(Sempre 3 giorni delle trincee, all'indietro. Lo so che ormai è roba vecchia, ma di nuova non ne ho...)
Di nuovo in Coppa Italia, di nuovo
middle dopo la prestazione penosa di Laranza. Vediamo di fare un po'
meglio, su una carta che se è parente di quella solita di Val
Giardini, saranno cavoli. Quelli che tornano dicono “ah, è
tecnica”, e mediamente ci mettono un sacco a tornare.
Parto bello convinto, ma anche
sufficientemente prudente. Faccio amicizia con la carta andando quasi
in curva alla 1, esitando giusto un po' troppo invece di andare
sicuro fino all'avval-lamento, comunque arrivo sicuro. Senza molti
pensieri verso la 2, c'è da arrivare al secondo sentiero grosso e
poi superare il nasone. Il nasone è proprio “one” e mi fa venire
qualche dubbio, ma sono giusto: secondo di tratta e primo in
classifica. Ma ovviamente non lo so e procedo tranquillo. La 3 è
mezzo minuto più a nord e la 4 mi frega. Salgo, arrivo al sentiero
grosso, avvisto da lontano quello che mi pare un rudere e giurerei di
vedere anche il telo bianco e arancio, tanto che mi metto a guardare
la tratta dopo. Peccato che quando arrivo lì e alzo gli occhi, della
lanterna non ci sia traccia. Avere le allucinazioni non è una bella
cosa, ancora meno non sapere dove sei. Solo mentre scannerizzavo la
carta a casa ho visto un microscopico segno nero che potrebbe essere
il “non-rudere” che ho incontrato io. Ero basso di tre curve, ma
mica lo sapevo, e non mi tornava niente. Prima di arrivare abbastanza
casualmente alla 4, giurerei di incontrare anche una trincea, ma
probabilmente è la canaletta sapientemente mimetizzata sotto il
cerchietto. Temo la gara sia un po' andata (e in effetti sono caduto
al 4 posto, ma a soli 50'' da primo) ma riparto sparato con un azimut
giusto un pelo sbilenco.
La 6 è in fondo ad una roccia che
sguazza fra altre rocce, la 7 me la aspetto in una rientranza
visibile mentre la vedo per culo guardandomi un attimo indietro (è
alta circa 20 cm...), la 8 invece è come me la aspetto ed è poco
lontana. Per la 9 scelgo di andare in sicurezza dal sentiero, e
sembra una buona idea, dato che faccio il miglior tempo, ben 1''
meglio di Ingemar. Secondo tempo alla 10, che mi riporta al quarto
posto ad un solo minutino dal primo, ma qui succede il fattaccio.
Ovvero trovo Simone Grassi, partito 4' prima di me. Prendere uno
partito 4' prima tende a darmi alla testa, se è Simone di più.
Quindi va da sé che butto via la gara al punto successivo, dove
sarebbe bastato tenersi sul bordo del pianoro per cascare sulla
lanterna, mentre io rimango più alto e vado a perdermi nel casino a
nord del punto. Vago lì in giro per 5 minuti, quanto basta per farmi
ripassare da Simone e anche da Edoardo, che invece era partito 2'
dopo di me.
Il morale è sotto le scarpe e da lì
alla fine non riesco a fare molto altro che correre dietro a Simone.
Lo staccherei in salita per la 17 e mi avvierei ad una scelta
autonoma per la 18, ma poi cambio scelta a metà strada (mai, mai!)
butto via una manciata di curve di livello che avevo già salito, e
mi rimetto a rincorrere Simone. Ed è un peccato perchè quella di
passare da sopra era un'ottima idea.
Dulcis in fundo, poco prima della 100
cerco per la terza volta in giornata di slogarmi la caviglia
sinistra, e ottengo risultati migliori delle altre due volte. Chiudo
depresso e zoppicante al quinto posto, 5' scarsi dietro a Pin, 4'
abbondanti dopo il paisà Berlanda Scorza, e 3' e mezzo dopo Ingemar
, altro per il quale è fatale la 11 (ma meno che per me).
Non credo ti consoli, ma io alla 11:, provando il percorso avevo deciso di smettere di fare orienteering... Per la cronaca quel punto non l'ho mai trovato.
RispondiEliminasi vede che anche tu sei andato a dannarti lassù fra l buche invece di arrivarci comodo dal bordo "pianetto", da lì era quasi elementare, sigh
EliminaNon credo vi consoli, ma se ogni tanto prendete un comodo sentiero per arrivare dalla 10 alla 11, poi alla curva vi buttate giù lasciando a vista sulla sinistra il sentierino-quasi-fosso e poi appena spiana buttate l'occhio a destra... :-)
RispondiEliminacon tutto il rispetto che il Vate merita, rimango dell'idea che seguire il bordo pianetto era la cosa più veloce e anche la più facile
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