26 febbraio 2010

Regali sotto l'albero

Ebbene sì, lo ammetto, ci ero ricascato. Avevo mandato a monte un impegno di una certa importanza e mi ero rimesso a sognare la notturna di Venezia, quella che mi aveva fatto fare il viaggio a vuoto a fine gennaio. Questa volta avevo anche la mia nuova luce frontale per sfanalare fino a Marghera e i miei nuovi o-pants arrivati dal nord. Mi immaginavo a correre sotto l'azzurro tenue del cielo della Serenissima all'imbrunire, nei polmoni l'aria che sa già di primavera, e nelle gambe quella dozzina di allenamenti in più che mi rendevano molto più competitivo che a gennaio. Poi la notizia. E meno male che almeno stavolta Eddy mi ha avvisato per tempo, così almeno non mi sono fatto un altro viaggio a vuoto. Certo che ci sono tragedie peggiori nella vita. Ma sportivamente parlando è stata proprio una mazzata. Mi hanno di nuovo portato via i regali da sotto l'albero di Natale.

Per consolarmi, chiuderò la mia carrellata sul 2009, con i pacchetti sotto l'albero dell'anno scorso, quelli che mi hanno permesso di continuare a immaginare di poter un giorno diventare un buon orientista, e comunque di correre in elite anche nel 2010.

Dopo un'annata a dir poco avara di soddisfazioni (neanche in CSI riuscivo a più a vincere...), archiviata con 4 minuti da Candotti la mia prima gara seria in M35, e superate in modo appena dignitoso le ultime maratone in Elite (sestultimo nei 17,5 kms dei Campionati Italiani long a Monte Moria e quintultimo nei 20,7 kms nell'ultima gara di Coppa Italia a Vallombrosa), improvvisamente si accende una luce, e prima del finale di stagione del MOV riesco ad infilare ben 3 podi di un certo prestigio.

Il primo arriva a Feltre, nella sprint del trittico del Feltrino. Poco più di 20 minuti di gara che mi permettono di mettere in fila Dalla Santa, Scroccaro e Hueller. Non è una gara perfetta. Ci metto un po' a trovare il centro della prima farfalla che era a 20 cm dai miei piedi dietro al muretto su cui ero salito, allungo la strada per la 3, sbaglio piazza dove girare andando alla 5, passeggio in cima ad un muretto per andare alla 8 che è ai suoi piedi, e la prendo larga per arrivare alla 11. Però le gambe girano bene e faccio la scelta giusta nel decidere di scalare il primo rampone invece di seguire il sentiero. Mi gusto il podio, e faccio un pensierino a cercare il bis nella notturna.

Notturna caratterizzata in primo luogo da un freddo glaciale, da cui ci salva il tendone della festa delle castagne. La partenza in massa con i frontalini nel buio è come sempre suggestiva, e rimango a contatto con gli elite fino al cuore della prima farfalla, dalla quale riemergo al comando della M35, con più di 2 minuti su Hueller. Il trasferimento alla 8 non è impeccabile e mi costa 30'', ma è andando al centro della seconda farfalla che combino il patatrac. Prima faccio una scelta di percorso che con il senno di poi risulta inspiegabile, poi confondo malamente due bivi e mi ritrovo a pascolare attorno alla 14 quando dovrei andare alla 9. Prima di raccapezzarmi ci lascio 4 minuti, perdendo anche molta lucidità che mi sarebbe stata molto utile per affrontare le due ali che nell'oscurità risultano piuttosto ostiche. In ogni caso riesco ad uscire dalla farfalla al secondo posto, e a rimanerci fino alla fine, confermando il podio, ma rimediando 3 minuti da Hueller.

