14 febbraio 2010

A dda passà 'a nuttata 5 - Gara Vezzano

Ieri sono tornato sul "luogo del delitto" per un bellissimo allenamento semi nevoso organizzato dal Trent-o, talmente bello che quelli dell'Er-team, forse ancora un po' sbalestrati dal fuso orario per essere da poco tornati dalla Spagna, sono venuti su apposta dal Veneto per partecipare. Così interrompo il filo cronologico del mio amarcord 2009 per tornare alla gara del 25 ottobre, finale della Coppa del Trentino, e una delle gare più tecniche dell'intero 2009. (il commento sull'allenamento è presto fatto: Andrea Rinaldi aveva preparato un allenamento con farfalle in cui si arrivava al centro della farfalla con qualcuno, si affrontavano le ali in ordini diversi, e ci si aspettava prima di trasferirsi alla farfalla successiva. Io ho fatto il giochino con Miori, che mi ha aspettato un media un paio di minuti a farfalla. Deprimente. Piccola attenuante: lui aveva posato i punti alla gara di ottobre. Comunque mi sono divertito molto e sto anche cominciando a riconoscere una collinetta quando la incontro.)



I commenti a fine gara erano stati "questo è un terreno da coppa del mondo" o, in alternativa "non mi sono divertito per niente". Io mi ero divertito un sacco, anche perchè era una giornata stupenda, ma dato che per la coppa del mondo non ero ancora pronto, ho fatto una fatica bestia, di gambe e di testa.

Il terreno era veramente ostico, e a peggiorare la situazione c'era una stampa della cartina, al 10.000, con colori un po' hard, che rendevano ancora più difficile la lettura veloce. Se a questo si aggiunge che di sassi in quella zona ce ne sono talmente tanti che ne erano segnati in carta forse la metà, si capisce perchè Cipriani per vincere la M35, 4,3 km + 250 m di dislivello, ci ha messo 1:08:10, alla inconsueta, per lui, velocità di 10:01 min/kms. Io ci metterò qualcosina di più...

0-1 ci metto un po' a decidere, e dato che mi sembra poco sportivo prendere il sentiero che mi porterebbe a pochi metri dalla lanterna, vado a sinistra e salgo lungo il canalone. Ci metto un po' a capire dove sono, sia in basso sia in alto: 4° tempo

1-2 mi faccio tentare dalla striscia gialla di prato che in quel casino di marrone mi sembra un riferimento troppo ghiotto. Tento un azimut maldestro che invece di portarmi al vertice sud della striscia mi porta e 3/4 nord. Così alla fine aggiro da nord la collina. Arrivo al punto in sicurezza, ma lento.

2-3 Ci ero già passato davanti per andare alla 2, quindi la becco subito: miglior tempo.

3-4 scavalco la collina andando a est, attraverso un po' impacciato il verdino con muretti fino a trovare il campo non attraversabile, che mi tranquillizza sulla mia posizione. Dal sentiero che lo costeggia voglio superare i roccioni dopo il bosco, e andare in curva di livello alla collinetta. Solo che salgo troppo e non mi torna più nulla. Per fortuna ad un certo punto sbatto nella 7 e capisco dove sono, da lì trovare la 4 è facile, ma ho perso 6 minuti.

4-5 vorrei recuperare il tempo perso e punto ad "appoggiarmi al muretto che a sud sale sulla collina. La cosa funziona abbastanza bene e faccio il miglior tempo, fra i classificati. Meglio di me fa Casagrande, che mi ha preso.

5-6 la tratta è cortissima ma tuttaltro che banale. Cerco di vedere i cocuzzoli, ma non è semplice, comunque la trovo in un tempo ragionevole, con Casagrande che ci mette un po' più di me.

6-7 L'ho già vista prima, ma la zona è complicata e quando vedo troppo marrone sulla carta, vado in crisi. Avanzo molto prudente e perdo quasi due minuti da Cipriani.

7-8 Esco dal punto insieme a Casagrande, e penso che tutto sommato anche se per un punto lo seguo, le divinità nordiche dell'orienteering me lo perdoneranno. Invece non è così, perchè Enrico sbaglia completamente direzione e ci perdiamo come due esordienti. Ed è proprio ad un esordiente che ad un certo punto chiedo di farmi vedere dove siamo. E non mi vergogno neanche troppo. Arrivo alla 8 molto prima di Enrico, ma perdo altri 5 minuti da Andrea.

8-9 L'unica cosa che ho in mente è staccare Casagrande più possibile, così faccio la scelta più veloce (giù lungo il canalone) invece della più intelligente (su lungo la cresta). Peggioro ulteriormente la scelta scavalcando il costone invece di aggirarlo da nord come a quel punto mi conveniva fare.

9-10 Punto ai roccioni a nord e risalgo fra uno e l'altro. Dopo scollinato ci metto un po' a capire cosa sono le macchie grigie, e un altro po' a trovare la posizione della canaletta rispetto alle macchie grigie. Molto lento.

10-11 Verso ovest in curva, poi sentiero per un po', poi di nuovo curva e su per il canalone fino a vedere il sasso. Non male: miglior tempo.

11-12 La tratta è lunga, c'è un sacco di verde 1, e la mia lucidità è agli sgoccioli, così decido di puntare ai sentieri, appoggiandomi al recinto non attraversabile e poi al roccione fino all'elettrodotto. Qui taglio a sud fino al sentiero che con un po' di curve mi porta fino al sasso dove mi sono fatto salvare dall'esordiente. Da lì in costa arrivo alla collinetta e giro un po' prima di trovare la lanterna. La scelta più coraggiosa di Cipriani rende 4 minuti in meno.

12-13 La scelta "under the red line" non sarebbe neanche troppo difficile, ma il mio cervello funziona ormai a regime molto ridotto. Torno indietro da dove sono venuto e all'incrocio dei sentieri proseguo verso ovest fino a imboccare l'avallamento che sale verso sud. Aggirato il roccione la trovo, e ne sono piuttosto orgoglioso: secondo tempo, ma 2 minuti più lento di cipriani.

13-14 Per la 14, c'è un nasone molto visibile con un roccione subito sotto e mi appoggio a loro. Trovo la lanterna piuttosto in fretta, almeno per i miei standard, comunque, miglior tempo.

14-15 Proseguo verso sud in costa, fino alla "curva" della montagna. Poi scendo fino al pianetto e da lì si vede la collinetta dove dietro sta la 15.

15-16-17 Scavalco la collina andando a sud e mi appoggio alla collinetta per trovare la 16, che punzono in un tempo ragionevole. Poi invece di puntare subito a nord sul sentiero, scendo e aggiro il costone, trovando il sentiero molto tempo dopo e perdendo un sacco di tempo.

Al traguardo sono stanchino, ma soddisfatto per aver seminato Casagrande. Se non che dopo l'arrivo lo trovo lì che chiacchiera, già cambiato: si è ritirato. Finisco quarto, a 16 minuti da Cipriani, 6 da Hueller e 3 da Candotti, ma quest'ultimo confessa che se non fosse stato raggiungo da Cipriani e non avesse fatto il "vagone", sarebbe ancora nel bosco.
Comunque, bellissima gara.

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