23 aprile 2013

Campionati Italiani Middle

Scendo nel granducato molto determinato a fare bene, fisicamente pronto e psicologicamente tranquillo. Bissare la medaglia dell'anno scorso è una impresa quasi impossibile, ma non vedo perché il realismo dovrebbe rovinare i miei desideri. Ho corso sulla carta delle qualifiche nel 2007, quando ero un mica tanto giovane HB. Della gara non ricordavo niente, ma riprendendo in mano la cartina non ne penso benissimo. Valloni e verdini, e il tempo è annunciato brutto. In qualifica le griglie sono fatte in modo tale da non avere nessuno da prendere e nessuno da cui guardarmi e il warm up aiuta ad arrivare alla partenza bello pronto. 

Nella vita però non si è mai pronti abbastanza e alla 1 ci lascio 50'' per un abbozzo di azimut poi abbandonato per un'altra idea rivelatasi pessima. Ma non mi ci dispero e sono già pronto ad affrontare il primo vallone, dove scopro che oggi in giù non si sta in piedi e in su bisogna piantare le unghie nell'argilla. Il bosco è molto bagnato ma abbastanza pulito, e io stento ad entrare in carta. Alla 3 mi fermo prima del sentiero e solo all'ultimo evito di partire verso ovest ad oltranza. Alla 5 il primo abbozzo di orienteering ma alla 6 sono di nuovo pronto a lasciarmi sedurre da una lanterna che era evidente non potesse essere la mia, ma a cui vado a dare un'occhiata nonostante avessi già visto da lontano la radice dove poteva essere (ed era) la mia. Per la 7 mi aiutano i compiti a casa e vado deciso in tangenziale sud dove strappo il miglior intertempo. Da lì in avanti corro discretamente, non un fulmine di guerra ma preciso nelle scelte e in zona punto, se si eccettuano una discutibile uscita dal punto alla 9 e una infelice scelta di percorso per la 14, dove probabilmente ci si arrivava prima e meglio da sopra. Finisco quarto di batteria, a 2'42'' da GPM, 2'35'' da Pin e 22'' da uno svedese, e lasciandomi dietro il Cip e Simone Grassi, in giornata da dimenticare. Nell'altra batteria non sono andati molto più veloci e tutte le volte che durante la notte in palestra vengo svegliato dal suocero che russa, prima di riaddormentarmi posso pensare che è ancora tutto possibile.

La domenica il tempo è un po' meglio, della carta non si sa nulla, se non che è made in Renmap. Mi sento meno tranquillo del giorno prima, ma mentre vado in partenza mi rendo conto che più che agitazione è freddo e finito il riscaldamento sto benone. Dato che tutte le categorie partono con i più veloci in fondo, in zona partenza il bosco è popolato dei migliori orientisti italiani di tutte le categorie: S. Curzio, Tenani, Candotti, Zagonel, Kirchlechner, Rottensteiner, Grassi, Rigoni, Bettega, Scalet, Cavazzani, Mamleev, Bassani, solo per citarne alcuni, scorazzano lì intorno e Pedrotti è parecchio soddisfatto di stare lì in mezzo.

