13 febbraio 2013

Oricup Inverno - 7° Prova

Diciamo che la funzione di questo post è più che altro quella di non perdere l'allenamento alla tastiera, e di colmare il vuoto di quelli proprio disperati disperati, perchè il livello della gara non sarebbe tale da giustificare neanche 500 battute. Non che il tracciatore non abbia fatto tutto quello che poteva per tirarne fuori il meglio possibile, ma la carta era quel che era, e il lotto dei partenti non particolarmente qualificato. Tanto che ho vinto di nuovo, per capirsi.

Altri blogger (Origiulio e Orimartyecc.ecc.) hanno sottolineato molto la temperatura rigida della giornata, ma la mia termica in bambù è stata magica anche questa volta, e io sono stato benone, anzi, alla fine ero sudato come un caprone. Sempre in tema di analogie zoologiche, fino a più o meno metà gara, quella che mi sentivo calzare meglio era quella del cappone ripieno. Mi sentivo imballato e pesante, un po' per lo scarso riscaldamento un po' per il pranzo passato da troppo poco tempo. Solo l'impressione (rivelatasi sbagliata) di vedere Fabietto Daves qualche centinaio di metri davanti a me prima della 6 mi ha fatto distrarre dallo stomaco, e poi il riscaldamento ormai giunto a buon fine, e il fatto che la seconda parte della gara era meno filante e più da leggere, hanno fatto il resto.

Della gara, che dire? Dopo un minimo di attenzione per arrivare alla 1, fino alla 5 c'era niente da scegliere e poco da sbagliare. Per la 6 la tentazione di tagliare dai campi era già scomparsa nel breve attraversamento fino alla 5, che aveva dimostrato come sulla neve si correva piano e male. Ho provato comunque un taglietto, tanto per dirmi che non era una gara di mezzofondo, ma probabilmente ho più perso che guadagnato. Dalla 6 alla 7 il sentiero era uno strato piuttosto compatto di ghiaccio vivo, con giusto un po' di neve dura sui lati che permetteva di ipotizzare di correre senza finire per terra. Per la 8 volevo fare il vero orientista, e ho guadato il torrente, ma una volta dall'altra ho scoperto che per proseguire lungo il mio percorso ideale avrei dovuto prima tirarmi su di braccia per un muretto alto un metro e mezzo abbondante e poi saltare giù dall'altra sul sentiero almeno un paio di metri più in basso. Le mie pur scarse bracciasarebbero riuscite ad issarmi, ma l'adrenalina da gara era troppo poca per farmi venir voglia di rischiare di azzopparmi nel salto, così ho costeggiato il muro e me ne sono andato buono buono alla strada. Dalla 8 cominciava la parte più divertente, con una mia imprecisione alla 9 (sono passato a 2 metri dalla lanterna ma non ho girato la testa dalla parte giusta, e ho proseguito un'altra decina di metri) e una sequenza abbastanza veloce ed efficace fino alle 15. Per la 16 mi sono invece imbattuto nel cancello chiuso che secondi i ben informati era indicato in un modo non a normativa ISSOM, davanti al quale io mi sono girato e sono tornato indietro (dopo Gardolo, non scavalcherei neanche il recinto dei cavalli della Barbie!) mentre vari altri hanno fatto altre scelte... Ci perdo un minuto abbondante, ma pazienza. Da lì in poi c'è di nuovo poco da fare, e mi sbrigo il più possibile a farlo.

Se a Scurelle in una gara indicata come 5100, Pagliari ci ha messo 30:49 dando 8' a ...&Raus, 3'10'' a Giacomo Pezzè e 4'20'' a Origiulio, e a Caldonazzo in una gara da 5420 Pedrotti ci ha messo 31:24 dando 5' a ...&Raus, 3' a Giacomo Pezzè e 5'20'' a Origiulio, è evidente che Pedrotti è forte almeno come Pagliari. O no?

Ah, ho dato anche 2' abbondanti a Fabietto Daves, secondo davanti a Matteo Sandri, il cui obiettivo di giornata era battermi, hi hi hi...

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