Se quando arrivi al campo di gara per i campionati italiani middle c'è il sole, ti vedi davanti un enorme pascolo ondulato, circondato da boschi di abete di un verde da cartolina ritoccata, tu hai già vinto una medaglia il giorno prima, e gli altoparlanti stanno sparando Capitan Harlock a tutto volume, probabilmente la migliore cosa che potresti fare sarebbe sederti sul prato, farti un bel pianto a dirotto su quanto è bella a volte la vita, e tornare a casa, perché basta così.
Io ho voluto strafare, e ho partecipato anche alla gara di domenica. Che, va detto, contrariamente a quella del sabato, era un superbo percorso da campionato italiano, su una superba carta, in un superbo posto, e tanto di cappello a tutti gli organizzatori per tutto (compresi i metri cubi di cioccolato al ristoro post gara).
Nonostante il risveglio all'alba da adolescente alla prima gara importante, quando arrivo in partenza sono concentrato, rilassato, riscaldato, allenato, sereno, contento, idratato, alimentato, warm-uppato e qualsiasi altra cosa si possa desiderare al momento della partenza in un campionato italiano. Mi imprimo nella retina la schiena di Carlo Rigoni, sognando di rivederla più avanti, ma rimuovo la sua esistenza dalla memoria, per non farmi condizionare. Quando andando alla 1 casco diritto sui due alberi "isolati" (concetto che i cartografi hanno interpretato qui e dovunque un po' a modo loro) sono talmente soddisfatto di me, che evito di cercare la buca da cui potrei attaccare facilmente il punto, e vago un po' in zona, tanto per non partire troppo bene. Poi però ingrano, e riesco persino a riconoscere le radure e piombare sulla 2 più veloce di Carlo (ma meno di GPM).
Per la 3 vado un po' a istinto ma funziona, e sbatto esattamente contro il rudere (che non avevo letto in carta...) a pochi metri dalla lanterna. La 4 richiede attenzione, ma tutto gira a meraviglia e dopo la zona sassosa riconosco la radura, mi abbasso e finisco nella canaletta giusta, 5'' più lento di GPM ma 13'' più veloce di Carlo. Potrebbe sembrare una grande giornata, quindi mi premuro di sputtanarla: per la 5 ci sarebbe una costa abbastanza accentuata come linea di conduzione e una canaletta come linea di arresto, o un tranquillo attacco dalla buca sul prato, invece vado su a caso, contando sul sentiero come eventuale arresto postumo (che invece è invisibile), e guardando in tutte le buche che incontro. I primi 3, che pure collezionano rispettivamente il 21esimo, 28esimo e 27esimo tempo di tratta, mi danno 2', e ciao che vedrò Carlo.
Rimuovo al volo l'accaduto e riparto per la 5. Non mi accorgo della canaletta che potrebbe arrestare una scelta quasi sotto la red-line, e vado prudente dal sentiero sopra. Carlo mi dà un altro minuto, ma non ne perdo a pascolare in zona punto, e va bene così. Meno bene, molto meno bene, il mio tentativo di azimut per la 7, che, certificato dal GPS, fa tenerezza o ribrezzo. Devo arrestarmi ad un circolo di rocce passato il sentiero, e ad un circolo di rocce mi arresto. Solo dopo averci frugato in lungo e in largo oriento la cartina e scopro che quelle sono più o meno a 90 gradi rispetto a quelle che dovevano fermarmi. Dato che non mi sono seduto a piangere quando potevo farlo di gioia, potrei farlo adesso di nervoso, visto che oltre ad aver evidentemente perso irrimediabilmente la gara, non so dove sono. Invece con un sussulto di orgoglio riesco a rilocalizzarmi e ad andare a sbattere velocemente sulle rocce giuste. Perdo 3'20'', un'eternità rispetto alla gara, ma neanche male visto l'accaduto.
Appena punzono la 7 salta fuor lupo dal bosco*, travestito da GPM. Io, benché ormai abbia proprio poco da perdere, di farmi anche umiliare da GPM non ne ho tanta voglia, e schizzo via con il principale obiettivo di non farmi superare. Non ho un piano tanto preciso su come trovare le successive lanterne, ma evidentemente è meglio così, perché per la 8 faccio il secondo miglior tempo e per la 9 il primo. Sbando giusto un pelo alla 10 e alla 12 (buca e sasso giusti li vedo più che altro perché qualcuno punzona quando passo non lontano...) e per il resto corro come un matto, contando anche su tratte non proprio irresistibili. Dalla 13 alla 14 faccio di tutto per staccare GPM (correndo addirittura veloce quanto rigoni), ma lui, anche se ansima come un mantice, non molla, e mi recupera addirittura 3'' approfittando di una indecisione in zona punto.
Poi, come tutti i primi della classe, saltello su tutti i sassi dalle parti della 16 invece di arrivarci velocemente facendo il giro, e porto GPM sulla via della perdizione facendo il giro del mondo per arrivare alla 17, prima di prendere 6+4 secondi da Carlo negli ultimi 200 metri.
È bello che alla fine lui voglia ricevere qualche consiglio tecnico da me, ma il titolo come al solito va a lui, seguito da GPM e da Stefano Gottardi, che approfitta egregiamente delle castronate di altri più accreditati pretendenti alle medaglie.
Beh, è stato bello, anche chiacchierare con Carlo a fine gara.
*non la conoscete? malissimo, dovete rimediare
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