19 dicembre 2011

Magic Moments 2011

In un anno un po' avaro di soddisfazioni agonistiche, mi rendo conto adesso che alcuni dei momenti più belli sono stati degli allenamenti, che pur essendo sempre religiosamente finalizzati all'orienteering, sono stati senza carta e bussola, ma mi hanno portato in posti bellissimi. E c'è stata anche qualche gara emozionante, o almeno dei pezzi.

10 - I coppa Italia - notturna Torcegno
Pare sarà l'ultima gara in notturna di livello nazionale nella nostra patria, ed è una ragione in più per ricordarla con affetto. Tecnicamente niente di eccezionale, ma parterre di lusso e mia prestazione sopra le righe (o forse sono stati gli altri a stare sotto le righe). Rimane il fatto che il mio 16° posto in Elite mi concede il lusso di mettermi dietro fra gli altri gente come Tommaso Scalet, Massimo Bianchi, Roland Pin, Davide Miori, PM Grassi, Carlo Cristellon.
 
9 - Monte Subasio
Sono in vacanza un paio di gioni ad Assisi a fine agosto, e naturalmente mi alleno. La sera prima ho pensato che mi piacerebbe andare sul Subasio, ma ci vuole del tempo. Quanto verso le 5 mi ritrovo improvvisamente sveglio colgo il segno del destino e parto. Attraverso tutta la cittadina in un silenzio che mai si trova durante il giorno e inizio a salire. Sarebbero solo un migliaio di metri di dislivello, ma grazie ad una poco saggia scelta di percorso ci metto parecchio. E poi non sono abituato alla forma panettone, da noi quando arrivi in cima arrivi in cima, lì non era mai finita. Arrivo su decisamente troppo tardi per vedere l'alba, ma il panorama è molto bello.
 
8 - Alta Badia
Alla fine riesco ad andare alla famosa gara di inizio settembre dell'Alta Badia, per la quale l'IKP rompe i maroni con i volantini fin da gennaio. La concorrenza in M35 non è agguerritissima, ma indovino una delle mie gare migliori della stagione e il posto è di una bellezza quasi esagerata. Quasi tutta la gara si è corsa in mezzo ai prati, a quasi 2000 metri di altezza, con un terreno eternamente sconnesso che chiedeva gran gambe. E quel giorno le avevo! Vittoria con 5' di vantaggio sul secondo e 12' sul terzo. Peccato solo che abbia ricevuto in premio un giornaliero per sci da discesa, sport che ho abbandonato da vari anni.

7 - Pizzo di Levico
E' un altro allenamento, questa volta siamo in Trentino, a fine giugno. Da Lavarone Cappella dove mi trovo alla cima del Pizzo ci sono un migliaio di metri di dislivello, ma parecchia strada. E piove. Nel bosco e nell'avvicinamento prendo proprio tanta acqua, ma quando arrivo in cima ha smesso di piovere ed è rimasta quell'aria limpida come solo dopo i temporali. Nuvolette colorate in lontananza, tramonto incipiente, vento che fischia nelle orecchie e un grandissimo senso di libertà e di pienezza.

6 - Campionato trentino sprint
E' un campionato provinciale, per di più sprint, per di più in una cartina non proprio memorabile (ma dalla quale il Bezzi spreme tutto lo spremibile), però vincere con 3' sul secondo una gara da 18', dà pur sempre una certa soddisfazione. Peccato che Cipriani mi tolga la soddisfazione di batterlo con un PE. Avevo un minutino anche per lui.
 
5 - Wolfendorn
Ancora "vacanza", metà luglio, val di Vizze (Alto Adige) a meno di due settimane dalla Dolomites Sky Race. Servono km e metri di dislivello da mettere nelle gambe per domare il Piz Boè. E la cartina sembra dire che i 2770 metri del Wolfendorn sono quello che fa per me. La giornata è fantastica, il panorama pure, peccato solo che arrivo in cima un po' troppo cotto per gustarmelo davvero. 1300 metri di dislivello contanto sull'approvvigionamento idrico dei ruscelli, che naturalmente non trovo. Sono quasi tornato al punto di partenza quando incontro finalmente una cascatella, ed è una delle bevute più lunghe e belle della mia vita.

4 - Campionato Italiano Long Paneveggio
Nell'albo d'oro il mio nome non compare, dato che raramente premiano anche i piazzamenti a metà gara. E' stata una gara che ho corso proprio bene fino a metà, e l'altra metà lasciamola per il prossimo post. Memorabile per una delle partenze più belle si sempre con vista sulle pale di San Martino, e per la voglia che mi ha lasciato dentro di riprovarci l'anno prossimo.

3 - MOV
E' vero, non sono riuscito a vincere neanche quest'anno, ma ci sono andato molto vicino. E più del secondo posto assoluto e del primo fra gli italiani, a lasciarmi un buon ricordo di quella gara è la sensazione di "compattezza" della mia prestazione. Dall'inizio alla fine senza mollare un secondo, spingendo sull'ultimo ponte come sul primo, con giusto un paio di sbavature a rimandare ancora l'appuntamento con "la gara perfetta" che prima o poi, una volta nella vita, arriverà. E speriamo che l'anno prossimo, quando proverò a scalare l'ultimo gradino del podio che mi manca, il tracciatore riesca a mettere più canali possibile fra i turisti e gli orientisti.

