30 marzo 2013

Ultrabericus

Se la meno per pagine e pagine su gare da un'ora scarsa, su questa da 8 ore potrei scriverci una enciclopedia, ma mi limiterò a qualche sobrio e doveroso omaggio.

Il primo va agli organizzatori, che devono aver fatto una montagna di lavoro per dare la possibilità a 800 pazzi furiosi di correre per un tempo variabile fra le 6 e le 13 ore sul circuito alla fine non troppo fangoso dei colli berici. Sul fatto che alla fine delle n ore di cui sopra molti di questi non vedessero l'ora di ricominciare, ho qualche personale riserva, ma è un problema mio.

Il secondo va ai figuri dell'Erebus, che per me sono stati di gran lunga la parte più bella della gita. Uscita al bar la sera prima, pernottamento da Cosimo, cartello di doverosa presa per il culo prima della partenza, fotografie durante la gara, compagnia nella prima parte, e soprattutto un genuino e straripante buon umore che ha pervaso tutto il tempo che siamo stati insieme. Per motivi prettamente sudatorio - olfattivi mi sono rifiutato di correre per 8 ore con la maglietta sintetica dell'Erebus (sostituendola con una nuova maglietta in bambù che si è confermata super ana-puzzoide e velocissima ad asciugarsi anche in corsa) ma il cuore era con loro.

Il terzo va per una volta a me, perchè sono molto soddisfatto della mia gara. La mia prestazione non entrerà nella storia di questo sport (?) dato che un 74° posto su 588 arrivati potrebbe sembrare dignitoso, ma 2 ore (sic!) di distacco dal primo non lo sono affatto, ma ho fatto tutto quello che speravo di poter fare. Sono partito tranquillo, ho accelerato quando mi è sembrato il caso di farlo, ho corso per molti chilometri con il dubbio di star andando troppo forte rispetto ai km che mancavano all'arrivo, ma sono arrivato in fondo senza particolari cedimenti. Ho chiuso in poco meno di 8 ore ad una media variabile fra i 7'23'' al km che dice il sito della gara, e i 7'04'' che dice il mio gps, che forse elimina il tempo di sosta. E ho capito che non è il tipo di gara che fa per me. 40-50 km a me sono più che sufficienti. Però dato che ho visto che reggo 8 ore, potrò iscrivermi serenamente a qualche gara di skymarathon tipo la Maddalene Sky Marathon, o il Sella Ronda Running, o il Dolomiti Extreme Trail, o il Cortina Trail.

Qui un bel filmato su cosa è stata l'Utrabericus, molto in breve.



Lipica 2

Seconda gara a Lipica e prima con il gps. O meglio, seconda, ma la prima volta non ero riuscito ad accenderlo e al traguardo segnava un misero 0:00. Stavolta per sicurezza lo faccio partire ai -5'', dato che come ha detto non mi ricordo chi, quando sento il via non capisco più niente. 

Anyway, la gara si annuncia più corta ma più tecnica del giorno prima, e il tempo è parecchio brutto. Quindi sarà bellissimo, se solo si riesce a sopravvivere alla sassaia aguzza che cosparge gran parte della carta (e che mi spingerà per gran parte della gara a muovermi come Johnny Depp nel Pirata dei Caraibi).

La 1 è vicina, ma così vicina che si vede quasi dal via, e ti fa venire il dubbio che sia una messa lì apposta per confonderti. Invece è proprio lei. La 2 è più lontana e c'è un dosso in mezzo. C'è un lato giusto e uno meno giusto per aggirarlo, io scelgo il secondo e cincischio anche in zona punto per non aver preso un serio punto d'attacco (anzi, per non averlo preso affatto). La 3 è di nuovo vicina, basterebbe puntare bene la bussola, ma io non lo faccio. Alla 4 si arriva quasi tutto su sentiero e poi sbattendo su un muretto, ma lo manco perchè travestito da sassi, e mi faccio un giretto nei dintorni. La 5 non riesco a sbagliarla neanche io, ma forse se passavo dall'altra parte della pera era meglio. Per la 6 non prendo la via migliore per arrivare al sentiero, ma sono decente in zona punto, mentre alla 7 faccio il mio best time di giornata, secondo tempo a 3'' da tale Tadas Kazlauskas. Potrebbe sembrare una lanterna semplice, ma il Cip ci perde sei minuti e mezzo (come abbia fatto, lo sa solo lui).

