1 novembre 2018

Caltena (Primiero) Coppa Italia Long

Come dice il Perfido Ruggiero, a volte lavoro, e ho un po' trascurato il mio blog, per la disperazione di quei 4 fancazzisti che non hanno di meglio da fare che venire su queste pagine invece di contribuire al PIL.

Però nel frattempo qualche gara l'ho fatta, e per non perdere la confidenza con le parole scritte (che quest'anno mi hanno fatto guadagnare parecchi pettorali gratuti :-) rieccomi a raccontarvele. Ma in breve, perché quei post riassuntivi à la Galettì di 27.000 caratteri, stroncano persino Zonori.

Penultima di Coppa Italia a Caltena, profondo Primiero, giornata clamorosa (una settimana prima dei disastri dei giorni scorsi), Pale che implorano di passare lì almeno il resto della propria vita, e ultima gara in bosco. Prima della partenza sono semplicemente Felice, e vada come vada.

Sarebbe una gara adatta a me, ma io in questo periodo non sono molto adatto a lei. Le gambe vanno ancora, nonostante sia da un po' che non mi alleno decentemente, ma è troppo tempo che non prendo seriamente in mano una cartina, e la ruggine si sente tutta. Nessun errore grave, ma tante imprecisioni e scelte non ottimali, che mi fanno lentamente ma inesorabilmente allontanare dai primi e chiudere con un modesto ottavo posto e soli tre tempi nei primi tre di tratta. A onor del vero, è anche una delle gare degli ultimi anni con il parterre più agguerrito, con Pagliari prima donna, due fratelli Cristellon passati a dare una ripassata ai pivelli, due fratelli Franco, esordienti assoluti in M35, più i "soliti" Neuhauser e Ausermiller, che quest'anno è andato davvero forte (e infatti ha vinto la Coppa Italia con una gara di anticipo).

Per amore di completezza (e a mia futura memoria) un cenno ai miei erroretti:
1 salito troppo presto sul dosso, dovevo arrivare in cima molto più tardi
3 probabilmente molto meglio scendere subito al prato e poi usare strade e sentieri
8 forse si poteva rimanere nell'avallamento e poi seguire il corso d'acqua
10 insensato scendere nella palude, meglio rimanere in curva e buttarsi giù poi
17 la scelta più stupida di tutte, dovevo attaccare il punto dalla curva della strada asfaltata
20 mille volte meglio andare subito alla strada lungo il prato

Il grosso dei minuti persi (almeno 5) in realtà li ho lasciati alla 13, e tuttora non so come avrei potuto non lasciarceli. Sono entrato nella zona con il mio solito timore reverenziale per le rocce, mi sono appoggiato al cocuzzolo a destra del sentiero, e sono andato via in curva fino ad un sassone che assomigliava tantissimo a quello che dovevo trovare. Solo che non era lui, e in carta non ne erano segnati altri. Ho vagato nella zona tornando sempre allo stesso punto, e non ho capito quale fosse il problema neanche quando ho finalmente trovato il sasso giusto. Mah.

Comunque, onore al vincitore, e alle Pale di San Martino.





3 commenti:

  1. Hai ragione: infatti Stieg Larsson non l'ho mai affrontato. Al massimo le 916 pagine di Villa Metaphora o le 767 di 22.11.63

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  2. Si, non è "uno dei soliti" di De Carlo. Se ti capita leggiti anche l'altro (meglio di Shining!)

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