La sorpresa più bella arriva dalla gara di Bassano del Grappa del Trofeo Nazionale Centri Storici, l'8 novembre. In M35 sono in griglia quasi tutti i più forti: Cipriani, Candotti, Segatta, Carbone, e lo special guest Stefano Maddalena, che io non conoscevo, ma che mi dicono essere imbattibile. Il tempo è bigio, e non so bene come sto, ma dopo il trittico il morale è molto migliorato. Parto malissimo, perdendo il segno dopo 5'' e prendendo il bivio sbagliato perchè non so dove sono. Non perdo molto, ma come avvio è proprio deprimente. E lo è anche il tracciato, che per le prima 9 lanterne concede pochissime e poco significative scelte di percorso. Dalla 3 alla 4 sono 6 minuti e mezzo di corsa quasi pura, altri 5 dalla 8 alla 9. Le gambe mi sembrano un po' di legno, ma vanno migliorando con il passare del tempo e arrivato alla farfalla nella parte più tecnica della carta, sto proprio bene. Vado lungo di 3 metri andando alla 11, e non faccio forse la scelta migliore per la 15, ma sono preciso e veloce su tutte le altre, compresa la 20 sulla quale mi soffermo un attimo per capire bene da che parte del muro si trova (e faccio bene, perchè qui perderà la gara Candotti). Tiro a tutta nelle ultime 3 che mi portano al parco, e all'arrivo scopro di essere secondo, a 1'10'' dal mitico Maddalena. Sono primo degli italiani, con 8'' su Candotti (che rosica un po'), 2' su Cipriani e quasi 4' su Carbone, leader della classifica del TNCS. Sta volta mi sa che posso proprio essere soddisfatto.

22 febbraio 2010

Corsa campestre

Domenica per la prima volta mi sono cimentato in una corsa campestre, dato che era quanto di più simile ad una gara di orienteering nel raggio di 500 km da casa e dato che Andrea Segatta mi diceva che era un ottimo allenamento. 5 km fra le vigne, mezzo giro in salita e mezzo in discesa, giornata bellissima e nessuna idea di come potevo venirne fuori. Avrei lasciato i polmoni nel fango prima di lasciar vincere Segatta, ma non sapevo se sarebbe bastato.

Prima di partire vedo che c'è anche Rigoni, ed io, che dell'orienteering sono un parvenu da pochi anni, penso "magari è uno di quelli che con la bussola sono dei mostri ma a correre è un ciodo, oggi lo batto e mi gaso per la stagione orientistica". Poi sento che lo speaker dice "e c'è anche Rigoni, favorito d'obbligo per la gara di oggi" (e poi vincerà sul serio), così torno a puntare su Segatta.

La gara è abbastanza piacevole, chiudo in un tempo a me ignoto fra i 19'30'' e i 19'50'', riesco a battere Segatta di un minuto o giù di lì, e soprattutto riesco a tenere per tutta la gara il ritmo che ho impostato all'inizio, allungando anche un po' alla fine. Durante i 5 giri ho superato 5-6 persone fra quelli che mi erano davanti alla partenza, e sono stato superato solo da uno di quelli che avevo superato io. Il che vuol dire che ho evitato la figura da pirla che ho fatto nella mia prima maratonina, quando sono partito da gran galletto, e poi mi ha superato una processione di corridori un po' più furbi di me.

Dalla gara ho tratto varie conclusioni:
1) la corsa pura è una palla, mille voglie meglio l'orienteering
2) la condizione atletica non è male
3) se Rigoni mi dà ben due minuti e mezzo in 5 km di sola corsa, vuol dire che in carta non gli arriverò mai neanche ad una distanza dignitosa
4) se Rigoni mi dà solo due minuti e mezzo in 5 km di sola corsa, vuol dire che in carta davvero la componente di tecnica conta molto di più di quella atletica, e che non ha molto senso che io punti ad andare molto più veloce di quanto vado oggi
5) nelle gare di corsa campestre non ti fanno pagare nulla di iscrizione, ma sui siti mettono solo i tempi dei primi 5, quindi se arrivi 13° devi portarti dietro un cronometro

19 febbraio 2010

Patologie orientistiche

In attesa che arrivi il 7 marzo, mio nuovo ipotetico inizio della stagione agonistica dopo il lutto della scoperta che Venezia by Night sarà in un giorno in cui non ci posso andare (27 febbraio), è da settimane che pranzo e ceno rigorosamente solo con il piatto vinto alla gara conclusiva del Trofeo Nazionale Centri Storici di Bassano del Grappa, "mirabile esempio di unione i motivi tipici dell'artigianato locale (l'uccello, il ponte e le foglie), e i simboli dell'orienteering (la micro lanterna nella bocca dell'uccello)", come aveva ripetuto alla nausea lo speaker della gara...

