22 febbraio 2013

Oricup Inverno - 8° Prova

A funzionare meno bene del solito oggi è stata la dote che più avevo messo in mostra nelle prime uscite di quest'anno, ovvero quella di presentarmi al via solo delle gare in cui gli atleti forti erano rimasti a casa. Così mi ritrovo tutti in una volta il Cip, Marsoner, Ingemar Neuhauser, e un Fabietto Daves assetato di rivincita. Più Christine Kirchlechner, che sarà pure una W, ma è pur sempre in nazionale.

La zona è stata ben spruzzata di neve come si conviene ad una gara tracciata da OriRauss, ma la temperatura è quasi piacevole, tanto da correre in maniche corte. Qui ci ho corso varie volte, e so che c'è un dosso spiacevole a fianco del lago di Canzolino, e una altrettanto spiacevole salita per tornare a Madrano City dopo che ti hanno portato a spasso nei campi a sud del paese. 

Di voglia ne ho da vendere, così faccio il miglior tempo alla prima lanterna, e il 32esimo sulla seconda. Succede che l'ingegnere che è in me, invece di fissarsi sul fatto che deve arrivare ad una strada sterrata a sud della 1, si fissa sul fatto che deve percorrere un pezzo di sentiero, e quando si ritrova sotto le suole l'asfalto che nel frattempo è stato proditoriamente steso su quel sentiero, va avanti fino a che non arriva ad uno sterrato qualsiasi, e da lì ad una strada asfaltata. A quel punto non capisce più tanto bene dove sia, e inizia a guardarsi intorno spaesato, fino ad accorgersi che è sceso un po' troppo e che ha buttato nel cesso la gara.

Ma la gara è ancora lunga e l'entusiasmo è ancora tanto, così ho ancora il tempo di fare il terzo parziale sulla 3 (dietro gli scatenati Pezzè Junior e Fabietto), prima di andare a cercare la morte verso la 4. Sono sul dosso spiacevole a fianco del lago di Canzolino, che contrariamente a quanto successo nelle altre gare fatte qui, devo scendere e non salire. Come facilmente arguibile dalla numerosità delle curve di livello presenti in cartina, è piuttosto ripido. Come facilmente arguibile dalla neve ben visibile lungo tutto il pendio, è piuttosto scivoloso. Ma come diceva il libro della giungla, "puoi togliere il ragazzo dalla giungla, ma non la giungla dal cuore del ragazzo". E io mi tuffo giulivo nella jungla. Giulivo lo rimango ben poco, perchè le mie scarpe non chiodate non tengono proprio una sega, e dopo pochi metri sono terrorizzato dall'idea di sfracellarmi. Ma non abbastanza da tornare indeitro. Così procedo con il passo-pattina alla Fabietto, e perdo un'altra vita (2') dai primi.

Alla 4 mi prende Marsoner, arriviamo insieme ma per strade diverse anche alla 5, e poi lui fa la scelta intelligente (da est) e io quella stupida (da ovest passando dalla partenza) per andare alla 6 e da lì in poi lo vedo solo da lontano. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, da lì a fine gara lui (che è un giovincello che corre parecchio e di orienteering ne capisce) mi dà solo altri 9'' e recupero un minuto a Fabietto (che è un giovincello che corre parecchio, e di orienteering ne capisce ogni tanto) e Cipriani (che è un vecchietto che corre parecchio e di orienteering ne capisce). A voler vedere il bicchiere mezzo vuoto, arrivo quarto.

13 febbraio 2013

Oricup Inverno - 7° Prova

Diciamo che la funzione di questo post è più che altro quella di non perdere l'allenamento alla tastiera, e di colmare il vuoto di quelli proprio disperati disperati, perchè il livello della gara non sarebbe tale da giustificare neanche 500 battute. Non che il tracciatore non abbia fatto tutto quello che poteva per tirarne fuori il meglio possibile, ma la carta era quel che era, e il lotto dei partenti non particolarmente qualificato. Tanto che ho vinto di nuovo, per capirsi.

