11 novembre 2018

TOC Montalcino

Dopo le emozionanti emozioni del giorno prima a San Giovanni d'Asso, e le abbondanti libagioni del sabato sera ad Arcicolle, con pizza di castagne e caciucco, la domenica si corre a Montalcino, ultima gara nazionale dell'anno. Quella dopo la quale, se perdi, hai 4 ore di macchina e 4 mesi di inverno per roderti il fegato. Sarebbe quindi giustificabile da parte mia una certa preoccupazione, ma considerando che ho già "non vinto" il sabato, posso correre tranquillo, perché la statistica gioca adesso a mio favore (ma la statuetta triste è troppo carina per non farmici immortalare insieme).

La carta è decisamente più interessante di quella del giorno prima, la gara è più corta, ma con un dislivello di tutto rispetto (90 m), cosa che dovrebbe giocare a mio favore, in teoria.

Parto mooolto più rilassato del giorno prima, ma evidentemente troppo, perché mi addormento al secondo bivio del primo punto, chiedendomi se la casa che vedo davanti a me è proprio quella che dovrebbe essere davanti a me. La risposta è "sì" ma ci metto vari secondi a darmela, tanto che il Perfido Ruggiero alla 1 ha già 7'' di vantaggio, il che, considerando che c'era solo da correre in discesa, non è esattamente una buona partenza. 

Mi fiondo alla 2 per l'unica strada plausibile facendo lo stesso tempo di Mario, e poi ala 3 da sotto. Mentre ci vado non sono convintissimo sia la scelta migliore (per via del muraglione in zona punto, che non avevo visto), ma Esso cincischia non so dove e si fa superare. Poi cincischia un po' anche andando alla 4 (che entrambi facciamo con il giro lungo da sotto, e forse era la scelta migliore) e gli ulteriori 7'' che si becca gli sono fatali.

Da lì alla fine non riuscirà più a superarmi (virtualmente, si intende, dato che mica siamo partiti insieme) nonostante mi batta in 6 tratte contro le sole 2 in cui lo batto io. I distacchi più grossi me li dà alla 8 (7'' in 30'' di lanterna, boh...) e alla 13 (6'' nella salitona finale, dove lui sostiene che sugli scalini si vada più veloci che sulla strada, e magari ha anche ragione), mentre io riesco a dargli 5'' sulla 10 (dove lui non torna indietro alla stradina prima e allunga), a fare lo stesso tempo sulla 5 pur con scelte completamente diverse (da sopra io, da sotto lui) e ad andare un solo secondo più lento nell'ultimo forsennato trasferimento alla 11, dove lascio sul sentiero tutti i polmoni che mi pare non mi serviranno molto durante l'inverno (e dove, a guardarla adesso seduto alla scrivania, forse era meglio abbandonare il sentiero alla curva a gomito, e arrivare al punto dal vicolo sotto la linea rossa).

In ogni caso il cronometro alla fine dice che io ci ho messo ben 3'' meno di lui (hi, hi hi...), e che quindi i rosichii invernali si fermeranno in Lombardia invece di salire fino al Trentino. 

Un pelo di rosichio spetta poi anche a me, quando arriva un altro Martner (forse fratello di quello che mi ha battuto sabato? a Stegal l'ardua sentenza) e mi frega di nuovo il primo posto, ma il fatto che mi dia 39'' battendomi in TUTTE le lanterne dalla 4 in poi, mi fa rassegnare piuttosto in fretta all'idea che non sarei riuscito a batterlo in nessun modo.

3 commenti:

  1. Un giorno racconterò ai posteri di quella sera in cui mi hai donato una fetta di formaggio Piave in cambio dell'ennesima sconfitta nell'ultima partita di campionato...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. un giorno racconterò ai posteri di quel pomeriggio in cui ti ho regalato una fetta di formaggio Piave perché poverino tu non ne avevi vinto neanche una crosta...

      Elimina
  2. Un giorno racconterò che in 4 ore di macchina non si arruvava neanche a Prato Calenzano...

    RispondiElimina

non lasciate commenti anonimi, suvvia...