15 aprile 2015

I Coppa Italia - Sprint - Belluno


Oggi è la mia gara. Una sprint in centro storico, dopo mesi di astinenza invernale, per di più in una città in mezzo alle Dolomiti, dove arriva anche una gara di ultra trail, che, se l'anno prossimo avrò ancora abbondanza di salute e scarsità di buon senso, mi vedrà al via.

Il mio arrivo in città è talmente atteso da essere annunciato da una voce ben più autorevole di quella di Stegal:



L'attesa del via passa fra due chiacchiere con chi arriva, origliamenti di orientisti che parlano di gare passate come se fossero cose serie, lettura dei messaggi sui muri della città ("Fabiano sei un bastardo pezzo di merda, ma ti amo"), gite turistiche in scala mobile dalla città al parcheggio in basso, riscaldamento sulle scale immobili. E poi, più di un'ora dopo che The Speaker ha annunciato "è iniziata la Coppa Italia 2015" (e quanta nostalgia per quando lo faceva sul far della notte con centinaia di frontalini accesi e pronti a buttarsi nel bosco), è finalmente è ora di partire.


Gli attenti studi di tutto il visibile dalla zona arrivi hanno detto che la "k" (che chiamerò per tutta la vita "La Svedese", perché "Delayed Start" mi fa schifo) sta davanti ad un portico nella parte est della piazza, e che conviene arrivare lì, sapendo già dove andare poi. Così partenza con il freno a mano tirato e poi via fra le stradine dopo il porticato, con una scelta che potrebbe non essere la più corta, ma mi fa vedere la 12. 5° tempo, 4 secondi più lento di Ruggiero, ma va bene così.

Per la 2 penso di tornare verso nord e poi passare dal portico, ma le mie gambe decidono che è meglio andare ad est, e hanno ragione loro: miglior tempo con Lerose. La carta mi ricorda Monghidoro, la mia prima medaglia agli italiani sprint. Voglio che vada così anche oggi.

Per la 3 mi ributto sulla via centrale prima di aver pensato bene se è una buona idea. Lo sarebbe se poi piegassi a est verso la 10, in modo da arrivare in zona punto senza fare scale. La mia scelta è più lunga di quella tutta a ovest e meno scorrevole di quella migliore: 4'' più lento di Rigoni.

Per recuperare il tempo che so di aver perso alla 3 divoro le scale da lì alla 4, non pensando neanche alla possibilità di passare da sotto (più lunga ma meno dislivello): miglior tempo 1'' meglio di Dalla Santa. E sono primo, con 2'' su Lerose.

Qui, ahimè, prendo Neuhauser, che partiva 1' prima di me, e la tratta successiva è troppo corta per riassorbire l'emozione e rimettersi in carreggiata. Quando lui svolta nel cancelletto, lo guardo con sufficienza con l'angolo dell'occhio, e la conferma che ha sbagliata strada me la dà il fatto che torna su subito dopo. È solo quando sono quasi in fondo alla scala dopo, che mi accorgo che Ingemar è tornato subito indietro perché la lanterna era 1 metro sotto dove sono passato. Torno indietro ricoprendomi di tutti gli insulti ammessi dalla ISSOM: 35esimo tempo di tratta e precipitato al 12esimo posto a 50'' da Rigoni.

Alla fontana della 6 ci ho fatto la pausa pranzo andando in bici con l'Anto alla gara del Cansiglio dell'anno scorso, ma non è tempo di romantiche soste memoriali. Non escluderei che invece l'abbia fatta Carlo, dato che io faccio il miglior tempo in 55'' e lui il 23esimo in 1'21''.

Il sacro furore mi sorregge anche alla 7 (di nuovo miglior tempo, 2'' più veloce di Origgi) ma Ingemar è di nuovo in agguato alla 8. Con il senno di poi, credo che una parte del mio cervello abbia interpretato come una uscita dal punto, un suo movimento nella strada davanti a me, spingendomi a proseguire senza badare al fatto che il punto era a due metri da dove ero in quel momento: 35'' persi e 14esimo posto.

E quella sarebbe una zona in cui leggere con calma e andare pianino, mentre io mi butto su per la scalinata, bruciandomi la scelta migliore per avvicinarmi alla 9 (dal porticato a sud) e condannandomi ad uno scantinato che in condizioni normali non sarebbe niente di speciale, ma che in quel momento mi sembra il labirinto del Minotauro, e mi mangia altri 49'' scagliandomi al 18esimo posto a 1'44'' da Ruggiero.

Faccio finta di non saperlo e mi lancio verso le 4 lanterne successive come fossi appena partito, correndo come un forsennato, ma anche con un briciolo di sale in zucca. Non c'è molto da scegliere (e quel poco forse lo sbaglio, dato che per la 11 forse conveniva passare a est della 1), ma il furore agonistico è notevole e mi porta 4 secondi tempi di frazione, tutti una manciata di secondi dietro Carlo. Alla 13 sono decimo, il podio probabilmente è andato, ma una posizione dignitosa è ancora alla portata.

Un'altra cosa che succede alla 13 è che mi raggiunge Carlo, e l'imperativo è di non lasciarmi distrarre e continuare per la mia strada. Ci riesco così bene, che quando lui esce dal portico e va a sinistra, io vado a destra, straconvinto che la mia scelta sia molto migliore della sua, e sorvolando sul fatto che lui ha in bacheca qualche decina di titoli italiani più di me. In effetti arrivo alla lanterna un bel po' prima di lui, peccato che sia la 15. Di fare il rettilineo d'arrivo in contromano, sotto gli occhi di Stegal, non se ne parla proprio, e torno alla 14 cercando di mimetizzarmi fra gli alberi e gli atleti che si cambiano. Già che ci sono scelgo la strada più stupida anche per andare dal punto spettacolo alla 15, infrattandomi fra i tavolini sotto il portico, per un totale di 1'54'' persi.