14 febbraio 2010

A dda passà 'a nuttata 5 - Gara Vezzano

Ieri sono tornato sul "luogo del delitto" per un bellissimo allenamento semi nevoso organizzato dal Trent-o, talmente bello che quelli dell'Er-team, forse ancora un po' sbalestrati dal fuso orario per essere da poco tornati dalla Spagna, sono venuti su apposta dal Veneto per partecipare. Così interrompo il filo cronologico del mio amarcord 2009 per tornare alla gara del 25 ottobre, finale della Coppa del Trentino, e una delle gare più tecniche dell'intero 2009. (il commento sull'allenamento è presto fatto: Andrea Rinaldi aveva preparato un allenamento con farfalle in cui si arrivava al centro della farfalla con qualcuno, si affrontavano le ali in ordini diversi, e ci si aspettava prima di trasferirsi alla farfalla successiva. Io ho fatto il giochino con Miori, che mi ha aspettato un media un paio di minuti a farfalla. Deprimente. Piccola attenuante: lui aveva posato i punti alla gara di ottobre. Comunque mi sono divertito molto e sto anche cominciando a riconoscere una collinetta quando la incontro.)



I commenti a fine gara erano stati "questo è un terreno da coppa del mondo" o, in alternativa "non mi sono divertito per niente". Io mi ero divertito un sacco, anche perchè era una giornata stupenda, ma dato che per la coppa del mondo non ero ancora pronto, ho fatto una fatica bestia, di gambe e di testa.

Il terreno era veramente ostico, e a peggiorare la situazione c'era una stampa della cartina, al 10.000, con colori un po' hard, che rendevano ancora più difficile la lettura veloce. Se a questo si aggiunge che di sassi in quella zona ce ne sono talmente tanti che ne erano segnati in carta forse la metà, si capisce perchè Cipriani per vincere la M35, 4,3 km + 250 m di dislivello, ci ha messo 1:08:10, alla inconsueta, per lui, velocità di 10:01 min/kms. Io ci metterò qualcosina di più...

0-1 ci metto un po' a decidere, e dato che mi sembra poco sportivo prendere il sentiero che mi porterebbe a pochi metri dalla lanterna, vado a sinistra e salgo lungo il canalone. Ci metto un po' a capire dove sono, sia in basso sia in alto: 4° tempo

1-2 mi faccio tentare dalla striscia gialla di prato che in quel casino di marrone mi sembra un riferimento troppo ghiotto. Tento un azimut maldestro che invece di portarmi al vertice sud della striscia mi porta e 3/4 nord. Così alla fine aggiro da nord la collina. Arrivo al punto in sicurezza, ma lento.

2-3 Ci ero già passato davanti per andare alla 2, quindi la becco subito: miglior tempo.

3-4 scavalco la collina andando a est, attraverso un po' impacciato il verdino con muretti fino a trovare il campo non attraversabile, che mi tranquillizza sulla mia posizione. Dal sentiero che lo costeggia voglio superare i roccioni dopo il bosco, e andare in curva di livello alla collinetta. Solo che salgo troppo e non mi torna più nulla. Per fortuna ad un certo punto sbatto nella 7 e capisco dove sono, da lì trovare la 4 è facile, ma ho perso 6 minuti.

4-5 vorrei recuperare il tempo perso e punto ad "appoggiarmi al muretto che a sud sale sulla collina. La cosa funziona abbastanza bene e faccio il miglior tempo, fra i classificati. Meglio di me fa Casagrande, che mi ha preso.

5-6 la tratta è cortissima ma tuttaltro che banale. Cerco di vedere i cocuzzoli, ma non è semplice, comunque la trovo in un tempo ragionevole, con Casagrande che ci mette un po' più di me.

6-7 L'ho già vista prima, ma la zona è complicata e quando vedo troppo marrone sulla carta, vado in crisi. Avanzo molto prudente e perdo quasi due minuti da Cipriani.

7-8 Esco dal punto insieme a Casagrande, e penso che tutto sommato anche se per un punto lo seguo, le divinità nordiche dell'orienteering me lo perdoneranno. Invece non è così, perchè Enrico sbaglia completamente direzione e ci perdiamo come due esordienti. Ed è proprio ad un esordiente che ad un certo punto chiedo di farmi vedere dove siamo. E non mi vergogno neanche troppo. Arrivo alla 8 molto prima di Enrico, ma perdo altri 5 minuti da Andrea.

