18 maggio 2016

Campionato Italiano Middle - Lago di Calaita


P.S. (pre-scriptum) chi si aspetta di trovare qui il seguito delle gesta di don Pedrotte, rimarrà deluso. Si torna ad una segosa descrizione di una gara di orienteering. Sorry...

È tradizione che quando corro bene una gara il sabato, la domenica corro da schifo. Considerando anche che la middle è sicuramente la disciplina in cui più spesso mi capita di fare gare impresentabili, che mi sarebbe piaciuto molto tornare alla medaglia agli italiani middle dopo il doloroso ex aequo con Cipriani del 2012, e che Saturno era in allineamento con Plutone, a Calaita c'erano buone probabilità che finisse in disastro. E sarebbe stato un gran peccato, perché il posto non era malissimo, per uno malato di Dolomiti come me (per i non addetti ai lavori, quello che si specchia nel lago di Calaita è il Cimon della Pala, la cima più leggendaria del gruppo delle Pale di San Martino, uno dei gruppi dolomitici più leggendari).

C'erano buone probabilità che finisse in disastro, dicevo. Ed in effetti così comincia.

La carta è brutalizzata da sti cazzo di urogalli, che probabilmente a questo punto si estingueranno sul serio per la caccia di frodo degli orientisti esasperati. Pare che il Parco avesse dato l'autorizzazione per la gara e tutti i percorsi, ma poi, dopo la querelle in val di Non, abbia cambiato idea, costringendo gli organizzatori a questo po' po' di decoupage.

In segno di solidarietà con il tracciatore decido di decouparmi un po' anch'io, accendendo il cervello un po' più tardi del gps. Arrivo alla roccia vicina al sentiero, e potrei comodamente salire da lì, dato che la forma del terreno dove si trova la 1 la riconoscerebbe anche un M14. Ma io invece decido di proseguire fino ai due alberi/puntini verdi, che mi aspetto come due sequoie svettanti verso l'infinito. Ora, avessi avviato il cervello per bene, dalla roccia se c'erano due sequoie avrei dovuto vederle. In ogni caso, la canaletta come riferimento era molto più comoda dei due alberi. E ancora più in ogni caso, visto che di stimare le distanze proprio non sono capace, dalla roccia potevo voltarmi indietro e vedere quanto era distante il ponte per capire quanto dovevo ancora andare avanti. Ma niente di tutto questo. Così, non vedendo traccia di alberi particolarmente pronunciati, proseguo imbelle fino a che vedo 20 metri più avanti il cartello che indica il sentiero verso sinistra, scoprendo solo allora di essere orribilmente troppo avanti.

Arrivo alla 1 che sono 21° (ventunesimo, sic!) con 1'20'' dal primo, in una middle da mezzora. Fortuna che nel bosco non ci sono i maxischermi con gli intertempi e che io come al solito sottostimo l'errore, altrimenti mi sarei gettato nel regno degli urogalli per farmi abbattere da un guardiacaccia.

Nel salire alla 2 le gambe non paiono essere in giornata particolarmente brillante, ma sono molto preciso fino alla 5, dove vedo una lanterna vicino ad un sasso, 10 metri sotto di me, e la guardo sprezzante pensando "non faccio mica come gli esordienti che vanno a guardare i codici di tutte le lanterne che incontrano". Peccato fosse la mia

Poi ricomincio a fare orienteering, nonostante Rigoni mi raggiunga prima della 6. Ottima idea quella di non provare neanche a stargli dietro, ma non c'era bisogno di fare la scelta peggiore per andare alla 8: allungo la strada e devo comunque scendere nel torrente, un genio. Comunque evidentemente lo faccio abbastanza velocemente, perché scalo altre posizioni e entro nei primi 10.

Dopo il trasferimento alla 9, mi permetto 3 migliori tempi su 4 dalla 11 alla 13, intervallati giusto da un'altra scelta idiota alla 12, dove allungo all'inverosimile girando intorno al costone. La 14 la becco di culo, perché volevo appoggiarmi al sentiero ma non lo vedo, e alla 15 mi faccio portare a spasso cedendo alla tentazione di seguire quello che mi sembra GPM, ma è solo un suo compagno di squadra.