Sta volta parto decisamente meglio, e a parte il fatto che supero la svedese prima di essere riuscito a ficcare la cartina nel nylon e che come tutti quelli con cui parlo dopo non capisco che senso abbia la 1, va tutto a meraviglia. Le prime 6 sono da correre, le gambe sono magicissime e faccio alcuni degli azimut migliori della mia carriera, ricordandomi di alzare la testa e guardare più lontano possibile invece di fissarmi la punta delle scarpe. Per la 3 non mi accorgo di essere salito troppo prima di trovarmi costretto a girare il recinto da sopra, e per la 5 spero fino all'ultimo e inutilmente che sia una buona idea attraversare il vallone, ma sono quasi dettagli. Sto correndo bene, e forse mi scappa di pensarlo. Fatto sta che per la 7 la scelta sarebbe buona ma l'applicazione molto meno. Avevo in mente di passare a dare un'occhiata dalla 16, ma non di arrivare quasi alla 15 e poi giro il verdino dalla parte sbagliata perché mi accorgo tardi che devo andare alla 7 e non alla 17. Ci lascio un minuto abbondante rispetto a Rigoni che fin lì non si è ancora tolto le pantofole ed è settimo. Neanche la scelta per la 8 è particolarmente brillante, ma la trovo subito, così come trovo subito la 18, prima di accorgermi che dovrei andare alla 9. Qui ci lascio probabilmente un altro minutino e mi scazza assai. Molto meglio la 10, la 11 e la 12, dove l'azimut oggi si conferma un punto forte. Anche la 13 mi sembra di farla discretamente, ma piglio quasi un minuto, troppa circospezione in giù (non vedevo la strada asfaltata e mi sono venuti dei dubbi) e troppo lento, dopo aver individuato correttamente l'oggetto particolare sul torrente, a trovare dove attraversarlo. Per la 14 mi pare che la soluzione migliore sia tornare sulla strada, e probabilmente lo è, la 15 è poco distante e la 16 la conosco così bene che faccio 1'' meno di Rigoni (che nel frattempo ha tolto le pantofole ed è terzo). Bene anche la 17 e male la 18, che decido di andare ad attaccare da dove l'ho attaccata prima, che è una soluzione sicura ma non certo la più breve. La 19 dice quanto ce n'è ancora nelle gambe, e io ne ho ancora un sacco: secondo 20'' dietro a Rigoni (che adesso ha tolto anche il pigiama e da qui alla fine farà 8 migliori tempi su 9 lanterne contro i 4 su 18 che ha collezionato fin qui) e 3'' davanti a Mario Ruggiero. Dopo il punto spettacolo come dice Grassi S. inizia un'altra gara e a me tutto sommato era venuta meglio quella di prima. Al secondo tempo dopo l'assatanato Rigoni alla 23 e alla 25 contrappongo una scelta sciocca alla 22 e una cazzata immane alla 24: mi metto a cercare il sentiero a ovest invece che a est della canaletta della 23 e vado nel pallone, perdendo 1'20'' su una lanterna da 40''. Allo sprint eguaglio Re Carlo e poi mi butto nel prato dandomi dell'idiota.

Quando escono i risultati, dicono Rigoni - Grassi PM - Grassi S e poi tutti quelli forti fino a Pedrotti decimo, a 4'38'' da Rigoni e 2'42'' dal podio. Ah, se non sbagliavo...

Se non sbagliavo, non cambiava niente. O meglio, se non sbagliava nessuno, cambiava poco. Nel bellssimo sito dove la certosina organizzazione del Cus Parma ha caricato gli split c'è la funzione "tempo senza gli errori", che settando con "errore" una roba di almeno 20'' e di almeno il 20% del tempo del primo su quella tratta, dice che io sarei arrivato decimo comunque e Rigoni primo comunque, mentre sul podio al posto dei fratelli Grassi sarebbero andati Buselli e Ruggiero. Di nessuna utilità concreta perché basato su un periodo ipotetico dell'irrealtà, questo giochino evidenzia come Rigoni vinca comunque che sbagli o meno, mentre i Grassi arrivino dove arrivano proprio perché non sbagliano quasi mai.

Per quanto mi riguarda, mi sono divertito e ho corso anche una delle migliori middle della mia carriera. Alle gambe non posso chiedere molto di più e non mi sono mai distratto in tutta la gara. Sicuramente da risolvere quelle macchiette rosse a tutte le uscite dal punto, che dicono che non sono mai arrivato a punzonare sapendo cosa fare poi. Sui due errori c'è poco da dire, non mi sono fatto distrarre da altri né ero in preda ad ansia da prestazione. Sono successi. Pazienza.