8-9 L'unica cosa che ho in mente è staccare Casagrande più possibile, così faccio la scelta più veloce (giù lungo il canalone) invece della più intelligente (su lungo la cresta). Peggioro ulteriormente la scelta scavalcando il costone invece di aggirarlo da nord come a quel punto mi conveniva fare.

9-10 Punto ai roccioni a nord e risalgo fra uno e l'altro. Dopo scollinato ci metto un po' a capire cosa sono le macchie grigie, e un altro po' a trovare la posizione della canaletta rispetto alle macchie grigie. Molto lento.

10-11 Verso ovest in curva, poi sentiero per un po', poi di nuovo curva e su per il canalone fino a vedere il sasso. Non male: miglior tempo.

11-12 La tratta è lunga, c'è un sacco di verde 1, e la mia lucidità è agli sgoccioli, così decido di puntare ai sentieri, appoggiandomi al recinto non attraversabile e poi al roccione fino all'elettrodotto. Qui taglio a sud fino al sentiero che con un po' di curve mi porta fino al sasso dove mi sono fatto salvare dall'esordiente. Da lì in costa arrivo alla collinetta e giro un po' prima di trovare la lanterna. La scelta più coraggiosa di Cipriani rende 4 minuti in meno.

12-13 La scelta "under the red line" non sarebbe neanche troppo difficile, ma il mio cervello funziona ormai a regime molto ridotto. Torno indietro da dove sono venuto e all'incrocio dei sentieri proseguo verso ovest fino a imboccare l'avallamento che sale verso sud. Aggirato il roccione la trovo, e ne sono piuttosto orgoglioso: secondo tempo, ma 2 minuti più lento di cipriani.

13-14 Per la 14, c'è un nasone molto visibile con un roccione subito sotto e mi appoggio a loro. Trovo la lanterna piuttosto in fretta, almeno per i miei standard, comunque, miglior tempo.

14-15 Proseguo verso sud in costa, fino alla "curva" della montagna. Poi scendo fino al pianetto e da lì si vede la collinetta dove dietro sta la 15.

15-16-17 Scavalco la collina andando a sud e mi appoggio alla collinetta per trovare la 16, che punzono in un tempo ragionevole. Poi invece di puntare subito a nord sul sentiero, scendo e aggiro il costone, trovando il sentiero molto tempo dopo e perdendo un sacco di tempo.

Al traguardo sono stanchino, ma soddisfatto per aver seminato Casagrande. Se non che dopo l'arrivo lo trovo lì che chiacchiera, già cambiato: si è ritirato. Finisco quarto, a 16 minuti da Cipriani, 6 da Hueller e 3 da Candotti, ma quest'ultimo confessa che se non fosse stato raggiungo da Cipriani e non avesse fatto il "vagone", sarebbe ancora nel bosco.
Comunque, bellissima gara.

31 gennaio 2010

Ah, Venezia...

E' finalmente arrivato il 30 gennaio, la data della notturna di Venezia, tradizionalmente la mia prima gara dell'anno, e una delle mie preferite in assoluto.

La mia gara è in realtà iniziata molto tempo prima: il 25 novembre (!) scrivo agli organizzatori per conoscere la data della gara, per mettermi un pallino sul calendario verso cui dirigere la pena degli allenamenti invernali, il primo dicembre ho ricevo risposta con la data del 30 gennaio, il 16 gennaio, preoccupato di non trovare ancora niente sul sito dell'Orienteering Galilei, scrivo di nuovo in cerca di conferme, il 22 gennaio finalmente mi iscrivo. Insomma, un vero tormento da malato mentale. Il 18 gennaio scrivo anche a Visioli, il mio Nemico del MOV 2009, per chiedere se ci sarebbe stato, e lui fa il vago: "Ti farò sapere... tramite la lista iscritti".