Altri blogger (Origiulio e Orimartyecc.ecc.) hanno sottolineato molto la temperatura rigida della giornata, ma la mia termica in bambù è stata magica anche questa volta, e io sono stato benone, anzi, alla fine ero sudato come un caprone. Sempre in tema di analogie zoologiche, fino a più o meno metà gara, quella che mi sentivo calzare meglio era quella del cappone ripieno. Mi sentivo imballato e pesante, un po' per lo scarso riscaldamento un po' per il pranzo passato da troppo poco tempo. Solo l'impressione (rivelatasi sbagliata) di vedere Fabietto Daves qualche centinaio di metri davanti a me prima della 6 mi ha fatto distrarre dallo stomaco, e poi il riscaldamento ormai giunto a buon fine, e il fatto che la seconda parte della gara era meno filante e più da leggere, hanno fatto il resto.

Della gara, che dire? Dopo un minimo di attenzione per arrivare alla 1, fino alla 5 c'era niente da scegliere e poco da sbagliare. Per la 6 la tentazione di tagliare dai campi era già scomparsa nel breve attraversamento fino alla 5, che aveva dimostrato come sulla neve si correva piano e male. Ho provato comunque un taglietto, tanto per dirmi che non era una gara di mezzofondo, ma probabilmente ho più perso che guadagnato. Dalla 6 alla 7 il sentiero era uno strato piuttosto compatto di ghiaccio vivo, con giusto un po' di neve dura sui lati che permetteva di ipotizzare di correre senza finire per terra. Per la 8 volevo fare il vero orientista, e ho guadato il torrente, ma una volta dall'altra ho scoperto che per proseguire lungo il mio percorso ideale avrei dovuto prima tirarmi su di braccia per un muretto alto un metro e mezzo abbondante e poi saltare giù dall'altra sul sentiero almeno un paio di metri più in basso. Le mie pur scarse bracciasarebbero riuscite ad issarmi, ma l'adrenalina da gara era troppo poca per farmi venir voglia di rischiare di azzopparmi nel salto, così ho costeggiato il muro e me ne sono andato buono buono alla strada. Dalla 8 cominciava la parte più divertente, con una mia imprecisione alla 9 (sono passato a 2 metri dalla lanterna ma non ho girato la testa dalla parte giusta, e ho proseguito un'altra decina di metri) e una sequenza abbastanza veloce ed efficace fino alle 15. Per la 16 mi sono invece imbattuto nel cancello chiuso che secondi i ben informati era indicato in un modo non a normativa ISSOM, davanti al quale io mi sono girato e sono tornato indietro (dopo Gardolo, non scavalcherei neanche il recinto dei cavalli della Barbie!) mentre vari altri hanno fatto altre scelte... Ci perdo un minuto abbondante, ma pazienza. Da lì in poi c'è di nuovo poco da fare, e mi sbrigo il più possibile a farlo.

Se a Scurelle in una gara indicata come 5100, Pagliari ci ha messo 30:49 dando 8' a ...&Raus, 3'10'' a Giacomo Pezzè e 4'20'' a Origiulio, e a Caldonazzo in una gara da 5420 Pedrotti ci ha messo 31:24 dando 5' a ...&Raus, 3' a Giacomo Pezzè e 5'20'' a Origiulio, è evidente che Pedrotti è forte almeno come Pagliari. O no?

Ah, ho dato anche 2' abbondanti a Fabietto Daves, secondo davanti a Matteo Sandri, il cui obiettivo di giornata era battermi, hi hi hi...

1 febbraio 2013

VeNotte 2013


Se un sabato sera di fine gennaio il cielo è terso e non fa tanto freddo, la cosa migliore da fare è sicuramente andare a correre una gara di orienteering a Venezia. Arrivando in treno lungo il ponte il tramonto era così bello che forse anche la mia culpix non sarebbe riuscita a rovinarlo troppo (ma era a casa in castigo) e il resto della serata non è stato da meno, con tanto di luna piena a specchiarsi nei canali e pochissima umidità a impregnare le ossa.