18 aprile 2013

Campionato Italiano Middle prossimo venturo

Appena spolverate le scarpe con i chiodi ed è già tempo di campionato italiano middle. A proposito di tempo, per sabato e domenica le previsioni sono pessime, ma in lieve miglioramento. Fino a ieri davano acqua ininterrottamente dalla mattina del sabato al pomeriggio della domenica, adesso ilMeteo a Sala Baganza concede "temporale e schiarite" sabato dalle 10 alle 14, e "pioggia e schiarite" dalle 2 alle 12 di domenica. Fortuna che al fango ci abbiamo fatto l'abitudine in Primiero, perchè il comunicato gara numero 1 recita "ad una settimana dalla gara era presente acqua in molte depressioni, piccole depressioni, buche e canalette asciutte ed alcuni sentieri larghi e carrarecce risultavano molto fangosi". Prosegue anche dicendo che "la situazione è in rapido miglioramento grazie alle alte temperature degli ultimi giorni", ma immagino che se si rimette a piovere si torna da capo. Con l'aggravante che sempre il comunicato numero 1 dice che proprio le alte temperature degli ultimi giorni possono dar luogo "ad una esplosione di vegetazione nei giorni precedenti alla gara". Quindi avremo un mucchio di fango e un mucchio di rovi. E come si può vedere dalla cartina gentilmente sottratta al sito di Tenani, i verdi abbondano.

Condizioni meteo proibitive, vegetazione tropicale, alberi caduti (nel comunicato gara ci sono pure quelli) e cartina ostica, non fanno che andare a sommarsi ad una starting list che quest'anno in M35 è tale che per quanto mi riguarda neanche la gara della vita sarebbe garanzia di nulla.

Tanto per non farmi cullare inutili illusioni, il destino mi ha messo davanti nella batteria del sabato 4 dei 5 che considero i maggiori favoriti al podio: i due Grassi, Cipriani e Pin. Dall'altra ci sono, oltre al quinto favorito Rigoni, i due outsider più pericolosi: Mario Ruggiero e Andrea Gobber. Li conosco pochissimo, ma tanti anni fa erano fortissimi e Gobber, al suo rientro dopo secoli, domenica è arrivato terzo in M40 a meno di un minuto dal Cip, mentre Ruggiero ha corso in élite senza sfigurare. A completare la mia rosa dei medagliabili, ma solo se qualcuno di questi sopra la combina proprio gorssa (cosa che comunque nell'orienteering è sempre possibile), Neuhauser, Buselli e Hueller. E chissà quanti ne ho lasciati fuori che non conosco.

Io al solito non mi preoccupo affatto di essere medagliabile o meno, ci proverò comunque.


1° Coppa Italia Primiero

Niente casette e stradine fra cui giocare sta volta, si fa sul serio su per i boschi impervi di Caltena San Giovanni, dove la neve ha da poco lasciato posto a fango e sabbie mobili. Che non sarà una passeggiata si capisce già dai 45' per arrivare in partenza, ma almeno c'è il sole.

Essendo la prima di coppa Italia, sono pronto a fare la solita figura da pirla, facendo seguire alla vittoria nella sprint del giorno prima una prestazione catastrofica nel bosco, avviando così la stagione degli psicOridrammi. In griglia ci sono abbastanza nomi da agevolarmi il compito e uno, Pin, mi parte giusto 3 minuti dopo, tanto per non mettermi pressione. Sempre per agevolare l'avvio, per la 1 ci sono già 14 curve di livello e un torrente incassato da attraversare. Quando arrivo nei dintorni e vedo le bandierine del percorso esordienti che vanno in una direzione che mi potrebbe anche fare comodo, pur consapevolissimo che non è la strada più corta, non resisto alla tentazione di seguirle. Chi va piano va sano e va lontano. E in effetti alla lanterna in cima al prato ci arrivo senza patemi. 

La 2 si può attaccare da sotto o in curva, io non mi fido della mia precisione in zona punto e non vedendo chiare linee di arresto, quindi opto per la curva. Sicuramente più lunga e più lenta, ma, se condotta con giudizio, più sicura. La conduco con giudizio. Pure troppo, dato che continuo a fermarmi a controllare, ma incontrare e riconoscere i due ruderi e il micro avallamento nella prima gara seria dell'anno è utile al morale e comunque mi costa da Pin solo una decina di secondi.

