Mentre a Villa Agnedo Fabietto Daves rifilava 2' a Cipriani e Segatta ne
prendeva dal Cip solo 1, io mi sono cimentato in una delle gare più
impegnative della mia vita.
Alle
15.58 sto finendo di aprire l'ultimo occhio, dopo un sacrosanto
pisolino pomeridiano, quando mi appare l'Anto sulla porta della
camera, annunciando che alle 16.00 parto. È il giorno del mio
compleanno, quindi che possa succedere qualcosa l'ho messo in
preventivo. Ma passare dalla fase rem a quella gara in 2' è
un'impresa eccessiva persino per un agonista incurabile come me.
Comunque, verso le 16.04 sono in strada pronto per il cec e il clir e
alle 16.06 ho la carta in mano, le gambe in spalla e i polmoni che non capiscono: "minuti di riscaldamento zero, temperatura anche lei vicino allo zero, che cavolo vuoi da noi?"
La
prima è una tratta da un chilometrino e una cinquantina di metri di
dislivello, che sul far del risveglio fanno sempre la loro porca
figura. Come in tutte le gare che si rispettino, non riesco a far
partire il GPS al momento giusto e me ne accorgo solo fra la 1 e la
2. Comunque in un tempo ragionevole arrivo in condizioni
irragionevoli a casa di mio cugino, che è il signor Lanterna Uno. Per
punzonare devo tradurre una poesia dallo spagnolo. Sudo copiosamente,
il cronometro corre (o meglio, non corre perché non è partito, ma
io non lo so) e a metà poesia mi impone un bicchierino di grappa
bianca, comunque in un tempo imprecisato ma dignitoso porto a termine
la punzonatura e riparto, con il mio fotografo personale al seguito.
Dalla
1 alla 2 è tutta discesa, a parte i 5 piani di scale che portano
all'appartamento di Stefano e Camilla, i signori Lanterna Due. Prima
mi fanno accomodare, poi mi disegnano dei cuoricini sulla faccia, e
poi mi esortano a cantare “Che sarà” dei Ricchi e Poveri con video originale dell'epoca in sottofondo. Sono un esibizionista dalla
nascita, quindi senza neanche farmi pregare metto in scena uno sciò
di gran classe (il cui filmato verrà sepolto con me). Con quello
spettacolo negli occhi, la piccola di casa potrebbe ridere tutte le
volte che mi incontra per i prossimi 30 anni, ma mi odia dalla
nascita e non mi ha degnato di un'occhiata per tutta la performance.
Meglio così. Prima di ripartire mi bevo il bicchiere di acqua dove
hanno pulito il pennello con cui mi hanno pennellato, ma non mi fa
peggio della grappa.
La
tratta 2-3 è in pieno centro storico, con la tutina da orientista,
il pettorale da compleanno, e i cuoricini in faccia. Ma vado tanto
veloce che per i passeggianti dello struscio del sabato pomeriggio
sono giusto una macchia di colore. La Signora Lanterna 3 è Roberta, che mi
accoglie nel cortiletto di casa sua, dove ci sono i bidoni della
raccolta differenziata. Già mi immagino a ravanare nella monnezza,
ma lei è troppo buona, e mi chiede solo di riconoscere un'erba
essiccata che ha in una scatoletta. Non è Maria, che tanto
probabilmente non riconoscerei, ma stevia, e su quella sono
preparato. Inghiotto, rispondo e riparto con un'ottimo tempo
intermedio.