Da lì alla fine ho giusto il tempo di perdere altri 22'' quando dalla 18 cerco di andare alla 16, prima di chiudere con un meritato 19esimo posto, peggiore risultato della mia vita in una gara non elite. Era proprio la mia gara.





15 commenti:

  1. Alla fine dei conti gareggiare vicino ad altri (Ingemar, Carlo ...) danneggia anche chi predilige le "sfide dirette"… Sono convinto che se fossi partito per primo, quindi lontano da chiunque, non avresti fatto tutti questi errori. Secondo me poi, per uno che fa della velocità un suo punto di forza, scelte più dirette dove la lettura sia meno impegnativa garantirebbero meno possibilità di errore. Due esempi: P-1 dopo il portico a sx, seconda a dx e poi una freccia fino alla fine del portico; 2-3 "a buso" lungo il vialone curvo fino alle scale. Una considerazione ora sui tracciati sprint. Noto che questo tipo di gare, o quantomeno questo tipo di tracciamento, fa in modo che la competizione si risolva in un area molto ristretta (nei punti dal 3 al 9 per intenderci) dove la velocità non è sicuramente elevata e le probabilità di errore si moltiplicano per vari motivi: lettura della carta più problematica, assembramenti vicino ai punti o in loro prossimità, incroci che spesso fanno confusione. A mio parere la sprint non dovrebbe proporre questo tipo di orientamento, o perlomeno non essere risolutiva in brevi macchiavellici tratti, dove recinzioni, scalinate e trabocchetti vari ne condizionano il risultato. Trovo inoltre indispensabile che almeno una parte di gara si sviluppi in un parco o in zona naturale. Secondo me.
    z

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    1. certo che se fossi partito da solo non avrei fatto tutti quegli errori, ma l'orienteering è anche raggiungere ed essere raggiunti, e gestire al meglio quelle situazioni. Ed è uno degli aspetti belli, secondo me.
      Non entro nelle tue considerazioni tecniche, se non nell'ultima: a me personalmente i parchi o le zone naturali nelle sprint non piacciono per niente e la gara di Belluno l'ho trovata bellissima. Unico neo alcuni vicoli ciechi con entrata e uscita obbligatira dalla stessa strada.

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    2. Opinioni personali a parte ho notato invece che le lunghezze indicate dal tracciatore sono chiaramente errate. La tua categoria indicava 2,6 km., ma chiaramente non è possibile che il vincitore impieghi più di 15' per una tale lunghezza. Secondo me la lunghezza era di almeno 3,6 km. con 60 m. di dislivello (anche questi non indicati). Tiratina d'orecchi a tracciatore, controllore e delegato tecnico ...
      z

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    3. secondo il mio gps era di 4,02, se togli i miei giri panoramici in piazza probabilmente siamo sulla distanza che hai ipotizzato

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    4. potremmo proporre alla IOF di inserire alla regola 16.3 (quella che stabilisce come si calcola la lunghezza del tracciato) "... plus any competitors' sightseeing tours" :-)

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  2. Peccato, davvero peccato. Immagino che per la delusione tu sia tornato a casa senza partecipare alla gara di domenica. Quindi non avremo nulla da leggere su Quantin, vero? Perché quella di Quantin avrebbe potuto essere la tua gara! Ma con Rigoni a 4 minuti... mah?!?

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    1. Proprio così. Non me la sono sentito di correre due "mie gare" in due giorni, dopo quello che era successo nella prima. Sono tornato a casa, mi sono alzato tardi la domenica, e mi sono guardato le partite in tv sul divano.
      Comunque sarei partito 6 minuti prima di Rigoni, non 4...

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    2. E che? Adesso uno deve sapere a memoria le griglie di partenza? Va bene lo stesso... attendiamo impazienti di sapere le tue sensazioni mentre guardavi le partite, dopo esserti alzato tardi!

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  3. Come ha fatto Rigoni a metterci 6 secondi per fare la 50 ???

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    1. Già ... secondo me infatti quello era un tratto da almeno 1'37" ...

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    2. è che si è reso conto che aveva fatto la scelta sbagliata, e allora ha corso come un matto, poverino

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    3. Per la precisione 90 m. in 6". Dopo la freccia di Barletta abbiamo il razzo del Primiero!

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  4. Buongiorno sig.Dario,
    sono una giovane folletta a cui piace da poco perdersi nei boschi e mi sono appassionata al suo entusiasmante blog.
    I suoi racconti carichi di pathos suscitano emozioni difficili da spiegare.
    Volevo però farle una domanda. Quando ha intenzione di pubblicare il report di domenica?
    Capisco i suoi impegni istituzionali e il suo gap da recuperare con duri allenamenti ma capisca anche i suoi fan che non possono aspettare così tanto...

    Grazie e continui così.

    Imprevedibile Folletta

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    1. Gentile Imprevedibile Folletta,
      nell'augurarmi che dietro le Sue soavi parole non si celi in realtà qualche losco/a figuro/a di mia conoscenza, Le comunico che ci sono buone probabilità che la Sua giovane attesa (e quella di altre migliaia di fans) giunga al termine nella serata di oggi.
      E nel caso Lei voglia palesare la Sua identità, mi riserverò di concederLe anche una foto con autografo o, perché no, una descrizione punti con dedica.

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