo curva e su per il canalone fino a vedere il sasso. Non male: miglior tempo.

11-12 La tratta è lunga, c'è un sacco di verde 1, e la mia lucidità è agli sgoccioli, così decido di puntare ai sentieri, appoggiandomi al recinto non attraversabile e poi al roccione fino all'elettrodotto. Qui taglio a sud fino al sentiero che con un po' di curve mi porta fino al sasso dove mi sono fatto salvare dall'esordiente. Da lì in costa arrivo alla collinetta e giro un po' prima di trovare la lanterna. La scelta più coraggiosa di Cipriani rende 4 minuti in meno.

12-13 La scelta "under the red line" non sarebbe neanche troppo difficile, ma il mio cervello funziona ormai a regime molto ridotto. Torno indietro da dove sono venuto e all'incrocio dei sentieri proseguo verso ovest fino a imboccare l'avallamento che sale verso sud. Aggirato il roccione la trovo, e ne sono piuttosto orgoglioso: secondo tempo, ma 2 minuti più lento di cipriani.

13-14 Per la 14, c'è un nasone molto visibile con un roccione subito sotto e mi appoggio a loro. Trovo la lanterna piuttosto in fretta, almeno per i miei standard, comunque, miglior tempo.

14-15 Proseguo verso sud in costa, fino alla "curva" della montagna. Poi scendo fino al pianetto e da lì si vede la collinetta dove dietro sta la 15.

15-16-17 Scavalco la collina andando a sud e mi appoggio alla collinetta per trovare la 16, che punzono in un tempo ragionevole. Poi invece di puntare subito a nord sul sentiero, scendo e aggiro il costone, trovando il sentiero molto tempo dopo e perdendo un sacco di tempo.

Al traguardo sono stanchino, ma soddisfatto per aver seminato Casagrande. Se non che dopo l'arrivo lo trovo lì che chiacchiera, già cambiato: si è ritirato. Finisco quarto, a 16 minuti da Cipriani, 6 da Hueller e 3 da Candotti, ma quest'ultimo confessa che se non fosse stato raggiungo da Cipriani e non avesse fatto il "vagone", sarebbe ancora nel bosco.
Comunque, bellissima gara.