10 maggio 2011

Campionati trentini middle - postview

Un collega oriblogger a cui la gara è andata piuttosto bene, un tempo appassionato narratore ma ormai afasico, forse per colpa di facebook, ha commentato la gara di domenica con uno stringato "semplicemente orienteering!".

Potrei sbrigarmela così anch'io, dato che anche seminare 17 (diciassette) minuti di errori in una gara di poco più di mezzora in fondo è "semplicemente orienteering", ma forse è stata proprio la mancanza del catartico rito di auto fustigazione dei miei errori della gara scorsa a spingermi ad un sontuoso bis, così con il capo cosparso di cenere e le ginocchia sui ceci mi accingo ad analizzare lo scempio, offrendo l'operazione in sacrificio ai nordici dei dell'orienteering.

Il campionato trentino middle si svolge in un fazzoletto di cartina e il tracciato eccede di pochissimo le dimensioni del palmo della mia mano. Ciononostante c'è di che lasciarci minuti, reputazione e parecchia autostima. Quando prendo in mano la carta al minuto -2, mi invito ad ignorare tutti i neri e concentrarmi solo sulle forme del terreno. Non sarà affatto sufficiente, ma almeno questo riesco a farlo. Il secondo autoconsiglio sarebbe quello di partire piano e preparare nel dettaglio ogni tratta, con indicazioni precise e punti d'attacco chiari. Ma non arriva a destinazione.

Il punto 1 è facile, in curva dalla svedese fino al sentiero. Quando una lanterna mi occhieggia da una radura quasi in zona punto, odo (udisco?) una vocina flebile provenire da una zona imprecisata fra il cervelletto e l'ipotalamo, che mi vorrebbe far notare che non c'è nessun sentiero in vista. Ma la voce è appunto flebile e faccio finta di non sentire. Non posso però far finta di non vedere che il codice della lanterna non è il mio. Non manca molto e la trovo subito, ma non è un buon inizio. Una decina i secondi persi.

Per la 2 si scende in picchiata fino al sentiero (ma come, è segnato che quasi non si vede, cosa è sto stradone? problema, questa volta non mio, che si ripeterà per tutta la carta) e poi si piega a destra fino al nasone con radura. Ma dietro un sasso c'è un telo ultrasexi, bianco e arancione. Sta volta la vocina è decisamente più forte, e dice "guarda che non è la tua", ma anche sta volta fin che non vedo non credo. Mi insulto un po' e raggiungo rapidamente la mia roccia. Una ventina i secondi persi.

Giù in costa fino al sentiero, ecco il bivio a sinistra, ecco la sella, ecco la collina con le rocce. Ma la lanterna non c'è. Ah, già, sono a quella prima, vado ancora un po' avanti. Ecco la collina con le rocce. Ma la lanterna non c'è. Mah, forse sono ancora un po' indietro. Ecc. Ecc. Ecc. Alla fine sono 7 abbondanti i minuti che lascio sulla collinetta, gavando per lo più senza un senso e arrivando alla fine alla lanterna per puro caso, con un ventesimo tempo su 22 arrivati che si commenta da solo.

Il morale è bassino, la gara è andata a puttane, ma cerchiamo almeno di fare del buon orienteering da qui in avanti. La 4 è vicina, mi butto nel vallone e proseguo sicuro, ma vengo bloccato da una W50 o giù di lì che vuole assolutamente sapere dove siamo. Le rispondo non molto garbatamente, e vado a punzonare.

Per la 5 leggere bene le forme è fondamentale, attraverso in salita un manto di muschio che mi fa pensare come al solito a Stegal e mi infilo dietro l'altura più alta. Sono su un sentiero, coincide con la carta, bene. Però qui mi annebbio e non capisco più dove sono, e mi metto a cercare su un paio di cocuzzoli invitanti che non c'entrano nulla. Altri 2', olè. E in più mi passa davanti Segatta, che partiva talmente tanti minuti dopo di me che non so neanche quanti.

Non c'è tempo da perdere, via per il sentiero basso che mi porta quasi alla 6. Già, quasi, e mentre io scavalco un tronco e risalgo 2 curve Andrea se ne va. Meno male che poi si ferma a leggere.