La 8 consiglierebbe di andare come i missili fino a sbattere sul muretto a nord della lanterna, io cincischio nei sassi a sud, e la trovo un po' per caso. Per la 9 sarebbe più veloce prendere il dosso di petto e io vado nella sassaia a sud. Alla fine in qualche modo ci arrivo appoggiandomi al sentiero, dalla traccia gps mi viene il dubbio che fosse anche posata sbagliata, ma lì per lì non me ne accorgo neanche. Comunque ci perdo due minuti. Per la 10 basta seguire il roccione e la roccetta segnaletici, per la 11 fare un azimut decente (che io non so fare, perdo 20'' su 35'' di lanterna) e per la 12 anche.

La 13 si attacca comodamente dalla curva del sentiero seguendo l'avallamento, la 14 si può attaccare come ho fatto io solo se si ha molto tempo da perdere, la 15 è questione di trovare un varco fra i roccioni acuminati. La 16 si attacca facilmente prendendo la valletta dalla curva del sentiero, ma ci sarebbero modi più intelligenti per arrivare fin lì, e poi 17 - 18 e finish sono subito lì.

Sono stato molto bravo perchè in una cartina molto tecnica non mi sono mai perso. Sono stato molto una sega perchè su 18 lanterne ne avrò fatte bene un paio. Il verdetto che fotografa benissimo la situazione a questo punto della stagione, e su questo tipo di carte, dice

Paolo Mario Grassi 32:49
Roland Pin 35:06
Simone Grassi 36:14
Ingemar Neuhauser 38:53
Andrea Cipriani 40:09
Dario Pedrotti 41:03

E Cipriani è andato per fragole per 6' abbondanti.
Impressionante invece GPM, che quando mi ha preso alla 16 sembrava avesse alle calcagna un branco di cani randagi decisi a sbranarlo.
La via per le medaglie è lunga e dura.
Che bello.

18 marzo 2013

Lipica 1

Lipica è sempre Lipica, ma con il passare degli anni anche gli zucconi riescono a prenderci un po' le misure, e quest'anno ne riesco quasi dignitosamente. Quasi, perchè c'è un fattaccio che marchia indelebilmente la mia due giorni slovena, e molto probabilmente mi costerà la possibilità di iscrivermi alla coppa Italia dei Lessini.

Il tempo era previsto talmente brutto che quando arriviamo lì e si limita a piovviginare, sembra bellissimo. Il bosco è un pelo umido, ma aumenta solo il fascino del posto, che orientisticamente parlando è comunque favoloso.

Decido di partire molto tranquillo e per la prima faccio una scelta super prudentesu riferimenti molto visibili. Ci metto un po', ma ci arrivo in tranquillità, e questo per il momento è l'unica cosa che conta.

Per la 2 non vedo scelte in tranquillità e faccio un piano di avvicinamento un po' vago. Arrivo più a sud di quello che pensavo, ma riconosco correttamente le buche che ho davanti, e mi avvio titubante nel semiaperto. Qui basterebbe davvero poco per arrivare al sentiero da cui attaccare la lanterna, ma perdo (già) la lucidità, credo perchè è un tipo di terreno che non riesco a riconoscere e non ho la pazienza di stare lì a leggerlo. In più vedo una lanterna e non capisco più niente. Quando scendo a punzonarla mi accorgo che non è la mia, ma a quel punto non riesco più a capire dove sono. E non sarebbe difficile, basterebbe fare un minimo di ragionamento all'indietro. Comincio a vagare sulla stradina sperando mi appaia un riferimento, che non appare o non riesco a riconoscere. E succede il fattaccio. Sulla stradina incontro T.P. una baldanzosa W12 che mi si accivina. Pensando che mi stia chiedendo aiuto, le confesso che non so dove siamo. Ma lei mi risponde "io invece sì!". E a quel punto, non riesco a resistere alla tentazione di rinforzare la sua giovanile autostima chiedendole accondiscentente dove ci troviamo. Da lì alla lanterna a quel punto mi bastano 20'', ma intanto ho perso 5 minuti.

