Normalmente ogni anno ricomincio la stagione orientistica con prestazioni abominevoli costellate dei più diversi errori, che mi dimostrano che la lontananza invernale dalla cartina ha lasciato il segno, ma mi servono anche un po' da promemoria per le gare successive. Quest'anno, complice anche forse il richiamino hard di Lipica, le prime gare dell'anno sono andate via con una serie di prestazioni più che discrete, non sempre eccellenti a livello di risultati, ma tecnicamente incoraggianti.
Siccome però in vista dei prossimi importanti appuntamenti (campionato trentino long, due coppe Italia, campionati italiani sprint) è bene fare un ripasso generale di tutti gli argomenti del programma, ho approfittato della tradizionale gara altoatesina del primo maggio (quest'anno a Nova Ponente) per ricordarmi tutte in una volta quasi tutte le cose che un orientista non dovrebbe fare e quasi tutte quelle che invece dovrebbe.
Potendo scegliere, non avrei scelto questa data e questa carta, dato che mia moglie sostiene che è stato proprio un primo maggio a Nova Ponente che mi ha portato la prima volta a fare orienteering e mi ha conquistato attraversando di slancio una palude. Il sito FISO questo non lo ricorda, mentre ricorda che è stato proprio qui che nel 2004, mentre GPM vinceva in MA davanti a Cristellon C e Bezzi M e Corradini vinceva in M35 davanti a Beltramba, Pedrotti vinceva la sua prima gara in MC.
Comunque, a parte gli aspetti romantici, in realtà questa era un'ottima gara per il ripasso, perchè la cartina era ostica e varia al punto giusto e ho quindi potuto sbizzarrirmi.
DA NON FARE
Gambe lesse - dopo più di un mese dalla Ultrabercus e dall'ultimo allenamento serio in salita, due giorni prima della gara mi sono fatto un lungo di due ore e mezzo con 1000 metri di salita. L'ovvio risultato è che durante il riscaldamento avevo le gambe di legno e tali suppergiù sono rimaste per gran parte della gara.
Apparato respiratorio in crisi - non so se è stata più l'acqua o più la mancata medaglia, ma da Parma sono tornato con una roba simile ad una bronchite + raffreddore, che ho curato come al solito correndoci sopra. Così domenica in gara correvo con un polmone e mezzzo.
Fame - partire alle 10.24 e fare colazione alle 7 è una pessima idea. A parte che erano di legno, dopo metà gara le gambe erano anche senza benzina.
Partenza deconcentrata - se non parto come fossi alla finale dei mondiali, è scientifico che mi perdo. A NP ho fatto quello rilassato e ho perso 3 minuti alla prima lanterna. Dopo aver discutibilmente deciso di partire con la scelta più corta e difficile per entrare subito in carta (?), mi sono ritrovato su quella più lunga e più facile e sono riuscito a sbagliare anche quella.
Mancanza di punto di attacco - come alla 2, dove arrivato in cima al dosso sono andato ai sassi sbagliati, senza una minima idea di cosa potesse aiutarmi a capire cosa stavo facendo (e c'erano due rocce messe apposta).
Azimut sbagliato - dalla 5 alla 6 non ci vuole una laurea, ma dopo il secondo torrente vedo un altro master che sale (neanche della mia categoria...) e riesco a pensare che nonostante abbia le gambe di legno e mezzo polmone in ferie non posso mica non correre in salita più di lui. Decido arbitrariamente di andare in una direzione senza guardare la bussola e in cima riconosco agevolmente il bordo di vegetazione che mi porterà alla 6. Lui però non riconosce me. Scopro di essere 200 metri più a ovest e quasi fuori carta.
PM - In uscita dalla 6 decido che sto uscendo dalla 7 e mi comporto di conseguenza, con un occhio a Dalla Santa che partiva 6 minuti prima di me e che nel frattempo mi ha raggiunto, e uno alla carta. Quando arrivo al vallone con rocce prima della strada effettivamente mi sembra di aver corso per molto di più di quel tratto da 150 metri che c'è da lì alla 7, ma non mi sembra il caso di cercare di capire come mai.
Navigazione a svista - andando alla 12, dopo il ristoro decido di usare come riferimento i tre dossi a fagiolo per poi attaccare dalla terrazza (lo so, era molto più comodo usare il sentiero, ma in gara non me ne sono accorto, c'erano anche Pezzè e Detassis che mi prendevano per il culo per distrarmi, riuscendoci). Io punto al primo dosso che mi capita, a 90 gradi rispetto a dove dovrei andare. Anche qui un'occhiata alla bussola avrebbe giovato.
Over climbing - non è proprio un termine tecnico, ma potrebbe diventarlo. Per la 20 salgo in cima al dosso davanti alla lanterna invece di aggirarlo comodamente da sinistra.
PE - non so ancora che ho fatto PM e alla 22 faccio anche PE, punzonando una lanterna che aveva la sola colpa di essersi messa nella direzione della mia. Di controllare il codice non ci penso neanche, è Eddy che mi invita a fare attenzione a cosa sto facendo.
Riposizionamento rapido - per quanto stupidi siano stati i vari errori che ho commesso, ogni volta ci ho messo molto poco a capire cosa ho fatto e a tornare sulla retta via.
Non demoralizzarsi - alla terza o quarta volta che Dennis mi riprendeva avrei anche potuto essere un tantino depresso, invece ho cercato tutte le volte di andargli via di nuovo. Alla fine dalla 17 all'arrivo sono riuscito a dargli quasi due minuti
Fare buone scelte lunghe - chiudendo un occhio sul particolare che dalla 7 non ci sono passato, la mia scelta di percorso per la 8 è stata molto buona.
Navigazione per macro forme - per la 11 punto al primo dosso e poi al passaggio fra le rocce, e da lì in curva arrivo rapido alla lanterna con il miglior tempo di tratta.
Scelta punto d'attacco - per la 14 punto alla radurina e da lì vedo quella con la lanterna.
Corsa in compagnia - chiudendo un altro occhio sul fatto che alla 22 ne punzono una che non c'entra, dalla 18 in poi corro insieme a Eddy senza farmi deconcentrare. Insomma, quasi.
Ecco, fine del ripasso. Adesso possiamo andare avanti.
Peccato però, perchè su questa cartina ci si poteva proprio divertire un sacco.
(Photo credits: Thomas)
(Photo credits: Thomas)
Domande del neofita:
RispondiEliminatratta lunga: qualcuno ha girato dall'altra parte? Tipo: discesa sulla strada, passaggio in zona 21, risalita fino alla strada e sentieri a prendere da sotto?
come era l'orrida palude 15-16?
Stegal
non so se qualcuno lo ha fatto, io ci ho pensato solo a casa guardando la carta. Era sicuramente molto più corta, la palude non conveniva attraversarla, ma a fianco si correva bene. Non credo si risparmiasse un granchè però, la corsa in discesa dalla zona della 20 non era scorrevolissima
EliminaSulla tratta lunga anch'io sono passato dalla parte del Dario, anche se a salire alla 8 ho sfruttato il sentierino sulla sinistra, invece di salire per il verde 2. La tratta 15-16 ho fatto il giro largo, finendo erroneamente di striscio all'interno della paludina. E' in assoluto il posto più ameno e bello che avessi mai visto. Rimpiango ancora adesso di non esserci passato. Un paesaggio in perfetto stile svedese!
EliminaLa piacevolezza dei tuoi scritti è inversamente proporzionale alla qualità delle tue prestazioni (chissà come sei contento si saperlo).
RispondiEliminaSe ti regalo un anello di ferro, lo porti in gara?