23 ottobre 2012

Trofeo Arge Alp: gara individuale

E fu sera e fu mattina, secondo giorno.
Probabilmente gli svizzeri del Canton Ticino non sono molto cattolici, e quindi per punirli Dio il primo giorno si è dimenticato di dividere le acque del cielo da quelle della terra, e così il secondo giorno c'è acqua dappertutto.

Siccome però i trentini oltre ad essere storicamente molto cattolici sono anche un po' paraculi, il nostro ricovero notturno è a 100 metri dalla linea di arrivo e 10' scarsi dalla partenza, e dunque si può rimanere a letto fino a pochissimo prima della partenza. Ci concediamo una passeggiata di pochi metri per andare a colazione ad un'ora decente, e poi, chi più chi meno, torniamo "a cuccia". E io più. 

Quando è ora di iniziare il riscaldamento sono ovviamente al mio posto. Che è sotto l'acqua. Piove parecchio, ma il solito sorriso idiota mi rimane stampato in faccia, e penso che gli orientisti sono quegli individui che hanno tenuto vivo dentro di loro il bambino che molti anni prima sguazzava nelle pozzanghere, si rotolava nel fango, e correva sotto la pioggia senza ombrello. E che nel frattempo si sono liberati delle madri che molti anni prima gli impedivano di farlo. Guardandosi intorno durante il riscaldamento è per altro evidente che non tutti quelli che sono lì sono dei VERI orientisti: sono infatti parecchi a sembrare molto scocciati perchè piove, fa freddo e c'è nebbia. Quelli, fanno veramente pena, perchè (inspiegabilmente) non sembrano divertirsi affatto. Comunque.

Mentre sono al minuto meno 1 sembra aprirsi uno squarcio di azzurro, e non so se gioire o disperarmene. Dura talmente poco che il problema si risolve da solo, ed è tempo di partire. E davvero non saprei dire se durante la mia gara ha piovuto oppure no. Al traguardo ero veramente molto bagnato, e quindi probabilmente sì, ma in gara, c'era solo la gara.

Il comunicato gara diffida formalmente dall'attraversare il torrente dove è bordato di nero, e io lo prendo così alla lettera che per sicurezza rimango sulla strada fino al ponte, accorgendomi solo allora che magari potevo tagliare per i prati, che non erano vietati. Comunque vado. Anche oggi, senza per altro averlo scelto consapevolmente, adotto una lettura della carta piuttosto sbrigativa, che è la versione da dilettanti della lettura veloce. Dicono che per leggere una pagina basti in realtà leggere una percentuale abbastanza ridotta di caratteri, che gli altri li ricostruisce il cervello, che riesce quindi a riconoscere le parole. Sono certo di avere anche visto degli esempi da qualche parte, ma per primo non li trovo, e per secondo non serve a niente, perchè con le mappe di orienteering non funziona. Per leggere velocemente una mappa bisogna leggerla velocemente, leggerla in fretta vedendone solo dei pezzi, non funziona, perchè il cervello non ricostruisce un tubo. E se lo fa, lo fa a caso. Cerco per l'ennesima volta di ficcarmelo in testa nelle prime 4 lanterne, dove potrei risparmiare un po' di secondi se ad un certo punto non dovessi fermarmi, o almeno rallentare molto, per recuperare qualche particolare che avevo perso. Abbastanza pulito, ma non entusiasmante, faccio probabilmente la scelta sbagliata nella tratta lunga per la 5, dove faccio un po' di salita inutile e la allungo anche rispetto alla scelta sotto la linea rossa.

