15 luglio 2019

#MyLUT

Ok, a rigore rigore io la LUT (120+5.600 m D+) non l'ho corsa, io ho fatto la Ultradolomites, una delle sue sorelle minori, di soli 87 km e 4.800 metri di dislivello. Però in fondo ho saltato solo quelli che tutti definiscono come "30 km di forestali corribili" (e 800 metri di dislivello in 30 km sono proprio poca cosa), quindi non fate troppo i pignoli.Com'è la LUT? Bellissima. Sì, se la tira anche un bel po', ma se sei Angelina Jolie o Brad Pitt, puoi anche tirartela un po' e nessuno potrà lamentarsi più di tanto. E magari a qualcuno/a di quelli che stanno leggendo, A.J. e B.P. sembrano due rospi, ma il titolo è "MyLUT", quindi pazienza.

In una gara così è normale andare in crisi almeno una volta e dato che io sto diventando (vecchio e) saggio, ho pensato di partire già in crisi, così un lavoro era fatto. Mi sono trascinato per i primi 11 km (a onor del vero gli unici bruttini della gara) con un senso di pesantezza alle gambe e all'anima, che mi hanno spinto addirittura a chiedermi se quelli della LUT e quelli della Gazzetta si sarebbero arrabbiati tanto se invece di finire e scrivere l'articolo promesso, mi ritiravo dopo un'ora di gara. E prima ancora di trascinarmi per i primi 11 km, in partenza, dove tutti sfoderavano i famosi occhi della tigre che già vedevano le Tre Cime e l'arrivo, io ero lì con due occhi da triglia, capace solo di pensare che avevo sonno, freddo, e il tasso di adrenalina che ho di solito in coda al bancone del formaggio del supermercato.

Poi si è accesa la Luce, e non si è più spenta. Ho tirato ogni singolo metro, fino all'arrivo, e magari "tirare" per me è un po' meno che "tirare" per i primi, ma che soddisfazione riuscire a sentirmi sempre in spinta, anche quando qualcosa dentro di me cominciava a pensare che magari se un po' alla volta finiva, non era poi così male, anche nei 15 km di discesa finale (di cui un pezzo con pendenza da accartocciarsi i quadricipiti femorali), che se non ne avevi più ti mettevi a piangere, ma io ne avevo ancora un sacco!

La Luce si è accesa quando è cominciata la salita vera verso le Tre Cime di Lavaredo. Prima ho smesso di farmi superare ogni minuto da qualcuno, poi ho cominciato a vedere se riuscivo ad attaccarmi "a quel trenino lì davanti", poi ho iniziato a prendere e superare tutti i trenini che incontravo, e quando sono scoppiato a piangere (con singhiozzi e tutto, giuro) davanti alla nord delle Tre Cime, non c'erano più trenini da prendere, ma solo vagoncini qui e là, da pigliare e staccare uno per uno: 101° ai laghi di Lavaredo, 81° a Cimabanche, 80° a Malga Ra Stua (ma non vale, perché mi sono fermato a fare il bagno nel torrente prima del rilievo, togliendomi le scarpe prima di entrare e asciugandomi i piedi prima di rimettermele: 6' di sosta certificati dal gps!), 70° a Malga Travenanzes, 65° a Col Gallina, 63° al Rifugio Averau, 58° a Passo Giau, 53° al Rifugio Croda da Lago e all'arrivo (anche se non mi è chiarissimo come sia possibile, dato che fra l'ultimo rifugio e l'arrivo ho superato almeno 3 persone e non mi ha superato nessuno). Insomma, agonisticamente, per me, un successone.

E un successone anche da tutti gli altri punti di vista, perché dopo il 12° km non ho guardato una sola volta l'orologio, e non ho pensato una sola volta che il posto dove ero non fosse stupendo, con varie volte in cui ho invece pensato che era stupendissimo, e ancora di più in cui non ho proprio pensato niente, perché non c'era niente da pensare, ma solo da correre, respirare e guardarsi in giro. O anche da buttarsi in un torrente o in un laghetto, cosa che ho fatto tre volte con grandissima goduria, più una doccia sotto una cascata in val Travenanzes, e innumerevoli soste per bere o pociare nei torrenti.

Poi, se cercate la gara dove correre in solitaria voi e i monti, non è questo il posto. Soprattutto correndo la "media", dal punto dove si congiunge con la lunga, passi tutto il resto della gara a superare quelli più lenti dell'altra gara, quindi sono proprio pochi i momenti in cui te ne stai per conto tuo. E' vero che in media quelli che superi sono talmente cotti che non è che parlino moltissimo, ma è anche vero che il tendone del ristoro di metà gara sembra un piccolo Oktoberfest, dove invece di donnone che imbracciano kriegel, ci sono individui non tanto vestiti che cercano di rianimarsi, e parenti  amici che cercano di aiutarli a farlo, ma c'è comunque un gran casino. Così come c'è agli altri ristori, all'arrivo, in giro per Cortina (al supermercato centrale del paese, sembrava di essere in un nel market interno di un campeggio nudisti: lì tutti nudi, qui tutti (beh, dai, tantissimi) con il braccialettino dei partecipanti alla gara: giallo quello dei super fighi, verde quello dei medi come me, rosso quello dei "principianti" del Cortina Trail, bianco quello dei velocisti della SkyRace)

Insomma, intimo proprio no, ma ciononostante emozionante, stupefacente, ispirante, pacificante, gratificante, e tantissimi altri -ante e -ente che mi fanno dire che è sicuramente una gara da cercare di correre, se vi piacciono quelle robe lì. A me l'unico dubbio che è rimasto, è se arrivare all'alba alle Tre Cime non valesse la pena di corrersi quei famosi 30 km di forestali pallose in mezzo al bosco...

Se le mie parole non vi bastano, guardatevi il video qui sotto, che sembra la solita esagerazione da teaser o da pubblicità, ma invece la LUT è proprio così. Soprattutto se hai il culo di beccarla in una giornata come questa che abbiamo beccato noi quest'anno.