2 - Dolomites Sky Race
Sarebbe OT, perchè non è orienteering e neanche allenamento per la CO. Ma è stato troppo bello. Non siamo arrivati al Piz Boè e neanche al Passo Pordoi, faceva un freddo porco e abbiamo corso per metà gara sotto la neve, avevo mangiato troppo a colazione e le scarpe mezzo numero troppo piccole. Ma la sensazione di potenza fisica provata quasi in cima all'ultima salita, quando nonostante quasi 1500 metri di dislivello già nelle gambe ho sentito che "ne avevo ancora" e potevo accelerare e superare vari di quelli che mi erano stati davanti per tutta la salita, è stata fantastica. Peccato aver capito poco dopo, che avevo invece consumato tutte le terminazioni nervose degli alluci, e che anche se avrei avuto le gambe per accelerare in discesa, ho dovuto rallentare. 

1 - Rocks Paradise
Qualche anno fa mi era capitata sottocchio la cartina di un posto che si chiamava "Rocks Paradise" e mi era sembrato un bel posto per farci orientamento. Qust'anno grazie all'Arge Alp ho potuto correrci, ed è stata una esperienza orientisticamente mistica. Non ho fatto una bella gara, ma sono stato in grado di tenere testa alla carta, e per una volta è stato abbastanza per tornare a casa contento.

13 dicembre 2011

Pagella di fine anno


Sono di seguito riportati i giudizi e le valutazioni conseguite al termine dell'anno scolastico 2011 dall'alunno Pedrotti Dario, classe 35M.

Non farsi distrarre dagli altri

L'alunno ha riportato votazioni gravemente insufficienti in tutte le verifiche svolte in classe e pure a casa, il che, considerando anche il fatto che per una serie di fattori anche positivi, le verifiche sono state più numerose di quelle dell'anno scorso, fa ulteriormente peggiorare il giudizio. Si consiglia per il prossimo anno la adozione di un orsetto di peluche o di un amico immaginario per farsi sostenere psicologicamente durante questo tipo di verifiche.
VOTO 3,5


Correre in salita
Seppur ancora in difficoltà quando la pendenza supera il 45%, l'alunno ha dimostrato notevoli miglioramenti rispetto allo scorso anno, ottenendo risultati più che buoni.
VOTO 8,5


Fare azimut decentemente
Dopo un primo quadrimestre con luci ed ombre, nel secondo l'alunno è stato assente in praticamente tutte le verifiche, e non si è neanche fatto interrogare. La votazione non può quindi essere sufficiente.
VOTO 5

Recuperare subito dalle distrazioni
L'alunno sembra avere fatto dei progressi da questo punto di vista, che vanno però consolidati nel corso del prossimo anno.
VOTO 6

Scegliere sempre un buon punto di attacco
Durante le ore di questa materia l'alunno ha dimostrato una discreta attenzione e un impegno costante, premiato in molti casi da prove dignitose. Se proseguirà con questo impegno è ipotizzabile che entro il prossimo anno i risultati si stabilizzino in senso positivo.
VOTO 7

Non farsi spaventare da nessuna cartina
Nella seconda parte dell'anno l'alunno ha affrontato alcune prove di una certa difficoltà uscendone rafforzato anche dal punto di vista dell'autostima.
VOTO 7,5

C
onferma della medaglia ai campionati italiani sprint

La grave insufficienza del primo quadrimestre non è stata recuperata, ma il titolo trentino nella stessa categoria, con distacchi importanti su rivali importanti, tira su una costola.
VOTO 5,5


Conferma della medaglia ai campionati italiani middle
Nessun risultato ha tirato su nessuna costola.
VOTO 5

Vincere il MOV in M35
Non si può dire che l'impegno sia mancato, tuttavia il risultato non è stato del tutto soddisfacente. Il voto risente anche del fatto che ha avuto anche un po' di sfiga.
VOTO 8

Battere qualche volta nel bosco Grassi, Cipriani, Pin

I risultati ottenuti in centro storico non possono far dimenticare quelli non ottenuti nel bosco.
VOTO4


Migliorare il terzo posto nella classifica finale di coppa Italia
Per le cose fatte vedere durante il primo quadrimestre, è già un miracolo che sia riuscito a conservarlo.
VOTO 5,5


Battere almeno una volta Corradini in bosco
Non è stata svolta alcuna verifica in classe.
VOTO s.v.

Diventare capione italiano M35 (in una specialità qualsiasi...)
Alcuni risultati dell'ultima parte della stagione rinforzano la sensazione che in un vago futuro qualche possibilità di vincere il campionato italiano sprint ci sia effettivamente
VOTO 5,5


Battere una volta Rigoni nel bosco
Si consiglia di provare con un camelbak caricato ad acqua di lourdes.
VOTO n.p.

Nell'anno scolastico 2011 il rendimento dell'alunno Pedrotti è stato complessivamente migliore di quello ottenuto nell'anno scolastico 2010 e vi sono stati degli evidenti miglioramenti sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista tecnico e mentale. Solo gli osservatori superficiali non hanno notato che gli allori nazionali conquistati durante lo scorso anno scolastico, erano da ascriversi a botte di culo di vario genere, che hanno portato a risultati assolutamente prematuri rispetto alla maturazione dell'atleta. Quanto mostrato quest'anno, pur complessivamente ancora lontano dall'eccellenza, conferma il positivo andamento di un lavoro di lungo periodo impostato per il quadriennio 2010-2012, che dovrebbe portare nei prossimi anni a risultati di un certo rilievo. 


Tutto ciò premesso, e alla faccia della media matematica, l'alunno Dario Pedrotti ha conseguito per l'anno scolastico 2011 una valutazione pari a DISCRETO.