La 3 è vicinissima, ma pago l'effetto ansia da recupero, e rimango basso, perdendo altri 20'' su una lanterna da 50, e poi mi do una regolata. Sentiero, via in curva, doppio muretto, muretto, prato, muretto e la 4 è in saccoccia, e giù dritti si arriva alla 5.

Per la 6 passo abbastanza convinto fra le buche col verdino ma poi esito un po' incontrando il sentiero con un angolo diverso da quello che mi aspettato. E alla 7 faccio una scelta troppo prudente andando a farmi guidare dal muretto in cima, quando era sufficiente tagliare in diagonale e contare i muretti fino a uno dei due angoli.

Per la 8 vorrei seguire il nasone ma prendo male la direzione e finisco nella dolina sbagliata. I muretti mi avvisano dell'errore e in breve sono alla mia, ma perdo un altro minuto abbondante. Per la 9 mi faccio accompagnare dal sentiero fino al muretto, e da lui fino al secondo incrocio di muretti, poi sono lento nel trovare il verdino giusto, ma solo di 20''. La 10 è una processione di buche che mi sembra di fare bene, eppure anche qui mi danno 20''. 

La 11 è la "tratta lunga", e ne esco con un dignitoso terzo tempo. Dopo aver raggiunto e risalito un po' il sentiero, vado a ovest verso uno - due - tre - quattro prati, ed è lì. E ancora meglio va alla 12, che è l'unica tutta di salita, e che conferma che su quella non ho problemi. Non fosse che in cima c'è un sottobosco un po' sporco, e mi guardo un po' in giro guardingo per essere sicuro di aver riconosciuto il dosso, ci metterei anche meno, comunque secondo tempo. La 13 prima penso di farla da sotto e mi metto ad aggirare la collina, poi decido di farla da sopra e mi butto sul sentiero. Arrivo comodamente e velocemente in zona punto, dove incrocio alcuni altri concorrenti e mi faccio distrarre come tradizione. Devo risalire alla buca con i muretti per essere sicuro che non sono andato lungoe poi ridiscendo e la trovo, ma ci smeno abbastanza.

La 14 è lì vicina, l'unico problema è guadare l'immensa sassaia senza caderci sopra. La 15 richiede qualche attenzione ma mi appoggio ai gialli e ci arrivo bene, ci metto un minuto e mezzo più del primo ma non capisco bene perchè.

Da lì in poi sono abbastanza facili, perchè ci sono prati e sentieri, basta un po' di attenzione. 

Alla fine sono decimo, a 4' da Cipriani, 2' da Grassi & Grassi, e 1' e mezzo davanti a Neuheuser. Considerando che era Lipica, che è la prima gara dell'anno e che ho sbagliato 5' su una lanterna sola, direi che non è male. Abbastanza bene da non cadere in depressione, e abbastanza male da non montarmi la testa.

Anche per scrivere post un po' più decenti, ci sarà tempo, intanto se avete voglia di leggere roba lunga, datevi un'occhiata a questo e poi insultate l'autore, che siccome quando fa indigestione di chiodi poi non riesce a digerire la crostata ai mirtilli, sta pensando di smettere con la crostata ai mirtilli.

7 marzo 2013

Primavera, arrivo! E tu?