Partiamo verso la 17 in versione trenino, e non si capisce bene chi guida. Chiunque sia, è un cretino, dato che arriviamo ad una lanterna che non è la nostra. Anzi no, è la nostra, ma è la 17. Almeno capiamo dove siamo, ma salendo lui va nettamente più veloce di me. Così scompare anche la mia ultima illusione che "almeno le gambe vanno bene". Altri 2', abbondanti.

Dopo aver punzonato schizzo via verso la 8. Elaborata la scelta di percorso che si rivela solo 1' più lenta della più elementare "dritto sotto la linea rossa fino a sbattere contro il recinto del campo da calcio.

Per la 9 si risale, ritrovo Andrea che medita ad un incrocio dei sentieri, ma quando finisce di meditare trotterella decisamente più rapido di me. Ma è una delle poche lanterne che faccio decentemente, solo 10 i secondi da Corradini, il migliore di tratta.

Anche per la 10 la linea rossa converrebbe parecchio, ma non è male neanche il mio percorso leggermente più largo che punta alla fine deciso alla ima della altura più alta. 15'' peggio di Corradini, ma la salita è il suo pane e il Cip me ne dà solo 4 (peccato me ne abbia già dati in totale 15 x 60).

Scappo verso la 11 per cercare almeno di staccare Segatta, salgo un pelo di troppo sul secondo colle, ma non vado male, e uguale per la 12, che sarebbe elementare se non fosse che perdo vari secondi a cercare in carta un acquedotto che proprio non è segnato (e ormai lo so che è una crocetta azzurra e non un rettangolo nero!).

Sto correndo in uno stato di leggero annebbiamento dovuto al fatto che sto andando più veloce di quello che la mia tecnica mi permetterebbe, e lo pago alla 13, quando dal tornante manco il primo buco fra le rocce e salgo dal secondo, trascorrendo poi piacevoli minuti (oltre 5) su un altopiano dove incontro vari altri orientisti a passeggio. Stavolta il mio è il 21° tempo di frazione. I miei margini di peggioramento sono ormai davvero ridottissimi.

Anche Andrea ha deciso di fermarsi un po' lassù ad ossigenarsi, a verso la 14 siamo di nuovo insieme. Lo supero buttandomi in un cespuglio e con la coda dell'occhio vedo la lanterna prima di lui, e di Hueller che nel frattempo ha raggiunto tutti e due (partendo qualche secolo dopo).

La 15 e la 16 le faccio "a istinto" con una lettura decisamente sprint della carta, che si rivela più efficace di quella che ho adottato fino a lì. La 17 so già dov'è per averla visitata prima, per la 18 basta scendere. Riesco ad arrivare al traguardo 40'' prima di Andrea e 1' e rotti prima di Fabio. Considerando che mi hanno dato 7' e mezzo il primo e quasi 13' il secondo, son soddisfazioni.

La legge dei grandi numeri dice che le probabilità di fare una gara di merda dopo due gare di merda consecutive, è esattamente uguale a quella che si aveva prima di farle.

Ma la legge dei grandi numeri dice anche che la probabilità di fare una ottima gara dopo due gare di merda consecutive, è esattamente uguale a quella che si aveva prima di farle.

Purchè nel frattempo riesca a convincermi che non è vero che sono COSI' scarso.

3 commenti:

  1. Pensar meno a Stegal e pensar di più a Carlo
    Ti toglierà qualche brutto tarlo

    In fondo sei stato anche tu accabì
    Quelli che vagan dicendo “E’ qui! E’ qui!”

    E sei in fondo una occasione hai sprecato
    Pensa sempre a quanto hai lavorato

    La gara giusta è ancor da venire
    E quella si che ti darà da gioire!


    Il Poeta Stegal

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  2. Indubbiamente non eri nella tua migliore giornata, si vedeva proprio, ma pensa che tu quando azzecchi la gara puoi anche lottare per qualcosa di importante... e non è poco.
    Forza e coraggio per Asiago!!!

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  3. Faccia Libro è un gran brutto perditempo! Ma ci sono periodi per facebook, periodi per i blog e periodi per fare orienteering! Domenica è un momento per fare orienteering e per cercare di farlo al massimo! Ricordando che Audaces fortuna adiuvat direi di osare il massimo, visto anche che la probabilità non conta! In bocca al lupo per Asiago a tutto il movimento Master, ma anche ai Senjor e ai Junior! Ed in particolar modo ai miei blogger preferiti!

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