12 maggio 2013

Campionato Trentino Long - Hinterbech

Avevo lasciato Hinterbech due anni fa molto molto depresso, dopo una finale nel campionato italiano middle in cui avevo perso ancora prima di partire, arrivando in partenza assiderato per aver rifiutato la termica che Segatta mi voleva prestare, e spendendo quasi tutte le mie energie fisiche e mentali per fuggire alla morte bianca. Pioveva ed era freddo assai. Depresso anche perché la carta era proprio bella.

Così non potevo mancare al campionato Trentino-Veneto long organizzato lì dall'Erebus (completo anche di D.l.C. che dopo essere riapparso al gazebo della partenza magari ricomparirà anche in gara). Anche perché alle 7.30 partendo da Trento sembrava una giornata spettacolare, con un cielo azzurro come non se ne vedeva da tempo. Poi lì per non smentirsi abbiamo finito anche stavolta nel fango e sotto l'acqua, ma almeno sta volta la gara era finita (almeno per il 90% dei partenti o forse più).



In M35 c'erano un sacco di bei nomi: Pin, Cipriani, Corradini, Neuhauser, Gobber, Hueller, Frizzera, Candotti, tanto per citarne alcuni. Grassi&Grassi correvano in MA, dato che non avevano titoli provinciali da conquistare, ma era più che sufficiente per farne venire fuori una gran bella gara, vista anche la cartina. Cartina che a me incuteva un certo timore reverenziale, che pensavo di affrontare con un avvio molto prudente, perché a Hinterbech o entri in carta o non ne vieni più fuori.


Per riuscirci questa volta mi sono fatto aiutare dalla tecnologia, in particolare dal GPS, che in gara sarebbe proibito, ma tanto lo usano tutti e poi io mica lo guardo in gara. E poi se lo uso come oggi i miei avversari dovrebbero regalarmene anche qualche altro. È che per me è un giocattolo ancora piuttosto nuovo e non ci ho ancora preso bene le misure. Un paio di volte l'ho dimenticato a casa, un paio di altre ho dimenticato di metterlo in carica, una non l'ho davvero acceso quando pensavo di averlo fatto, un'altra mi sono ricordato che lo avevo solo alla 3 e l'ho acceso lì. Ma oggi ho fatto di meglio. L'ho messo in carica, l'ho portato dietro e mi ricordo di accenderlo. Solo che quando sto per farlo a -20'' dal via mi accorgo che ha perso i satelliti (che per i non avvezzi vuol dire che non sa dov'è e quindi non serve a un tubo). Provo a farglieli ritrovare (basta schiacciare un pulsante, non bisogna spiegargli niente) ma lui ci mette un po' e quando parto non c'è ancora riuscito. Così mi avvio cercando di leggere la carta, guardarmi intorno e vedere se il gps ha preso i satelliti per poi far partire il cronometro. Considerando che già le prime due cose insieme non è che mi vengano sempre benissimo, con tre procedo quasi a passo d'uomo. Ecco, sono partito prudente.
Naturalmente oltre ad andare piano non ho neanche chiarissimo dove sto andando, ma miracolosamente l'azimut che tento di impostare mi porta davvero dalle parti della lanterna, che trovo non mi ricordo neanche più bene come (mi ricordo che ho passato il sentiero e il nasone, poi forse ho visto qualcuno che punzonava, boh). Il coso ancora non trova i cosi e io continuo a dedicargli una parte significativa della mia attenzione. Troppa per riuscire ad andare alla 2, che non è banalissima.  Arrivo in quello che mi sembra un giallino con sentierino e provo a comportarmi di conseguenza, ma non deve essere lui. Qui lui inizia a vedere loro e poco dopo io vedo una lanterna. Non ho la più pallida idea di dove mi trovo, ma già che ci sono le do un occhio. Toh, è la mia. Cerco di resettare il cervello e di ripartire ma mentre resetto un Pavionese mi molla una ramata in faccia, arrivando a pronunciare mezza "o" di "occhio!" prima che il ramo mi arrivi effettivamente in un occhio. Magari è un modo per resettare. Punto a salire un po' (salgo) e a costeggiare il pianoro bordato dalla curva maestra (lo costeggio), poi vedrò un avallamento evidente (lo vedo). C'è anche un quadratino verde che non potrò non vedere. Ma non lo vedo, chissà cosa sarebbe dovuto essere (Secondo il risorto GPS ci sono passato in mezzo mentre mi guardavo intorno per trovarlo, ma non è che la traccia corrisponda al 100%, quando si mettono insieme dati e cartina bisogna lavorarci parecchio facendo combaciare almeno le lanterne punzonate). Comunque, arrivo al sentiero e da lì scavalco la dorsale finendo proprio sul fossato  che termina poco sopra la lanterna. O almeno penso di essere lì. In realtà sono sul fosso 100 metri più a sud e ci metto un po' a scoprirlo. Per la precisione fino a quando il Pavionese che mi ha ramato me lo fa notare. 