La gara è ormai talmente rodata che la precisione dell'organizzazione non è più una novità, e nell'arrivare l'unico dubbio è se avranno messo di nuovo la segreteria gare in quel posto scomodissimo dietro la porta. E la risposta è ancora "sì". C'è tanta gente, gli spogliatoi sono allegramente pieni e c'è chi si cambia sulle panchine esterne, come del resto si fa in tutte le altre gare dell'anno.

La partenza è in un posto nuovo e capire come girare la carta è uno dei miei crucci del giorno. Siamo partiti da un parco e c'è un triangolo sul bordo di un giallo, ma la ruggine invernale vuole il suo tributo, e ci metto un po' a capire dove sono e dove devo andare. Ma poi si parte, ed è sempre Venezia. Sempre Venezia di notte, che rende tutto un un po' più affascinante e po' più difficile: non so se è perchè è ad inizio stagione o davvero perchè è notte, ma ho sempre fatto più errori alla VeNotte che al Mov, nonostante la gara sia parecchio più corta. La mia gara non è male, ma anche quest'anno non mi faccio mancare qualche errore e sbavatura. Per andare alla 3 passo a dare un'occhiata alla 17 non tagliando poco prima, per la 5 manco il vicolo e per non tornare indietro prendo quello dopo, per la 6 faccio la scelta scorrevole che però è più lunga, per la 7 mi faccio distrarre da Eddy e solo per culo capisco di nuovo dove sono e perdo solo una decina di secondi. Lo svarione più grosso, anche se non mi costa secondi, lo faccio andando alla 14, quando solo dopo aver superato il ponte di Rialto mi rendo conto che ero dall'altra parte del Canal Grande rispetto a dove pensavo di essere. Che a pensarci a mente fredda sembra impossibile, ma lì per lì mi è successo. Dalle parti della 14 mi prende Riccardo Scalet, che ha il passo un po' più veloce del mio, e lo mollo prima di distrarmi e perdermi definitivamente. Da lì in poi corro abbastanza pulito, anche perchè per un bel pezzo rifaccio la strada che avevo fatto dalla 2 alla 3, e la zona dalle parti dell'arrivo alla quarta partecipazione comincio a conoscerla un po'. 

Finisco quinto, ai soliti due minuti da Lerose, 3 dagli Scalet's e 7 da Tenani, ma considerando gli errorini e l'ultra allenamento di 4 giorni prima, non mi posso lamentare. Le gambe erano abbastanza sciolte, e su Rialto e Accademia erano molto più brillanti del solito.

Siamo solo al primo di febbraio e ci siamo già giocati tutte le gare di Venezia di quest'anno, che peccato. Del resto con l'apparizione in laguna del novembre dell'anno scorso, abbiamo veramente fatto storia. Mentre correvo ho sentito almeno due volte dei mozziconi di frasi che parlavano "di quando abbiamo corso con l'acqua alta", e uno dei due discorsi lo stava facendo un gondoliere a quelli che stava gondolando. Ma non riapriamo la querelle se quella storia fosse il caso di farla o no.

Il post fa schifo, lo so, ma avevo voglia di andare a dormire presto. 'notte.

21 gennaio 2013

Oricup Inverno - 5° Prova

Non sia mai che lascio una gara in-commentata, fosse anche la promozionale del dopolavoro ferroviario (alla quale per altro non potrei neanche partecipare, dato che non sono ferroviere, benchè mia moglie stia cercando di convincermi a fare il corso per macchinista). Ed eccomi quindi ritornare al 5 gennaio, quando un pomeriggio transitoriamente primaverile (12°!) ci ha accolti a Pergine per la quinta prova dell'oricup inverno, inspiegabilmente sullo stessa cartina della terza prova, ma io a quella non c'ero.