Dopo un azimut non magistrale ma efficace per la 3, molti più secondi mi costa la disattenzione andando alla 4. Arrivato nella valletta mi faccio distrarre dalla neve e non faccio attenzione ad arrivare al giallo prima di cercare la roccia a est. È evidentemente troppo presto quando vado a controllare se quello che mi sembra proprio un grosso sasso non sia invece per caso una roccia. Quando mi rassegno all'idea che non lo sia, e scopro dal ruscello poco dopo dove sono, sta arrivando Roland.

A questo punto il mio compito è cercare di scappare da lui senza perdermi per sempre, e nelle successive 5 lanterne verifico che mi faccio distrarre dalla sua presenza meno di quanto mi succedesse in passato, ma non abbastanza da uscirne indenne. Per la prima parte della tratta verso la 5 cambio scelta un paio di volte, e alla fine scelgo quella sbagliata. Molto meglio passare dal prato alto, dato che girando dal sentiero ho risparmiato solo una curva. In zona punto poi la lanterna la vedo a 20 metri di distanza, ma fra me e lei c'è il gran canyon, dove scendo prudente e risalgo con ardore. Roland arriva da nord, dove forse c'era un guado migliore. Dove c'è la lanterna in ogni caso si affonda 40 cm nel fango.

La 6 è vicina ma riesco a perderci 20 secondi di sola timidezza. La linea d'arresto del torrentello è inconfondibile, ma esito comunque e Roland mi raggiunge. Tento di nuovo di fuggire, ma la zona rocciosa mi consiglia prudenza e riesco ad usarla. Decido di attaccare la lanterna dal prato e mentre mi ci dirigo la incontro. La fortuna evidentemente non aiuta più gli audaci. La felicità per non vedere Pin nei dintorni (ha fatto una scelta più ardita, evidentemente troppo) mi fa dimenticare completamente che sarebbe il caso di progettare anche l'uscita dal punto e mi dirigo semplicemente nella direzione paesaggisticamente più interessante. Più o meno a 90° rispetto a dove dovrei andare. Poi mi guardo bene dal farmi aiutare dai sassi e in una vegetazione impegnativa dilapido i secondi che avevo guadagnato e riesco a punzonare solo perchè vedo Roland uscire dal punto e schizzare via.

Per la 9 sono preciso ma lento, ma va peggio alla 10. Prima interpreto il tratteggio come una zona a corsa rallentata. Poi dato che mi ritrovo in una palude di notevoli dimensioni decido che in realtà voleva dire palude, poi mi faccio attirare dal segno più grosso nel cerchietto (il sassone in mezzo al tratteggio) invece che da quello giusto (il sassetto sul bordo). Morale, mi trovo lì con altri che stanno cercando il punto e lo trovo solo perchè lo trova un altro. Quando ancora non ho punzonato vedo Roland che corre felice 10 curve più in giù. E il morale si incrina.

Per la 11 sbaglio scelta andando a salire e poi a scendere dal pezzo più ripido dei dintorni invece di attraversare il vallone più in basso. E anche in zona punto cincischio. La 12 è li dietro ma ci vado troppo lentamente. Per la 13 mi faccio spaventare dall'ennesimo guado e scendo a prendere il ponte, e poi faccio il girotondo in zona punto facendo il giro ad un verdino che probabilmente dall'altro lato era comodamente attraversabile. 14, 15 e 16 sono essenzialmente da correre e a me ne è rimasto meno di quello che pensavo.

Alla fine chiudo 4°, che non è neanche male, considerando che dietro ho gente del calibro di Massimo Bianchi, Simone Grassi e Ingemar Neuhauser. Naturalmente però mi mordo le mani per quei 75'' che prendo da Carlo Cristellon, il titolare del posto sul podio occupato da una controfigura, a fianco di Pin e Rigoni (che conferma anche quest'anno di non avere intenzione di vincere la prima gara di coppa Italia: come possa perdere la prima e vincere tutte le altre di 20' rimane un mistero, anche se lui dice che a questo punto della stagione non ha ancora iniziato le ripetute).

