4 maggio 2016

Campionato Veneto Long - Turcio

Mentre andavo ad Asiago pensavo che io da quelle parti, a parte la mitica Knock Out Sprint di qualche anno fa, non è che ci abbia mai fatto delle gran gare, però avevo comunque una gran voglia di correrci, anche con la tradizionale pioggia delle gare made in Erebus.

Il bosco è fa-vo-lo-so, di quelli pieni di sassi coperti di muschio, che se metti giù male un piede perdi la rotula in un buco, ma se li metti giù bene ti diverti da matti. E io li ho messi giù bene. 

Fosse stata una campestre, avrei vinto a mani basse (e se anche voi, come ho fatto io in passato, vi chiedete perché si dica "a mani basse" quando di solito chi vince per distacco le mani le alza, sappiate che questo modo di dire viene dall'ippica, dove quando il primo cavallo ha molto vantaggio, il fantino può mantenere fino alla fine la posizione corretta, che ha appunto le mani molto basse, invece di scomporsi e portarle più in alto). Però c'erano anche un sacco di lanterne.

È stata una gara strana, nella quale il podio alla 4 (Gobber - Frizzera - Stringher) si sfarina via via (e i tre finiranno rispettivamente 6°, 4° e 7°), mentre io sul podio ci metto su un piede, per sbaglio, solo alla 13. E alla fine lassù ci saranno i soliti noti. Ma peggio per loro.

Andrea Gobber alla 4 è primo con 1'20'' sul secondo (Frizzera), alla 5 è 8°, a 7'30'' dal primo (Grassi S). Cosa è successo in mezzo? Ha incontrato me. Il primierotto mi partiva 2' dietro, ed è partito sparato: 2° tempo alla 1, 4° alla 2, 1° alla 3 e alla 4. Lì mi raggiunge mentre mi guardo in giro sconsolato, e punzona la lanterna che è a non più di 1 metro da dove sono, nel gomito della trincea come doveva essere, ma un po' nascosta da una roccia dietro la quale non avevo guardato con sufficiente attenzione.

Vabbeh, 2' su una long cosa vuoi che siano, adesso sto un po' con lui e poi lo semino. Solo che invece si semina da solo, ma con me appresso. Come tutti gli orientisti ben sanno, quella di ignorare completamente la presenza di un altro concorrente vicino a te è una capacità ultraterrena. Se poi è della tua stessa categoria, ed è forte almeno quanto te, fare come non ci fosse è quasi impossibile. Così parto per la 5, convinto di star facendo la mia scelta, ma con un occhio a lui. È ben vero che probabilmente in quella parte di cartina manca una trincea, però corriamo come due deficienti lì in giro per un bel po' prima di cambiare piano. Il mio nuovo piano è tornare alla bucona, dalla quale in 20'' arrivo alla lanterna. Il suo nuovo piano non lo conosco, ma non deve essere un granché, perché per trovarla ci mette altri 5 minuti. E il nostro splendido sodalizio ha fine.

Ne inizia uno nuovo subito dopo, dato che alla 6, che raggiungo fulmineamente con il miglior tempo, dimostrando che la carta tutto sommato riesco a leggerla, "raggiungo" Roland, che partiva 4' dopo di me. La nuova coppia si dimostra subito parecchio affiatata, con me che salgo inutilmente una curva del montarozzo da aggirare, e lui che mi segue...

Ma non è destinata a durare: esco dalla 7 con la manetta aperta a tutta, che adesso c'è la tratta lunga e per come vanno le gambe oggi devo recuperare almeno decinaia di minuti a tutti. Una moto da trial non sarebbe andata più veloce su per la forestale, ma solo uno con un pistone al posto del cervello poteva seguire il sentiero che esce dal tornante pensando di salire quello successivo. E solo uno con 2 pistoni al posto del cervello poteva poi girare dove ho girato io convinto di essere all'avallamento prima. Prima del dosso poco sotto il numero 17 ri-incontro la mia ultima fidanzata, Roland, arrivata per altre vie, ma ci separiamo poco dopo, perché io vado ad appoggiarmi ai muretti, e lui boh. Non sarebbe neanche una brutta idea, ma poi vado in curva troppo presto, e me ne accorgo avvistando la bucona a ovest della 16, e correggendo solo allora il tiro. Alla fine ci metterò 2' meno della mia ex (e 8 meno della mia ex precedente, che non è più riuscita a farsi una ragione del mio abbandono) ma 2' più di Ingemar.

Da lì in poi è il festival dell'improvvisazione. Per la 9 manco il primo sentierino e giro solo al secondo, dovendo tornare indietro, alla 10 mi gingillo in cima al monticello convinto che debba essere lì, mentre la cartina dice chiaramente che è poco lontana dal sentiero. Alle 11-12-13 mi tocca fare il miglior tempo perché le gambe si ostinano ancora a funzionare alla grande e la 11 praticamente si vede dalla 10, alla 12 si arriva dalla tangenziale, e per la 13 è un salitone sui sassi muschiosi dove bisogna solo fare un azimut tollerabile. 

Ma non temete, mi riscatto alla 14 con una minchiata colossale. Credo sia successo che dopo aver iniziato ad aggirare, come dovevo, il montarozzo, ho visto giù una bucona con giallino, e ho deciso che era quella vicina alla 14, nonostante fosse 8 curve più in basso di dove avrebbe dovuto. Una volta lì dopo un po' ho deciso che ero nella depressione con la curva a gomito del sentiero che veniva dalla forestale, e ho cominciato a salire convinto di arrivare in breve al sentiero a nord della 14. Poi sto sentiero non arrivava mai, però ho visto alla mia sinistra una bucona con giallino che assomigliava un sacco a quella dove volevo andare. E da lì in effetti sono arrivato in breve alla 14.

Nuovo miglior tempo alla 15, ma nuova bestialità alla 16, e sì che avevo ritrovato la mia ultima ex, con la quale ci siamo avviati mano nella mano lungo i sentieri che dovevano portarci prudentemente al punto. Ma con le ex si sa come va, e io l'abbandono convinto di essere alla buca prima del punto, mentre sono a quella prima: altra ravanatina e altri 2'45'' buttati nel cesso.

Le ultime 3 sono troppo facili perché io riesca a sbagliare anche quelle, così mi accontento di arrivare quinto, a 9 minuti abbondanti da Ingemar, 6' dall'ultima ex e 4' da Simone Grassi, ancora imbottito di antidolorifici (dice lui...).

Del resto, un ex allenatore della nazionale italiana (non ricordo in questo momento se di tiro alla fune o corsa con i sacchi) dice sempre che non bisogna vincere l'ultima gara prima degli italiani, e io l'ho preso alla lettera. Lo ha fatto, ma con molto meno stile, anche l'Ex Imprevedibile, che non essendo riuscito a non vincere il Campionato Regionale Lombardo Sprint, dopo la gara si è autosqualificato millantando di aver scavalcato un muretto non attraversabile.

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