A portarmi ai piedi del podio, a soli 9'' nientemeno che dal Perfido Ruggério (che ha cambiato idea solo all'ultimo secondo rispetto al suo proposito di saltare la 15, dovendo tornare parecchio in su) è la magistrale conduzione della tratta 15-16. Lì per lì mi pare di andare a caso, e mi viene anche il dubbio che fosse meglio andare alla strada per evitare il dislivello, ma evidentemente sono un fenomeno, perché arrivo alla lanterna 18'' più velocemente di Ruggiero, e, udite udite, 29'' più velocemente di Re Carlo (che nel frattempo si è già abbondantemente assicurato l'oro con 3' di vantaggio sul secondo). E, astuto come una faina, passando do anche un'occhiata alla 18 studiando anche come vedrò il sasso venendo dalla 17.

A questo punto, se Stegal al punto spettacolo avesse annunciato al mondo che ero a 9'' da Mario e dal bronzo agli italiani middle, avrei corso le 7 vicinissime lanterne mancanti a 2'45'' al kms, arrivando al traguardo con la lingua impigliata nei lacci delle scarpe, ma felice. Solo che Stegal, così come già aveva fatto il giorno prima agli italiani sprint, non mi degna di nessuna attenzione.

Questa volta a sua discolpa potrebbe essere portato il fatto che, contrariamente a moltissime altre, la nostra categoria per qualche motivo ignoto NON aveva un punto spettacolo, e quindi Stegal non mi ha proprio visto passare.

Sta di fatto che da lì alla fine attacco sbilenco la 17 (nonostante avessi appena visto GPM, quello vero, uscirne), faccio il miglior tempo alla 18 per la fainesca astuzia e nonostante il mio stile di corsa ad alzo zero (dei piedi dal suolo) mi faccia inciampare e finire lungo disteso sul prato, butto un'altra quindicina di secondi alla 19 fermandomi ad una lanterna prima che magari forse poteva anche essere, e poi, dopo il pareggio alla 20, "rifilo" a Mario 1'' alla 21 e 2'' alla 22, prima che lui me ne dia 5 sullo sprint finale, fissando il nostro distacco finale in 22''.

Medaglia di legno ai campionati italiani middle, dietro Ruggiero.

Questo vuol dire solo una cosa: lassù qualcuno ama vedermi correre, o vuole leggere il mio blog, o per qualche altra ragione vuole che io continui a fare orienteering. Perché se lassù qualcuno in questo fine settimana avesse spedito Ruggiero in Patagonia per lavoro, o gli avesse fatto prendere l'influenza, o gli avesse fissato la prima comunione della figlia o il matrimonio del suo migliore amico, o almeno gli avesse fatto prendere una sbandata per un'altra spingendolo a dire alla moglie di essere in Primiero mentre invece era a fornicare a Badia Polesine, io avrei vinto l'oro agli italiani sprint davanti a Carlo Rigoni, e il bronzo agli italiani middle davanti ai fratelli Grassi, e avrei appeso le scarpe al chiodo, ritirandomi a fare il commentatore per Sky o Azimut Tv.

E invece, l'anno prossimo, il 10 e 11 giugno (???) sull'Altipiano della Vigolana, sarò ancora lì a provarci un'altra volta.






5 commenti:

  1. solo quattro cosette:
    1. Cirpiani, chi era costui?
    2. Da che mondo è mondo gli urogalli, e non solo loro, si riproducono in maggio, e quelli dell'Alta Val di Non e del Pavione dovrebbero leggersi qualche libro del cugino di Re Carlo (Mario) prima di mettere in calendario le gare.
    3. Bisogna essere proprio dei disperati per andare a fornicare a Badia Polesine! Con tutti i bei posti che ci sono in giro.
    4. Sei sempre convinto di non venire a Sgonico?

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    1. 1) uno fortissimo che adesso ha smesso...
      2) non mi pare che quelli del Pavione ci tenessero molto a farla in maggio, a dire il vero
      3) perché, ti preoccupi del panorama quando vai a fornicare?
      4) mah, non so, dipende se c'è Ruggério

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    2. 1) :-)
      2) vuoi dire che la colpa è di chi fa il calendario in Fiso allora?
      3) Certo! Le cose a me piace farle bene e curare i particolari.
      4) E vuoi che dopo tutte 'ste trasferte in Slovenia non venga a correre sul Carso? E comunque c'è sempre la M40 ...

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  2. Ah Ecco! Volevo ben dire... non ho visto passare nemmeno Rigoni e Ruggiero?!? Invece vi avevano ben nascosti alla mia vista!

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    1. è stata tutta una congiura contro di me, orchestrata dal clan dei lombardi

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