5 dicembre 2011

Numeri 2011


Dal 22 novembre 2010 al 27 novembre 2011 contando allenamenti e gare ho collezionato

0 settimane con 0 uscite
2 settimane con 1 uscita
6 settimane con 2 uscite
25 settimane con 3 uscite
20 settimane con 4 uscite
3 settimane con 5 uscite

per un totale di 184 uscite, di cui
143 allenamenti
37 gare di orienteering (8 sprint, 16 middle, 13 long)
2 mezze maratone
1 gara di cross
1 sky race

Guardando solo gli allenamenti
88 h 20' di lungo lento
(di cui 19 h 30' di salita seria)
20 h 18' di fartleck
5 h 30' di progressivi
3 h 45' di salita allegra
2h 28' di andature
56 km di ripetute varie
2 allenamenti tecnici

Tutto questo mi ha fruttato
71,82 punti in lista base
4 punti di sutura

P.S 1 Così, tanto per avere un riferimento, Daniel Hubmann corre circa 500 ore l'anno...

P.S 2. L'ottimo sito world of O propone anche quest'anno il concorso a premi per votare gli orientisti dell'anno.  Cliccare sull'immagine per votare e concorrere a ricchi premi (in iscrizioni a gare internazionali). E poi propone l'interessante Route to Christmas, una specie di calendario dell'avvento in cui ogni giorno fino a Natale propone una tratta di una gara del 2011 da analizzare. Ottimo allenamento a secco!


27 novembre 2011

La Perfida Gardolo

Gardolo è un sobborgo di Trento che dista 5,5 km da casa mia, ed è un luogo con cui ho un pessimo rapporto. E' a Gardolo che quando giocavo a basket ho sbagliato una rimessa dal fondo all'ultimo secondo e gli avversari hanno segnato e vinto di 1. E' di Gardolo la ragazza a cui sono andato dietro più anni inutilmente. E' di Gardolo l'amicizia che sono più dispiaciuto di aver perso. E' da Gardolo che abbondantemente dopo mezzanotte sono tornato a casa a piedi in una gelida nottata invernale dopo una serata con la ragazza di cui sopra che sembrava sarebbe stata risolutiva ma non lo fu affatto. E' a Gardolo che ho trascorso la serata più surreale con la mia attuale moglie in una serata a teatro in cui lei aveva una luna paurosa e avrà detto 3 monosillabi in tutta la sera.

E sabato, mentre io fantasticavo di vincere l'ultima gara dell'anno che si svolgeva proprio lì e intitolare il mio nuovo post "Espugnata Gardolo!", lei si preparava molto più efficacemente a espugnare me.

Della gara purtroppo ho ben poco da dire: dopo una partenza molto determinata in coppia con Canella con cui facciamo alcune tratte insieme, alla 4 ci troviamo entrambi davanti a un albero che dovrebbe celare una lanterna ma non la cela. Contrariati anzichenò usciamo dal cortile nel quale ci troviamo e la scopriamo sul cancello, dove i fanatici della prprietà privata l'avevano evidentemente spostata. Dopo aver punzonato imprecando (ma non troppo perchè c'era una bambina vicina) calcolo al volo che se i miei avversari ci buttano su un occhio all'entrata invece che all'uscita, risparmiano una quindicina di secondi, e riparto ancora più determinato. Per la 5 il tracciatore invita evidentemente a tagliare da due cortili interni separati da un recinto attraversabile, ma quando mi trovo davanti l'attraversabile, oltre a pensare a Fabietto, come succede sempre da quanto si è infilzato su uno di questi, penso subito "sti cazzi!": un metro abbondante di sbarre acuminate interasse 10 cm. Dato che sono ligio agli ordini ma non intelligente, mi appresto immediatamente a scavalcarlo, aiutato da un paletto porta lampada, che però cede nel bel mezzo dell'operazione, non subito, ma quando ormai è troppo tardi per tornare indietro. E' uno di quegli attimi che sembrano durare un'eternità, e quando riesco a riguadagnare la posizione eretta, dopo aver sbattuto costato e retrocoscia sulle punte, mi metto tremante a fare un chek up, con nelle orecchie le parole di Fabietto che raccontava del suo mezzo svenimento.

In corrispondenza del cuore la tuta è leggermente macchiata di sangue, e non mi sembra una buona cosa, ma quando trovo il coraggio per alzare la maglia non trovo che un graffietto. Ben diversa la situazione sul retro, dove le condizioni dei pantaloncini intrisi di sangue lasciano capire che c'è qualcosa di più di un graffietto. Toccandomi sento un buco, ma non mi pare zampilli il sangue, così vado camminando verso la strada principale, controllando nel frattempo tutti i parametri vitali: "mi gira la testa? mi viene da vomitare? mi si annebbia la vista? mi cedono le gambe?". Dato che tutte le risposte sono negative, procedo fino ad incontrare prima Sara e poi il Valer, e quando sono ormai sicuro che qualcuno verrà a recuperarmi, mi siedo per terra.

Nel trasferimento in ospedale prontamente approntato da Roberto Pezzè cominicio a non stare molto bene, probabilmente per via dell'adrenalina che nel frattempo è finita. L'indicatore più preoccupante è che ho in mano la carta della gara e non ho voglia di guardare come proseguiva.

Quando mi scaricano all'ingresso del pronto soccorso, vengo subito messo su un lettino e portato in ambulatorio, dove dopo una rapida occhiata lasciano perdere il taglio dietro ("una cosa da nulla") e si dedicano al davanti, per una sospetta rottura di una costola con lieve difficoltà respiratoria. Dopo avermi sforacchiato un paio di volte e avermi fatto fare un paio di tour del reparto a bordo del lettino, vengo visitato da un medico che non riesce a spiegarsi la dinamica dell'indidente. Gli dico di lasciare perdere, che è una storia lunga. Conferma che il taglio è solo superficiale e mi prescrive una serie di radiografie per capire come stanno femore, omero e costole. Non mi pare di avere l'aria di uno che può avere un femore o un omero fratturati, ma faccio silenzio.

