4 gennaio 2015

Una precisazione sugli WOC

Ho già scritto sull'argomento, ma dopo l'ultimo numero di Azimut ho pensato che sarebbe bello che fosse utile scrivere altre due parole.

Il presidente Gazzerro nell'editoriale scrive parlando dei mondiali "Un anno fantastico che ci ha brillantemente consacrato tra i migliori organizzatori bla bla bla".

Beh, semplicemente, non è vero.

Gli woc italiani hanno avuto una delle peggiori organizzazioni di sempre. Tutto quello che poteva essere fatto a livello organizzativo, per far fallire il mondiale, è stato fatto: sparpagliare le gare su 2 regioni 3 province e 4 comuni diversi, fare tutto con mesi quando non anni di ritardo su quando sarebbe stato da fare, disfare varie volte il lavoro fatto da chi malauguratamente lo aveva fatto per tempo, distribuire gli incarichi di "vertice" senza per lo più considerare se gli incaricati erano in grado di portarli a termine, non fare una chiara e definita divisione dei compiti,  demotivare i volontari durante i mondiali, ecc. ecc. ecc

Se si sono salvati, per molti versi anche brillantemente, è solo grazie ad una squadra che schierava alcuni fra i migliori improvvisatori di sempre, che si sono fatti un culo come un villaggio di capanne.

Magari qualcuno penserà che sono sottigliezze, che alla fine quello che conta è il risultato. Vero, pro passato. Ma se a qualcuno nelle alte sfere venisse in mente di voler organizzare altro in futuro, è meglio che tenga presente queste sottigliezze. Primo perché la fortuna aiuta gli audaci ma non i recidivi, secondo perché molti fra i migliori improvvisatori di sempre si sono proprio rotti le balle, e col cavolo che la prossima volta ci saranno di nuovo, a parare il culo agli "organizzatori" (che fra l'altro non hanno mai fatto il benché minimo cenno autocritica).

Cordialmente vostro
Il Venue Manager della Sprint Relay di Trento

10 commenti:

  1. Giusto Dario pensavo anche io a queste cose, e se è stato fatto così perchè avevamo un quarto o un terzo dei soldi che avevano l'anno prima in Finlandia, bastava non farlo, perchè non riesco ancora a vedere i vantaggi che ha portato...
    Saluti
    (analisi gps e supporto newsletter giornaliera letta da quattro gatti + tracciatore e posatore 5days)

