14 marzo 2018

Dolomiti Winter Trail

In attesa dell'inizio della stagione orientistica 2018, ormai imminentissima, eccovi un breve racconto della mia seconda Dolomiti Winter Trail, una gara sulla neve sui verdi (in estate) pascoli di Passo Vezzena e dintorni (dove vinsi l'argento agli italiani long 2014, dietro Rigoni :-)(dando quasi 4' al Perfido Ruggiero, anche se allora non era ancora nessuno).

Dolomiti Winter Trail, dicevo. L'anno scorso l'avevo corsa in coppia con un amico non allenatissimo, e me la ero presa molto comoda. Quest'anno invece ho corso da solo, e quindi non me la sono presa comoda per niente. La lunghezza era più o meno quella di una mezza maratona, ma mentre lì per 3/4 di gara avevo corso sapendo che avrei potuto andare più veloce (ma risparmiando per non finire la benzina), qui per tutta la gara ho corso sapendo che avrei voluto andare più piano (ma spingendo perché sapevo che la benzina sarebbe bastata fino alla fine).

Morale, una fatica porca. Sì, posti bellissimi, tracciato bellissimo, organizzazione bellissima, ma una fatica porca. In salita si faceva fatica perché era salita, in pianura si faceva fatica perché c'era la neve e non si sapeva mai se avrebbe tenuto o meno, e in discesa si faceva fatica per cercare di non finire piantati nella neve a testa in giù (io l'ho fatto una volta sola...).

Il mio rivale di giornata era Stefano Zamboni, mio compagno di squadra nel San Giorgio, ex triatleta e agguerritissimo corridore (con qualche difficoltà in più con carta e bussola). Sono partito più forte io, mi ha preso e staccato nella salita seria (quella verso Cima Vezzena), l'ho ripreso io nel piano dopo la discesa seria, ma mi ha ri-staccato nell'ultima salita, probabilmente perché non lo odiavo abbastanza. A 3 km dalla fine, di cui 2 in discesa, fosse stato, chessò, Ruggiero, invece di pensare a non andare fuori giri gli avrei addentato una chiappa, e non l'avrei mollato neanche se mi cadeva un polmone, gratugiancomi il polmone residuo per batterlo in volata. Invece Stefano l'ho lasciato andare, per non fare troppa fatica (cioè, più troppa di "porca").




Ho finito in poco meno di due ore e 21', un minuto e mezzo dietro a Stefano, e pochi centesimi dietro Leo, il cane che da un po' abbiamo in affido. Lui però ha corso solo gli ultimi 100 metri, quindi non vale.




P.S. sì, Stegal, stai tranquillo: se il pusillanime non si rifugia in ME, la saga di Holly e Benji si ripeterà anche quest'anno



1 commento:

  1. Ecco, un'altra bocca da sfamare. Occhio alle pizze che sfuggono di mano ...

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