Quando mi ri-posteggiano in corridoio capisco che hanno capito che le mie condizioni sono troppo buone per garantirgli il lavoro anche domani,  così cercano di farmi venire almeno una polmonite lasciandomi in mutande calzini e lenzuolino dove gli altri girano in pullover. Provo a convincere una infermiera a darmi una coperta, e la ottengo al primo colpo. Vorrei poter dire che è stata la mia prestanza fisica a convincerla, ma nonostante io indossi casualmente i boxer più eleganti del mio imbarazzante guardaroba di intimo, i calzini che mi hanno lasciato addosso, pur essendo bassi e da gara, rovinano tutto. Quindi è stata solo una gentilezza.

Il tour per andare a fare i raggi è più lungo degli altri e quando vengo lasciato nelle mani del tecnico di radiologia, capisco che la crisi ha iniziato a colpire duramente anche la sanità trentina. I costosi esami radiologici sono infatti stati sostituiti da una molto più economica simulazione degli stessi, basata sul principio che se non urli come un porcello al macello mentre ti sistemano e risistemano con modalità molto maschie sul lettino, vuol dire che non hai nessuna frattura. Io sopporto stoicamente e al termine il tecnico telefona a qualcuno dicendo che "c'è una barella da venire a prendere". Immagino che nel loro gergo voglia dire che c'è un paziente in barella da recuperare, ma forse quello che sta dall'altra parte del telefono non conosce il loro gergo, e pensa "che cazzo di fretta c'è di andare fin lì a prendere una barella?" perchè aspetto più di 20' in corridoio senza che succeda nulla. Provo allora a fare boccacce alla telecamera a circuito chiuso che sorveglia il corridoio, per provocarli un po'. Dopo neanche 5'' arriva una infermiera, e io inizio a temere che mi stia portando in qualche posto dove mi puniranno con una iniezione di liquido tracciante radioattivo. Ma invece si limita a posteggiarmi nella sala di aspetto dei pazienti in lavorazione.

Qui ci sono altri malati che si sono fatti male in modo meno stupido di quanto abbia fatto io. Il signor Pierluigi ha 86 anni e due anelli d'oro ad un dito, che parlano di una persona amata che c'era ma non c'è più. Ha sbattuto la testa cadendo in cucina "ma se savevo che i me tegniva chi 3 ore no vegnivo miga". Non vede l'ora di tornare a casa, ma si vede che lì non ci sarà nessuno ad aspettarlo.
La signora Tamara è una badante ucrania che non mangia da 2 giorni ed è molto debole. I medici tentano di convincerla a tornare a casa, ma anche lei ha scritto in faccia che almeno qui ha un po' di compagnia.
Il signor Marco da 2 giorni ha un mal di testa tremendo e quando chinandosi a raccogliere un giocattolo dei figli ha visto tutto nero, ha deciso che era meglio andare a farsi dare un'occhiata. Ma ai figli non ha detto che andava in ospedale.

Poi nella sala entra la Sofferenza, quella vera. E' una signora sugli 80 anni, con una sospetta frattura al bacino, che continua ininterrottamente ad articolare delle sillabe sconnesse. Io sentirò i suoi da-da-da per poco più di un'ora e gli infermieri ci scherzano sopra, ma guardandola immagini il dolore dei suoi famigliari, che quel da-da-da lo sentono tutto il giorno tutti i giorni, chiedendosi probabilmente quanto di quella che chiamano anima sia rimasto in quel corpo di una persona a cui vogliono bene.

Poi per me arriva il momento di farmi ricucire e quelle storie spariscono veloci come erano arrivate. L'intervento è piuttosto ridicolo, e la preoccupazione principale è su come farò a togliere quel cerotto che si è aggrappato a 2000 peli. Dopo un altro po' di formalità sono pronto per tornare a casa, ma non ho ancora il permesso del medico.

Dopo 4 ore in quel posto mi sento già un po' di casa, e quando alle 21 smontano tutte le infermiere che  mi hanno preso in consegna, mi sento come quando finisce il turno in campeggio e tutti quelli che hai  conosciuto, bambini e assistenti, vanno a casa, ma tu rimani lì perchè ti hanno iscritto anche al turno successivo. Per fortuna non sono stato iscritto anche al turno successivo, e pochi minuti dopo le 21 torno a casa anch'io.

Fra le varie carte che mi danno da portare via per ricordo, tutte concordi nel dire che fra una decina di giorni sarò come nuovo, una dice: "Paziente vigile, collaborante, eupnoico, deambulante, fasico, ricorda l'accaduto, ben orientato". Chissà cosa scrivevano se invece di impalarmi vincevo la gara. 


26 novembre 2011

Bollettino medico

TRENTO - Non destano preoccupazione le condizioni di Dario Pedrotti, il forte atleta del San Giorgio incorso oggi in un drammatico incidente durante la tappa conclusiva della Coppa del Trentino in quel di Gardolo.

Il portacolori della società della Vela, forse innervosito dallo spostamento della lanterna numero 4 ad opera di qualche sconsiderato, nel dirigersi alla lanterna 5 ha cercato di superare una recizione (attraversabile!) ma è occorso in un infortunio "alla Fabietto Daves", conficcandosi nel quadricipiete femorale destro un elemento del recinto metallico.

