23 novembre 2014

Campionato italiano staffetta Passo Vezzena

In attesa dell'eccitante post sulla gara regionale di domenica 22 novembre a Mezzolombardo, in occasione della festa di fine stagione del Comitato Trentino, eccovi, per la serie "ecchissene", un breve post sulla gara del campionato italiano staffetta di due mesi fa a novembre.

Come dice sempre Galletti, la gara a staffetta è sempre la più eccitante, anche se perde un pelo di eccitanza se sai che in seconda frazione corre tua moglie (che, con tutto il rispetto, in M35 qualche problemino lo ha) e in terza un tuo compagno di squadra che non potrà prendere meno di 10'-15' dai suoi avversari di frazione.

Io comunque parto come se fossi in lizza per il titolo, e mi diverto un sacco, anche se dopo la 1 Simone Grassi va in una direzione incomprensibile (ma che a posteriori era giusta, era solo che le nostre frazioni erano abbastanza diverse) e rimango solo soletto per tutta la gara, senza capire bene se sto andando benissimo o che altro. Sul tracciato, c'è da dire che per la 7 conveniva tornare sulla strada, che la salita per la 8 era improba, che per la 9 probabilmente sotto la linea rossa si stava benissimo, e che per la 14 mi sono fatalmente distratto inventandomi una lettura tutta mia delle curve.

Fra la 14 e la 15 incontro Simone Grassi in contro mano, giungendo alla conclusione che o è impazzito o i nostri percorsi sono talmente diversi che il confronto dei tempi finali avrà poco senso.

Ed era la seconda, comunque, arrivare primo al traguardo in una gara "in linea" è sempre una soddisfazione, e taglio il traguardo con un minuto sull'inaspettato Marco Colombo del Nirvana Verde, quasi 3 su Simone Grassi del Terlaner e pochi in più su Roberto Pradel dell'us Primiero.
Gli altri frazionisti penseranno poi a mettere le cose a posto, portando sul podio della M35 nell'ordine Primiero, Nirvana Verde e Terlaner, e scagliando il mio povero US S.Giorgio all'8° posto, ma va bene così.


9 novembre 2014

Finale Coppa del Trentino Argentario

Mi sarebbe piaciuto salutare il bosco con una bella gara, e la gara di oggi di suo bella lo era senz'altro, ma io non l'ho certo coronata con una di quelle prestazioni che si ricordano per tutto l'inverno, vicino al caminetto acceso, mentre la legna crepita. È vero che non ho il caminetto, ma non è una scusa valida.

Di un caminetto sembrava ci sarebbe stato bisogno mentre salivo in autobus da Trento a Vigo Meano, ma poi, una volta arrivati lì, nonostante la nebbia e per un po' anche la pioggia, la temperatura in realtà si è mantenuta più che accettabile, tanto che non ho sentito nessuna mancanza della termica di emergenza, che non era più nella mia borsa perché l'avevo usata la settimana scorsa in Brenta (se è di emergenza, ricordati di rimetterla in borsa, no?).

Ai favoriti, segnalati qualche giorno fa, si aggiungono Cipriani e Hueller, che con Neuhauser, Weitlaner e Sandri E. e, perché no, Rampado, fanno un lotto di partenti sufficientemente competitivo da non farmi cadere in pare da mancanza di rivali. La carta poi è di quelle da trattare con rispetto. Ma mi grazia nonostante io di rispetto alla 1 non ne abbia tanto, e, dopo il trasferimento facile su sentiero, bordo recinto e fondo avallamento, mi butti su per la costa un po' alla garibaldina. Il numero di buche che mi trovo davanti (che nonostante sia venuto da queste parti anche un mese fa, in preparazione agli italiani long, quando ci capiti fa sempre impressione) mi fa promettere maggior prudenza, mentre punzono la lanterna posata in modo comprensivo.

La 2 è dall'altra parte della montagnola, dopo incontrato il sentiero e sotto la roccia. Se memorizzassi queste 3 informazioni una volta per tutte a inizio tratta, e poi mi limitassi ad eseguire, andrei benissimo. Peccato che invece io legga varie volte per arrivare fino al punto. Pulito, ma un orientista vero ci metteva di meno (Cipriani, per dirne uno, 40'', di meno).

Per la 3 si attraversa per la prima volta la Terra dei Buchi, ed è uno spettacolo, con le foglie secche e il bosco d'autunno. Ci sono un paio di sentieri che aiutano a tenere il segno, e in zona punto ho la gran fortuna di vedere uscire gente dalla buca giusta. Prato e bordo verde 3 per la 4, su quasi dritto appoggiandosi alla buca per la 5, e poi uffa.

