18 settembre 2010

10.000 candeline

Dopo lo strepitoso successo del post sulla mia disfatta agli italiani (si sa, le catastrofi vendono di più delle buone notizie) il mio blog ha superato le 10.000 pagine visualizzate. Ora può finalmente prendere forma il subdolo disegno che, come milioni di altri internettisti in tutto il mondo, avevo in mente quando ho iniziato a scrivere: far soldi con le inserzioni di pubblicità porno.

10.000 accessi era il requisito minimo per poter trattere con le migliori "major" a luci rosse.
Sono in corso avanzati e promettenti contatti con due veri colossi del settore: xxx.thebigpunzonator.aaah, e xxx.bussoleroventi.org.

Spero di non essere bruciato sul tempo da quelli dell'Er.team, che con il loro post "la Gnocca e lo Gnocco" hanno dimostrato di essere anche in questo campo una lanterna davanti a tutti gli altri.

16 settembre 2010

Tu chiamala se vuoi, sfiga

Senza dubbio le sfighe vere nella vita sono tutta un'altra cosa, e che anche a livello di sfighe sportive siamo veramente al minimo sindacale. Tuttavia non trovo altra parola per descrivere l'evenienza di farsi un mazzo tanto per allenarsi e poi arrivare ai Campionati Italiani Long con il raffreddore. Certo, il raffreddore non è certo una malattia invalidante, ed è quello che sono andato ripetendomi per tutta la settimana precedente, all'insegna del "al massimo snaroccerò un po' di più in giro per il bosco, ma tanto respiro comunque con la bocca, quindi non lo sentirò neanche". Tuttavia (bis) dato che wikipedia dice che il 90% dei raffreddori è virale, e che normalmente gli organismi cedono alle lusinghe dei virus, quando sono indeboliti, una fredda ed obiettiva analisi avrebbe detto che il mio organismo non era proprio al top. Nè del resto avrebbe essere potuto equivocata, se io non fossi stato molto di parte, la faccia che avevo quando mi sono guardato nello specchio del rifugio vicino al bellissimo ed ertissimo prato del ritrovo.

Comunque, la giornata era fantasmagorica, il panorama della Val dei Mocheni anche, e sono partito baldanzoso verso la partenza, convinto che bastava entrare in gara e non pensarci, e il raffreddore spariva. Lungo l'avvicinamento era previsto anche un warm-up (ma perchè non si può chiamare riscaldamento, dato che vuol dire proprio quello?), e io per distrarmi bene dal raffreddore mi sono concentrato molto sul warm-up, tanto da arrivare in partenza 1' dopo la mia ora di start, e finire molto precipitosamente le pratiche prepartenza.

Fortunatamente sono almeno già molto concentrato, così quando parto non ho il tipico primo punto da ritardatario e faccio bene i primi 3 punti, che mi presentano già quasi tutto il campionario di terreni che incontrerò: prato, rododendri altezza ginocchio e semiaperto con alberi caduti. Si capisce subito che sarà molto faticosa, ma sono entrato bene in carta e mi sento bene.

Alla 4, punto banale a 15 metri dal sentiero e dopo un evidente verde 1, mi lascio distrarre da un paio di concorrenti che mi precedono e vado al dosso sbagliato, perdendo almeno un paio di minuti. Sono molto scocciato e mi tuffo nei rododentri verso la 5 per poi ri-saltare sul sentiero che mi accompagnerà fino alla 6. Qui incontro Michele Franco, con il quale ci buttiamo in discesa per un paio di punti uguali, e a parte una sbavatura sulla 8 e un volo con piccola storta al ginocchio, arrivo in modo molto soddisfacente fino alla 10.

Alla 11 il bosco dimostra di essere molto riconoscente. Nella passeggiata mattutina verso il ritrovo, avevo raccolto una carta da terra, e avevo a Friz e Sabrina Rinaldi che mi facevano i complimenti per la sensibilità ambientale, spiegavo che in realtà era solo un modo per essere in credito con il bosco, che poi speravo si sarebbe ricordato di me dandomi una mano a trovare qualche lanterna. E sulla 11 è evidente come il cocuzzolo si abbassi di una decina di centimetri per permettermi di vedere quel frammento di punzonatrice rossa che è sufficiente per individuare la lanterna.