Prontamente soccorso dal cassiere del Trent-o signor Roberto Pezzè, viste le condizioni in cui versava il favorito per la gara odierna è stato immediatamente trasferito di urgenza a bordo del pulmino del Monte Giner al nosocomio Gemelli di Roma.

Queste le parole del dott. Evaristo Ruotolo, il primario di chirurghia: "Quando è arrivato in reparto le sue condizioni erano stabili ma gravi: l'elemento metallico aveva scavato una ferita di parecchie decine di decimi di millimetri nel tessuto epiteliale soprastante il quadricipite feromale, andando ad interessare anche il sottostante strato adiposo. Al termine della operazione effettuata con urgenza, durata all'incirca 4', le condizioni sono subito apparse in netto miglioramento. Ci sentiamo di poter garantire a Pedrotti che la carriera di cui farneticava prima che l'anestesista lo mettesse a tacere, è salva, qualunche essa sia. Non è stato invece purtroppo possibile intervenire sui preesistenti squilibri psichici."

Il comunicato emesso dalla società presieduta da Claudio Valer parla di tempi di recupero attorno ai 7-8 giorni, che dovrebbero essere compatibili con la disputa del prestigioso trofeo Ori-bell, e desidera ringraziare, oltre ail signor Pezzè Roberto, i numerosissimi atleti e fan che hanno sommerso la sede e la stessa abitazione del forte atleta master con accorate richieste di aggiornamento sulle sue condizioni di salute.

AGGIORNAMENTO
Una nota testata sportiva nazionale ha ripreso la notizia, si ringrazia MatPaz per la segnalazione.



24 novembre 2011

Conegliano, un anno dopo

"La gara di Conegliano era una di quelle che alla vigilia sembravano tagliate apposta per me: centro storico, una settimana dopo il picco della forma di Venezia, una settimana prima dell lutto dell'ultima gara dell'anno, la possibilità di centrare il "triplete di fine anno" fallito l'anno scorso per un PM propio a Conegliano (vittoria al memorial Pacl + vittoria fra gli italiani a Venezia + vittoria a Conegliano) allungabile a "quadriplete" a Gardolo, e lotto degli avversari alla mia portata. Una lettura realistica delle griglia di partenza faceva pronosticare facilmente Pedrotti primo con due minuti su Casagrande e Lanz - Weitlaner - Stefani a giocarsi il terzo posto."

Questo era l'incipit del post che mi si andava scrivendo nella mente prima della gara di domenica scorsa, aggiunta frettolosamente al mio ori-calendario 2011 dopo averla trovata casualmente nel sito del Trent-o poche ore prima della chiusura delle iscrizioni. E fin qui tutto bene, peccato che già la frase successiva, "E per una volta è andata proprio così", ho dovuto cestinarla. E non solo perchè Casagrande non era in giornata, Lanz era presente e ammalato, e Stefani era ammalato e a casa (o forse con i postumi della Bevilonga, non mi ricordo bene).

Tempo molto soleggiato, temperatura gradevole, niente ciottoli viscidi come l'anno scorso, pane e marmellata (purtroppo senza burro...) al ristoro, amena location del ritrovo - arrivo - premiazione, organizzazione impeccabile: al 20 di novembre per una gara regionale in centro storico non si poteva chiedere di più. E io mi ero neanche presentato facendo molta attenzione a non superare il famoso "confine invisibile fra la giusta fiducia nei propri mezzi e l'eccesso di supponenza": pensavo di poter fare bene e ne avevo molta voglia, per i motivi di cui sopra. E poi, se ero riuscito a correre come un motorino rimanendo costantemente concentrato per più di un'ora a Venezia, vuoi che non ci riesca per mezzora a Conegliano???

Sì, la risposta è sì. Non ci sono riuscito.

Tecnicamente sulla gara non c'è molto da dire. Roland ce la mette tutta per cavar sangue dalle rape e per certi aspetti ci riesce anche, ma la cartina non è che permetta mirabolanti difficoltà tecniche. C'è giusto da fare un po' di attenzione per i numerosi portici nel centro,  nelle case "bucate" fra la 11 e la 12, e nella farfallina alla stazione delle corriere dove i due livelli che nel comunicato gara sembravano il labirinto del minotauro sono in realtà piuttosto facilmente comprensibili. Per il resto si tratta soprattutto di correre, e io, a correre, me la cavo. Infatti alla prima lanterna sono già primo con 6'' di vantaggio sul secondo in meno di 50'' di gara (mia), e alla seconda sono già 22° con 2' dal primo in poco più di 2' di gara (sua). Arrivo anche ad ipotizzare che alla seconda lanterna ci sono arrivato 20'' più velocemente  del primo, peccato che non me ne sia accorto.

Cosa sia successo esattamente non sono riuscito a capirlo nè in gara nè tornando a studiare la zona dopo che ero arrivato. Nel film della gara nella mia testa, c'è un fotogramma in cui ho svoltato a sinistra nel portico che porta alla 2 e vedo a sinistra una stradina che entra, e nel fotogramma successivo sto entrando da destra verso sinistra in diagonale in un parco senza siepi attorno. Pur dubitando io sempre molto della mia memoria (ragion per cui non faccio a memory neanche i tratti fettucciati...) il secondo fotogramma mi sembra realistico perchè, senza in realtà capire cosa stavo facendo, proseguendo diritto sono uscito dallo stesso passaggio da cui uscirò poi andando alla 4 (mettendoci altri buoni 30'' per capire dove ero). E' evidente che tra un fotogramma e l'altro ne mancano parecchi, ma cosa abbia fatto io lì in mezzo non lo so proprio. L'unica ipotesi geograficamente plausibile sarebbe che io sia entrato nel parco dall'ingresso a sud, ma, ammettendo anche che sia sbagliato il primo fotogramma e io non abbia girato a sinistra sotto il portico, mi sembra impossibile che io abbia costeggiato il parco per 100 metri senza vederlo, senza l'aiuto di nessuna sostanza stupefacente. Oltre a non capire "cosa" si successo, non capisco neanche "perchè" sia successo, dato che la zona era molto semplice, non mi sono messo a pensare ad altro, e non c'erano neanche altri concorrenti che mi potessero distrarre.