I giorni immediatamente precedenti la gara vado ogni 2 ore sul sito del Galilei a vedere se per caso hanno messo le griglie, mi riguardo lanterna per lanterna la gara dell'anno scorso studiando il tracciato e i dati degli split come fosse questione di vita o di morte, infine, il giorno prima, mi guardo le previsioni del tempo per il 30 sera, che annunciano tempo bigio, discreta possibilità di pioggia, temperatura sugli zero gradi, umidità dell'80% e temperatura percepita di -5°. Non il massimo, ma ricordo le docce del Cus Venezia come una dei piaceri più grandi provati sui vari "campi" orientistici.

Arriva finalmente il grande giorno. I prodigi di Trenitalia mi fanno scegliere tra spendere 23 euro partendo nel pomeriggio o spenderne 11 partendo alle 12.33. Scelgo l'economia, se non altro per il fastidio di non trovare sul loro sito la combinazione da 11 euro, come se non esistesse. Alle 12 sto per aprire per la 30esima volta il sito del Galilei in cerca delle griglie, ma mi dico che c'è un limite a tutto e, purtroppo, non lo faccio. Alle 12.20 sto ancora spostando musica sul lettore mp3. Alle 12.28 sono in stazione e vista la fila allo sportello biglietti mi fiondo sul distributore automatico dei biglietti regionali (quelli gialli di Trenitalia sono naturalmente rotti), che mi permette di fare il biglietto almeno fino a Verona. Quando il treno parte, sono già seduto da più di un minuto. Ho fatto di meglio.

Non è purtroppo ancora arrivata la mia nuova lampada frontale "Black Diamond ICON LED", acquistata dagli USA su e-bay, che dovrebbe garantirmi qualche probabilità in più di non sfracellarmi durante il paio di notturne annuali. Per fortuna per quella di Venezia è sufficiente il mio scarsissimo frontalino a 4 led, che durante il viaggio in treno riesco anche a convincere, togliendo un pezzo superfluo e riposizionando sapientemente il nastro isolante, a rimanere contemporaneamente chiuso e acceso.

Arrivo a Venezia alle 16.50 e nella mia testa per qualche strano motivo sono convinto di avere più di un'ora prima del ritrovo, e due prima della partenza. Dopo un po' che faccio il turista e mangio qualcosa, torno casualmente sul pensiero, e mi rendo conto che se la gara inizia alle 18 forse il mio conto non è proprio esatto. Sono le 17.20 e mi dirigo spedito alla sede del Cus Venezia.

Durante il tragitto penso a Visioli e Lerose, che mi hanno piallato nel 2009. Chissà se sono in forma. E chissà se io sono più in forma di un anno fa. In fondo avevo iniziato la preparazione atletica per il 2009 quando ero fisicamente del tutto alla frutta, mentre quest'anno sono partito da una condizione più che discreta. Quindi magari posso correre molto più dell'anno scorso. Come al MOV? Mah, certo la gara è molto più corta... Però magari salterà fuori qualche Elìte in gita. Ma se fossi davvero in forma forse potrei darle anche a qualche Elìte. O almeno dovrei credere di poterlo fare. Mah.

Nell'avvicinamento non vedo nessuna fettuccia, nonostante sul volantino ci fosse scritto "percorso fettucciato dalla stazione al punto di ritrovo". Però mi era sembrato che il volantino fosse un copia incolla di quello del 2009, quindi forse la frase l'anno lasciata per sbaglio e quest'anno hanno deciso che le fettucce non servono. Quando arrivo davanti alla sede del Cus Venezia, e non trovo nulla e nessuno, il mio cervello elabora istantaneamente la seguente teoria: "Ecco, sono un cretino, ho letto troppo velocemente il volantino, dando per scontato che il ritrovo fosse qui, e invece chissà dove è. Sono proprio un cretino". Mi metto a correre in direzione della stazione, sperando di trovare le famose fettucce ("ecco perchè non c'erano, perchè non venivano da questa, ma chissà dove andavano...") o in alternativa quel tizio che ho incrociato poco fa che mi pare essere uno di quelli del Galilei. "Certo che sono davvero un cretino, certo che è proprio un bel modo per iniziare l'anno, e Visioli sarà lì bello rilassato che fa il riscaldamento e io sono qui con il magone, ecc. ecc".

