Quando ultracentenario sarò sulla sedia a dondolo davanti al caminetto e sfoglierò la versione olografica del mio blog, guardando questa pagina, il mio viso ormai molto rugoso verrà solcato da due lacrime. La prima sarà quella di orgoglio retroattivo per quello che sono riuscito a fare il 20 settembre del 2014. La seconda sarà di giramento di balle perdurante per aver corso nell'epoca di Carlo Rigoni.
Obiettivamente, se fossi una persona equilibrata, per aver chiuso un campionato italiano long con una classifica del genere, dovrei camminare a mezzo metro dal suolo, e magari ritirarmi dalle gare perché più di così non ce n'è. Chiudere secondo, davanti a questi nomi, con un distacco da Carlo R. di soli 6' (distacco minimo inflitto da Re Carlo in una gara long in M35 vittoriosa) non è cosa di tutti i giorni, e, come detto, sono certo che fra una sessantina d'anni me ne renderò conto. Però ieri, quando, partito Egli 16' dopo di me, invece di arrivare al traguardo subito dopo o addirittura prima di me, non era ancora comparso dopo quasi 10' dal mio arrivo, devo confessare che un piccolo pensierino al Titolo lo avevo fatto.
Che poi in realtà più di un pensierino ho dovuto farlo su quelli arrivati dopo, perché l'argento che davo in cassaforte non era poi così al sicuro, come i soli 12'' sul secondo Carlo di giornata dimostrano.
La giornata è di quelle che cominciano da 14enne, agitato per il campionato italiano come fosse la mia prima gara, e finiscono da 60enne, compassato come se di campionati italiani ne avessi vinti a mazzi. In mezzo un illuminante consiglio di Giancarlo Simion su come si allacciano le scarpe da corsa e a cosa caspita servono i due buchini per i lacci più in alto, e una buona gara da 40enne, tonico e bello centrato dall'inizio alla fine, o almeno abbastanza da limitare moltissimo i danni da minchiata gratuita. Solo due i veri errori, alla 10, dove per cervello surriscaldato ci ho messo 2' su un punto da 1', orientando la carta talmente male da pensare che la lanterna fosse a est della radura invece che a nord, e alla 12, dove la mia passione ormai sfrenata per le salite mi ha fatto partire su per il prato a mangiare pane e curve di livello, quando si poteva andare tranquilli tranquilli via per la strada. Non moltissimo il dislivello fatto a gratis, ma attaccare da dove l'ho fatto io era molto più complicato che dall'angolo della strada (e quando ero lì che cercavo di non perdermi fra roccette, muretti e semiaperti, pensavo "tanto avrò guadagnato un sacco sulla salita"...).
Per il resto ho corso proprio bene, veloce dove c'era da correre, e prudente su quelle dove si poteva perdere la gara o dove almeno potevo perderla io. E di occasioni in realtà non ne mancavano:
- sul semiaperto della 5, dove però bastava arrivare fino in fondo e cercare le rocce
- sul giallino della 7 che ha fatto disperare più di un concorrente, e che con me è stata semplicemente magnanima, perché sono solo andato fino al giallo e poi sono sceso pregando
- sulla roccetta della 8 che però era bella in curva con l'angolo recinto
- sulla buca della 9 in una zona dove era un po' tutto uguale ma sono riuscito a rimanere incollato alla carta
- alla 11 dove stavo per buttare tutto dalla gioia di aver intravisto Paolo Grassi che partiva parecchio prima di me e sono riuscito a rimanere calmo e districarmi fra le rocce (con un aiutino in zona punto dove c'erano più radici del previsto)
- alla 12 dove anche grazie alla mia scelta del cavolo sono andato ad attaccare da una zona bastardissima, dove oltretutto c'era un rudere segnato come muretti, e io sono stato lì un bel po' a cercare un rudere un carta ("se lo vedo, DEVE esserci") prima di arrendermi al fatto che probabilmente lo avevano segnato come muretti, e muovermi di conseguenza
- alla 13 dove non era scontatissimo capire a che punto del sentiero nel giallino ero arrivato, ma ero talmente in carta che mi ha quasi chiamato lei
Confrontando poi gli split con Carlo II, l'argento, che gli ho sfilato dal collo già alla prima che ho fatto benino io e maluccio lui, e che ci siamo scambiati poi un paio di volte durante la gara, me lo sono guadagnato definitivamente solo alla 17, quando lui, lasciando la strada asfaltata più avanti e dovendo poi scendere e risalire, si è giocato una ventina di secondi.
Così alla fine conquisto sta benedetta medaglia agli italiani long, e sono di nuovo Vice Rigoni Italiano, e quet'anno è la seconda volta e mezzo su tre, dato che agli sprint ero il primo dietro di lui e ai middle lo sono stato fino a metà gara. Peccato che per avere una foto del podio debba ricorrere ad un piccolo ritocco proprio di quello di Sopramonte, a causa di un'altra novità non proprio brillante del Crea Rossa (dopo la pubblicazione della descrizione punti prima della gara, su cui hanno ampiamente disquisito altri più competenti di me) ovvero l'idea di premiare prima tutti i terzi, poi tutti i secondi e alla fine tutti i primi, con il risultato di metterci di più, e rendere impossibili le foto delle posizioni perché c'era troppa gente, e ancor più quelle dei podi di categoria, che non ci sono stati.
P.S. Lo so, mi vengono molto meglio i post dove finisco spiattellato in fondo al canyon come il noto coyote, ma abbiate pazienza, e vedrete che tornerò a spiattellarmi.
Perché non posti la notizia della presentazione dei "Diari di uno Scairanner"?
RispondiEliminaA.