Vabbeh, vale anche così. Giù fino al sentierone e poi fuori fino al nasone, mentre Andrea Gobber partito 4' prima di me corre poco più a sud e poi viene sulla mia scia. È 10 metri dietro di me, chissà perché mi volto a guardarlo e proprio in quel momento lui fa una cosa strana: punzona. Toh, era la mia, stavo andando lungo.  Vabbeh, vale anche così. Riparto di slancio fino a incrociare il primo sentiero e poi a prendere il secondo. Quando arrivo alla fine e rimango un po' interdetto per un sentierino che sale da sinistra e che non mi risulta, c'è di nuovo lì A.G. che punta sicuro una buca. E chi sono io per non fidarmi di un ex campione? Anche perchè a quel punto siamo un bel gruppo: A.G., Arduini, Eddy, Frizzera e il sottoscritto, tutti insieme appassionatamente uno dietro l'altro.

L'azimut per la 5 è scadente ma è Friz a sterzare provvidenzialmente. Usciamo dal punto a raggiera, io vado più o meno nella direzione in cui va Friz, che è una direzione del cavolo. Però poi mi permette di attaccare il punto dal prato e quindi non va neanche così male. La 8 finalmente la faccio tutta da solo. O meglio, c'è anche Andrea che mi ha raggiunto alla 7, ma stavolta guido io. Non difficilissimo dato che c'è una canaletta che ci accompagna a ovest e una fossa di preavviso 60 metri prima del punto. Sul sentiero e poi sulla traccia andando alla 9 c'è di nuovo anche Eddy, ma loro ad un certo punto svoltano a sinistra e io proseguo per attaccare dal pianetto semiaperto. Non è una brutta idea, ma quando riconosco il sentiero e il sasso attacco troppo entusiasta e salgo troppo. Per punzonare devo scendere e perdere un po' di secondi. Andrea è sparito, Eddy mi viene dietro. Mi aspetto che il sentierino in zona 10 passi per una specie di avallamento, ma non lo fa, e non mi avvedo della canaletta che arriverebbe esattamente alla lanterna. Proseguo sul sentiero (mentre Eddy si stacca a sinistra) molto perplesso perché mi pare più lungo del previsto e sperando solo di trovare qualcosa con cui ricollocarmi. La prima cosa utile è una buca in un giallino a fianco del sentiero, che dice che sono dove pensavo di essere. Meglio così.

Dopo l'auto cambio carta (basta girarla) Eddy parte deciso verso sud. Io lo guardo perplesso, ma non vorrei peccare di superbia. Dopo un'altra occhiata alla carta però mi convinco che io devo proprio andare a nord e ci vado. La 11 sarà anche una delle poche lanterne non elementari che faccio davvero bene. Strada, dossetto, fossa e vedo laggiù la lanterna. Avrei giurato di aver fatto la fossa a destra della cima del dosso, ma il gps sembrerebbe dire che ho fatto quella da sinistra. Però forse ho solo sistemato male la traccia. Per la 12 si potrebbe buttarsi subito sulla strada a sinistra, correre un sacco, e andare su dal sentiero. Ma non me ne accorgo e vado a sinistra, dove sono andati quasi tutti. Vado su alla strada, poi penso di abbandonarla ma ci ripenso perché non sono sicurissimo di essere dove penso (c'è uno steccato a destra del sentiero e in carta non ce n'è traccia). Quando capisco che sono dove penso ormai rimango lì e risalgo dopo. Dalle parti della 19 c'era un comodissimo sentiero che mi portava in quota, ma non l'ho visto. Corri corri corri, canaletta, sasso. Rallento a cercarlo un po' prima, peccato. Per la 13 corro in giù senza un piano preciso, quando avvisto un prato avvisto anche una lanterna, che però non è la mia a lo capisco senza andar fin lì (complimenti!) capendo anche dove sono e dove devo andare. Mentre salgo lei mi appare, gentilmente. Per la 14 la prendo un po' larga e dal prato farei un ottimo azimut, ma mi faccio distrarre da una cosa che sembra una terrazza con buca, fuori dal mio azimut, e perdo un po' di secondi. Peccato.

Per la 15 esco sulla seconda strada proprio dove c'è il bivio e punto deciso nel bosco aggirando il verde 2 che si intuisce e raggiungendo il semiaperto dove vedo prima un po' di persone e poi la lanterna (che bippa impazzita, neanche fosse la 45 o la 64). Da lì azimut quasi perfetto verso lo stesso posto dove avevo la seconda lanterna alla finale middle 2011 e avevo perso un paio di minuti, poi altro azimut verso la 17, con breve indecisione nel mezzo. La 18 è nella zona più ostica, quella dove ho brillantemente trovato la 11 ma con cui non è il caso di scherzare. Decido di attaccarla prudentemente dall'avallamento a nord ovest ed è una buona idea, anche se mooolto lenta. Poi torno dalla stessa per andare alla 19 che è solo da salire e una volta scollinato basta buttarsi alla 100 e poi all'arrivo.

Chiudo al terzo posto, 1'30'' dietro a Cipriani e 32'' dietro a Corradini. Che vuol dire che nessuno ha fatto una gara pulita e non ho fatto molto più casino dei miei diretti avversari.

Brutte notizie invece per quanto riguarda la preparazione agli italiani sprint. Pare che le mie gambe non siano più affatto magiche. Gli split prontamente pubblicati dall'Erebus dicono che dalla 100 alla fine Cipriani ha impiegato 16'', Corradini 15'', Pin 18'', Neuhauser 16'' e io 11 ore, 24 minuti e 0 secondi. Non credo di riuscire a colmare questo gap in meno di un mese, ma grazie a tutti gli Erebus per avermene fatto prendere consapevolezza.




1 commento:

  1. Per me rimane sempre una delle più belle cartine dell'universo mondo!

    Stegal

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