Niente sacco supplementare da 5 kg di gnocchetti sardi (inusuale quanto gradito contenuto della borsa premio di sabato e di domenica) ma almeno per questa volta niente figura da pirla.

E che figata che è giocare con quickroute, il tracciato gps e la mappa scannerizzata!


16 aprile 2013

Campionato Trentino Sprint

Queste veloci in paese sono le "mie" gare. Per tutta la mia giovinezza nella velocità sono sempre stato un ciodo, un po' meglio giusto dal mezzofondo in su. Per qualche ragione a me ignota invece nella mia età più o meno matura pare io sia diventato velocissimo e comunque questo gioco che si chiama orienteering in centro storico (che è un gioco completamente diverso dal gioco "orienteering nel bosco") mi viene piuttosto bene. E di solito se non sbatto contro uno dei tanti pali della vita, contro gli umani della mia categoria vinco. Nel campionato trentino sprint tradizionalmente Rigoni corre in MA, quindi in M35+ avanzano solo gli umani. Quindi questa era una gara da vincere, quindi questa era una gara che si poteva facilmente perdere.

La giornata è finalmente primaverile e la cartina è quella della sprint dei mondiali Junior. Allora ero molto dispiaciuto di non essere junior e di non essere ai mondiali, oggi finalmente è venuto il mio turno. Pare che molti anni fa qui ci abbiano fatto anche il primo campionato italiano sprint. Ma io non c'ero, probabilmente ero a casa a giocare con il lego.

Come detto in preview ci sono tutti gli umani più forti del circuito (ad eccezione dei due Grassi, che corrono in MA), ma purtroppo uno ha sbattuto il ginocchio mesi fa e gli fa ancora un po' male, uno si è allenato benissimo fino a due mesi fa ma poi c'ha avuto la tendinite, uno si allena solo i giorni dispari con luna piena. Solo quegli sfigati di Candotti e del sottoscritto si stanno allenando molto da mesi, gli altri sono lì giusto per onor di firma. E io dato che mi alleno molto andando in partenza mi sento anche le gambe dure come il legno dei capanni che punteggiano l'ameno paesaggio primierotto che accompagna al via, ma un po' alla volta per fortuna passa.

Parto lanciatissimo, per la 1 mi infratto subito fra le casette per entrare subito in carta ma mi dice bene, per la 2 col senno di poi sbaglio completamente scelta ma split alla mano o non è vero o non la imbrocca nessuno, corro per la 3 e la 4 (ma meno di Buselli che mi infligge un totale di 3''), arrivo sicuro alla 5 ma sbagliando completamente scelta e sta volta sono d'accordo anche gli split che dicono +17'' da Cip & Pin, svolgo correttamente il compitino fino alla 8, potevo forse scegliere meglio alla 9 ma lascio un solo secondo al Cip, scelgo saggiamente e corro alacremente alla 10, non manco la 11, scelgo la più corta per la 12 ma forse a scavalcare il recinto perdo più che a fare il giro, mi impappino un attimo nella scelta per la 13 (+3'' dal Cip) e poi corro quanto posso fino alla fine.

Quando arrivo al traguardo Candotti mi salta addosso per vedere il mio tempo, annunciando di avere fatto un garone. Mi tocca spegnere il suo genuino entusiasmo con 39'' meno di lui. Poi un po' alla volta arrivano anche tutti i convalescenti, che chiudono rispettivamente 12'' (Cip), 19'' (Buselli) e 55'' (Pin) dietro di me. Fra loro anche Lerose, quinto, di cui non conosco le condizioni di salute. L'avevo detto che potevo giocarmela con tutti.

