18 giugno 2016

III Coppa Italia - long Val Malene

Passi le sprint in centro storico, ma se iniziamo anche con le long in bosco...
Coppa Italia, long in val Malene

1. Ruggiero
2. Pedrotti
3. Neuhauser

solo che sta volta oltre che Rigoni, che si porta via le 6 marmellate per il vincitore, c'è anche Stefano Cristellon (ma chi lo ha invitato?) che si porta via le mie due. E io finisco senza neanche la consolazione del podio. Mi sa che devo trovare un altro sport, ancora più di nicchia, e senza lombardi. Stavolta non è neanche stata colpa di Stegal.

La gara è stata molto bella, molto fisica, tecnica il giusto, difficile ma senza punti bingo, vegetazione rigogliosa e esuberante ma senza verdi 8 da guadare, un po' di sana fatica, anche se neanche stavolta i tracciatori hanno avuto il coraggio di farci stare in bosco quanto ai bei tempi delle vere "long".

La mia gara è stata regolare ma non brillante. Arrivato al traguardo mi sembrava di essere andato molto bene, ma gli split non sono molto d'accordo.  Alla 1 ero già settimo e sono riuscito a raggiungere il quarto posto solo alla 17, collezionando in tutto solo 10 tempi fra i migliori 3, e un solo miglior tempo (alla 15, che non era neanche proprio fra quelle più adatte a me). Particolari note di demerito alla 6, che conveniva mille volte prendere dalla strada asfaltata, e infatti ho rimediato quasi 3', alla 12 che era facilissima e ci sono andato super sbilenco, e alla 18 dove potevo uscire prima dalla zona paludosa dove si faceva un sacco di fatica a correre. Non brillante neanche l'idea di prendee la 20 da sopra, ma vabbeh.

Dovendo cercare a tutti i costi delle note positive, ho corso per quasi tutta la cara assieme ad in giovincello di M20, tenendolo quasi sempre dietro e senza farmi deconcentrare da lui, e non ho fatto grossi errori. Anche se qualche ex allenatore della nazionale di caccia al tesoro dirà che una scelta sbagliata È un grosso errore.

15 giugno 2016

III Prova Sprint Race Tour - Borgo Valsugana

È passato un sacco di tempo, ma tanto, ormai...

Queste gare sono ormai diventate meno interessanti di quelle di bici ai tempi di Merx. Peggio ancora di quelle in M35 degli anni scorsi. Almeno una volta si sapeva che vinceva Rigoni, e poi chissà. Adesso le classifiche delle gare in centro storico della categoria Master sono così

1. Ruggiero
2. Pedrotti
3. Neuhauser

e, se c'è Rigoni, si infila su uno dei posti del podio. Non molto avvincente, no?

Naturalmente il crollo negli ascolti radio televisivi e nel sostegno degli sponsor è tutta colpa di Ruggiero, in parte supportato dalla ormai noiosa costanza di Pedrotti e Neuhauser, che meriterebbe miglior sorte di "quelli dopo Ruggiero".

A Borgo Valsugana (carta non irresistibile e già varie volte corsa) Rigoni si è infilato al secondo posto, 3'' dopo Mario e 35'' prima di Dario.

Certo, le cose avrebbero potuto finire diversamente se lo Speaker non fosse ormai smaccatamente schierato con Ruggiero (ma d'altra parte sono entrambi lombardi). È infatti successo che, nonostante una scelta infelice alla 2 (meglio da sopra) e non aver visto il passaggio lungo il verdone per la 3, Pedrotti al punto spettacolo fosse a 10'' da Ruggiero. Se lo avesse saputo, a costo di chiamare un taxi, lo avrebbe raggiunto. Invece, lo Speaker, che fino ad allora aveva snocciolato gli intertempi anche dei Direct 2, e che in tutte le gare che ha seguito nella sua vita ha calcolato gli intertempi guarando la posizione del sole, il muschio sui tronchi e la quantità di sudore sulle magliette, al passaggio di Pedrotti ha detto "non abbiamo gli intertempi di Pedrotti". Se non è una congiura questa...

Scoraggiato da tanta bassezza, ho pensato bene di sbagliare scelta per la 11 e di confondermi in zona punto alla 12, aggiungendo altri 28'' ai 10 che già avevo.

Ma tanto, ormai.

1 giugno 2016

l'Orsa

Dato che tanto come andrà a finire questo fine settimana lo sanno già tutti (nella sprint Race Cup Re Carlo sabato a Borgo Valsugana si riprenderà lo scettro anche nella sprint, lasciandosi dietro a mezzo minuto il monotono Ruggiero, seguito ad un altro mezzo dal desolato Pedrotti, mentre domenica nella long di Coppa Italia val Malene uguale, ma con uno a scelta fra Ingemar, Paolo, Simone o un cristellon qualsiasi, che potrebbero desolare ancora di più il Desolato) lo scorso fine settimana sono andato a fare altro.

L'obiettivo rimane sempre la Dolomiti Sky Run e i suoi 130+10.000, ammesso che l'antipasto della Dolomiti Extreme, con soli 103+7000 non mi vada per traverso, così sono andato a farmi un trail di antipasto all'antipasto: 50 miseri chilometri con 3000 metri di dislivello e 3000 litri di acqua sulla testa.

Considerando che le previsioni erano di selvaggi temporali sparsi per tutta la giornata, è andata più che bene. L'idea di trovarmi in cima al Monte Baldo fra i fulmini mi terrorizzava abbastanza, ma in partenza non ero per niente sicuro che avrei fatto qualcosa per evitarlo, se fosse capitato sul serio. Partenza da Brentino in Valle dell'Adige, salita verso il Santuario della Madonna della corona in una valletta veramente suggestiva, giretto su un altipiano di cui a malapena sapevo l'esistenza, salita al monte Telegrafo, traversata sui crinali, discesa a rotta di collo fra i mughi e poi un altro po' di salita per completare i 3000, prima di scendere nel bosco di nuovo a Brentino, per vari interminabili km.

Dato che la gara l'avevo scelta soprattutto per il suo panorama sul lago di Garda (che sono riuscito ad intravvedere per non più di un paio di minuti) e sul Brenta (che non ho visto neanche per sbaglio) l'uscita non si può dire completamente riuscita, però le gambe stavano proprio bene, e le ho spremute dal primo all'ultimo chilometro. Di più negli ultimi, dove nella pazza discesa ho tentato di stare dietro a due assatanati, non riuscendoci, ma facendo un ottimo allenamento e divertendomi parecchio, perché comunque arrivare al traguado spremuti come i limoni dà  un sacco di soddisfazione
 
Adesso devo andare a farmi una corsetta per sciogliere i muscoli, che se no Ingemar mi batte anche sabato.