22 febbraio 2023

Lagolo

"Correre sull’asfalto non mi piace, eppure paradossalmente è stato proprio per correre sull’asfalto che ho scoperto tutto il resto. Dove da piccolo trascorrevo l’estate in villeggiatura ogni anno organizzavano una gara di corsa intorno a un laghetto, 1 giro per i più piccoli, poi 2, e poi 3 per i più grandi. Era successo che alla mia prima partecipazione, totalmente impreparato ma pieno di entusiasmo, un certo numero di concorrenti arrivati prima di me avessero involontariamente tagliato il percorso, e la loro squalifica mi aveva catapultato al secondo posto. Il podio e la medaglia avevano fatto scoccare un grande amore, e la corsa di Lagolo era diventata un appuntamento imperdibile.

Così per anni la corsa mi ha chiamato nelle mattine estive con la voce dei sassolini che sbattevano sugli scuri chiusi della finestra della mia camera da letto. A lanciarli era Davide, che veniva a svegliarmi per andare a correre insieme nel bosco: almeno tre allenamenti a settimana per due mesi, per arrivare pronti all’appuntamento clou dell’estate.

Un’ora di corsa sui sentieri nel bosco, con qualche centinaio di metri di dislivello in su e poi in giù, non era certo il modo migliore per preparare una gara su asfalto che nella sua versione più lunga misurava un paio di chilometri, con una salita di venti metri ripetuta tre volte, e tutto il resto piatto. Ma fortunatamente nessuno ce lo aveva detto, e così noi scorrazzavamo felici per i boschi, con la spinta potente di arrivare prima possibile a fare colazione.

Fra me e Davide non c’era nessuna rivalità, per il semplice fatto che lui era troppo più forte di me. Lungo e secco io, piccolino e altrettanto secco lui, mi stracciava nella corsa su qualunque distanza e nella maggior parte degli altri sport. A Lagolo vinceva quasi sempre lui, e io vedevo il più delle volte i primi scomparire alla prima curva mentre ero ancora a metà del rettilineo di partenza".

Da "Confessioni di un runner d'alta quota - Ediciclo Editore"

Ebbene, 36 anni dopo averci corso l'ultima volta insieme (e 41 dopo la foto qui sopra...) sono tornato a Lagolo con Davide. Tre giri del lago come ai vecchi tempi, ma questa volta correndo insieme, chiacchierando dei tempi andati, e viaggiando alla scandalosa andatura media di 6'35''/km.

Ho pensato che fosse il rito migliore per dichiarare ufficialmente chiusa la mia fascite plantare. Speriamo sia d'accordo anche lei.