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  2. Ciao Dario, una volta tanto sono in disaccordo su quanto scrivi. I motivi sono tanti. Cerco di illustrarne alcuni. Innanzitutto l'articolo dal quale prendi spunto (Azimut) è scritto con enfasi politica dal presidente della Federazione. Non credo che in un editoriale sulla rivista nazionale potesse scrivere qualche cosa di diverso. Se l'avesse scritta (qualcosa di diverso) allora ad incazzarmi sarei stato io, che della collaborazione federale ho visto assai poco negli anni che hanno preceduto l'evento. Altro argomento è la scelta di dove organizzare i Mondiali. Queste sono state le scelte e devono essere accettate. Naturalmente non sono state fatte avventatamente ed hanno una logica di fondo, di carattere sia tecnico che di marketing, e posso accettare non vengano capite da tutti, ma considerarle una disorganizzazione è sbagliato. Di sicuro si è trattato di una sfida in più per chi ha organizzato. Quelli che tu chiami i migliori improvvisatori di sempre, sono tra i migliori tecnici che abbiamo in Italia. Che sappiano improvvisare è una loro dote, ma ti garantisco che lo staff tecnico ha lavorato alacremente negli ultimi 2 ed anche 3 anni per la migliore riuscita della manifestazione. Naturalmente si è dovuto fare e disfare tante volte, perché un Mondiale non è una garetta e le richieste, nonché le aspettative, sono di tipo mondiale. Prova a pensare solo le problematiche inerenti la copertura televisiva, che oltre a coinvolgere le arene di gara condizionano la collocazione dei punti di controllo dei tracciati di gara. Per non parlare del loro costo e della regia che ci sta dietro. Naturalmente non tutto è andato sempre liscio, alcune cose sono state fatte e rifatte grazie a standard a cui non siamo abituati (è il primo Mondiale di CO assoluto organizzato in Italia e con format nuovi), sotto il controllo di advisor/mastini di tutto rispetto, che erano e sono al vertice tecnico della IOF. Alcune cose non sono andate bene, ma alla fine sono andate e non hanno condizionato il risultato generale della manifestazione. Non credo che i migliori improvvisatori si aspettassero di fare una passeggiata nel prendersi l'onere dei propri settori. Il culo se lo dovevano fare e se lo sono fatto prima e durante il Mondiale. Chi credeva di partecipare facendosi una vacanza di una settimana ha sbagliato i propri calcoli. Se poi reputi che per uscirne vivi ci sia voluta solo fortuna, te lo lascio credere volentieri, ma chi organizza gare di orienteering sa quale lavoro ci sta dietro. Posso capire che tu abbia vissuto con frustrazione il tuo ruolo organizzativo, del quale non posso dare giudizio in quanto ne avevo un altro che mi assorbiva completamente. Mi sembra comunque ingeneroso buttare in vacca tutto, senza pensare a ciò che gli altri hanno fatto. Infine l'autocritica: quando questa è costruttiva ha ragione di esserci. Gli errori palesi li abbiamo visti tutti, sottolineati con ironia anche sui blog, gli altri fanno parte della normale amministrazione di chi organizza eventi e vengono analizzati all'interno per evitare di compierli una seconda volta. Per un motivo o per l'altro, a questa organizzazione non hanno voluto partecipare coloro che di esperienze recenti ne avevano già fatte, e di importanti. Non so chi tra le alte sfere del 2014 avrà voglia di prendere parte ad una nuova sfida organizzativa di questo tipo, nessuno lo fa per professione. Il fatto è che non ci sarà una seconda volta a breve e saremo tutti un po' più vecchi per metterci l'entusiasmo e la tenacia per ricominciare il gioco. La prossima volta toccherà a giovani come te, che dovranno tenere presente che “migliori improvvisatori” e “organizzatori” fanno parte della stessa squadra e sono diversi forse nei ruoli, non certo nelle responsabilità.
    Augusto

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    1. ...vorrà dire che io e tutte le persone con cui ho parlato io, ci siamo sbagliati.
      E in effetti è stato sciocco da parte mia dare retta a persone che credevano di partecipare facendosi una vacanza di una settimana.

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  3. Perbacco, ero venuta a cercare il primo strafalcione dell'anno per segnalare un bel nuovo blog e trovo, invece, un appassionante confronto. Uh, che appassionante!
    Segue la mia indesiderata opinione.

    Io non leggo, nel termine "improvvisatori", una sfumatura denigratoria, anzi, poiché è implicito che, per improvvisare questo genere di cose, sia necessaria molta esperienza, mi sembra una definizione che riconosce alle persone cui si riferisce abilità specifiche spiccate e pressoché esclusive; né qui né altrove mi è capitato di leggere critiche all'impegno delle persone che hanno lavorato a questo mondiale.

    Io non c'ero e conosco i fatti per sentito dire, peraltro sicuramente in modo parziale, ma ciò che è giunto addirittura fino a me è che "qualcosa sia andato storto". Immagino che profondere tempo, impegno, energie e competenze in un progetto in cui poi "qualcosa va storto" porti a voler capire che cosa abbia determinato questo (anche parziale) insuccesso.
    Sempre lavorando di immaginazione, suppongo sia frustrante ricevere l'impressione di essere il solo, o uno dei pochi, a farsi queste domande, mentre intorno è tutto un profondersi di complimenti e pacche sulle spalle.


    Forse l'editoriale di Azimut non era il luogo migliore per fare dell'autocritica (ma in fondo, perché no? Lo leggono solo pochi motivatissimi tesserati, sarebbe rimasto "in famiglia" e avrebbe dato ad alcuni di quei motivatissimi, che si erano impegnati nell'organizzazione, l'impressione di maggior considerazione), ma allora - chiedo senza polemica, per sfrontata ignoranza di altri canali di informazione - c'è un luogo per farla?
    C'è stato o ci sarà un momento di spietata analisi dell'accaduto, in cui ci si sforzi di distinguere sinceramente le fatalità dagli inconvenienti che si potevano evitare, così da evitarli in futuro?