Marco Giovannini dice che al piano a ovest della 6 ci è arrivato in debito di ossigeno, e quindi è giustificabile che abbia scambiato quel campo da calcio che c'era lì, per il campo da pallavolo poco più a sud. Io lì di ossigeno ne avevo ancora tanto che avrei potuto gonfiare una mongolfiera con la bocca (lo so che poi non volava, a gonfiarla con il fiato, ma è per dare l'idea di quanto fiato avevo...), eppure ho confuso anch'io i due campi. Che poi, capitemi, non è che ci fossero davvero i due campi, è una metafora, è per dire che una era una pianura enorme e l'altra neanche la metà. Insomma, quando sono arrivato in quella grande DOVEVO capire che ero in quella grande. E invece non l'ho capito. Non l'ho capito la prima volta, e neanche la seconda, quando ci sono tornato e sono di nuovo sceso. Se non c'era una torretta a farmi rinsavire (le torrette per quanto mi riguarda sono delle bastardate, perché servono ad ammazzare gli animali, però in cartina fanno proprio gran comodo, perché si vedono bene e in carta di solito sono poche e non ti puoi sbagliare) ero ancora lì che andavo su e giù.

Morale della favola, alla 6 di arrivo 6 minuti dopo di quando dovevo arrivarci, e addio gara e legna che crepita nel caminetto. Anche perché proprio lì mi intruppo con Marco Giovannini e Mattia Tamanini, e prima di riuscire a staccarli, mi sfarfalleggio a sufficienza da scialacquare vari secondi sia alla 7 (inopportuna sosta prima del verde, e poi sul sentiero che pensavo di aver già passato), sia alla 8 (salito troppo e poi sceso fino all'incrocio), sia alla 10 (azimut cannato alla grande, forse c'erano le rocce magnetiche). Non riesco a sbagliare la 9 solo perché era una lanterna da esordienti a bordo sentiero, e la 11 e la 12 perché in pratica corro dietro a Giovannini.

Poi inizia la campestre, e si sa che su quelle sono fortissimo (negli ultimi 9 punti, 7 migliori tempi e un secondo:quarto alla 14, l'unica dove bisognava anche fare un po' di orienteering...). 

Al traguardo mi illudo di un immeritato secondo posto dopo Cipriani, ma poi arrivano Ingemar e Andreas, che rimettono le cose a posto, e mi cacciano giù dal podio, dandomi rispettivamente 3 e 4 minuti.

Lo dicevo io che con l'Argentario non ci andavo d'accordo.

http://www.fiso.it/ris_gara_split.php?gara=201466&categoria=M35

4 novembre 2014

Finale campionato trentino CSI - Castelnuovo

Già un paio di anni fa ho corso una gara a Castelnuovo e non ho scritto il relativo post, non sia mai che lo rifaccio e i castelnuovesi me lo rinfacciano. È la finale del campionato trentino CSI, sulla cui classifica finale non ho nessuna speranza, perché ne ho saltate troppe. 

Ciò detto c'è gran poco da dire. Pedrotti, che dovrebbe essere per lavoro da tutt'altra parte, e tutti glielo fanno notare, parte prima possibile, e non abbastanza concentrato da non rischiare di andare nella direzione opposta alla svedese. Alla fine non lo fa, ma perpetra comunque un obbrobrioso settimo tempo di prima lanterna. Poi infila 7 migliori tempi sulle successive 9, si porta al comando, e da lì in poi controlla in scioltezza, chiudendo con 40'' di vantaggio su un Eddy Sandri al quale ormai sarebbe il caso di fare un controllo anti doping da tanto che va più veloce dell'anno scorso, e con 1' su Cip Cipriani. Il che, considerando che era una gara in campagna, e che fra gli avversari c'era appunto il Rivale Cip Cipriani, che in Valsugana su carte simili tanti dispiaceri gli ha dato, vuol dire che non sarà ancora all'altezza del Clan dei Lombardi, ma rispetto a qualche anno fa corre parecchio meglio (o il Cip parecchio peggio, ma votiamo per la prima).

Tecnicamente parlando, c'è poco da dire. Oltre a partire un po' più in me, potevo tagliare un po' prima nel verdissimo subito dopo la 12 (come ha fatto il Cip) e probabilmente fare la tangenziale su ciclabile per la 19 invece di puntare a fare la strada più corta, come probabilmente ha fatto Stefano Zamboni (uscire dal verdino e ancora di più dal giallino faceva probabilmente perdere più tempo che non allungandola dall'altra). Per il resto ho soprattutto corso, tendenzialmente dalla parte giusta.

Complessivamente, la carta era quello che era, ma sgambettare al sole quando è una delle ultime volte prima dell'inverno è sempre bello, e i teli bianchi e arancioni fanno la loro porca figura anche in mezzo alle vigne e ai campi ex coltivati.

Domenica prossima, finale di coppa del Trentino fra le perfide buche della carta dell'Argentario, che tanti dispiaceri mi hanno dato in passato (sì, anche loro, come il Cip). Una middle che si preannuncia tostissima, con in M35 per ora solo Ingemar, Eddy e Weitlaner a competere per il podio, ma confido che ne arriveranno altri, dato che la carta merita assai (e l'organizzazione del Tent-o è una garanzia).