Per farla breve, ho ricominciato l'anno come l'avevo concluso: vincendo! Ma stavolta il lotto dei concorrenti era ancora più sguarnito dell'altra volta, mancavano sia il Rivale sia Fabietto, e il più competitivo è stato Enrico Casagrande, che però prima era in classifica e poi è misteriosamente scomparso. Ho vinto in 15 minuti netti con 2'14'' su Nicola Bertoldi, che ha grandi gambe, ma ancora qualche difficoltà con la tecnica, e 4'' in più su Silvano Daves, che ha grande tecnica, ma ha ancora qualche difficoltà con le gambe. Il percorso era divertente, ma una disamina minuziosa mi sembra una punizione eccessiva anche per i miei lettori più affezionati.
Per proseguire la striscia di vittore, sabato a VeNotte dovrei battere Tenani, che ha un po' più gambe di Nicola e un po' più tecnica di Silvano. Ma magari una gondola gli taglia la strada, gli finisce la pila del frontalino, gli si annodano varie stelle filanti attorno alle gambe, ha mangiato tropi grostoli prima del via, e tira su la cartina delle W12 accorgendosene solo all'arrivo. 

Nell'orienteering non si sa mai.

13 gennaio 2013

Coll for Venis

Dir orientiringher ollaraund de uorld,
iu nou det tis iir not ther uilbi de MOV, for colp of oll det casins uit de haiuoter in 2012.
Bat ther is anoder grit reis in Venis: de VeNotte!
Dis reis not is so big laic MOV, but is uonderful bicos not ther is so tants pipol in de sottoportegs end ran in de nait is mor divèrtent det ran in de giorn.
De unic problem of de VeNotte is det it is spess a cold pig, bat after de reis ther is a uonderful docc in de spogliatois.
End dop de reis de famousissim Larrycette uil offer de cen to evribodi, end if iu not have vint, iu can consol iurself uit de cen.
Uot duiu aspett to iscriv iurself???

De reis is sàbat 26 gennai, iu ken trov oll de notis in tis peig, hir de lùnghezz of de pèrcurs,  end hir de program.
For de iscrìscion, "Entro LUNEDI’ 21/01 a Federico Bruni e-mail iscrizionioribruni@hotmail.it" end de reis cominc et 18.00.

Uit de train, from Trento iu mast pàrtir et 14:04 (end iu arraiv in Venis et 16:40), from Verona iu mast partir et 15:29, from Milan et 14:05, from Roma et 12:55, from Trieste et 14:46, from Tonadico aidonnou. End if iu ran vèloc end du de docc veloc iu riesc a teic de trein tu combek. Bat deris te cen offert from Larrycette, end ui are aspetting tu nou uer.

Sii iu der!



6 gennaio 2013

Desiderata 2013

Agonisticamente parlando, il desiderio più grande è la medaglia agli italiani Sprint di Subiaco. Per il metallo, direi "la prima dietro Rigoni", ovvero quella che quest'anno ho lasciato a Madonna di Campiglio per un errore di sbaglio, e che credo sia alla mia portata. Ovvio che nell'orienteering con i "se non sbagliavo" sono campioni tutti, ma così come "se non sbaglio" sono comunque dietro a Carlo, nella sprint "se non sbaglio" me la gioco con tutti gli altri master.

Più prestigiosa, ma molto più difficile da prendere, sarebbe una medaglia agli italiani middle dei Boschi di Carrega. Se mi ricordo bene quei posti, il terreno potrebbe essere abbastanza adatto alle mie caratteristiche, ma se ci sono tutti quelli che potrebbero esserci, per andare a podio devo fare un'altra gara della vita. Non che non ci proverò, ma manteniamo basse le aspettative.

No comment sugli italiani long, che negli ultimi anni sono stati per me le gare peggiori della stagione. All'Aprica non ci sono mai stato, dalla carta sul sito di Alessio la zona è molto fisica, ma meglio non rilasciare nessuna dichiarazione.

In Coppa Italia credo proverò a cimentarmi di nuovo in élite. Sul fatto che sia fisicamente e tecnicamente molto più attrezzato di quanto fossi nella mia velleitaria stagione 2009 (PM, 27°, 17° su 18, 22°) non c'è dubbio, ma è ancora tutto a dimostrare che io sia capace di correre al mio top puntando ad un piazzamento onorevole, invece che ad un podio. Ma se Pin, GPM, Buselli e magari anche SGrassi correranno in èlite, almeno un tentativo lo vorrei fare. Anche perchè non so per quanti anni ancora potrò permettermi di affrontare le distanze dell'HE senza uscirne a pezzetti.