    Ribadendo che sono conscia d'esser l'unica che non doveva metterci il becco, mi è sembrato che a coloro che si sono impegnati affinché ne venisse comunque fuori il migliore dei mondiali possibili basti sapere che, alla fine, questa sia diventata un'esperienza (positiva o negativa resta una questione di punti di vista) di cui far tesoro e dalla quale partire per fare di meglio, e non che sia considerata il meglio che possiamo fare.



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  4. Chi dice che ti sei sbagliato? Errori ce ne sono stati, ma c'è stato anche tanto lavoro fatto bene. Mandare in malora tutto, come siamo capaci solo noi italiani, non risolve nulla e svilisce il lavoro che altri hanno fatto. Vorrei che la tua critica fosse indirizzata a ciò che ha riguardato il tuo compito preciso, così si potrebbe fare un'analisi di ciò che c'è da migliorare. E' dall'analisi dei fatti che si migliora, non dalle sparate più o meno informate che si traggono gli insegnamenti.
    Poi ognuno può pensarla come vuole.
    Augusto

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  5. Nel corso dell’annata sportiva 1992 una delle prove di WC (allora si disputava la World Cup) si disputò in Italia, ed esattamente al Passo del Brocòn. Leggendo i vostri commenti odierni, in particolare di Lorenza e di Dario, mi sembra di tornare indietro di 22 anni. Anche allora “qualcosa” non funzionò. Si scatenarono anche in quell’occasione accese critiche e difese a oltranza, negli stessi identici termini che riscontro oggi. Forse non è il caso di “mandare sempre tutto in vacca” come dice Augusto, però noi Italiani possediamo anche un’altra grande capacità: quella di avere la memoria corta e non fare mai tesoro delle esperienze, soprattutto quelle negative. E ogni volta la storia si ripete: abbiamo fatto del nostro meglio, dopotutto non ci sono stati grossi intoppi, abbiamo ricevuto i complimenti di molti, ci siamo fatti il mazzo … quindi tutto bene. Se andate a leggervi l’articolo apparso il 26 agosto 2014 sulla nostra pagine di fisoveneto, qualcuno addirittura afferma che l’evento WOC 2014 è risultato il miglior mondiale degli ultimi sedici anni! Come giustificare quindi le critiche e le ironie pubbliche di Dario e Lorenza di fronte a tali affermazioni? Un suggerimento vorrei a questo punto fornirvelo. Poi sta a voi se ritenerlo buono o meno. Nel ’92 (io a quell’epoca ero particolarmente interessato a queste cose, rivestendo i panni di Commissario Tecnico della Nazionale) all’indomani della gara di WC di Passo Brocòn mi procurai i numeri delle riviste specializzate di Orienteering allora in circolazione (CompassSport-GBR, Skogssport-SWE, Orientering med Kart og Kompass-NOR, Suunnistaja-FIN, ecc.). Mi feci tradurre ciò che fu scritto in strani idiomi sull’argomento da Signar Eriksson e Tuula Tuomi e giunsi a farmi un’idea più ragionata e obiettiva dall’opinione di persone certamente super partes piuttosto che dai diretti coinvolti. Sorvolo su quanto fu scritto in quell’occasione ma direi che sarebbe ora il caso di provare a fare la stessa cosa. CompassSport c’è ancora ed è scritta in Inglese, Skogssport è ovviamente in lingua Svedese ma val la pena di farsela tradurre, e sicuramente altre autorevoli testate specialistiche sono ora pubblicate. In pratica il mio messaggio è: invece che star lì a cantarcele, che tanto ognuno resterà della propria idea, vediamo cosa “gli altri” pensano di noi e, una buona volta, accettando gratitudine o lavate di capo, non facciamo finta di niente ancora una volta.

