26 gennaio 2011

Mental Training

Ad inizio inverno Roberto Biella aveva tentato di organizzare un corso di preparazione atletica invernale per atleti di livello medio-alto, ottenendo una risposta di iscritti che la diceva lunga sulla situazione dell'orienteering in Italia (2 iscritti italiani e 2 svizzeri). Il corso era dunque stato annullato, ma dato che Biella in una mail aveva parlato di una "dispensa su CD", mi ero attivato per averla.

Premesso che in periodo di astinenza invernale persino i resoconti di improbabili figuri che si cimentano niente meno che sulla mezza maratona possono sembrare straordinariamente interessanti, ci ho trovato parecchie cose utili. Il Cd è pieno di tesi, relazioni a convegni e altro materiale scritto da Biella e altri (fra cui la tesi di laurea di Superlau Scaravonati, da cui ho tratto le immagini che ho sparso un po' a caso in questo post), in molti casi decisamente eccessivi (almeno per me), ma ricchi di spunti, soprattutto nelle parti che riguardano
la "preparazione mentale", di cui a malapena immaginavo l'esistenza.

In realtà fra tutto il materiale quello che mi ha colpito di più è qualcosa non particolarmente utile, ma straordinariamente affascinante, ovvero il concetto di "flow", descritto come "coinvolgimento completo e grtificante in una attività che fluisce senza ostacoli". E' quello stato di trance agonistica in cui tu, il bosco e le lanterne siete una cosa sola e i punti sembrano chiamarti o mettersi spontaneamente sulla tua strada. In altre parole, è una figata! Il testo, la tesi di laurea presso la facoltà di scienze motorie di Milano di una certa Pandora Segre, elenca una serie di elementi che aumentano le probabilità di entrare in questo stato di grazia:
  1. azioni altamente automatizzate (= buona preparazione tecnica)
  2. massima concentrazione e condizioni pregara positive (= buona preparazione pre gara)
  3. massima efficienza fisica (= buona preparazione atletica)
  4. attitudine mentale positiva (= buona preparazione mentale)
E' vero che in pratica vuol dire che se ti sei allenato da dio su tutti i fronti solo allora puoi sperare di andare in trance, però trovo carino sapere che quella sensazione bellissima (che personalmente ho provato più a giocare a basket che a correre nei boschi) non dipende dall'allineamento dei pianeti nel tuo segno zodiacale ma da variabili un minimo più controllabili. E quindi un qualche modo ci si può sperare.

Un altro concetto affascinante è quello di "allenamento ideomotorio" o "trainig cognitivo della rappresentazione", o meglio la teoria su cui si basa. Secondo tali Poster e Foster "per il tuo cervello uno schema neurale è uno schema neurale, sia che venga creato da un atto fisico che da un atto mentale. Il tuo cervello manda il segnale ai muscoli ed essi reagiscono". Detto in altre parole "La mente non fa differenza tra una esperienza realmente vissuta e una immaginata molto vividamente", tant'è che, come nota Biella in uno dei suoi scritti, nel sogno viviamo l'esperienza come reale pur non avendo alcuna stimolazione sensoriale. In base a ciò viene detto che immaginare molto vividamente un gesto tecnico è utile per il nostro cervello quanto compierlo effettivamente. Dato che vengono considerate appartenenti al "training cognitivo della rappresentazione" anche l'osservazione di cartine e la rappresentazione plastica del terreno che ne fa parte, credo che proverò a lavorarci un po'. Anche perchè le sensazioni provate nella mia dilettantesca prova di "rivivere" la gara di Asiago, sono state effettivamente soprendenti.

