27 aprile 2016

Spocchioso e presuntuosetto?

No, non sto parlando del Perfido Ruggiero, ma di me medesimo. Credo sia questa l'impressione che do quando qualcuno mi si avvicina in riscaldamento e io rispondo a monosillabi prima di accomiatarlo bruscamente nel caso in cui non se ne vada da solo, adducendo come scusa che "se non mi concentro mi perdo alla prima". Il problema è che è vero.

Ne è una plastica dimostrazione la mia "prestazione" alla "Gara Promozionale Caccia all'Urogallo", simpatico nome dato dagli organizzatori all'allenamento che ha sostituito la prevista gara di coppa del Trentino, annullata appunto per problemi con l'urogallo.

È una gara promozionale, anzi, addirittura un allenamento, non si può mica andarsene 20' in giro per il bosco a cercare il contatto telepatico con Giove e Saturno. Se poi al punching start non c'è nessuno, e mi son scaldato ad arrivare in bici, la cosa più naturale è partire subito, che il bosco è bello, e poi mi aspetta la sauna in albergo.

A onor del vero non mi sono perso alla prima, ma su 20 ne ho sbagliate 7, che non è una brutta percentuale. Non varrebbe neanche la pena di scriverne, se non fosse che il tracciatore a fine "gara" mi ha detto, "poi leggerò sul tuo blog".

Lui ha fatto certamente il suo dovere, aiutato da un bosco bellissimo, dove sarebbe stato un gran piacere scorrazzare con una cartina in mano e il cervello acceso. La mia 2 dimostra ampiamente che il mio cervello acceso non lo era, e la traccia a penna fa vedere solo che sono salito in montagna per niente, non quanto mi sono fermato a guardarmi in giro chiedendomi se fossi davvero dove pensavo di essere. Alla 3 l'unico problema è che c'è un boscaiolo che mi dice che dovrei spostarmi perché se no mi cade in testa l'albero che sta tagliando, la 4 quasi si vede, la 5 mi illude di essere un orientista, ma quando arrivo al giallo andando alla 6 capisco che non è proprio vero. Prima di punzonare ho comunque ancora il tempo di andare ancora nella direzione sbagliata.

Facile la 7, banale la 8, un po' di culo la 9 e alla 10 di nuovo salgo su un cocuzzolo e sto lì un po' a cercare di capire dove sono. Non lo capisco, ma scendo dalla parte giusta e vedo non distante il telo. Per la 11 sto per farmi sedurre dalla 12, ma mi convinco che quella è proprio troppo in basso, senza l'umiliazione di andare a guardarla. Alla 13 esito per un dosso meno accentuato di quello che pensavo, alla 14 tento di partire nella direzione sbagliata ma un avvallamento troppo evidente mi convince a tornare sulla retta via, alla 15 controllo tutti gli avvallamenti delle vicinanze prima di trovare quello giusto.

Alla 16 provo un azimut pochissimo convinto e poi torno al sentiero e poi torno di là, la 17 è troppo facile persino per me oggi, per la 18 ho un briciolo di scatto di orgoglio, ma poi mi raggiunge Sbabu e allora la 19 la sbaglio alla grandissima, peggio che se stessi giocando a mosca cieca con qualcuno che mi prende in giro facendomi andare in qua e in là.

Riesco a sbagliare anche la 20, andando su dalla strada sbagliata e arrivando al finish dovendo poi tornare indietro.

Dai, è perché non mi ero concentrato, non sono COSI' scarso.

24 aprile 2016

II Prova Sprint Race Tour - Revine Laghi

One week later, torniamo a Revine per la seconda prova dello sprint race tour. Ricorderanno tutti che la prima prova l'aveva vinta il Perfido Ruggiero, e quindi arrivo a Revine molto motivato a rendergli pan per focaccia.

Ebbene, non ci sono riuscito.

Eppure ero stato proprio bravo, mi ero fatto anche 1 (una) seduta di ripetute in piano, 10 x 1'10'' circa. Ero stufo già alla seconda, il che vuol dire che in tutte le altre avevo fortemente temprato il carattere. Considerando che Revine era tutta in salita o in discesa, le mie ripetute in piano non sono servite praticamente a una sega, e probabilmente uno dei miei soliti allenamenti salitosi (che è un po' come "petaloso", ma meno trendy) era meglio.

