E' finalmente tempo di riprendere in mano una cartina e per uno digiuno da tempo non è una fra le più facili. Ho già corso a Spiazzo un paio di volte (più una volta che sono andato fino a lì apposta, ma la gara non era stata fatta perchè il posatore non voleva uscire con la pioggia...) e ricordavo un bosco pieno di muretti. E ricordavo bene.
Il clima che ci accoglie è quello dei mondiali, almeno meteorologicamente parlando. Fa piuttosto caldo, ma almeno è secco e non ci aspettano 2 ore di long, ma solo 5,7 + 215 di middle. Con ancora negli occhi le cartine della Savoia (viste solo in internet, ma vabbeh) è un po' dura accontentarsi di una carta per metà in paese, ma la zona di bosco non è banale e ci ho già fatto qualche figura meschina.
Alla partenza si manifestano immediatamente i temuti problemi di scarsa compatibilità fra le RunUp 4000 e l'IGM 1945. Mentre il sistema ancora cerca di avviarsi, le gambe si lanciano su per il pratone da 12 curve di livello giurando che è la scelta migliore. Sono ormai a tre quarti di prato quando un po' nascosto dal numero 5 mi appare un sentiero molto più corto e che prende la pendenza con molto più garbo. Ma è ormai decisamente troppo tardi per cambiare idea. O almeno così penso in quel momento. In realtà poi verrà fuori che invece di arrivare al sentierone che avevo scelto per calare come un falco sulla 1, mi vado a infognare su un sentierino che va via in costa ma è interrotto ogni 2 metri da un albero caduto. Così la mia scelta da molto discutibile si tramuta in pessima, e alla seconda lanterna vedo poco dietro di me chi mi partiva 3' dietro.
Dopo la 3 in cui manco la radura e la 4 e la 5 che faccio discretamente, il trasferimento su sentiero alla 6 mi permette di correre un po' prima di non capirci un granchè sulla 6. Mi sembra di salire più di 4 curve, e allo stesso tempo pochi metri sotto il sasso dove un po' casualmente trovo la lanterna mi pare ci sia un sentiero che arriva da una briglia sul fiume. Boh.
Per la 7 punto saggiamente all'attacco tranquillo dal prato e per la 8 basta risalire coscienziosamente lungo il crinalino. Confermo la tendenza ad andare corto fermandomi a guardare ai sassi prima. Per la 9 sembra basti butarsi sul vicino prato, ma non tengo nella dovuta considerazione i 2 mm di "semiaperto con corsa rallentata" indicati in carta, con il risultato che ci metto 2' ad uscire da un roveto inestricabile.
Per la 10 scelgo di ripassare dal prato che ho già visto e di fare un attacco un po' casual, ma per fortuna riesco a riconoscere che sono nella valletta sbagliata, e non ci perdo molto. Scelta prudente anche per la 11, ma la lettura della carta è un po' ostica e non so se capisco dove sono io e dove è la lanterna per bravura o per una botta di culo. Alla 12 e alla 13 ci arrivo appoggiandomi rispettivamente ad una torretta e al semiaperto, mentre andando alla 14 vengo inseguito da un pony dall'aria minacciosa. Per fortuna è legato.
Andando alla 15 mi deconcentro un secondo ed è sufficiente per pensare che sono già lungo il recinto a fianco del punto. Ci metto qualche secondo a ricordarmi dove sono e a capire che ho fatto una scelta del cavolo.
Da lì in poi c'è solo da correre, e le mie gambe lo fanno meno volentieri di quanto avrei pensato. Spero sia per via dell'allenamento anaerobico alattacido di giovedì, che non so bene cosa sia, ma che il mio preparatore atletico mi ha assicurato fare un gran bene.
Chiudo a una enormità da Truffa Dellavalle (14 minuti), tre quarti di enormità da Denny Pagliari (10 minuti) e mezza enormità da Enrico Casagrande (6 minuti). Considerando che ho perso 3' abbondanti sulla prima lanterna per pura esuberanza giovanile, e che era il rientro dopo l'estate, non è andata neanche troppo male.