Comunque è ancora tutto sotto controllo, le gambe corrono, il posto è suggestivo, e arrivo abbastanza preciso sulle lanterne, fino alla 10. Qui prima vengo graziato da una atleta che esce dal punto dietro il sasso dopo che ero rimasto un po' basso, e poi mi suicido quando una gamba mi affonda nel fango fino al polpaccio e io mi rimetto a pensare al bambino che gioca con la pacioca e al comunicato che avvisava sul fatto che la corrente del fiume "non è da sottovalutare", ma non parlava delle sabbie mobili. È questione di un secondo, quello che basta per non farmi notare che la stradina a 5 metri dal punto, anche se molto visibile, non può essere la strada grossa dalla quale voglio attaccare la 11, e quando mi accorgo di cosa è successo ho già perso 2' e GPM, che partiva 3' dietro, appare sinistro alle mie spalle.

Qui inizia la mia seconda gara, divertentissima, ma segnata dalla lettura frettolosa di cui sopra. Nelle successive 10 lanterne io non seguo lui e lui certamente non segue me, ma almeno per quanto mi riguarda mi metto a cercare di fare tutto molto più veloce di come lo avrei fatto da solo, divertendomi un sacco ma frettolando ancora di più. Su 12 e 13 c'è poco da dire, sulla 14 c'è molto da correre, e io vado un po' più di GPM, che nel piano rimane sulla strada a destra della linea rossa mentre io scelgo la sinistra. Guadato il fiume (la cui corrente non sottovaluto, rallentando inutilmente) salgo il pendio come un invasato e arrivo al prato almeno 20'' prima di GPM, ma non mi prendo la briga di capire bene cosa sto cercando, e aspettandomi che la lanterna mi fischi dietro le passo a un paio di metri senza vederla e vado a passeggio nei dintorni. Punzono una manciata di secondi dopo di lui e mi lancio al suo inseguimento, e sulla 15 c'è poco da scegliere. Usciamo dal punto uno dietro l'altro e ci buttiamo sulla strada. Da lì ci facciamo tutti e due ingannare dalla carta, non capendo che la strada che ci porterebbe al punto nasce sotto il ponte che attraversiamo. Ci troviamo insieme incrodati sul promontorio, io oso un salto di 3 metri abbondanti, mentre lui va a cercare una discesa più soft, allungandola molto. Io però a meno di 20 metri dal punto è come se non riuscissi più a mettere insieme gli elementi che ho in mano e che mi direbbero che la lanterna è proprio lì dietro. Così GPM mi supera di nuovo e io di nuovo ad inseguirlo verso la 17. In salita vado più di lui e al punto siamo di nuovo insieme, la 18 è lì attaccata, e alla 19 lo supero attraversando la valletta che lui aggira. Per la 20 riparto davanti, ma esito un attimo per essere sicuro di dove vado e lui è di nuovo lì. Per la 21 ci buttiamo sulla strada e poi dopo il passaggio nel giallo su per quello che io pensavo essere il semiaperto mentre è il sentierino nel verde che non avevo visto. Quando lui piega a sinistra capisco cosa è successo, e non posso che seguirlo. Nella corsa alla 100 GPM, pur avendo 3' di vantaggio su di me, dimostra di non aver nessuna intenzione di concedermi la soddisfazione di batterlo sullo sprint, ma fisicamente sto molto meglio di lui, e lo stacco prima del traguardo. Magra soddisfazione.

Chiudo con un ottavo posto su cui non sarebbe neanche da sputare troppo, se non fosse.
I miei compatrioti non vanno molto meglio di me, e perdiamo il terzo posto che il giorno prima eravamo riusciti a tenere a parimerito con i Grigioni. Medaglia di legno, foto, e tutti a casa.




2 commenti:

  1. Il tuo incipit ha almeno due predecessori (Uno Molto Autorevole, l'altro molto meno)!

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  2. "penso che gli orientisti sono quegli individui che hanno tenuto vivo dentro di loro il bambino che molti anni prima sguazzava nelle pozzanghere, si rotolava nel fango, e correva sotto la pioggia senza ombrello. E che nel frattempo si sono liberati delle madri che molti anni prima gli impedivano di farlo."

    BELLISSIMA!

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