Comunque, la gara è stata molto divertente, e avrei anche potuto vincerla, se non c'era Mario o se cadeva in un fosso, o se avesse sbagliato completamente le due scelte lunghe. Ma non ha fatto nessuna delle tre cose, e così sono arrivato secondo, nonostante abbia fatto una gara più che discreta.

Le prime 4 sono filanti, con scelte quasi equivalenti. O meglio, le prime 3, perché alla 4 a dire il vero la scelta da sopra paga parecchio di più di quella da sotto, infatti Francesco (Buselli) e Michele (Ausermuller), rifilano agli Arii 5-6 secondi, installandosi al primo e secondo posto. Entrambi però non si avvedono che per la successiva c'è da tagliare fra i campi, o se ne avvedono, ma scelgono diversamente, fatto sta che alla 5 sono terzo e quinto, e tanti saluti.

Anche il divario fra gli Arii aumenta sensibilmente, parecchio sensibilmente: quello con la M mi rifila 12'' in una sola lanterna, ferendomi nell'orgoglio (ma lo scoprirò solo dopo la gara) e staccandomi irreparabilmente (ma lo scoprirò solo dopo la gara). Ci metto un po' del mio anche alla 6: benché alla fine il mio sia il secondo tempo di tratta a soli 5'' dal Perfido, cincischio un bel po' perché prima mi convinco che devo andare alla 9, poi capisco che invece devo andare alla 6 e decido che la scelta che avevo pensato per la 9 non andava bene (falso!) e in paese mi confondo anche un po'. 

Arrivo alla 6 con 19'' di distacco, che saranno 20 alla 10, perché M su per il prato della 9 va parecchio più veloce di D, ma D per andare alla 10 fa una scelta più intelligente di M. La 11 la facciamo quasi uguale (ma lui 1'' meglio) dalla 12 alla 14 le faccio meglio io, la 15 la facciamo un po' da culo entrambi (io rimango un po' a contemplare la piazza prima di accorgermi che la lanterna è nel portico).

Alla 16 non sbaglio, ma evidentemente me la prendo un po' troppo comoda fra portici e vicoletti, e da lì M&D vanno all'arrivo praticamente a braccetto, ma con 5'' in 7 lanterne più meglio M rispetto a D, ed entrambi un po' caz_oni alla 21, che attaccano "a S" invece che "a C" come fa Ingemar, accorgendosi per tempo che vicino al numero 21 c'è una invisibile crocetta magenta (= passaggio vietato) e fot_endo in questo modo il terzo posto a Francesco, che invece fa il caz_one come M&D.

Morale della favola, il podio è la fotocopia di quello di Pieve di Soligo, mannaggia, mannaggia.
See you in Caoria, damn perfidious M.



18 aprile 2016

II Coppa Italia - long Cansiglio

Cronologicamente nel fine settimana ci sarebbe stata prima la sprint di Revine, ma se pubblico prima un post su quella, già mi vedo dopo 10'' il commento di Spacca Zebedei che dice "sì sì, ma raccontaci del Cansiglio...", quindi tanto vale cominciare con il Cansiglio.

Premessa. In un posto così bello mi sarebbe piaciuto di più andarci fra un mese, con l'erba e gli alberi belli verdi. Il terreno sarà uguale in maggio ("un parquet", una "moquette", un posto dove correre "in ciabatte" o dove andare "in pattine", tutte parole di Stegal) ma il panorama sarà molto molto più bello. E meno male che ieri il tempo ci ha graziati, perché poteva anche fare parecchio freddo.
Altra considerazione extra agonistica, o quasi: perché non si fanno più delle long long? Ieri il primo M35 ha vinto in 57', senza errori poteva anche farcela in 54',  e Rigoni probabilmente in 48'. Con tutto quel ben di Dio a disposizione, qualche km in più ci sarebbe stato proprio bene.

La mia gara si è giocata fondamentalmente su un cartello che non ho visto, ma torniamo alle cronache lanterna per lanterna di un tempo, che migliaia di lettori non vedevano l'ora tornassero.