Arrivo in zona piazzale Roma e non vedo nessuna fettuccia, però trovo "il tizio", che si rivela essere Gianni Mazzeni, coach dell'Orienteering Galilei. E che mi stecchisce con La Verità: "Non hai letto sul sito che la gara è rimandata? Questa mattina a Venezia c'erano 5 cm di neve ed è prevista neve anche per questa sera." Ero riuscito ad aggirare tutte le prove evidenti che la gara non ci fosse, inventando al volo spiegazioni valide, ma davanti a questa dichiarazione non riesco a fare nulla. Un po' come quando in cartina corri per 5 minuti tralasciando tutti gli elementi evidenti che ti dimostrano che non sei dove pensi di essere, aggrappandoti a tutti i dettagli che invece sono compatibili con la tua convinzione, fino a quando ti trovi davanti un ettaro di prato non segnato in cartina, che ti costringe ad ammettere che ti sei perso.

Lo smacco è notevole, perchè aspettavo da mesi questa gara, perchè passeranno mesi prima che ce ne sia un'altra che valga la pena della trasferta, perchè mi sono fatto 4 ore di viaggio per venire fino a qui, e perchè ne devo fare altrettante per tornare a casa.

A salvarmi la giornata, sono le due ore di chiacchier-O che pratico sul regionale Venezia - Verona (che si ferma per 20' in mezzo alla brughiera veneta per farci superare non solo da due Freccia Bianca, ma anche da un altro regionale partito dopo di noi...), con Walter Peraro, colonna dell'orienteering sui Lessini, e memoria storica di trent'anni di orientering, anche lui incappato nel viaggio a vuoto. Calatomi nei panni del nipotino che ascolta il nonno a bocca aperta, mi lascio piacevolmente travolgere da una valanga di aneddoti, dal primo campione italiano di orienteering maestro di sci a Cortina battuto l'anno successivo per aver fatto il percorso al contrario, a una edizione della gara di Venezia in cui gli organizzatori avevano scoperto la sera prima che il blu dei canali aveva coperto tutti i ponti e avevano ripassato a mano tutti quelli più vicini al tracciato di tutte le cartine, al primo campionato italiano sui Lessini con carta stampata di nascosto in Scozia perchè in Italia vigeva il monopolio dell'IGM, alla fine dell'era Dalla Sega per opera di Zanetello, al passaggio dalla CISO alla FISO, alla differenza di consumo di ossigeno fra Niccolò Corradini e il resto degli orientisti, alla breve ma intensa stagione della pubblicazione Orienteering Mese, agli esordi speakeristici di Stefano Galletti, alla premiazione della 5 giorni della Val di Non del 1998 con Vladimir Pacl in carrozzina poco prima della sua morte, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

Certo, non è esattamente come correre una gara, però è stato piacevole.





26 gennaio 2010

I Love This Game


Era il testo degli spot sul basket NBA di qualche anno fa, o forse lo è ancora non lo so. Mi è venuto in mente domenica mentre scorrazzavo fra i boschi di Bedolpian, dove grazie ad uno dei tanti percorsi fissi posati dal comitato FISO Trentino, e all'idea di mia moglie di portare i bambini (me compreso) a fare un po' di allenamento nel bosco, ho potuto gustarmi 45 minuti di puro godimento fra i larici soprà Pinè.

Mi è venuto in mente perchè "amo questo gioco" è quello che ho pensato per l'ennesima volta dell'orienteering, ma anche perchè ho giocato per 20 anni a basket (pare che la conversione dal basket all'orienteering sia abbastanza frequente...) e anche domenica mi è capitato di pensare che se almeno tutte quelle ore buttate via a fare una cosa idiota come correre dietro un pallone in mutande, le avessi spese correndo in posti come questo (facendo una cosa altrettanto idiota come cercare prismi bianchi e arancio...), forse mi avrebbe fatto meglio.

In ogni caso, con la saggezza tipica dell'età master (?), ho deciso che se proprio non riesco a togliermi questa insana voglia di agonismo e di sfide, cerchiamo almeno di convogliarla in qualcosa che in nome di agonismo e sfide mi spinga a fare cose belle e salutari. E dato che correre nel bosco a Bedolpian in una fredda domenica di gennaio è certamente una di queste, ben venga questa passioncella tardiva per l'Orienteering.