Comunque, dopo essere riuscito a trovare la 2 ho iniziato a tirare come un matto, e neanche il fugace rapimento dei marziani (perchè di questo probabilmente si è trattato...) avrebbe potuto togliermi il triplete, se non li avessi aiutati con un per me classicissimo "errore da incontro". Questa volta è bastato vedere fra la 5 e la 6 Silvano Daves (che faceva un'altra categoria) e pensare "adesso lo raggiungo!" per distrarmi quel tanto che è bastato per farmi andare a spasso lungo il torrente, complice anche la mia convinzione che il bianco dovesse essere per forza asfaltato (mentre, mi dicono gli esperti ISSOM, vuol solo dire strada). Lungo le amene alzaie del torrente Cervano ho lasciato altri 2' che hanno reso vano ogni ulteriore tentativo di vittoria, nonostante da lì alla fine io abbia rosicchiato a Weitlaner più di un minuto e mezzo.

Morale, lui e Giovanelli sono stati più bravi di me. E addio triplete.

20 novembre 2011

Avviso ai naviganti

Fra commenti scritti direttamente sul blog e parole raccolte al volo alla gara di oggi, ho ricevuto moltissimi complimenti per il mio ultimo post sulla gara di Venezia, per i quali vi ringrazio molto. Mi hanno fatto molto piacere, ma mi hanno anche messo un po' di ansia. 

Ho iniziato a scrivere questo blog perchè come tutti i blogger sono un po' narcisista, e come molti di loro amo scrivere. 

Amare una cosa è secondo me una condizione necessaria per farla bene, ma spesso non è purtroppo sufficiente. 

Venezia per me è una gara magica, e ha anche il potere di rendere un po' magico anche il mio blog, forse anche perchè è nato lì. Molte altre volte invece mi verrà voglia di scrivere anche se che la fatina non mi avrà toccato con la sua bacchetta, e ne verranno fuori pallosissimi resoconti da revisori dei conti. Deluderò qualche lettore riconquistato, ma preferisco correre questo rischio piuttosto che farmi prendere dalla preoccupazione di dover ogni volta fare meglio di quella prima. Di ansia da prestazione ne ho già più che abbastanza in gara.

Se vi romperete le palle a leggere la minuziosa descrizione della scelta di percorso dal punto 11 al punto 12 della promozionale centro storico di Forlimpopoli, o il grado di allacciatura delle mie scarpe al trofeo Polenta e Osèi di Trebaseleghe, e smetterete di leggere dopolav-ori, cercherò di farmene una ragione. Se invece riuscirò ancora a strappare qualche risata a qualcuno, ne sarò felice, soprattutto se sarà il mio piccolissimo contributo alla battaglia che qualcuno sta già combattendo con il sorriso sulle labbra.

Per il racconto delle mie prodezze a Conegliano, dovrete attendere ancora qualche giorno. Ma mantenete molto basse le aspettative...

Dario


14 novembre 2011

E-mails after Venice

Da: orifanatico1994@libero.it
Data: 13 novembre 2011 23.40.01 GMT+01.00
A: volleyforever@gmail.com
Oggetto: Figata!!!

Ciao Franz, oggi finalmente ho corso per la prima volta il Meeting di Orientamento di Venezia, ed è stato veramente una figata. Di tutte le gare che ho fatto da quando mi sono appassionato a questo sport, è stata la più mitica: 4500 persone che corrono per Venezia, non ti puoi immaginare. E poi tutti a cambiarsi al palazzetto. Tu passi le tue domeniche in mutande in un palazzetto, ma oggi quelli in mutande nel palazzetto erano sugli spalti!

Ho fatto una marea di cazzate e mi sono perso 3 volte, ma sono sicuro che l'anno prossimo sarà una bella storia.
Intanto che aspettavo di partire sono andato a vedere che faccia ha quel tipo del blog con i post stra lunghi. Nell'orienteering è figo perchè basta guardare le liste di partenza e il numero di pettorale e trovi subito chi cerchi (e funziona anche al contrario, se vedi una bonazza e vuoi sapere come si chiama!). E' uno lungo lungo e secco secco, e un po' vintage. A parte che ha una tutina anni 70, ma quello alla fine conta poco, aveva una si card 5, che ci mette mezzo secondo in più a botta rispetto a quelle nuove. In una gara così avrà perso 10 secondi solo di tempi di punzonatura. Ma tu di ste robe non ci capisci un sega, cosa te le racconto a fare?
Comunque, dovevi vedere la faccia di sto tipo prima di partire. Prima sembrava che dovesse salvare il mondo tanto era serio, poi mi è sembrato come se avesse paura, poi deve essergli passato perchè ha sorriso.
Comunque, quando l'hanno fatto partire sembrava gli avessero messo un razzo nel culo da come è scappato via.