La
4 è nel Mercatino dei Gaudenti, un mercato dell'usato dove ogni mese
stazionano anche le Beffi, al secolo Elena e Serena, dalle quali temo
bastardate inenarrabili. “Devi vendere 3 di questi fiori di legno
ai passanti, almeno ad 1 euro l'uno”. I fiori sono bruttarelli,
passa pochissima gente perché ha iniziato a piovere (come in tutte
le gare di orienteering che si rispettino) ma conto di farcela in poco tempo. Mi
dirigo deciso verso due sessantenni: dal tempo delle medie le
pensionate sono di gran lunga la fascia di età in cui raccolgo i
maggiori consensi femminili e mi sento i 3 euri già in tasca (e magari anche
qualcuno di più). Invece no. Sarà che la tutina è sospetta, o che
i cuoricini ormai sbavati non mi donano, o che la barba è troppo
lunga, o che cavolo, ma nonostante io spieghi loro la situazione e
proponga anche di restituirgli l'euro dopo il superamento della
prova, mi trattano come se gli stessi chiedendo in prestito la nipote
per un rito satanico. Non riesco a scucirgli neanche un euro, anche
perché “mio marito non vuole” (se hai un marito così stronzo da
non permetterti di spendere in autonomia un euro, sei messa proprio
male, brutta megera...). Il fotografo è in preda ai crampi allo
stomaco dal ridere, e le immagini ne risentono. Il cronometro a
questo punto scorre sul serio, e non posso continuare a buttar via
tempo con ste due. Mi dirigo ad un altro gruppetto, dove c'è un
tizio che conosco (ma non mi ricordo assolutamente chi sia) e una con
gli occhi bellissimi. Spiego velocemente la situazione, giocandomi
sviluppi futuri con Occhi Belli spiegando che è una cosa organizzata
da mia moglie, ma scatenando lo struggimento romantico dell'altra tizia del gruppo, che
dice che è una bellissima idea, che anche lei vorrebbe una cosa così
al suo compleanno, e che mi compera ben 3 fiori. Torno dalle megere,
le mie amiche, non le sessantenni, verso l'incasso, restituisco i
fiori avanzati, indosso le calze argentate di cui mi “omaggiano”,
subisco i due baci con rossetto che mi danno “per prova del superamento della prova” (dicono
loro) + uno in omaggio da parte di un'altra amica che approfitta
della situazione per baciare un bel giovane (sudato come un
orientista a metà gara) e riparto.
La 5 è la tratta lunga, uno sproposito di km sul quale probabilmente
sbaglio la scelta, ma almeno evito la maggior parte del traffico.
Arrivo a casa di Marco e Silvia in condizioni impresentabili, ma è
una gara, mica una visita di cortesia. L'ex compagno di superiori e
ingegneria, mi serve una equazione di primo grado. Meno male che con
il fotografo (ormai disperso non so più bene dove) le sto ripassando
quotidianamente, così la risolvo rapidamente (o quasi, perché prima scrivo come risultato
x=-1 e poi aggiungo una riga con x=1, così, a gratis, ma Marco è
comprensivo) e riparto: devo solo arrivare al doppio cerchietto.
Anche questa volta sbaglio scelta (quando giro in bici mi sembra sempre che dall'altra sia più corta, ma la carta parla chiaro), ma giungo al traguardo dopo circa un'ora dalla partenza (...ma comprese le prove...), 7 kms e qualche anno di vita perso.
Il trofeo per il vincitore, che mi aggiudico agevolmente visto che nessuno degli invitati alla mia festa si è sognato di gareggiare, è nientemento che una tORta-the-original© made in Bezzi, con tanto di lanterne, bosco fitto, cumuli di sassi, sassi sparsi, laghetto, sentieri, semiaperto, dosso, collina e lanterne. Del peso complessivo di circa 5 kg, di cui almeno l'80% cioccolato.
Figo!
RispondiEliminaPeccato che adesso non potrai più correre la sprint relay ai mondiali di luglio... :-)
Ciao Emi
PS: auguri!!!
non avrei potuto comunque, qualche mese fa il tracciatore mi ha fatto provare la versione 4/L, quindi, anche se oggi è sicuramente alla 8/R e prima di luglio arriverà alla 12/W, questo mi ha automaticamente tolto dai possibili nazionali...
RispondiEliminaPS grazie!!!
complimenti per la prestazione!!! la prossima volta ci disporremo lungo il percorso.
RispondiEliminaper quel che riguarda la bimba dev'esserci lo zampino di papà: non sopporta nemmeno me
un abbraccio