Per la 12 riprendo il sentiero, mi fermo a bere un goccio d'acqua al ristoro e risparmio un paio di curve di livello grazie ad un feeling quasi perfetto con carta e terreno. Alla 13 non sono velocissimo ma la terrazza si materializza esattamente dove me la aspetto, per la 14 dopo una non brillantissima scelta di andare in costa non vedo un bivio che mi dovrebbe fare da punto d'attacco ma c'è una tale ressa in zona punto che non serve, e andando alla 15 supero Galimba che mi diche "Visioli è 1' davanti". Considerando che è partito 10' prima di me, mi sembra un ottimo segno. E in zona punto della 15 leggo addirittura la descrizione punto che dice "nella canaletta, quella in mezzo", supero una canaletta senza neanche buttargli un occhio, mi dirigo deciso alla seconda, e la lanterna è lì!

E' tutto talmente bello, che è destinato a finire presto. Per la 16 scelgo di non fare tutto il ripido nasone in curva di livello, e di salirne una decina fino alla strada. Se non che nel salire le ultime che sono le più ripide, mi metto a pensare "ma a noi Sky Runner queste rampe ci fanno una pippa!". E' un pensiero autoironico, dato che sto ansimando, ma è comunque fuori luogo perchè mi deconcentra quel tanto da farmi fermare una curva di livello prima della strada, a farmi uscire sul naso, a non farmi capire dove sono, e a farmi scendere dissennatamente 6-7 curve prima di capire cosa sto facendo. Le risalgo dandomi mille volte del cretino, e dopo un'altra piccola indecisione arrivo alla 16, ma ci ho perso parecchie energie e parecchio morale, oltre a credo 3'. E altri 3' li perdo per la 17, che non dista più di 150 metri, ma che è in una zona di cui non riesco a leggere nulla (ma che col senno di poi andava probabilmente attaccata dal bordo del verde 1).

Mentre pascolo fra i sassi attorno alla 17, mi supera Rigoni, partito 15' dopo di me, e non provo neanche a stargli dietro. E' come se mi fosse finita la benzina e da lì, anche se non farò più grossi errori, (tranne un paio di minuti alla 20 dove mi aggirerò per un po' perso nell'avallamento sbagliato) il mio ritmo sarà da dopolavoro ferroviario, tanto che non solo Rigoni mi darà altri 13' in sole 10 lanterne, ma Visioli si riprenderà i 9' e me ne darà altri 2. Il mio capolavoro tattico lo farò andando alla 24, quando scendo alla strada asfaltata invece che andare via in curva, e fin qui può anche starci, ma poi salgo e scendo lungo la strada 5 curve di livello (che a quel punto mi sembrano il Pordoi) senza badare minimamente al fatto che potevo tagliare in un comodo bosco (un po' come quelli nello spot FISO che corrono in curva mentre Salvioni taglia dal prato...).

Mentre la nebbia mi ha mai completamente avvolto il cervello (perchè io mi sono dimenticato del raffreddore, ma lui non si è dimenticato di me) ho ancora il tempo di realizzare il mio capolavoro tecnico. Alla 24 la descrizione punto era il tondino con dentro il triangolino, che io avevo correttamente interpretato come carbonaia. Ciònonostante andando alla 26 incontro una grossa radice e mi metto a pensare che forse il simbolo (che però era quello di 2 lanterne prima...) rappresentava una radice e quindi mi metto a girarci attorno. Incontro la 26 per caso, solo perchè altri le sono vicini.

Chiudo a 31' da Maddalena, a 28' da Rigoni, a 11' da Bianchi, a 10' da Corona, a 8' da Pin e a 2' da Visioli. E a ulteriore dimostrazione che sta volta Maddalena non mi ha portato fortuna per niente, la storta al ginocchio si rivelerà nel dopo gara più seria del previsto, e mi impedirà di correre la staffetta del giorno dopo (e che magone nel vedere mia moglie, alla quale oggi faccio gli auguri di compleanno, che parte al mio posto al lancio!).

Morale. Posso cullarmi fino al prossimo campionato italiano long nella convinzione che fino alla 15 ero sul podio, e che poi sono stato sconfitto dal raffreddore. Tanto gli split sono andati persi per un errore di programmazione delle stazioni.


Credits: Er-team

10 settembre 2010

IL Campionato Italiano

Siamo a 12 ore dalla partenza di quello che considero il vero campionato italiano master 2010 di orienteering. Perchè la sprint è una specialità che secondo me ha ben poco a che fare con il vero orienteering, e ai campionati middle mancavano troppi concorrenti forti per essere davvero significativo.

