28 gennaio 2021

VeNiente

Questo doveva essere il fine settimana di VeNotte, o al massimo quello subito prima. E invece VeNiente, sigh. Era ormai una classicissima, spacciata per gara provinciale, ma di fatto evento imperdibile per centinaia di orientisti che sbavavano alla sola idea di poter correre per le calli e i sottoporteghi con una cartina in mano, di notte, e con lo spartano clima di fine gennaio (sigh, sigh e strasigh). Considerando che dal 2005 ho sempre corso almeno una gara all'anno a Venezia, e che questo blog è nato proprio per raccontare  una gara a Venezia, (quando è stata scattata questa foto in cui ero tanto giovane, e in cui stavo miseramente fingendo, dato che ero più che alla frutta) sono sportivamente in lutto.

Per tirarmi su un pelo il morale provo a pensare al futuro, o almeno ad un futuro ipotetico. E' infatti abbastanza straniante guardare il calendario delle gare nazionali di orienteering, senza sapere se mai si correranno. Vero che al momento pare che le gare di interesse nazionale siano salve, e che quindi le Coppe Italia e i campionati italiani si svolgeranno, ma vai tu a sapere...

Novità di quest'anno (no, non è né il ritorno della notturna, né della qualifica agli italiani middle, purtroppo, entrambi scomparsi tristemente anni fa senza che nessuno si sia preso la briga di spiegare perché...) la separazione fra la Coppa Italia in bosco, e quella "urban", o come diavolo si chiamano le sprint in città.

Che si tratti di due sport diversi io l'ho sempre sostenuto (infatti uno mi viene molto meglio dell'altro...) e quindi probabilmente è giusto così. Poi, quelli e quelle veramente forti, vinceranno tranquillamente entrambe le coppe Italia, ma magari ci scapperà pure qualche novità.

Il calendario dice:

20-21 marzo, coppa Italia sprint, Lonigo e Montecchio (VI)

10-11 aprile, coppa Italia sprint e middle, Schio e Velo d’Astico (VI)

24-25 aprile, coppa Italia sprint e long, Serina e Dossena (BG)

8-9 maggio, Campionato Italiano middle e staffetta, Cansiglio (TV)

22-23 maggio, coppa Italia middle e long, Bellamonte (TN)

29-30 maggio, Campionato Italiano long e staffetta Dolomiti, Collepietra (BZ)

4-5 settembre, Campionato Italiano e coppa Italia sprint, Feltre e Belluno (BL)

18-19 settembre, coppa Italia sprint e long, Gaggio Montano e Corno alle Scale (BO)

3 ottobre, Campionato VE e TN middle, Cortina d’Ampezzo (BL)

16 ottobre, coppa Italia middle, Grottaglie (TA)

Avvalendomi della facoltà di non dire nulla rispetto all'idea di fare la finale di coppa Italia a Taranto (quest'anno, senza neanche la "scusa" di attaccarci le vacanze estive, sono proprio curioso di vedere quanti partecipanti ci saranno, dopo lo strepitoso successo di Cosenza 2019, con un totale di 27 partecipanti uomini sommando ME+M35+M40+M45, e 15 partecipanti donne sommando WE+W35+W40+W45) non vedo l'ora di correre in qualsiasi posto, ma in particolare di tornare a Belluno, in Cansiglio, a Bellamonte e a Collepietra.

Ci sarebbero anche alcune multi-days 

28 giugno-2 luglio, 5 gg. d’Italia, Fai-Andalo-Molveno (TN) 

8-10 luglio, 3 gg. Dolomiti, S.Martino dC (TN) 

29-31 ottobre, Toscana Orienteering Classic, Firenze (Fi)

delle quali la prima magari chissà, e la terza sarebbe imperdibile, stando agli standard IKP, ma mi fa strano che quest'anno non c'entri per nulla con la Coppa Italia.

Io prima dell'esordio di coppa Italia punterei a "correre" in una strana manifestazione sempre più apprezzata dagli orientisti italici, di cui però non dirò nulla per scaramanzia, che chissà di che colore saremo a fine febbraio.

4 commenti:

  1. Parte prima.
    Bello il tuo calendario. Ricco di gare neanche troppo scomode (so che ci tieni a non sobbarcarti lunghe trasferte). Ma temo che sarà sempre più problematico praticare l’Orienteering in Italia. Dopo l’introduzione dei protocolli anticovid per lo svolgimento dell’Orienteering è di questi giorni la notizia che per le visite agonistiche ora gli atleti saranno classificati in fascia A1, A2, A3 o B a seconda se abbiano contratto il covid più o meno gravemente (guarendone), o se non abbiano effettuato nessun accertamento medico in quanto sani o quantomeno con nessun sintomo di malattia. E a ciascuna categoria viene raccomandato ai medici che rilasciano il certificato d’idoneità di approfondire con cura gli esami introducendo anche ecocardio, doppler e holter, con conseguenti esborsi in denaro da parte dei tesserati e con, immagino, meno facilità da parte dei medici stessi a rilasciare le idoneità alla pratica dell’Orienteering. Ma non solo. Chi ora si sottopone a visita d’idoneità dovrà poi sottoscrivere una dichiarazione con la quale si impegna a comunicare a medici generali, medici specialisti e alla propria società sportiva se, successivamente alla visita, insorgono sintomi riferibili al covid. In pratica se ci viene un raffreddore ci viene richiesto di comunicarlo a tutti questi enti, per gli opportuni provvedimenti. E non è finita. Sono andato a prenotarmi la visita per l’idoneità agonistica e il medico cardiologo che di solito mi rilascia il certificato mi ha detto che non visiterà più i maggiori di 65 anni, a meno che non dimostrino di avere un fisico “perfetto” (ha detto proprio così). Ammesso che ci sia qualcuno oltre i 65 anni avente il fisico di Usain Bolt, quale sarà il prossimo provvedimento? Ci saranno gare riservate ai vaccinati e gare per chi ha già contratto il virus? O forse ci faranno indossare una fascetta o un pettorale colorato (rosso per chi sta aspettando di essere infettato, arancione per chi è stato vaccinato e giallo per chi è guarito dal virus)? Verranno organizzati i campionati NG (non contagiati) per atleti di classe B e campionati CG (contagiati e guariti) per atleti A1, A2 e A3?

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  2. Parte seconda.
    Fuori dai nostri confini nazionali non è obbligatoria nessuna visita e mi pare che solo in Francia ci sia un sistema simile al nostro. Fuori dai nostri confini nazionali ognuno è libero di fare una visita medica solo se gli aggrada e se vuole controllare il proprio stato di salute, così com’è libero di farsi una colonscopia, un esame del sangue, delle feci, del PSA, un’igiene dentale. In Italia ci viene IMPOSTO cosa fare per la nostra salute al fine di poter praticare uno sport, anche a livello super dilettantistico. In questo periodo difficile, dove lo sport sarebbe invece l’unica cosa logica da consigliare a tutti, le restrizioni imposte ci rendono oltremodo la vita difficile, come se già non lo fosse. E’ da ottobre che non si può giocare a tennis (prima giocavo almeno 4 volte la settimana) poiché è stabilito che per i non campioni come me non è consentito giocare sotto un pallone pressostatico, per pericolo di contagio. Due persone in 670 mq. a distanza di 25 m. una dall’altra con una rete che li divide in mezzo! Quindi niente tennis, niente palestra, niente piscina, niente calcetto o sport di squadra simili … ma, siamo proprio sicuri che le imposizioni mirino alla salvaguardia della nostra salute?
    Per quanto mi riguarda ho fatto una richiesta ufficiale alla nostra Federazione, e cioè di togliere la norma ai 65enni e oltre che vieta loro la partecipazione agli allenamenti organizzati (solitamente non proprio affollati) consentendo invece loro di gareggiare in eventi nazionali affollati senza alcuna preparazione specifica. Oltretutto in questo modo si introduce una discriminante che non è da poco. Io che a esempio ho da poco compiuto 65 anni (si dai, lo so che sono anziano) non posso partecipare agli allenamenti, chi li compie a ottobre di quest’anno invece può farlo, pur gareggiando nella mia stessa categoria.
    Non mi faccio troppe illusioni che la mia richiesta venga accolta, considerato che l’attenzione ora è tutta rivolta agli atleti Elite, alle imprese di Stefania Corradini nello sci di fondo, ai record di scalata del Monte Sinai di Riccardo Scalet (bravissimi entrambi, caspita!), alle bionde ex campionesse nordiche e ad altre amenità delle quali al 90% degli orientisti poco importa. L’ultimo numero di Azimut ne è la prova più evidente.
    Un’ultima considerazione: penalizzare e discriminare in questo modo i supermaster (che tra l’altro rappresentano la maggioranza mondiale degli orientisti in attività) non può che danneggiare il nostro movimento. Se i supermaster abbandonano l’Orienteering per il nostro sport in Italia è finita. Spero che in Federazione riflettano e soprattutto che esaminino con attenzione le statistiche di tesseramento degli ultimi anni. 2013: 16.378 tesserati, 2019: 8.385 tesserati, 2020: 4.980 tesserati (- 41% in un anno!!!).
    Speriamo di vederci a Lonigo, perché immagino che a Lipica non verrai; ti devo ancora un trancio di pizza che Venla (14 anni a maggio) ti ha destramente soffiato dalle mani 
    zonori

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  3. Una soluzione potrebbe essere quella di iscriversi ad una societa’ straniera. Qua il prezzo base annuale e’ di CZK 300 (dodici euro). R.S.

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    1. Ciao Roberto. La soluzione che proponi è già stata adottata da alcuni orientisti italiani, anzi forse più di alcuni, tesserati in Austria, Slovenia, Svizzera, Svezia. Personalmente sono tesserato da 20 anni con una società finlandese e da 6 anche con una società bavarese. Sono d'accordo che risolverebbe i problemi dei singoli ma di sicuro non risolverebbe i problemi della Federazione. Alla fuga dei cervelli dall'Italia si aggiungerebbe la fuga dei praticanti lo sport ...

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