Purtroppo l'inverno ha fatto cadere parecchie lanterne fisse posate l'estate scorsa, ma il tracciato era veramente bello, e il bosco incantevole, da tutti i punti di vista. Silenzio assoluto, terreno già pulito di suo, reso ancor più soffice da uno strato di neve alto quel tanto da ammorbidire la corsa ma senza sprofondare troppo, luce da tardo gennaio che fa già pensare a quando le giornate saranno più lunghe.


Anche il mio allenamento non è stato male. La cartina parlava di 4,2 km con cambi di direzione, e avendone io una versione spartana in bianco e nero, mi sono concentrato soprattutto sulle curve di livello, lasciando perdere il più possibile bussola e sentieri. Mi sono proprio divertito!

16 gennaio 2010

Sai di essere un orientista quando...

Costretto a letto da una fastidiosa otite (che mi ha anche interrotto la meticolosa preparazione invernale...) ho avuto parecchio tempo da perdere. Un po' di questo l'ho dedicato a tradurre in italiano quelle che mi piacevano di più fra le 270 cose che orientisti americani hanno postato sul sito Attack Point rispondendo alla discussione "Sai di essere un orientista quando...". Alcuni li trovo geniali, e più di tutti l'ultima foto...
Sai di essere un orientista quando...
  • fai vedere i tuoi graffi e i tuoi lividi con orgoglio
  • hai sempre almeno una cartina in bagno
  • orienti le cartine stradali delle città sempre a nord, anche se così tutti i nomi sono scritti rovesci
  • puoi recitare a memoria il tuo numero di Sport Ident anche se spesso hai difficoltà a ricordare il tuo numero di telefono
  • pensi che non ci sia niente di male a indossare indumenti fatti di più di 6 differenti colori
  • non puoi guidare attraverso un bosco senza dire “oooh, che bel bosco, sarebbe perfetto per una cartina”
  • quando qualcuno tenta di darti le indicazioni per arrivare a casa sua, tu le ignori e dici “dammi solo l'indirizzo, ho la cartina e so trovare il percorso”
  • non ti stupisci più essere riuscito a trovare una lanterna
  • tuo nipote di 5 anni ti ha disegnato una cartina come biglietto di compleanno
  • ti sembra normale guidare per 16 ore per correre per 90 minuti in uno strano posto
  • tuo figlio sa leggere i simboli IOF prima dei disegni del percorso alla corda
  • una previsione del tempo per il fine settimana con tempeste, vento e inondazioni ti fa pensare a quella volta che eri nel bosco...
  • i min/kms hanno sostituito i km/h come tua unità di misura della velocità
  • non pensi immediatamente ad una Caccia ai Clown quando vedi centinaia di persone vestite con colori sgargianti che corrono in giro per le colline sotto la pioggia
  • la tua fantasia erotica è che tua moglie indossi una bussola da pollice quando fate l'amore
  • tutte le tue magliette vengono da qualche evento orientistico
  • hai una lanterna a grandezza naturale come parte del tuo arredamento
  • i tuoi colleghi non ti chiedono più “Cosa ti è successo?” quando il lunedì torni al lavoro pieno di graffi, ferite e contusioni, perchè lo sanno già
  • sei molto bravo a vedere qualcosa di arancione nella tua visione periferica
  • decori il tuo albero di Natale con piccole lanterne
  • correre nel bosco sotto la pioggia non ti sembra più strano
  • nessuno può dire che marca di scarpe usi perchè sono coperte di nastro adesivo
  • i tuoi figli pensano che sia normale trovare i regali di Natale usando una mappa in OCAD di casa vostra
  • tutti i tuoi calzini sono ancora marroni nonostante li abbia lavati molte volte
  • la suoneria del tuo cellulare fa bip-bip-bip-bip-BIIIIIIP!
  • Non vedi l'ora di compiere gli anni per passare di categoria
  • ti sei perso andando a casa di qualcuno, loro ti prendono in giro perchè sei un orientista e tu protesti perchè non avevi la cartina
  • non ti stupisce vedere bambini di 7 anni da soli nel bosco per ore
  • invece di pensare quanti anni avrà una persona, pensi in quale categoria sia
  • il tuo collo reagisce alla velocità della luce quando intravedi qualcosa di arancione mentre corri, anche se sei in piasta dentro uno stadio
  • non ti dispiace correre in giro per i boschi indossando quello che sembra un pigiama