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    1. Quello di Stefano è sicuramente un buon argomento. Anche senza guardare le riviste in strani idiomi... http://www.fiso.it/notizia/wtoc-cambia-la-classifica
      Cosa si potrebbe pensare di una cosa come questa? E' già successa ad un mondiale? E' la prima volta? E se malauguratamente avesse coinvolto una medaglia? L'obiettivo delle critiche non credo sia quello di eliminare fisicamente le persone coinvolte (e coinvolte sia nelle cose negative, che magari fanno più notizia o folklore, che nelle tante positive che si danno per scontate ma on fanno notizia) ma proprio di "fissare" alcuni punti di miglioramento. Ad esempio nel caso sopra: cosa può essere andato storto? Ma soprattutto: come porre rimedio? Aggiungere un ulteriore step di controllo? Fare due classifiche separate e controllare la quadratura?

      Sempre senza andare a leggere il klingoniano antico: su Orienteering Today era comparsa una intervista nella quale uno dei mammasantissima del nord lamentava il fatto di non aver trovato in tutta Trento, mentre la attraversava per recarsi alla Sprint Relay, un solo annuncio della gara mondiale che si sarebbe disputata di lì a qualche ora. Vado a memoria ma ricordo che il commento fu del tipo "c'erano annunci e manifesti di ogni tipo ma non ne ho visto uno sui WOC". Era così? Non era così? (la risposta a questa domanda potrebbe essere solo una mia curiosità, o potrebbe riguardare l'aspetto budget sul quale Gian Pietro Mazzeni ha già detto più volte il punto di vista italiano). Però è una cosa che Orienteering Today ha messo per iscritto in una newsletter a diffusione planetaria; ovvio, non è il titolo in prima pagina, ma quanti leggono tutte le pagine e tutte le righe lo hanno letto. Questa cosa ci riguarda? Non ci riguarda perché è solo il punto di vista di una persona che potrebbe aver fatto una strada diversa da quella dove erano disseminati i cartelli? Qualcuno potrebbe ricordarsi di questa infelice battuta al momento di assegnare un altro evento all'Italia? Oppure, responsabilmente, vale la pena di pensare "non ti curar di loro (di questa frase su O.T.) ma guarda e passa"?

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    2. Ormai che ci sono cerco di rispondere anche alle richieste dei nostri due Stefano. Sempre a titolo personale. A memoria non mi ricordo di grandi polemiche in casa nostra nel 1992, ma fu evidente che le cose non andarono per il meglio. Piccole invidie e gelosie tra Comitati (rifiuto di collaborazione) furono il preludio al risultato. Vinse poi un austriaco semisconosciuto, che non fece mai più punti in Coppa del Mondo, quindi figuriamoci. Peccato che Stefano non abbia divulgato le notizie raccolte oltre cortina, che avrebbero potuto essere interessanti per tutti.
      Per incorrere in gare sciagurate, organizzate in Italia con valenza internazionale (WRE), non occorre scomodarsi fino al 1992. Nel 2012 e nel 2013 i Campionati Italiani long e staffetta sono stati funestati da errori di posa od addirittura di mancata posa di svariate lanterne. E nel 2014 una buona metà delle categorie, invece che correre una gara long, hanno corso una gara middle, intorno ai 35 minuti. Gli organizzatori di queste gare sono tra i migliori improvvisatori di sempre (ho imparato da Lorenza che non si tratta di aggettivazione denigratoria), che hanno collaborato in diversi ruoli ai WOC e WTOC italiani. Forse hanno imparato a non commettere nuovamente lo stesso errore, poiché bischerate di questo tipo ai WOC non se ne sono viste (per fortuna?). Qualche altra bischerata è invece stata fatta. Alcune sono già state citate in altri blog.
      Lascio per dopo il commento alla classifica del Pre-O, citata da Stefano the voice, e segnalo la squalifica di una atleta inglese per mancata punzonatura. Se ne è parlato pochissimo, probabilmente di più in Gran Bretagna, perché la poveretta è stata squalificata per non aver punzonato l'ultimo punto. Purtroppo l'elettronica ha giocato un brutto scherzo all'inglese? Un po' si ed un po' no.
      Le riprese televisive messe in campo dall'organizzazione del WOC riprendono l'atleta che punzona l'ultima lanterna contemporaneamente all'atleta svizzera che arriverà terza nella gara: si sarebbe classificata intorno alla 28^ posizione. Il reclamo inglese viene respinto dall'advisor, svedese, nonostante la testimonianza delle riprese video che sono state seguite da tutto il mondo orientistico.
      A gara finita abbiamo cercato di capire come fosse potuto accadere; lo Sport Ident era controllato da un tecnico della ditta che fabbrica il sistema, quindi impossibile il malfunzionamento. L'ipotesi più verosimile è quella dovuta alla posa del cavalletto che portava le due stazioni SI, messo in senso perpendicolare alla direzione di arrivo delle atlete, invece che in senso longitudinale. Questo fatto ha comportato che il 99% degli atleti punzonava la stazione più comoda, quella più a destra sul cavalletto. Il mancato affollamento di atleti all'ultimo punto, che non hanno mai punzonato contemporaneamente su due stazioni diverse, salvo nel caso in discussione, ha fatto andare la stazione di sinistra in spegnimento automatico, così la povera inglese ha trovato la stazione spenta, ma la contemporaneità del bip dell'altra stazione punzonata dalla svizzera l'ha tratta in inganno.
      Si tratta di una ipotesi, ma il regolamento non permette deroghe.
      Segue su altro articolo.
      Augusto