Passando alle cose che ho trovato più utili, in testa metterei sicuramente il "risolutore di problemi" di Biella, che credo si basi proprio sulla stessa teoria su cui si basa l'allenamento ideomotorio. Dato che "quando nel cervello prende il via un certo programma di azione (o anche un pensiero) esso lascia una traccia nelle sinapsi utilizzate e ciò rende più facile il richiamo dello stesso programma (o pensiero) in un momento successivo", e dato che in base a questa teoria "se ripetiamo mentalmente delle azioni è come se le facessimo veramente e quindi è come se ci allenassimo", Biella dice che è utile prepararsi un elenco dei principali problemi che si possono incontrare in gara, e definire prima (e immaginare più volte poi) come venirne fuori. In questo modo, quando quel problema, che deve essere piuttosto specifico e circoscritto, si verifica, il cervello sarà già pronto per rispondere e lo farà nel modo voluto e in un tempo molto minore. O almeno dovrebbe.

Dato che la cosa mi convince abbastanza, ho provato ad esaminare i principali errori di tutte le mie gare dell'anno scorso e li ho raccolti secondo le principali tipologie che mi è sembrato di riconoscere, cercando poi per ciascuna una "soluzione", e realizzando il mio personale "risolutore di problemi". Adesso vedrò di farmelo entrare in testa (o meglio, nelle sinapsi...) e fine anno vedrò se ne è venuto fuori qualcosa di utile.

Prima dell'inizio della stagione di CO voglio anche guardarmi bene tutta la parte relativa alla "procedura di riscaldamento", che mi pare potrebbe farmi bene, e magari anche farmi qualcuno degli esercizi per la memoria proposti da Superlau nella sua tesi, magari preceduti da qualche seduta di "training emotivo" per convincermi di avere davvero qualche possibilità di migliorare le mie capacità mnemoniche.

7 commenti:

  1. Ciao "Pedro"!

    Quando ho letto il riferimento alla mezza maratona, pensavo che ti riferissi a me! Poi ho letto "improbabili figuri" e ho capito che i tuoi ispiratori sono altri... la mia figura non è affatto "improbabile", anzi è molto ben probabile e concreta sia dal punto di vista del volume spostato quando viene immersa in un liquido (cfr. principio di Archimede) sia dal punto di vista delle "figuracce"...

    Stefano

    RispondiElimina
  2. magari i registi di "Inception" si sono ispirati a questa tesi di laurea.
    in pratica, dormendo tutto il giorno e sognando di allenarsi il mio cervello si allenerebbe sul serio!!! Forte!!! Solo che con me non ha funzionato... e penso di trovare senza difficoltà altri campioni (chiaramente nel senso che si dà in chimica a questo termine, non in quello sportivo) come me...
    e se funzionasse davvero forse sarei un campione (nel senso sportivo stavolta) pure io :)

    RispondiElimina
  3. Allora conosco gente che avrebbe il cervello come quello di Rocco Siffredi!!!

    Stefano

    RispondiElimina
  4. Che mole di lavoro ed esperienze!
    Chissà quanti lombardi cresceranno nei prossimi anni da quelle parti!
    Non può che fare bene al movimento!

    RispondiElimina
  5. Per Stegal - non mi sarei mai permesso di fare dell'ironia sul Gianni Brera dell'Orienteering. Anche perchè sono convinto che G.B. nella mezza maratona era molto più scarso di te...

    Per Silvan - Mi duole sottolineare che i sacri testi consigliano l'allenamento ideomotorio OLTRE a quello fisico, non AL POSTO...

    Per Cris - non ho capito molto bene bene perchè dovrebbero nascere lombardi in trentin, comunque: fai la coppa Italia gli italiani nei master quest'anno?

    RispondiElimina
  6. Beh, tanto materiale (lombardo) -> tanti tecnici -> tanti atleti.

    Sulla Coppa Italia e gli Italiani... boh! Sai che non ci ho pensato? Dipende dalla schiena e dalla voglia di allenarmi...
    Ma dormi tranquillo, che sei tre o quattro gradini sopra di me!

    RispondiElimina
  7. Rettifico quanto hai scritto nella prima parte le adesioni erano 2 trentini e 2 svizzeri

    RispondiElimina

non lasciate commenti anonimi, suvvia...