Sono molto soddisfatto della mia gara, metto in cascina il prestigioso titolo di Campione Trentino Sprint 2013 e mi accingo con rinnovato entusiasmo ad iniziare gli allenamenti per il Campionato Italiano Sprint di Subiaco del 1 giugno, che si preannuncia splendido. Intanto però c'è la long di domani e i Campionati Italiani Middle del prossimo fine settimana, ovvero bosco, ovvero chissà.


9 aprile 2013

Primiero, antipasto e primi

Vale la pena di fare 100+100 km in macchina per una promozionale di 3 km? Se ne può discutere, ma se alle spalle hai mesi senza gare e davanti una settimana prima del campionato trentino sprint, 8 giorni prima della prima di Coppa Italia e due settimane prima del Campionato Italiano Middle, io ci vado comunque. Anche perchè il Primiero è sempre bello e un'occhiata alle Pale vale comunque il viaggio. E se poi quasi piove e di Pale non se ne vede neanche mezza, pazienza.

L'occasione è la terza prova del circuito promozionale orienteering Primiero, lassù di orienteering ci capiscono e se anche corressero solo quelli che abitano da quelle parti, ne viene fuori comunque una gara di tutto rispetto. Cartina di Tonadico, prati e paese più il dosso della chiesa.

Una bella corsa fra i prati e un po' di attenzione fra le case, con un mio risultato che per qualche giorno mi sembra che senza una cazzata finale sarebbe stato clamoroso, ma che poi scopro essere stato aiutato da un errore da squalifica all'inizio, che però come tempo compensa l'errore finale. E quindi alla fine sono realistici il minuto e 40 che prendo da Giacomo Zagonel, i soli 40'' che prendo da Michele Tavernaro, e gli irrisori 21'' che prendo da Ivano Bettega. E loro correvano nel loro giardino di casa. Ma probabilmente non erano tanto concentrati.
Il mio crimine iniziale è non vedere che non c'è un passaggio all'angolo del prato prima della 1. Dal vivo lì trovo un cancello aperto e il dubbio di stare barando non mi sfiora. Guadagno 20'' su Zagonel. La cazzata finale invece è dovuta al fatto che non leggo la descrizione punto della 18 e vado a farla da dentro il recinto, convinto di aver visto un passaggio per uscirne. Riesco a punzonarla anche se lei è fuori, ma il passaggio non c'è e devo tornare indietro. Perdo 33'' da Zagonel.

In mezzo, ci metto quanto Tavernaro a correre nel prato fino alla 5, 10'' di più ad arrampicarmi fino alla 9 (ma probabilmente li perdo fra le case), 20'' di più a trovare il buco giusto per la 13, e 15'' di più per arrivare alla 17, per la quale sbaglio scelta in uscita dal punto e la allungo parecchio.

Tutta esperienza per sabato prossimo, quando si comincia a fare sul serio con una gara che si preannuncia gustosissima: cartina bellissima (quella della sprint dei mondiali Junior a Mezzana), starting list delle grandi occasioni (fra cui
Neuhauser, Buselli, Lerose, Pin, Grilli, Hueller, Corradini, Cipriani, Candotti) e titolo trentino e veneto sprint in palio. In una sprint in paese credo di potermela giocare con tutti, se guardo bene la cartina e sto attento alla descrizione punti.

E domenica si bissa con la prima di coppa Italia sulla carta di Caltena, dove gli M40 che vanno nella loro categoria (gli ultimi 5 dell'elenco sopra) vengono sostituiti più che egregiamente da Gottardi, Simone Grassi, Carlo Cristellon, Rigoni e Bianchi. Sono molto curioso di vedere con quanti di questi in una gara in bosco riuscirò a giocarmela sul serio.

6 aprile 2013

CSI Madrano

È uno di quei giorni che se ti guardi intorno ti tocca ammettere che quelli che pensano che gli orientisti non siano sani di mente, hanno ragione. Poco prima delle 15 siamo un discreto gruppo radunato sotto il cornicione degli spogliatoi del campo da calcio di Madrano, mentre il campo è un rettangolo di fango, e piove come dio la manda. E nel discreto gruppo quasi tutti sorridono ebeti all'idea di andare a prendersi un sacco di acqua e di fango per una gara del campionato del Centro Sportivo Italiano, mica per il campionato mondiale. E vari di questi hanno anche già corso sulla stessa cartina una gara dell'oricup inverno meno di un mese fa.