A proposito di pezzetti, è probabile ne rimarranno proprio pochi se andrà in porto la mia Brillante Idea 2013, ovvero l'iscrizione dell'Ultrabericus Trail, sì, esattamente quella di cui meno di un anno fa avevo scritto su queste pagine "Ma se un giorno dovessi invece iscrivermi alla Ultrabericus, come certuni hanno già fatto, per sciropparmi 65 km e 2500 metri di dislivello fra le brume marzoline dei monti berici, sotto quel cielo bigio tipico-veneto-inverno, con la vetta più alta che supera di poco i 400 metri, e un contorno di vegetazione tardo invernale verde 3, che neanche una generosa spruzzata di lanterne riuscirebbe a rallegrare, chiedo formalmente a voi (e lo chiederò anche alla moglie) di abbattermi prima della partenza." L'iscrizione è ormai cosa fatta, come ne uscirò, se qualche lettore o moglie troppo zelante non mi abbatteranno davvero prima della partenza, è un interessante quesito.

In ambito extra orientistico, oltre a correre parecchio sulle montagne intorno a casa, se tornerò a casa vivo dai Monti Berici mi piacerebbe correre il Sella Ronda Trail, e non è detto che riesca a resistere alla tentazione di tornare alla Dolomites Sky Race per capire meglio come si corre sopra i 2500. Anche quest'anno è invece probabilmente da escludere la partecipazione alla Maddalene Sky Marathon, che sarà di nuovo troppo vicina agli italiani long (chissà, magari mi converrebbe correrla, così almeno avrei un valido alibi per l'ennesima prestazione ignobile).

Tornando all'orienteering in versione regionale, sono convinto che in Trentino sia opportuno un ricambio ai vertici della categoria master, e quindi farò quanto nelle mie possibilità per togliere al signor Cipriani quante più medaglie mi sarà possibile. E se poi il signor Dalla Santa ci onorerà della sua presenza con maggiore frequenza, tanto meglio.

Da ultimo, sto pensando di dotarmi di un GPS, più che altro per provare ad arrivare vivo in fondo all'UBT. Qualcuno ha un Garmin Forerunner 110 e mi sa dire se nel bosco ci becca? Già che lo prendo, mi spiacerebbe non poterci fare anche quei giochini colorati sui tracciati delle gare.


(la colpa è tutta di Dario Stefani!)


20 dicembre 2012

Trionfo a Miola

Pedrotti chiude la stagione con il botto

Miola di Pinè - Si chiude con uno straordinario successo la stagione agonistica di Dario Pedrotti, il forte atleta del San Giorgio che sulle nevi di Miola di Pinè aggiunge l'ultima perla alla sua trionfale stagione, che lo ha portato a potersi fregiare, primo atleta italiano, del "triplete". La IV prova dell'Oricup Inverno 2012, che si correva a Miola di Pinè sotto la sapiente regia di Stefano Rauss e il suo staff, ha visto il portacolori della squadra del presidente Valer precedere di ben 55'' secondi l'acerrimo rivale Andrea Cipriani, e di poco meno di un minuto e mezzo la giovane promessa Fabio Daves. Leggeri guai fisici hanno tenuto lontani dai primi Michele Candotti e Giorgio Paoli, accreditati alla vigilia di buone possibilità di successo. Ecco l'intervista con Pedrotti raccolta al termine della gara.

Come valuta la sua prestazione di oggi? Sono molto soddisfatto, e devo dire che non mi aspettavo di vincere. In questo periodo sono nella fase di carico della preparazione atletica invernale e temevo di essere un po' imballato, invece le gambe hanno risposto con una brillantezza che non mi aspettavo. E forse non se la aspettavano neanche i miei avversari.