Una volta devi venire anche tu, è troppo figo.
Bella lì
Ste 

Da: lupetto2000@freemail.it
Data: 13 novembre 2011 18.30.45 GMT+01.00
A: lepreveloce@hotmail.it
Oggetto: gita a Venezia

Caro Filippo, oggi con i miei genitori sono andato in gita a Venezia e è stato abbastanza bello. Non è stato così bellissimo come l'altra volta perchè non c'era l'acqua alta e non ho mangiato due gelati, ma è stato lo stesso abbastanza bello perchè ho sentito tante parolacce!!!

Per la prima volta ero in una di quelle stradine un po' strette che non ci sono le macchine che ci sono a Venezia vicino alla piazza quella grande e ci ha superato un signore che correva come un matto. Poi dopo si è fermato e ha guardato un pezzo di carta che aveva in mano e ha detto quella parola che vuol dire cacca ma che la mia mamma ha detto che io non devo mai dire. E è tornato indietro di corsissima. Però è tornato indietro poco e allora non ho capito perchè era così arrabbiato. Forse doveva andare dalla sua amorosa che lo aspettava e aveva paura che si arrabbiava.
Dopo un po' tanto tempo l'ho visto di nuovo. L'ho riconosciuto subito perchè aveva un pigiama uguale al mio, però io con il pigiama ci vado a letto e non in città come lui. A dire il vero ce ne erano tanti in pigiama a Venezia oggi, ma lui era l'unico con il pigiama come il mio. Questa volta la parolaccia non l'ha detta lui, ma il mio papà, che ha detto quella parola che dice spesso quando è in macchina e che sembra "coniglio" ma che non so cosa vuol dire, e che l'ha detta quando quel signore in pigiama ci è passato vicino vicino che si è sentito il vento. Io non so perchè il mio papà ha detto quella parola perchè io lo so che il signore non mi ha neanche toccato anche se è passato vicino vicino che non ci stava neanche una figurina in mezzo. Quando mi ha superato che era veloce come un missile io pensavo che andava a sbattere contro la signora con il cagnolino che c'era davanti e invece all'ultimo momento zac si è spostato come quell'omino della wii e non ha buttato giù la signora e neanche il cagnolino.
La terza parolaccia non la so tanto bene perchè forse ho capito male perchè c'era tanta confusione e io sono piccolo e ho le orecchie basse. C'erano degli altri di quei signori con il pigiama che lo usano in città e un signore ha detto "al prossimo gli faccio un laccio californiano" e aveva una faccia proprio nera come quando i grandi dicono le parolacce. Però quando ho litigato con la mamma e le ho detto che gli faccio un laccio californiano non si è arrabbiata e si è messa a ridere e allora non so se è una parolaccia o no.
A Venezia c'erano anche i piccioni ma più pochi dell'altra volta.
ciao
Michele

Da: cesare.trivellato@alfacont.it
Data: 13 novembre 2011 21.20.27 GMT+01.00
A: direttore@gazzettinodivenezia.it
Oggetto: lettera al direttore

Gentile Direttore,

sono con la presente a condividere con Lei e con i lettori del Nostro giornale una piccola soddisfazione di cui ho potuto godere in questa domenica. Questa mattina come sempre alle ore 10 sono uscito da casa e ho subito notato che in giro, oltre ai numerosi turisti attirati dalla bellissima giornata autunnale, c'erano già numerosi "sportivi" intenti nella pratica dell' "orienteering". Essendo più di trent'anni che questa cosa va avanti ho ormai imparato a riconosceri e ad odiarli. Pur essendo meno numerosi dei cinesi e dei giapponesi, sono assai più fastidiosi. Corrono o tentano di farlo anche nelle calli più strette e piene di persone, continuano a cambiare direzione improvvisamente leggendo quello che hanno in mano invece di guardare dove vanno, sbucano all'improvviso da dietro gli angoli e non di rado urtano persone anche anziane.
Le mia gioia odierna è dovuta al fatto che oggi finalmente ho potuto assistere allo spettacolo di due di questi individui che si scontravano fra di loro. Uno lungo lungo e secco secco e uno meno lungo e meno secco hanno cozzato frontalmente uno contro l'altro. Non ho potuto trattenere un grido di esultanza! Purtroppo entrambi sono riusciti ad attutire l'urto con le mani e nessuno dei due ha riportato conseguenze dall'accaduto.
L'anno prossimo non mi limiterò a sperare che si eliminino fra di loro, ma mi impegnerò personalmente a fare in modo che al maggior numero possibile di questi "sportivi" passi per sempre la voglia di venire a mettere in pericolo l'incolumità di noi veneziani e dei nostri turisti.
Porgendo cordiali saluti
Cesare Trivellato

Da: romeo1984@interfree.it
Data: 13 novembre 2011 17.12.54 GMT+01.00
A: giulietta1986@hotmail.it
Oggetto: tempo e spazio e sguardo
 

Amore mio,
sono passati pochi minuti da quando ci siamo salutati alla stazione di Venezia, e già mi manchi. Del resto come potrebbe essere altrimenti dopo la giornata meravigliosa che abbiamo passato insieme?
Qui seduto accanto al finestrino, mentre il rosso del tramonto incendia Marghera e tutto il mare che ho davanti, e questo treno mi porta ogni secondo più lontano da te, mi è ritornato in mente quell'istante in cui il nostro abbraccio silenzioso in un pezzo di Venezia finalmente solo per noi, è stato interrotto dal rumore dei passi di quell'uomo che correva con una cartina in mano.
Quando ci è passato accanto e i miei occhi hanno incrociato i suoi, ho sentito quanto eravamo lontani da lui anche se stava passando così vicino.
Lui correva per accorciare il tempo. Noi volevamo che fosse eterno.
Lui cercava dei punti precisi. Noi volevamo rimanere persi.
Lui aveva negli occhi la mancanza. Noi avevamo negli occhi noi.
Ti amo.
A presto
F.

