2 settembre 2011

Due giorni della Val Rendena: Day Two

Il posto è spettacolare e la giornata pure, la Val Nambrone è una valletta rintanata fra le Dolomiti di Brenta che farebbe venire voglia di farci una marathon più che una mini middle, ma vabbeh. In compenso anche questa non è esattamente una cartina da rientranti dopo le mollezze tecniche estive, e considerando che c'è anche la partenza in linea, nella quale notoriamente mi imbambolo, la vedo male. In più c'è la misteriosa formula "one-man-relay-Bezzi-Style" che non si sa bene cosa sia. Ci saranno farfalle? Ci saranno "forks"? Boh.

Si parte e cerco di dare un occhio alla cartina prima di ficcarmi nell'imbuto del ponte, dato che il guado del fiume è tassativamente vietato. Per qualche metro riesco anche a non seguire nessuno, o a dirmi che non lo sto facendo, poi superata la 1 mi trovo dietro a Cristellon C. e Widman, che vanno inequivocabilmente verso la mia 2. Decido quindi che andare con loro non può essere una buona idea. 

Passiamo poi vicino al sasso nel piano e vorrei vedere il sassone e il dossetto dopo, che però non vedo. La zona è molto sconnessa e la mia dimestichezza con le carte anche, ma dopo un po' devo arrendermi all'evidenza che non sto andando dove dovrei. Scoprirò poi che loro hanno punzonato senza che io me ne accorgessi la loro 3, che era in una buca. Torno a cercare la mia guadagnando un doppio attraversamento di un terreno alla "bello correre qui se non mi gioco un femore un una buca nascosta fra i sassi" e arrivo poi felicemente al taglio di bosco, molto evidente guardando in alto. Peccato che invece non riesco a vedere il dosso, per altro piuttosto evidente, che dovrebbe farmi da riferimento. Vago per un po' avvistando delle case, poi torno indietro, poi capisco dove sono e poi arrivo alla lanterna. In una eternità e mezza.

Andare alla 5 è molto facile e lo sarebbe di più se il fondo del taglio di bosco avesse un terreno decente. Per la 6 decido prodentemente di passare dal prato, e la allungo parecchio ma almeno ho un punto d'attacco chiaro (un sassone di 5 metri di altezza...). Per la 7 mi dimentico di superare anche il secondo torrentello e inizio a cercare un po' troppo presto, mentre per la 8 mi metto a cercare attorno al dosso prima perchè non ho bene idea di dove devo iniziare a cercare. E altri vagano con me.

Vago anche alla 9, dove la lanterna è esattamente sul dossetto dove pensavo che fosse, ma dove non l'ho vista al mio primo passaggio. In ogni caso il mio contatto con la carta è penoso e sbaglio anche la scelta per tornare al ponticello. La 10 è così facile che non riesco a sbagliarla neanche io mentre per la 11 non basta neanche la mia scelta in super sicurezza, e mi ritrovo sulla paludina sotto (dove c'è una lanterna di altri, dato che il "Bezzi Style" consiste in un percorso dove tutti hanno alcune lanterne un po' diverse dagli altri, come in una frazione di staffetta). Dignitose la 12 e la 13 poi per la 14 punto al sentiero dove ero già passato e ci vado abbastanza in fretta. Qualche secondo di indecisione perchè al solito mi concentro sull'elemento più evidente del tondino (il sassone) invece che su quello giusto (la buca). 

Poi torno per sicurezza sulla strada, sbaglio un po' alla 15, mi godo il posticino della 16 (dove una buonanima del Trent-o mi fa anche una foto) e poi vado deciso alla 17, che non mi sembra niente di particolare ma che ha mietuto numerose vittime illustri, che hanno inspiegabilmente proseguito per il sentiero. 18 e 19 sono banali, ma mi prodigo in uno sprin per tentare di superare Widman (che evidentemente ha commesso qualche crimine orientistico per essere ancora lì). Ma chiude con 1'' meno di me.

Morale della favola: se non la smetto di perdere decine di secondi per ogni punto, per il solo motivo di non voler perdere un paio di secondi a leggere bene la descrizione del punto successivo all'uscita dal punto precedente, non farò mai molta strada nell'olimpo degli orientisti.



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