Pronti via e il tracciatore pensa bene che siamo vecchietti e dobbiamo entrare in carta, ma siamo anche giovani dentro e rischiamo di non prenderci il tempo per farlo. Così ci accompagna prima con il sentiero e poi con il letto del ruscello fino ad un punto di attacco da cui non si può sbagliare. Quello che parte più garrulo è Ausermuller, 9'' dietro Ruggiero, 11'' io. Da lì già si apre quel bosco di cui Stegal ha parlato allo sfinimento per tutto il pregara e per metà giorno precedente, uno di quei boschi in cui devi alzare gli occhi e leggere le macro forme, e se ci riesci sei a posto, se no sei fottuto.

Io alzo gli occhi e mi sembra di leggere tutto (ah, la magia del 15.000!). Parto come un razzo verso la 2. Ma sono giovane e inesperto, sarò proprio vero che sto leggendo tutto? Sarà proprio la direzione giusta? Arriveranno proprio le rocce? Ma sì, sono proprio loro, e lì c'è proprio una lanterna, ed è davvero la mia. Allora oggi ci si diverte!

Uscito dal punto so esattamente dove andare, rimango un pelo alto ma arrivo alla 3 come me l'avessero fatta vedere il giorno prima: 8'' più veloce di un certo GPM, 10'' più veloce di Davide Rusconi, 15'' più veloce di Mario e 17'' più veloce di Michele, e sono in testa.

Giù e su e giù, meno implacabile ma preciso, cedo 10'' e lo scettro a Mario. In vena di regalie alla 5 arrivo alla pista da sci senza un piano preciso, non trovo in carta un sasso che vedo lungo il prato, e spinto da Satana scendo per aggirare un verdino che in qualsiasi altro posto al mondo sarebbe stato un bianco e lo avrei attraversato notandolo a malapena. Quando vedo il naso che cerco, sono sufficientemente concentrato da non fermarmi a prendermi a schiaffi, ma rotolo al 5° posto a 1'10''.

È ora di "tratta lunga" (suvvia, davvero pensate che siamo così vecchi da non poterci permettere qualche centimetro in più?). Ci penso un po', ma non abbastanza. Vedo la scelta su e giù dal montarozzo, o via in curva e poi sul pendentone, ma mi sfuggono i puntini sul pendentone e, soprattutto, la scelta da est, su solo fino alla sella e poi giù. Alla fine i puntini mi spingono sulla strada asfaltata e poi su dal curvone. Salendo ho il tempo di avvistare Dario Stefani, partito 10' prima di me, e anche di intravvedere Mario che punzona e scappa. È partito 2' prima di me e mi sa che gli ho rosicchiato qualcosa! Gli split in effetti diranno che lì sono di nuovo in testa: nonostante la scelta non ottimale guadagno dai 26'' in su a tutti, e 2' e mezzo a Mario. Ma la gara è ancora lunga.

La 7 mi pare una tipica lanterna da sputtanarci una giornata e, complice anche la salita, la prendo prudente. Con il senno di poi (e con la lente di ingrandimento) probabilmente la depressione con le rocce sulla quale mi "appoggio" non è quella che pensavo, ma il mio stellone brilla e mi fa vedere il punzone che spunta dalla buca. 50'' peggio di Mario (che dirà poi che quando mi ha visto "ha resettato e è ripartito senza voltarsi più indietro") ma meglio di tutti gli altri, e leadership conservata.

Deciso in curva alla 8 e poi scelta prudente per la 9: aggiro il monticello e mi faccio portare dalla curva di livello. È una buona scelta, ma dovrei spingere molto di più sul costone. Morale, Mario mi rifila 40'' e si riprende la testa della gara con 3'' di vantaggio.

Giù a rotta di collo per la 10 (e Mario è 4'' più rotto di me) poi per la 11 decido di tenermi un po' largo, solo che mi tengo un po' troppo largo, talmente largo che mi spavento perché mi sembra di non arrivare più: 50'' persi malamente e Mario che si allontana. Bevo un attimo prima della 12 che è lì dietro, e ci lascio altri 15'' (avrò bevuto troppo?), ma rimango secondo. È in uscita da questo punto che non vedo il cartello.