Comunque, sani di mente o meno, siamo lì per gareggiare, e l'unica cosa che ci preoccupa davvero è il problema con l'apparecchiatura di scarico brichetti, che pare mancare per disguidi organizzativi.

Comunque, bis, alla fine la partenza viene rimandata solo di mezzora, e la gara può iniziare. Nel frattempo il tempo non è cambiato di una virgola, sempre acqua e fango. Ideale per temprare il carattere in vista della ormai finalmente imminente nuova stagione orientistica, che, se va avanti così, si correrà con pinne o ciaspole a seconda delle zone.

Quando è il mio turno, arrivo in partenza con una pressione psicologica pazzesca. Al minuto meno due il tracciatore, che si è legato al dito una mia velata critica sulla sua gara dell'anno scorso, mi augura esplicitamente di sbagliare, dicendo anche di aver disseminato la carta di trabocchetti pensati espressamente per me. Onorato e terrotizzato, mi lancio lungo la discesa verso la svedese, che è la parte più scivolosa e pericolosa della gara.

Quando poco più di 31' dopo arrivo al traguardo, penso che il tracciatore mi ha sopravvalutato, e ha ideato dei trabocchetti troppo intelligenti perchè io potessi coglierli. In tutta la gara ho avuto sì e no 3 secondi di esitazioni, e se c'erano scelte migliori delle mie, non me ne accorgo neanche a gara finita e con il pennarellino rosso in mano. Dalla 1 alla due si poteva forse passare dalla strada fatta poi per la 3, ma, ammesso che fosse più corta, l'altra era più scorrevole. Per la 3 si poteva tagliare dai frutteti dopo la strada asfaltata, ma con i frutteti non sai mai come va a finire. La 5 poteva creare qualche dubbio sul fatto di pigliarla da sopra o da sotto il muretto: io vado giustamente da sopra, ma Fabietto si arrampica da sotto e ci mette tanto uguale (forse, perchè la stazione della 4 non funziona e quindi non si sa bene cosa succeda fra la 3 e la 5). La 8 dava effettivamente una scelta, ma io faccio quella giusta perchè Fabietto ci mette 15'' di più. Alla 12 Fabietto mi dà 13'' andanto alla strada invece di tagliare dai frutteti, ma credo sia perchè corre più veloce, e non mi pare che passando a sud della casa con recinto si guadagnasse molto (ma qualcosa probabilmente sì). Alla 16 si poteva andare dalla strada, ma era evidentemente più lunga. Insomma boh, probabilmente sono caduto nei trabocchetti senza accorgermene.

Vinta la M35 con 3 minuti su Candotti, ho perso il confronto con Fabietto che correva in 19-34 con lo stesso tracciato. Mi ha dato 50'', e soprattutto dalla 11 in poi è andato come un treno, tanto di cappello. C'era anche Simone Grassi, in 19-34, ma era reduce da un colpo della strega rimediato qualche settimana fa sciando, e ha corso decisamente al di sotto dei suoi standard. Eppure dovrebbe saperlo che noi master se usciamo senza panciera al minimo giro d'aria rischiamo di compromettere la stagione.

Alla fine, mentre il freddo cerca insistentemente di entrare nelle ossa dei presenti, premi pasquali per tutti: colomba di partecipazione e uova di pasqua (e varie altre cibarie) per quelli sul podio. È proprio vero che ormai i premi delle CSI sono più ricchi di quelli della Coppa Italia.

A proposito di Coppa Italia, fra due settimane finalmente si inizia, Primiero, neve permettendo. Simone Grassi mi ha confessato che correrà in 35. Mi sa che allora ci correrò anch'io, così faccio compagnia al povero Bianchi che non ha i punti per fare l'elite...