Il clima che ci accoglie è quello dei mondiali, almeno meteorologicamente parlando. Fa piuttosto caldo, ma almeno è secco e non ci aspettano 2 ore di long, ma solo 5,7 + 215 di middle. Con ancora negli occhi le cartine della Savoia (viste solo in internet, ma vabbeh) è un po' dura accontentarsi di una carta per metà in paese, ma la zona di bosco non è banale e ci ho già fatto qualche figura meschina.
Alla partenza si manifestano immediatamente i temuti problemi di scarsa compatibilità fra le RunUp 4000 e l'IGM 1945. Mentre il sistema ancora cerca di avviarsi, le gambe si lanciano su per il pratone da 12 curve di livello giurando che è la scelta migliore. Sono ormai a tre quarti di prato quando un po' nascosto dal numero 5 mi appare un sentiero molto più corto e che prende la pendenza con molto più garbo. Ma è ormai decisamente troppo tardi per cambiare idea. O almeno così penso in quel momento. In realtà poi verrà fuori che invece di arrivare al sentierone che avevo scelto per calare come un falco sulla 1, mi vado a infognare su un sentierino che va via in costa ma è interrotto ogni 2 metri da un albero caduto. Così la mia scelta da molto discutibile si tramuta in pessima, e alla seconda lanterna vedo poco dietro di me chi mi partiva 3' dietro.
Dopo la 3 in cui manco la radura e la 4 e la 5 che faccio discretamente, il trasferimento su sentiero alla 6 mi permette di correre un po' prima di non capirci un granchè sulla 6. Mi sembra di salire più di 4 curve, e allo stesso tempo pochi metri sotto il sasso dove un po' casualmente trovo la lanterna mi pare ci sia un sentiero che arriva da una briglia sul fiume. Boh.
Per la 7 punto saggiamente all'attacco tranquillo dal prato e per la 8 basta risalire coscienziosamente lungo il crinalino. Confermo la tendenza ad andare corto fermandomi a guardare ai sassi prima. Per la 9 sembra basti butarsi sul vicino prato, ma non tengo nella dovuta considerazione i 2 mm di "semiaperto con corsa rallentata" indicati in carta, con il risultato che ci metto 2' ad uscire da un roveto inestricabile.
Per la 10 scelgo di ripassare dal prato che ho già visto e di fare un attacco un po' casual, ma per fortuna riesco a riconoscere che sono nella valletta sbagliata, e non ci perdo molto. Scelta prudente anche per la 11, ma la lettura della carta è un po' ostica e non so se capisco dove sono io e dove è la lanterna per bravura o per una botta di culo. Alla 12 e alla 13 ci arrivo appoggiandomi rispettivamente ad una torretta e al semiaperto, mentre andando alla 14 vengo inseguito da un pony dall'aria minacciosa. Per fortuna è legato.
Andando alla 15 mi deconcentro un secondo ed è sufficiente per pensare che sono già lungo il recinto a fianco del punto. Ci metto qualche secondo a ricordarmi dove sono e a capire che ho fatto una scelta del cavolo.
Da lì in poi c'è solo da correre, e le mie gambe lo fanno meno volentieri di quanto avrei pensato. Spero sia per via dell'allenamento anaerobico alattacido di giovedì, che non so bene cosa sia, ma che il mio preparatore atletico mi ha assicurato fare un gran bene.
Chiudo a una enormità da Truffa Dellavalle (14 minuti), tre quarti di enormità da Denny Pagliari (10 minuti) e mezza enormità da Enrico Casagrande (6 minuti). Considerando che ho perso 3' abbondanti sulla prima lanterna per pura esuberanza giovanile, e che era il rientro dopo l'estate, non è andata neanche troppo male.
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