Il primo maggio è il giorno in cui mia moglie, tanti anni fa ma mica poi tantissimi, mi ha fatto correre la mia prima gara di orienteering, in coppia con lei negli esordienti, o forse allora si chiamavano open.
Da allora tutte le volte che ho partecipato alla gara che tradizionalmente il TOL organizza il 1 maggio, lo festeggio rigorosamente con una prestazione che mi ricordi i miei esordi e che permetta a mia moglie, se presente, di classificarsi meglio di me. Per questo motivo l'unica gara decente che ho corso il primo maggio l'ho corsa due anni fa, quando con lei correvo i campionati trentino-altoatesini a staffetta, e per portare lei sul podio in M35 avevo dovuto superarmi e staccare persino Dalla Santa.
Quest'anno Antonella correva in W40, a circa 3.000 giorni dall'ultimo suo allenamento, dopo aver dormito troppo poco la notte prima e in giornata fisicamente non propizia, mentre io correvo in una M35 senza Rigoni e Buselli, con Pin giù di allenamento, al top della condizione atletica e dopo una prima di parte di stagione ad ottimi livelli. Insomma, non era facile dimostrarle ancora una volta il mio amore.
Perché quando ci sono potenza, tecnica e classe, rischi di vincere anche se non vuoi, ma per amore si può fare di tutto. Io ad esempio dopo il lungo trasferimento dopo la svedese sono calato come un falco sul miglior punto di attacco della 1, poi ho puntato nella giusta direzione, e quando ero sicuro che in meno di 10'' ci sarei arrivato, ho smesso di salire e sono andato via in curva per perdere po' di minuti, con l'eccellente risultato di perderne più di 4, andandomi a sistemare al 14esimo posto.
Allora mi sono sentito un po' più tranquillo, e mi sono permesso di fare il miglior tempo alla 2, alla 3, alla 5 e alla 6, e il terzo alla 3, mangiando più di 1'20'' al vincitore di giornata. Ma a quel punto mi sono sentito in colpissima, così invece di andare alla 7 sotto la linea rossa, ho fatto un giro fra i laghi, grazie al quale ho lasciato andar via 30''. Poi però classe e potenza mi sono sfuggite di mano e ho fatto di nuovo il secondo tempo sulla 8, e ci ho messo un bel po' a frenare nella tratta successiva, aiutato, per fortuna, da una morfologia del terreno che assomigliava pochissimo a quella che vedevo in carta, e che mi ha supportato nell'andare fino al verde dopo prima di decidere che avevo perso abbastanza (3') e potevo tornare a quello giusto.
A quel punto il distacco dal primo era di 6' abbondanti, ma dal podio erano poco più di 4, e non ero per niente sicuro di riuscire a tenermi a freno fino alla fine. Così ho deciso di mettere la posizione di mia moglie al sicuro una volta per tutte. Arrivato speditissimo in zona punto, ho fatto finta che il sentiero bagnato, che doveva farmi da linea di arresto, fosse la paludina discendente dove stava il punto, poi non trovandocelo sono andato avanti che tanto mi avrebbe fermato il sentiero, poi quando il sentiero non arrivava mai ho fatto finta di non sapere più dov'ero, poi sono tornato verso il campo sportivo, ma da lì era troppo facile, e allora arrivato ad una lanterna che stava sulla curva del sentiero di prima ho fatto finta di essere arrivato all'incrocio dopo, e invece di attaccare il punto verso sud ovest, l'ho attaccato verso nord ovest. Poi ho fatto finta di rimanere perso ancora un po', e solo quando i minuti persi erano diventati poco meno di 13, mi sono concesso la 10.
A parte una piccola svista alla 11, che ho purtroppo raggiunto con un azimut magistrale da secondo miglior tempo, ed una al punto successivo, dove solo rimanendo fermo per un po' a pochi metri dal punto ho potuto scongiurare il miglior tempo, da lì in poi ho potuto smettere di impegnarmi a rallentare, perché finalmente tutto ha cominciato ad andare in automatico. Alla 14 ho tirato fuori dal cilindro una scelta di percorso che neanche un esordiente avrebbe potuto escogitare, ignorando un sentiero che arrivava alla lanterna in favore di una scampagnata lungo il baratro, alle 15 ho passeggiato sussurrando al torrente che sussurrava, alla 16 ho giocato a nascondino fra le rocce, alla 17 mi sono fermato a guardare i caprioli che passavano mentre salivo stancamente fra i massi, alla 18 sono stato quasi superato dal cane dell'ex Presidente Paris, alla 19 ho corso all'indietro, alla 20 mi sono impigliato nel verde e lo sprint l'ho corso con una gamba sola e un occhio chiuso.
Quando ho il coraggio di guardare le classifiche, il risultato supera le mie più rosee aspettative: 13esimo a 21' dal primo (il povero Pin fuori allenamento), 19' da Ingemar (che si riprendere dopo un inizio stagione stentato) e 18' da GPM (che è sempre lì sul podio su qualsiasi terreno e distanza). Una lacrimuccia mi scende lungo la guancia: anche quest'anno il mio Amore potrà battermi, e mai come quest'anno ho dovuto impegnarmi per farle questo tenero regalo. Speriamo solo che non faccia PM.
E invece, non solo non fa PM, ma vince pure. Quando io, questa volte con molte più lacrime che mi scendono dagli occhi, le spiego che mazzo mi sono fatto per non arrivare prima di lei, e che se mi avvertiva che aveva intenzione di vincere evitavo di fare la figura del deficiente arrivando 13esimo nella seconda prova di Coppa Italia, neanche un mese dopo aver vinto la prima, lei ha provato a scusarsi dicendo che è tutta colpa delle assenze delle sue avversarie, che non ha mica fatto apposta a vincere, che avrebbe potuto metterci 12' di meno e che mai e poi mai avrebbe pensato di arrivare prima.
Vabbeh, Amore, ma io il primo maggio alle gare del TOL non ci vengo più.
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