Domani sulle erte di Kamauz in val dei Mocheni (e chissà che la rivista della FISO dopo la perla della squadra del "Gronlight", montagna proprio alle spalle dei Prati Imperiali, non riesca anche a scrivere che gli italiani long si sono svolti a Comeouth...) a sfidarsi sui 9100+350 della long M35 ci sarà la crème de la crème: ai "soliti" Visioli, Hueller, Rigoni, Stefani, Pin, si aggiungono Pierpalo Corona e Massimo Bianchi, il primo (dicono) riportato alle gare per la staffetta di domenica, il secondo sceso per l'occasione dall'elite per non stancarsi troppo in vista della stessa staffetta. Peccato manchi Dalla Santa.

Io mi sono preparato per benino, ho persino fatto 2 volte stretching questa settimana. Questo vuol dire che non ho nessuna possibilità di vincere, e poche di arrivare sul podio, ma ci proverò comunque. La griglia è stata benigna:
Pin parte 5' prima di me e Rigoni 15' dopo. Se riesco ad acciuffare il primo e a non farmi prendere dal secondo, potrei essere sulla buona strada.

Mi dispiacerebbe lasciare incompleta la collezione che ho iniziato a Monghidoro e proseguito a Monte Livata. E poi c'è il mio portafortuna, Stefano Maddalena!

TdR

...che poi vuol dire Trofeo delle Regioni. Quello di farmi convocare nella rappresentativa del Trentino per il TdR era uno dei miei obiettivi del 2010. La soddisfazione per averlo centrato è mitigata dal fatto che in M35 la concorrenza non è che fosse proprio agguerrita, dato che quelli che di solito vincono nelle gare regionali M35 sono in realtà M40 o M45.

Comunque. Una Long (che poi ri rivelerà una allungated middle) e una staffetta, con l'obiettivo di raccattare punti per il Trentino, e di battere Hueller, per "punirlo" per avermi messo in staffetta B con dei trial truffa (non quello forte) alla Jtt.


Il terreno è di quelli ostici, perchè Asiago ha delle zone a cui sono veramente allergico, ma la concentrazione è alle stelle. Che non si vedrebbero neanche fosse buio, dato che per cambiare piove. Pronti via e per ben cominciare giro la carta di 180°. Sto per lanciarmi in salita a destra del sentiero ma mi accorgo in tempo che non è il caso, e scendo un po' più guardingo verso sinistra.

Il bosco è scuro e il 15.000, pur stampato benissimo, è un esame optometrico permanente. Comunque procedo bene, riuscendo a leggere bene le forme del terreno e raggiungendo alla 4 Visioli che partiva 3 minuti prima di me. Sono cose che fanno bene al morale, e le gambe, che già davano ottimi segnali, iniziano a spingere ancora di più. Mi porto Andrea alla 5 e poi alla 6, ma lo abbandono andando alla 7, dove incontro Hueller, partito 6 minuti prima di me. Sempre più ringalluzzito, mi lancio verso la 8, ma poi decido di "accompagnare" Fabio, dato che mi sono un pelo deconcentrato. Ma per la 9 abbandono anche lui, e andando alla 10 raggiungo Dipa, partito 9 minuti prima. Vado come un missile!

Dalla 10 alla 11 l'unica scelta "lunga", che decido di affrontare con prudenza, optando per la discesa fino ad una radura dalla quale inizia un comodo muretto che mi accompagnerà fin sotto il punto, basta salire di 7 curve di livello. Il piano è perfetto e le gambe continuano a maginare. Peccato che il missile non si accorga che decolla da una radura posta quasi 400 metri prima di quella che aveva scelto, e quindi il conteggio dei sentieri lo porti in tanta mona. Daccordo, le due radure erano straordinariamente simili, e da entrambe partivano un muretto e due sentieri nella stessa direzione. Però le forme del terreno erano completamente diverse, e comunque quei 400 metri me li ero proprio fumati. Morale della favola, mi ritrovo a vagare in una zona a me ignota, chiedendomi dove sia la lanterna, e in seconda battuta perchè alla mia destra non ci siano le 24 curve di livello in discesa che sono indicate in carta.