Gara perfetta la Sua? No, non direi proprio. Per andare alla terza mi sono distratto guardando un presepio e non ho più capito dove ero perdendo 15'', per la 5 non ho resistito al richiamo della foresta e ho fatto la scelta peggiore tagliando il dosso invece di aggirarlo da sinistra (Candotti da quella parte ci ha messo 2' in meno n.d.r), e uscito dalla 9 ho contato male le strade e ho capito dove ero solo per la croce sulla chiesa perdendo altri 20''.  

Come ha trovato il tracciato del giovane Rauss? Il tracciato era decisamente divertente e l'abitato di Miola si è rivelato più interessante di quanto pensassi. La presenza della neve ha purtroppo vanificato in parte il lavoro del tracciatore, dato che la scelta lungo l'asfalto era sempre la più conveniente, ma nel complesso la gara è risultata comunque molto bella, soprattutto nella parte dalla 9 alla 18, dove non si poteva distrarsi un attimo. Non posso che fare i miei complimenti a Michele Rauss.

Veramente il tracciatore si chiama Stefano... Certo, ma naturalmente se è stato in grado di tracciare una buona gara il merito va a suo padre, Stefano, che lo nutre, gli dà un letto, lo fa studiare, lo finanzia, e gli ha permesso di dedicarsi all'orienteering invece di spingerlo a giocare a calcio sperando che diventasse ricco e famoso.

A proposito di amore e altri sentimenti forti, Lei oggi ha battuto il suo arcirivale Cipriani, cosa prova? È un'emozione indescrivibile, vincere oggi, qui, davanti a questo pubblico, e lasciando dietro Cipriani, mi ripaga di tutti i sacrifici fatti durante l'anno. Questa stagione iniziata malissimo con un mio PM che gli aveva regalato la vittoria alla gara di Agnedo del Gronlait Promo Tour, si chiude come meglio non potevo sognare.

Già, el triplete... Guardi, faccio ancora fatica a crederci. Sono il primo atleta italiano ad avere vinto nello stesso anno una prova del Circuito CSI, una prova del Trofeo dell'Amicizia e una prova dell'Oricup Inverno: se me lo avessero detto qualche anno fa non ci avrei mai creduto.

Non crede che il raggiungimento di questo traguardo corra il rischio di farle perdere la cattiveria agonistica e la voglia di allenarsi e fare sacrifici? Beh, mi rendo naturalmente conto che questo è un rischio reale, e la parte psicologica sarà forse quella più importante nell'allenamento di quest'inverno. Proprio domenica avrò un incontro con Thierry (Sgiurgsgiù n.d.r.) per capire insieme a lui come si affrontano momenti come questo, in cui rischi di sentirti arrivato.

Cosa risponde a quelli che, dopo la gara di oggi, la considerano il favorito numero uno per i mondiali master che si correranno il prossimo agosto in Italia? Che hanno ragione! (ride n.d.r.) A parte gli scherzi, manca ancora davvero troppo tempo, e bisogna tenere conto che oggi i miei avversari non erano al loro meglio. Candotti ha chiuso una stagione sfortunata con una contrattura al polpaccio alla prima salita, Cipriani per problemi di lavoro non si allena seriamente da mesi, Daves ha fatto le discese con le pattine per non rischiare di scivolare sulla neve e sporcarsi la tutina, e Sandri è terribilmente sotto tensione per il nuovo incarico tecnico che gli è stato affidato all'interno della FISO Trentino. E poi probabilmente i mondiali master non li potrò neanche correre, per un impegno concomitante.

Quando La rivedremo di nuovo al via? La stagione è stata lunga e stressante, e ho davvero bisogno di staccare un po' e di dedicarmi alla mia famiglia. Seppure a malincuore salterò quindi la gara in centro storico a Lecce del 23 dicembre, e quella del 5 gennaio in provincia di Matera. Con il mio staff stiamo invece valutando se partecipare alla prossima tappa dell'Oricup Inverno il 5 gennaio a Pergine Valsugana, o puntare direttamente alla VeNotte del 26 gennaio, che è da sempre una delle mie gare preferite.

Da Miola di Pinè, il nostro inviato