Da: g.ellis@garamond.uk
Data: 14 novembre 2011 00.36.21 GMT+01.00
A: nick.barrable@gmail.com
Oggetto: Victory in Venice!
 

Dear Nick, 
as you suggested me I went to Venice to run the MOV: and I won! It is my best result of the year, after the 7th place in the sprint final in MWOC in Hungary and I'm very proud. It wasn't so easy like last year for you, but I managed. 
The M35 route was much better than in 2010, even if I didn't understand some choices of the course setter. From 8th to 9th points there was no real choice and to go to 10th point you had to come back on the same street. Point 20 had no sense at all, but the worst was that the c.s. had no attention about people traffic. 
I have been quite lucky because I started one hour before the best italians orienteerers, and despite of a big mistake at point 14 (more than 2 minutes lost) I won with 46 second less then Pedrotti and 47 seconds less then Pin.
Sorry that you weren't here!
See you at the next race
Geoff Ellis 


Da: dario.pedrotti@gmail.com
Data: 16 novembre 2011 22.28.48 GMT+01.00
A: prep.atletico@hotmail.it
Oggetto: fuochino

Caro Matteo,

questa volta ci sono andato proprio vicino. Le gambe andavano, la testa anche, ma non è bastato. Un problemino con la SI card, un piccolo lungo alla 4, un paio di sbavature di troppo e un orario di partenza infelice hanno rimandato il mio appuntamento con il primo posto al MOV. Sarà per l'anno prossimo. E se continua questo trend, è anche possibile che il premio sia quasi bello.
Quindi cosa devo fare in questo lungo inverno?
ciao e grazie
Dario 







10 novembre 2011

VVV

Voglio Vincere Venezia.
Ma non voglio solo vincere Venezia.

Voglio anche vibrare con le 4400 persone che corrono il MOV.
Andare in bagno 3 volte prima del via.
Gustare il magico minuto dal -1 allo start.
Ascoltare con tutti i nervi tesi i 5 pib che separano il prima dal durante.
Sfogare l'impazienza strappando la carta dall cassetta e gettandoci il primo sguardo vorace.
Percepire i colori più improbabili e tutti i cambi di luce fra i calli.
Esultare per ogni lanterna scovata dietro un pozzo o in fondo a un sottoportego.
Sentire i muscoli che si tendono ad ogni scalino di ognuno dei 100 ponti.
Infilarmi a tutta velocità in vicoli poco più larghi di me.
Sorridere velocemente ad un passante che ho mancato di un pelo.
Sentire le gambe che corrono a tutta e il cervello che corre più veloce di loro. 
Sorprendermi per ogni piazzetta che si apre davvero dove sembrava impossibile.
Vivere in quella bolla in cui esiste solo il tuo percorso sulla mappa.
Fare slalom fra i camerieri dei ristoranti a sinistra del ponte di Rialto.
Resistere alla tentazione di passare da Piazza San Marco solo perchè è bella.
Sentire l'odore dell'acqua immobile nei canali. 
Incazzarmi per un errore da 5''.
Sentire i passi nel silenzio delle zone di Venezia dove solo gli orientisti si spingono.
Sentire i muscoli che gridano ad ogni ripartenza dopo un'ora di gara.
Sbucare sulla riviera degli schiavoni e buttare fuori quello che ancora avanza.
Smettere di respirare per 2'' mentre all'arrivo mi dicono se "all punches are ok".
Agitarmi nel leggere il tempo di chi è arrivato prima di me.
Agitarmi nel vedere il tempo di chi arriva dopo di me.
Pensare quanto è brutto il trofeo sperando ce ne sia uno anche per me.
Comperare le cartoline di o-auguri natalizi che i nordici vendono all'arsenale.

Voglio Vincere Venezia. Ma non solo.









8 novembre 2011

Azimut 6

Un po' per il sottile orgoglio di essere preso in considerazione dall'addetto stampa della FISO, un po' nella speranza che questo inauguri una nuova era in cui i blogger non vengano più visti come dannosi dalla FISO stessa (come i ben informati mi dicono essere stato almeno in anni passati), rilancio l'invito sottinteso nel messaggio ricevuto da Francesco Isella, e presento anch'io il nuovo numero di Azimut.

Con un solo dubbio: se chi legge è già un tesserato FISO, Azimut gli arriva a casa. Se chi legge, non è tesserato FISO, non ha alcuna possibilità di trovare Azimut da nessuna parte (e del resto forse non gli interesserebbe neanche, ma se legge questo blog oltre ad avere un eccesso di tempo libero magari è anche interessato alle cose orientistiche).
Quindi per chi lo presento?

E già che ci sono, adesso che so che la FISO mi guarda, approfitto per mandare un appello: magari il prossimo calendario è scritto nel marmo e dovremo per forza andare serenamente incontro alla marea di rancori, polemiche, "te l'avevo detto", "io con te non ci gioco più", ecc. ecc. ecc. che la prossima stagione si porterà dietro.

Ma potete almeno giurarmi che l'inno ufficiale dei mondiali di orienteering in Italia NON sarà scritto e cantato da Nicola Manfredi? Mai mi è capitato di vergognarmi di essere un orientista quanto dopo aver visto questo filmato sull'inno ufficiale dei mondiali di MTB-O.