Il mondo dell'orienteering potrebbe farsene una ragione, e la Grande Letteratura forse anche, ma gli amici si preoccupano, e allora interrompiamo il silenzio blogghistico con un posterello sulla gara di due settimane fa in val dei Mocheni (dove si correttero gli italiani long qualche anno fa).
Per andare in partenza ci sono un paio di km e 290 metri di dislivello, io per essere sicuro di arrivare bello caldo li faccio due volte su e una giù. Non avevo dimenticato niente, ma ero arrivato troppo presto e avevo paura di prendere freddo. Che tanto a me mica sono le distanze e i dislivelli che mi fregano.
Mi frega che sono un pirla, e così sbaglio dove ho sbagliato tutte le altre volte che sono venuto su questa carta, che stavolta è al primo punto. Dove mi prende Fabio H. che partiva 6' dopo di me, e non mi prende Andrea G. solo perché sbaglia ancora più di me salendo praticamente in cima al Fravort. E sbaglio proprio da mona, perché è vero che la vegetazione da quelle parti non torna per niente, ma quando attacco decentemente il punto, ci casco sopra in mezzo minuto.
Da lì in poi (ma anche lì, a dire il vero) è una gara molto fisica, ma con una nuova accezione di "fisica", tanto che il giorno dopo ho le tibie piene di lividi e male ai tricipiti delle braccia...
Dalla 2 alla 5 corro dietro a Hfabio, che poi si allontana perché io devo allacciarmi una scarpa, e meno male, perché io faccio la scelta giusta da 4 minuti, e lui una così così da 7 minuti. Ma mi rifaccio abbondantemente alla 7, anche se a dire il vero (bis) si rifanno un po' tutti. Perché in realtà l'unica scelta sensata da fare (scendere alla strada, correre a bomba e tornare in su) non la fa nessuno. Solo che gli altri almeno non si perdono per la via. In particolare io faccio un errore da perfetto schizofrenico. Dopo essere salito assai, e sceso un po', arrivo al sassone che sta esattamente sotto la linea rossa, e lo riconosco pure. Poi vado avanti ancora un po', scendendo, e arrivo ad un prato. Qui "riconosco" il sentiero che parte dal prato e arriva sopra il punto, che però nella vita reale sta 10 curve sopra dove mi trovo (e dove in teoria sapevo di trovarmi). Così, proseguendo, prima non torna un tubo, e poi mi sento il più deficiente dei deficienti, mentre risalgo curve su curve per andare alla maledetta torretta della 7, che si vede da chilometri.
Per punizione, dopo una 8 dignitosa cerco almeno di ammazzarmi andando alla 9 per la via più pericolosa (e meno scorrevole) e, non riuscendoci, mi incanto come una bella (?) statuina a guardare la 10 da 5 metri di distanza, convinto che non possa essere la mia.
Poi semino Hfabio, che intanto mi ha preso di nuovo, andando alla 11 spingendo come un matto, e poi (mentre faccio una scelta idiota per la 12) giro le cartina e scopro che la gara è già finita e quindi ha vinto lui.
Uffa.
Se "correttero" è un modo per far intervenire la tua musa... :-)
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