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  6. Per quanto riguarda la classifica del Pre-O, l'articolo apparso sul sito della FISO l'8 gennaio è lapidario, ed in quanto tale anche incompleto. Riprende un analogo articolo apparso sul sito della IOF il 27 ottobre scorso. I fatti sono questi: chi pratica Trail-O, disciplina giovane e frizzante, ricca di reclami a fine gara per i più svariati motivi, sa che non è ancora in uso un sistema elettronico che calcoli in automatico i punteggi delle classifiche. All'atleta svedese in questione vengono addebitati, in un calcolo manuale errato, due punti in più, che la portano al 6° posto nella classifica totale. Questa volta però non viene fatto reclamo a fine gara, l'atleta torna nel suo albergo e solo molto più tardi palesa il suo disappunto. La notizia dell'errato conteggio si diffonde durante la cena finale del Mondiale ed i responsabili del Trail-O si mettono subito in moto per verificare l'errore fatto. Ma l'advisor svedese del Trail-O ferma tutti e dichiara che il reclamo è arrivato abbondantemente fuori tempo massimo e congela la classifica così come pubblicata a fine gara, con l'errore. La Svezia non ci sta e presenta reclamo in appello al Consiglio della IOF, che lo accoglie e restituisce il 4° posto meritato. Anche in questo caso, come nel precedente, le decisioni sono state prese da regolamento, imposte dai tecnici IOF preposti. Il Comitato organizzatore si è trovato a non poter scegliere diversamente. Naturalmente c'è chi ha più santi in paradiso di altri, così nei due casi si è agito con misure diverse. Ma se la notizia passa come è stata fatta passare sul sito FISO, senza naturalmente chiedersi il perchè di un fatto così grave e chi la raccoglie si mantiene sulla stessa linea, allora la colpa è solo degli organizzatori, che all'errore avrebbero voluto porre rimedio immediatamente, ma non gli è stato permesso.
    Le sfumature sono sempre tante ed è difficile assegnare fatti e misfatti ad un unico soggetto. Augusto

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  7. Quella del 1992 fu un'autentica debacle del sistema organizzativo italiano, ve lo posso assicurare. Non sono sceso in particolari perchè non è il caso di disseppellire cadaveri, ma molti "vecchi" dell'Orienteering Italiano ricorderanno le ore di pulmann per portare gli atleti da Montebelluna (centro gare) e il Passo Brocon, le lacrime di molte atlete giunte all'arrivo provatissime da un terreno di gara che solo l'allora DT di gara Thomas Scholl apprezzò, la scarpinata finale sotto il diluvio per guadagnare la fermata del bus dalla zona arrivo, la cerimonia di premiazione che, a confronto, quella dei WOC 2014 è stata la migliore di sempre. E che dire di quegli organizzatori, dirigenti federali, scomparsi dall'Orienteering dopo tale figuraccia? La vittoria di Brantner in quell'occasione, atleta Austriaco semisconosciuto, fu la classica ciliegina sulla torta. Questa è Storia ragazzi, altro che balle o stampa di regime, oppure siete convinti anche voi che (come diceva mia suocero) "nostro signor l'è morto dal fredo"?

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