Considerando che venivo più o meno da dove c'è il numero 12, potevo scegliere se proseguire diritto verso il podio, o svoltare di 90 gradi a destra verso affanculo. Non ci ho pensato un attimo e sono andato a destra. Tuttora non so perché. Era forse il punto più facile della gara, forse dalla 12 si vedeva pure. Ho deciso che dovevo seguire un nasone, ma perché abbia scelto quello, non me lo spiego. Non c'erano avversari, non ero agitato, non ero in aceto. Certo, potevo fermarmi qualche km prima vedendo che il nasone non finiva mai, ma c'era lì anche Cavazzani e volevo fargli vedere il mio bello stile. Quando arrivo alla 16 mi sento l'orientista più stupido della storia (e magari "della storia" è eccessivo, ma su quella tratta ho fatto 2'34'' peggio del penultimo tempo in M35, 3' peggio dell'ultimo tempo in M20, e in MA ha fatto peggio di me solo da Fabrizio Abrate, al quale evidentemente non scrivere più sul suo blog fa male).

Dalla 16 alla 13 probabilmente corro a 2'50'' al kms, qui incontro Michele, che non sapevo partisse 4' dopo di me, ma che comunque tento di seminare volando alla 14 (ma potevo tenermi un po' più alto e Mario fa meglio di 2''), trascinandolo dalla parte sbagliata dei recinti per la 15 (addirittura 16'' persi), ma riuscendoci solo salendo con il miglior tempo alla 16, 5'' più veloce di Mario (ma 9'' peggio di Mattia Debertolis, minchia...). Anche sulla 17 mi butto con discreta foga, ma sta volta 5'' più lento di Mario, e poi stacco di nuovo il cervello e mi ritrovo a rincorrere di nuovo Michele da lontano, riuscendo a riprenderlo solo in cima al cocuzzolo della 18, dove lui arriva con la lingua sotto le chiodate e io quasi fresco come una rosa, ma io sono mona e lui no. 

Poi un miglior tempo alla 19 e due terzi alla 100 e al finish, tanto per rodermi ancora un po' su quanto andavano oggi le gambe nonostante (o grazie?) i 75 km di sabato scorso, e chiusura in 5° posizione, dietro a Mario, Michele, un inaspettato Davide Rusconi, e il sempre presente Ingemar.

Mi rode un pelino. 
Forza SZ, infierisci.


12 aprile 2016

Un sacco di fatica


Mentre taluni cazzeggiano commentando i blog altrui e tentando inutilmente di mettere pressione addosso a notorie psiche (o psichi?) di acciaio, e talaltri perdono tempo ad andare a controllare i tempi degli avversari in gare improbabili, io cerco di coltivare il mio sogno di arrivare vivo in fondo alla Dolomiti Sky Run, facendo cose che alla fine non è che mi piacciano poi da morire.


Al temine dell'ultra trail della settimana scorsa ho finalmente avuto ben chiaro che mentre una gara di orienteering mi diverte un sacco anche se si corre a Porto Marghera, un trail, se non mi porta almeno 5 ore nel cuore delle Dolomiti, non mi piace mica tanto. D'altra parte, se in quei benedetti 1-2-3 luglio nel cuore delle Dolomiti voglio riuscire a rimanerci vivo più di 24 ore, ma anche a venirne fuori in meno di 38, forse è il caso che mi turi il naso e muova le gambe.

Sabato non ero esattamente al top della mia forma psico fisica, tanto che in partenza non avevo neanche voglia di partire (prima volta che io ricordi dai 5 anni in poi). Ma ormai ero lì, e non è mica come una gara di O, dove alla peggio te ne stai lì sul prato del ritrovo a guardare gli altri che vanno e tornano: lì dopo la partenza se ne andavano tutti, perché l'arrivo era da tutt'altre parte. E allora tanto vale partire. Tanto che saranno mai 118 chilometri sforzo.

