5 marzo 2014

10° prova Oricup MOLTO inverno: Lochere - Caldonazzo

Quella di Caldonazzo doveva essere la gara del redde rationem fra me e Fabietto, ma alla fine la Grande Sfida è finita un po' in secondo piano a causa delle condizioni quasi proibitive in cui si è svolta la gara.

Mentre attorno a Trento la neve durante la notte era caduta sopra i 1100 metri, in Valsugana, dove sta Caldonazzo, era arrivata a poco più di 200, zona gara compresa, e quella delle calzature è diventata la scelta più importante della gara, solo che a meno di essere molto previdenti (e io non lo sono affatto) e di essersi portati da casa 4 paia di scarpe, una volta lì la scelta era già fatta. La mia è stata appena accettabile, ma ho rimpianto per tutta la mattina le mie nuovissime La Sportiva con ghetta anti neve e suola super aggressiva, rimaste al calduccio in ripostiglio.

Non che non ci si sia divertiti, comunque, e ho visto con i miei occhi scarpe molto peggiori delle mie portare più che dignitosamente al traguardo il loro proprietario, con citazione particolare in questo senso per Andrea Segatta, che, con delle suole poco più che slick , mi avrebbe probabilmente battuto, non fosse per un problemino di cui parlerò più avanti.

Correre sulla neve alla fine è sempre divertente, ma vedere le tracce di chi è partito prima a me sta sempre sulle scatole, così parto prima possibile. Davanti ho solo un paio di concorrenti che fanno il medio e Michele Candotti, che oggi è solo in quasi gita, dato che non si è ancora ripreso dalla contrattura al polpaccio (e confermando la sua buona stella del periodo riuscirà a perdere la si-card nel bosco e a procurarsi un significativo bozzo blu su una tibia). Parto lanciato, ma, al solito nelle gare campagnole, un po'  vago nella zona più tecnica, dove non mi sembra di correre malissimo, ma alla fine rimedierò secondi su secondi dai vari Lorenzo Vivian e Simone Grassi, eccezionalmente presenti all'evento (menzione di disonore alla 4, dove prendo 20'' da Lorenzo e 16'' da Simone, ma non male anche la 6, dove potendo salire una comoda strada asfaltata vado ad esaltare le mie doti di scairanner correndo nella neve a pendenza proibitiva e rimediando una ventina di secondi da tutti quelli sani di mente).

Ciò nonostante poco prima della 7 ho raggiunto il gitante Candotti, che probabilmente mi salva dal fare la fine di Segatta e molti altri (fra cui anche Lorenzo e Simone), ovvero dall'andare a cercare la 7 dove era segnata in carta. Nonostante l'adattamento successivo dei dati del gps non lo mostri nella mia carta, sono abbastanza sicuro di aver attaccato il punto scendendo a destra del nasone, e quando mi stavo apprestando ad aggirarlo verso sinistra per cercare il punto, ho visto alla mia destra qualche metro più sotto Michele e con lui la lanterna, e sono andato da quella. L'avrei notata senza di lui? Chissà, comunque stando alla carta sarei andato a cercarla dall'altra.

La discesa dalla 7 alla 8 dimostra che sto diventando saggio o almeno vecchio. La pendenza era notevole, la tenuta delle mie scarpe scarsa, e la mia paura assai. Tre minuti per fare meno di 200 metri in discesa sono un'enormità, soprattutto confrontati con il 1'45'' di Simone (ma come caspita hai fatto?) e i 2'22'' di Mister Slick Segatta.

Portata la pelle in salvo, si è trattato di vincere il sottobosco per arrivare alla 9 e poi di riuscire a conservare la cartina fino all'arrivo. Si dà il caso infatti che, avendo scioccamente rifiutato la busta di plastica che mia moglie e mio suocero mi avevano generosamente offerto prima della partenza, da metà gara in poi mi sono trovato con in mano una cosa molliccia che tendeva ad appiccicarsi con sé stessa o a perdere pezzi lungo il cammino se le arrivava troppa aria. Dalla 10 in poi ho corso portando in palmo di mano (in senso stretto) la salma della mia cartina, pregandola di portarmi fino all'arrivo (cosa che non ha fatto quella di Fabietto, che ha dovuto ripassare dal via per prenderne un'altra), e fermandomi varie volte per raccogliere dei pezzi utili caduti, o per aprire con tutta la cautela del caso le pieghe che mi impedivano di vedere il tratto successivo. Considerando che dalla 10 all'arrivo il percorso  diventava piuttosto banale, il giochino della carta spappolata ha sicuramente ravvivato la gara, facendomi anche esercitare sulla lettura a rovescio, dato che dopo la 17 avevo paura che orientare la carta le sarebbe stato fatale (e il mio polso si orientava solo fino ad un certo punto).

Alla fine - anche aggiungendo al mio tempo quel mezzo minuto di sprint di cui i giudici di gara mi hanno omaggiato quando si sono accorti che l'orologio del finish non era sincronizzato e mi hanno messo un tempo a caso dalla 19 all'arrivo - ho vinto io, circa 1' davanti a Giorgio Paoli, che quando c'è da correre non si tira indietro, e circa 3' davanti a Nicola Bertoldi, l'orientista venuto dalla corsa che sta finalmente cominciando a togliersi qualche soddisfazione anche con in mano la bussola. Fabietto è quarto a poco meno di 4' (e tolto il tempo perso a cambiare la carta gli sarei stato davanti comunque...), mentre Lorenzo, Simone e Andrea pagano molto più caro l'errore, non si sa bene se loro o del cartografo/tracciatore, alla 7 piazzandosi al 5°, 11° e 12° posto.

Nel calcio dicono che quando si vince anche giocando male è buon segno. Speriamo valga anche per l'orienteering.


7 commenti:

  1. Non si può passare nel privato ... :-)

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    1. dalle condizioni in cui era la mia carta era impossibile capire che fosse un verde privato, e infatti l'ho scoperto solo dopo che ho scaricato la traccia.
      mentre che quel recinto prima della 19 (che ho attraversato due volte) fosse non attraversabile, ne avevo avuto il sospetto anche in gara: ma valevano le regole della sprint per cui un non attraversabile è vietato attraversarlo o quelle del bosco dove il non attraversabile è un consiglio? Io ho optato per la B...

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  2. Mister Slick è fantasistico :-) :-) :-) Quasi quasi lo faccio diventare il mio nome d'arte orientistico. Grande Pedro!

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    1. Te lo concedo volentieri, senza nianche richiedere i diritti d'autore!

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  3. Caro Dario,
    la stella è tornata a brillare nel firmamento del Candotti cielo!!!
    Oggi vista la bella giornata, io e l'amico Andrea siamo tornati sul luogo del misfatto e sfatando ogni pronostico abbiamo ritrovato l'amata si-card. INCREDIBILE!!!!!!
    Abbiamo approfittato per dare un' occhiata al punto 7 e pur essendoci qualche piccola imprecisione nella carta il punto era al posto giusto.
    Alla prox.

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    1. piccola imprecisione... alla faccia! Era almeno 2 curve più alta, 50 metri più vicina al tornantone delle strada, invece che essere sulla sommità del naso era al lato della forma.
      Si.. a parte questi INSIGNIFICANTI dettagli era in una fossa ;-)

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