Il Dipa mi raggiunge, e gli dico "per me siamo bassi" e lui pensa "per me siamo corti", ma non me lo dice, e lui prosegue quatto quatto in avanti mentre io vado inutilmente in su. Ci metto un po' a rendermi conto che sono un paio di costoni prima di dove vorrei essere, e se ne vanno 8 minuti, e con loro la possibilità di vincere la gara (chiuderò a 8'10'' da Roland). Mi lancio in discesa verso i punti successivi, ma il morale è bassino e perdo un altro po' di secondi alla 12, un altro po' alla 13 perchè una campeggiatrice vuole convincermi a fare una strada perchè tutti gli altri sono andati di là (ma io non voglio farmi influenzare, solo che aveva ragione lei), e qualche altro sulla 15 perchè inizio ad essere un po' stanco e pur sapendo che dovrei prendere il sentiero a sinistra, prendo quello a destra "che tanto poi sistemiamo".

Faccio benino la 16, la 17, la 18 e la 19 e sprinto come un matto, ma finirà davanti a me anche Grassi. La magra consolazione è aver portato qualche punticino al Trentino, dato che Hueller è andato peggio di me, e che con il miglior tempo nelle ultime 2 lanterne soffio il terzo posto a Visioli.

Nella staffetta del giorno dopo parto in seconda frazione, e quando prendo il via sono in condizioni psicologiche precarie. Passi che Friz mi dà il cambio con 4' dal primo e 3' dal terzo, ma non è neanche ancora arrivato al traguardo il mio bimbo partito in prima frazione in M12 da ormai 50'. Inevitabilmente mi incarto già alla prima, che pure era piuttosto facile, e rimedio subito altri 3' che chiudono ogni possibilità di rimonta. Alterno buone cose ad altre meno buone, su un terreno più facile di quello del giorno prima e con il 10.000 decisamente più leggibile.

Chiudo 6' dopo "Trentino 1", dopo aver cocciato un ginocchio contro un sasso per superare Grassi (che però era alla frutta e si è lasciato dare 20'' dalla 100 al traguardo). Dopo il traguardo cerco immediatamente Christian, che però non è ancora arrivato. Ma mentre organizzo le ronde di perlustrazione appare alla 100 e chiude la sua prova un po' contrariato ma non troppo spaventato dai 120' nel bosco.

Che il Trentino ha vinto per l'ennesima volta il TdR, lo sanno ormai tutti.

8 settembre 2010

Tu chiamale se vuoi, emozioni

Da un po' avevo iniziato a fantasticare sulla gara sprint di Asiago valevole come IV tappa degli Highlands open, perchè ad Asiago avevo già fatto una bella gara anni fa, e perchè mi ispirava un sacco la formula del "knock out sprint", ovvero il confronto diretto con quarti, semifinali e finale ad eliminazione dirette fra i primi 8 classificati della gara normale. Quando ho capito che non si trattava dei primi 8 di ciascuna delle 3 categorie coinvolte (20, 21-34 e 35), ma dei primi 8 tempi delle tre categorie accorpate, ho cominciato a dubitare della possibilità di arrivare a quel bel gioco, ma sono partito comunque per Asiago.

Prima della gara sia Stegal sia Cosim-o mi avevano comunicato di aver scommesso su di me come unico master che sarebbe riuscito a qualificarsi per la k-o-s, la cosa mi lusingava, ma i nomi in griglia in 35 e in 21-34 mi lasciavano piuttosto perplesso.


Quello che potevo fare io era tirare al massimo e poi vedere cosa succedeva, ed è quello che ho fatto. Sentivo le gambe meno "fluide" di quanto mi sarebbe piaciuto e ho lasciato un po' di secondi su un paio di sbavature, ma nel complesso ero soddisfatto e il cronometro alla fine mi dava abbondantemente primo fra i master, con 20'' su un neozelandese che il giorno dopo mi darà quasi un quarto d'ora nella middle, e quasi un minuto su Di Stefano e Grilli. Ci sarebbe di che essere molto soddisfatti, se non ci fosse in ballo la questione della kos. Così mi accorgo con un certo fastidio che ho il morale "sospeso": dopo una gara che se fosse stata una gara normale sarei al settimo cielo, sono pronto a deprimermi se il mio tempo non sarà sufficiente ad entrare negli 8. Scocciante.

I tempi dei primi elite che arrivano mi inducono ad un cauto ottimismo, e vado a fare una corsetta di scaramantico defaticamento con Zarfati e Grilli in attesa che arrivino tutti. Quando mi riafaccio sul tabellone il mio nome è l'ultimo dei "magnifici 8", e sono moooolto contento.