Riassumendo molto: sono tanti. Senza lanterne da trovare, senza Dolomiti da guardare, con al più un lago di Garda che bello è bello, ma dopo 10 ore anche un po' meno, con un cielo grigetto che non è né bello bello né brutto da sentirsi eroici, un bosco tardo primaverile che più che l'energia dell'estate ti lascia addosso un po' del magone invernale, e tanti concorrenti che vanno giusto un pelino troppo in fretta e sei gli stai dietro muori un po' alla volta, e se li lascia andare ti deprimi, la giornata è lunga.

Se poi ci aggiungi che due delle salite più bastarde te le tengono per la fine, quando ormai pensi che sei arrivato, e che il distacco dai primi lo potresti tranquillamente misurare con la meridiana (non fosse che quando sono arrivati loro il sole c'era ancora, e quando arrivi tu no), non è che torni a casa con tutta sta euforia addosso.

Però almeno torni a casa. Pronto per essere mazzuolato nella miglior cartina italiana del 2016, da chi va ad allenarsi su terreni tosti Mitteleuropei, invece che correre in mutande nei paesi.


5 aprile 2016

Gara interprovinciale CSI a Feltre

Ci avevo corso anni fa e mi ricordavo che la carta mi era piaciuta molto, così ho pensato di investire la mattina di una Pasquetta grigetta in una trasferta a Feltre, per una gara valida per il Circuito promozionale Primiero, per il campionato trentino CSI e per il primo Campionato Interregionale C.S.I. (Comitati di Belluno, Feltre, Trento, Vicenza). Detto così, uno si immagina le folle, invece in M35 eravamo 3, e in 19-34 2 (entrambi PE alla fine...). Un po' più gente nel "Difficile" valido per la gara promozionale FISO, ma un solo "coetaneo". Però almeno ci si può confrontare con i tempi di altri, fra cui Tenani e un paio di Bettega. Ad un certo punto (dopo che io ho già corso...) arriva anche il Cip, e scatta la sfida postuma.

La temperatura in partenza sembra bassina, ma poi sudo di nuovo come una bestia, sarà forse l'umidità, o forse in realtà sono malato, ma non me lo ha detto nessuno e non me ne sono accorto.

Potrebbe però effettivamente essere dovuta ad un qualche virus la mia scelta per la 1, che mi permette nell'ordine di

a) partire su per una rampa
b) allungare la strada
c) fare più dislivello
d) farmi gratuitamente una scalinata in discesa

Quando arrivo lì e trovo a punzonare un mio compagno di squadra 14enne, che ne ha pure già punzonata un'altra, capisco che non sono stato proprio impeccabile.

Comunque non mi deprimo troppo e da lì in poi corro piuttosto bene, senza sbavature e bello concentrato, su e giù per gli scaloni e dentro e fuori per stradine e stradette, divertendomi parecchio. A fare i pignoli (e prima di aver visto gli split) potendo tornare indietro cambierei solo la discesa dalla 18, che conveniva tagliare più in diagonale, visto anche che le scarpe da strada, col sottobosco non andavano molto d'accordo.

I tempi finali dicono che Tenani ci ha messo meno di tutti (17') Jonny Malacarne un po' di più (18' e qualcosa), poi W.Bettega e Paride Grava, e poi me, in un dignitoso 18'46''. Il Cip fortunatamente chiude 20'' più lento di me, risparmiandomi ore e ore sul lettino dello psicanalista.

Non mi viene invece risparmiata la medaglia, e di nuovo non riesco a capacitarmi di come sia possibile che non sia stato emanato un regolamento planetario che vieti categoricamente l'assegnazione di pezzi di metallo di impossibile riciclaggio, ad individui che abbiano già compiuto i 18 anni di età e non abbiano appena finito di scannari almeno per le Olimpiadi o i Mondiali. Giuro che almeno tutte e due le persone con cui ho parlato prima della premiazione sarebbero state più felici ricevendo al posto della medaglia un Mars, un Kit Kat, o al limite anche mezzo chilo di pasta. Io mi spingo ad affermare che avrei preferito anche mezzo litro di acqua minerale liscia o un bel panino col salame.


P.S. Però, caro coach MM, mi sa che un po' di ragione ce l'hai. È vero che sono stato complessivamente abbastanza veloce, ma non riuscivo mai a scattare seriamente. Quindi mi sa che un po' di ripetute mi sa che dovrò proprio farmele.