Dopo i massacranti (?) carichi di lavoro invernali sognando momenti di gloria, ecco finalmente la primavera e l'inizio delle competizioni, e tanto per non buttar via tempo e rovinare con l'appetito con gli antipasti, due primi da stomaci forti: prossimo fine settimana orienteering al Lipica open fra doline, muretti e verdi 5, e quello dopo Ultra Bericus Trail, 65 km con 2500 metri di dislivello.

Ma il fato sembra aver deciso che è il caso di temprare un po' il carattere per potersi meglio presentare agli appuntamenti che contano davvero, e pare aver scelto di condire i due piatti con i sughi piccanti di cui sopra. Acqua a catinelle su Lipica, e freddo e neve (?) a Vicenza.

Ora, correre nel fango sotto il diluvio su e giù dai buchi del carso per un paio d'ore è giusto un piacere (meno riuscire ad intrattenere una 9enne e un 14enne in due giorni di trasferta alluvionata senza una calda camera d'albergo e una TV con canali satellitari) ma l'idea di ritrovarmi sui Colli Berici con 2 gradi di temperatura e 10 cm di neve sotto i piedi per un tempo imprecisato fra le 8 e le 10 ore, mi mette un attimo a disagio. Quest'inverno ho corso parecchio sulla neve: è bellissimo, ma si fa una fatica porca.

Orsù, grandi dei delle nordiche bianche distese, terre natie dell'orienteering, abbiate pietà. Concedetemi una UBT senza neve e io in cambio mi rotolerò entusiasta nel fango di Lipica, alla ricerca delle vostre sacre lanterne, con l'entusiasmo di un ruspante 5enne di campagna.


2 marzo 2013

Il riscaldamento psicologico

Dopo aver curato per bene la preparazione atletica invernale, un aspetto molto importante per arrivare al top nelle gare che contano, è il riscaldamento psicologico.

È importante iniziare l'anno con competizioni ampiamente alla propria portata, tecnicamente vicine al banale, prive o quasi di avversari minimamente competitivi, in modo da fare razzia di successi e irrobustire la propria autostima orientistica. 

Poi, quando il feeling con la cartina sarà tornato a livelli accettabili, e il programma autostima sarà arrivato sufficientemente avanti da permettere di guardarsi allo specchio dicendo "sì, sono un orientista", si potrà passare dalle gare rionali alle prime promozionali, e, con cautela, iniziare a confrontarsi con gli avversari a cui l'anno prima si davano 10' ad ogni gara.

Sarà solo a questo punto che l'orentista accorto potrà affacciarsi prima alle gare regionali, e poi a quelle nazionali, forte ormai di una sintonia immediata con qualsiasi tipo di carta, e di una fiducia nei propri mezzi tale da poter guardare negli occhi Sgiursgiù senza mettersi a piangere. Perchè saranno queste conquiste, unite ai km macinati nel freddo inverno, quelle che gli permetteranno di ottenere il massimo nei confronti con i migliori atleti della sua categoria, e, perchè no, di poter puntare a qualche medaglia a livello nazionale.

In alternativa si può iscriversi ad inizio marzo alla gara con le cartine più ostiche del mondo, a cui sono iscritti tutti i più bravi della propria categoria, tipo ad esempio iscriversi alla Lipica Open in M35 dove sono iscritti Grassi Paolo Mario (nel 2012 medaglia d'argento ai campionati italiani middle M35 e vincitore della Coppa Italia M35), Grassi Simone (nel 2012 medaglia d'oro ai campionati italiani long M35 e terzo in coppa Italia M35), Cipriani Andrea (nel 2012 medaglia d'argento ai campionati italiani sprint M35, medaglia d'oro ai campionati italiani long M40, medaglia di bronzo ai campionati italiani middle M35, e vincitore della Coppa Italia M40), Neuhauser Ingemar (nel 2012 medaglia di bronzo ai campionati italiani long M35), e Pin Roland (nel 2012 niente medaglie perchè pur vecchietto ha sempre corso in elite, e settimo in Coppa Italia elite).

E fanculo il riscaldamento psicologico.