Monte Livata è un posto molto bello, ma davvero molto molto molto lontano da Trento e più in generale dalle terre della maggior parte degli orientisti. Probabilmente per questo motivo i partecipanti a questo campionato italiano middle sono quasi la metà di quelli dell'anno scorso, ma i nordici assenti hanno avuto torto: la temperatura e la nebbia al campo di gara non faceva affatto rimpiangere le steppe nordiche o la val padana.
Come ormai tradizione per le gare nazionali, il tempo è pessimo: piove, fa freddo e c'è un nebbione che va e viene, e i già non numerosissimi partecipanti sono tutti rintanati nelle auto, nei camper, nei pullmini, o nel bar, dove però la temperatura e il tasso di umidità non sono molto diversi dall'esterno. Fuori praticamente non si vede nessuno e al clima da depressione contribuiscono alla grande i rifiuti da post stagione invernale e le "strutture alberghiere" da post conclitto bellico. Di bellissimo si sanno esserci il bosco e la cartina, ma onestamente non è che venga molta voglia di buttarcisi.
In M35 hanno deciso di fare una batteria unica, 21 partenti e 13 qualificati per la finale. Considerando anche che Cipriani è a casa per una "foratura alla coscia" rimediata in mtb-o, la qualifica dovrebbe essere piuttosto agevole. La mia idea è quella di prendere confidenza con la carta e non tirare troppo. Ma neanche troppo poco, per capire la distanza dagli altri.
Quando lascio il pulmino fa proprio freddo e inizio a correre un po' troppo veloce per riscaldare bene le gambe. Ma nonostante questo, complice anche la cartina di warm-up con cui cerco di capire come sarà la carta, arrivo in partenza all'ultimo minuto, con il risultato che quando prendo in mano la cartina la concentrazione è scarsissima, anche se non me ne accorgo subito.
Parto deciso per la prima lanterna, ma a 3/4 della tratta mi perdo inspiegabilmente, e ci metto 2' per ritrovarmi: un pessimo inizio, non c'è che dire. Faccio a tutta la 2 ma già alla 3 mi addormento di nuovo, dimenicandomi che devo superare una canaletta prima di arrivare in zona punto, e iniziando a ravanare molto prima. E sta volta i minuti persi sono oltre 4 e inizio ad avere davvero paura di non qualificarmi. Riesco inaspettatamente a mantenere un certo sangue freddo e infilo una bella sequenza dalla 4 alla 7: il bosco è molto scorrevole, vedo bene le forme del terreno e si riesce a leggere bene anche correndo. Per la 8 mi complico la vita seguendo l'alta tensione invece che la strada asfaltata e per la 9 arranco un po' in salita (le gambe sono piuttosto legnose), ma faccio discretamente anche la 10, la 11 e la 12.
Per la 13 scelgo di farmi guidare dai prati, ma uscendo dal secondo sbaglio direzione e cado in quello sbagliato. Inizio a vagare per il bosco, sempre più preoccupato mano a mano che i minuti passano. Non riesco a capire dove sono, e arrivo molto vicino a chiedere informazioni ad un passante, prima di dirmi che non è accettabile andare in finale chiedendo aiuto. Così cerco di tornare nell'ultimo posto dove sapevo dove ero, e capisco finalmente dove dovevo andare. Stavolta i minuti persi sono oltre 5 e precipitandomi alla 14 inizio a pensare seriamente che forse correrò la finale B.
Mi lancio lungo la linea di massima pendenza (o quasi, perchè sbaglio un po' l'uscita dal punto) per la 15, e per strada raggiungo Dario Stefani, che partiva 3' prima di me. Credo sia un buon segno, ma penso solo a correre.
Dopo la 100 ci esibiamo in uno sprint parallelo, affiancati e in perfetto sincrono, e mi viene in mente la vignetta di Asterix alle Olimpiadi con i soldati romani. Però in realtà credo che l'effetto da fuori sia parecchio diverso, considerando che io sono un lungagnone e lui un brevilineo. Peccato non ci fosse un fotografo ad immortalare l'attimo. O meglio, come scopro in seguito grazie a Cosim-o, il fotografo c'è, ma immortala solo l'attimo prima dell'inizio dell'indimenticabile sprint Dario + Dario.
Mi precipito a vedere i tempi degli altri, e scopro di essere in finale A per 4 minuti. Vabbeh, obiettivo raggiunto, per quanto in modo abbastanza vergognoso, ma non ho risparmiato quasi nulla per la finale.
Mi conforta il fatto che senza i miei 10' di errori sarei arrivato a ridosso di Pin, secondo dopo Rigoni. Ma so benissimo che le bacheche virtuali di ogni orientista sono piene di titoli "che avrei vinto di sicuro se non avessi fatto quell'errore".
Il fatto che anche Rusky abbia rilevato la stessa cosa, non cambia il fatto che sia una cavolata, ma mi dà un po' di morale.
Mi lancio lungo la linea di massima pendenza (o quasi, perchè sbaglio un po' l'uscita dal punto) per la 15, e per strada raggiungo Dario Stefani, che partiva 3' prima di me. Credo sia un buon segno, ma penso solo a correre.
Dopo la 100 ci esibiamo in uno sprint parallelo, affiancati e in perfetto sincrono, e mi viene in mente la vignetta di Asterix alle Olimpiadi con i soldati romani. Però in realtà credo che l'effetto da fuori sia parecchio diverso, considerando che io sono un lungagnone e lui un brevilineo. Peccato non ci fosse un fotografo ad immortalare l'attimo. O meglio, come scopro in seguito grazie a Cosim-o, il fotografo c'è, ma immortala solo l'attimo prima dell'inizio dell'indimenticabile sprint Dario + Dario.
Mi precipito a vedere i tempi degli altri, e scopro di essere in finale A per 4 minuti. Vabbeh, obiettivo raggiunto, per quanto in modo abbastanza vergognoso, ma non ho risparmiato quasi nulla per la finale.
Mi conforta il fatto che senza i miei 10' di errori sarei arrivato a ridosso di Pin, secondo dopo Rigoni. Ma so benissimo che le bacheche virtuali di ogni orientista sono piene di titoli "che avrei vinto di sicuro se non avessi fatto quell'errore".
Il fatto che anche Rusky abbia rilevato la stessa cosa, non cambia il fatto che sia una cavolata, ma mi dà un po' di morale.
Capisco che normalmente l'LPTF si faccia dalla 100 al finish. Ma a Monte Livata la 100 non c'era. Era sostituita dalla 200!
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