Inizia così una mezzora piuttosto surreale, che trascorro in mezzo ad un gruppo composto da vari del giro della nazionale (Tenani, Salvioni, Seppi, Corona), un podio agli italiani senior sprint (Pittau), uno svizzero campione del mondo master in carica, e uno spagnolo di cui Stegal non dice nulla. Non che gli altri mi degnino della benchè minima attenzione, ma essere lì è davvero emozionante. So che se fossi rimasto fuori avrei rosicato come un matto, e per una volta il fatto di essere dentro è piacevole almeno quanto mi sarei immaginato.

Essendo l'ultimo, il tabellone mi riserva una sfida proibitiva (come sarebbero per me tutte le altre per altro) con Tenani, mister Park-o. Realisticamente, non ho nessuna possibilità di batterlo, ma il realismo sportivo non è mai stato il mio forte, e poi Sgiursgiù ha saltato una lanterna quando era in testa nell'ultima frazione del campionato mondiale di staffetta. Quello che assolutamente non vorrei è fare la figura di quello che proprio non c'entrava nulla, che ha giocato ad un gioco troppo più grande di lui, e che raccoglie i comprensivi e benevoli applausi del pubblico perchè "poverino, cosa vuoi...".


Negli ultimi 5' prima della partenza sono proprio molto emozionato, ma allo stesso tempo per niente agitato e concentrato al massimo. Mi godo pienamente l'essere lì e sono pronto a dare tutto. A pochi secondi dal via Alessio fa l'istrione invitando i suoi amici della pol. Masi ad applaudire a ritmo, mentre io sfrutto i miei dieci decimi abbondanti per dare un'occhiata alla carta che pende un paio di metri davanti e decidere che andrò a sinistra.

Al via strappo la carta e parto per dove avevo deciso. Alessio va dall'altra.Da lì hanno inizio 4 minuti di apnea, nei quali l'ultimo pensiero è "magari ho fatto una scelta del ca##o" e poi è solo corsa lettura scelta corsa. Nella mia testa non c'è spazio per niente altro nè niente di quello che sta fuori mi arriva davvero. Al secondo passaggio al centro della farfalla sento una voce che mi dice che sono davanti, ma è come se arrivasse da chilometri di distanza (e comunque non ci credo) e proseguo in apnea. Al terzo passaggio dallo stesso punto di nuovo la stessa voce (Rusky?) mi dice la stessa cosa, ma di nuovo mi scorre addosso senza nessun effetto. Andando verso il penultimo punto intravvedo Alessio dietro di me, e capisco che la voce era reale e diceva il vero. Salto una ruota di bicicletta per imboccare il vicolo del punto 8, punzono e in uscita mi scontro con lui che arriva al punto di gran carriera. Non è morto, quindi riparto: mancano meno di 200 metri e ho un paio di secondi di vantaggio: inizio a pensare che potrei anche farcela.


Ma è un pensiero che dura molto poco. Tempo 2'' e mi ha raggiunto. Ci sarebbe ancora lo sprint finale dopo la 100, ma Alessio può ancora accelerare mentre io sono a tavoletta da un po'. Le espressioni sulle facce sono simili, ma la sua è trance agonistica mentre la mia è fase terminale. Chiudo un paio di metri dietro di lui, in una bolgia di urla e applausi, quasi tutti per lui.

Quando abbandono il marciapiede che mi accoglie pietosamente per qualche minuto, viene fuori che Alessio ha mancato clamorosamente il bivio per la prima lanterna ed è andato lunghissimo, perdendo una ventina di secondi. Se non avessi fatto quella prima scelta originale (unico fra gli 8), probabilmente mi avrebbe visto svoltare e avrebbe vinto con mezzo minuto di vantaggio. E comunque misurata a tavolino la mia scelta era lunga esattamente come l'altra.

In pratica, ci siamo scambiati i ruoli. Lui ha fatto un errore da esordiente da 25'', e io una errore da elite da 2'' (dalla 5 alla 6 sono passato da sinistra invece che da destra: era forse un pelo più corta, ma l'angolo stra acuto credo mi abbia fatto perdere un paio di secondi). Peccato che non ci siamo scambiati anche le gambe e lo stile di corsa: fra il cavallo bianco del Principe di Biancaneve e il Ciuchino di Shrek, non c'è stata proprio gara.

Ma quanto mi sono divertito!!