30 marzo 2017

Ruggiero: 'fanculo!

Prima gara di Coppa Italia, middle a Bosco delle Cesane: il posto era carino, la carta così così, io pessimo. Peccato, perché c'erano anche gli aquiloni con i colori dell'orienteering, e persino l'albero mangia aquiloni di Charlie Brown. Se non ci credete chiedete a quelli del TOL, che per fargli sputare il cadavere di un aquilone ci si sono arrampicati quasi in cima.

Comunque, il mio problema non è stato l'albero mangia aquiloni, che, come si sa, mangia solo l'aquilone. Il mio problema sono fondamentalmente io. Anzi, è Mario Ruggiero. Diciamolo, da quando siamo diventati amici è andato tutto di male in peggio. Lui sostiene che il mio problema è che sono troppo agitato prima delle gare, ma non è vero un ciuffolo. Eventualmente il problema è che ci arrivo troppo rilassato, con gli occhi delle triglie al posto degli occhi della tigre, e lo sanno tutti che se non sei un fuoriclasse, o parti un po' incazzato, o non ne viene fuori niente. Beh, io non sono un fuoriclasse.

E poi credo di avere un problema con le cartine che hanno il nord lungo il lato corto del foglio. Non riesco a spiegarmi altrimenti il mio errore per andare alla due, e mi pare di ricordare cose simili in passato. Quando in questo tipo di carte c'è da andare verso la parte alta della carta, a me viene da andare in su, e pazienza se le curve di livello dicono che dovrei andare in giù. In uscita dalla 1 dovevo scendere al sentiero, o tuttalpiù andare via in curva fino al sentiero, e quello praticamente mi portava alla lanterna. Solo che invece ho cominciato a salire, e quando ore dopo sono finalmente arrivato ad un sentiero ("però, che lontano!") non mi tornava più una sega, tanto che facevo fatica anche a capire se stavo sopra o sotto la strada asfaltata, e "giravo la mappa come un volante", tanto per fare una citazione dotta, che probabilmente solo Stegal capirà.

Così se dopo la 1 ero secondo a "solo" 17'' di ritardo dal Coso, frutto di una scelta di percorso buona ma evidentemente non ottima, e di una analogo svolgimento della stessa, alla 2 ero già 7° a quasi 3 minuti. A quel punto, una parte di me ha continuato a correre convinta che potevo ancora fare una buona gara, ma un'altra ha tirato i remi in barca senza dirmi niente, e ha vinto lei, grazie a ben 4 punti in cui ho fatto segnare un 12esimo tempo o peggio (dopo il 19esimo alla 2, un brillante 18esimo alla 7, due strabilianti 13esimi alla 5 e alla 14, e un 12esimo alla 17). Abbastanza ininfluenti a quel punto gli 8 tempi fra i migliori 3. 

Come ho fatto a collezionare i Fantastici 4?
  • alla 5 per risparmiare 2 curve di livello ho raddoppiato la strada
  • alla 7 l'ho attaccata dal lato più complicato, sono andato lungo, e mi sono anche fermato per rimettere a posto la spilla di sicurezza del pettorale, che se no magari, poverino, mi pungo
  • alla 14 stavo facendo un azimut quasi giusto, poi ho visto delle persone e gli sono spudoratamente andato dietro, poi ho visto Fabietto e mi sono vergognato di andargli ancora più dietro, e poi ho letto il codice della loro lanterna e mi sono sentito il più pirla del cosmo
  • alla 17 sono andato a caso che più a caso non si può, perché ormai anche quello che pensava di poter fare una buona gara si era arreso da un pezzo.

Peccato, Stefano Baccelli mi aveva fatto proprio una bella foto.

I superficiali, per superare questo empasse, mi hanno consigliato di fare allenamenti un pelo più mirati alle distanze che corro, e magari anche qualcosa che abbia vagamente a che fare con la tecnica. Ma io sono certo che basterà ricominciare a giocare a freccette con la foto del Perfido, mettermi a fare battute pesanti alle spalle di sua moglie, e iniziare a rubare la merendina e rompere i giocattoli ai suoi bambini. Tutto andrà a posto. Garantito.



27 marzo 2017

Come al solito.


Prima gara di Sprint Race Tour, e c'è già un leggero e non molto piacevole sapore di "già visto". La foto gentilmente scattataci da due fan nel dopogara (una, era la moglie di un signore che una volta vinceva tutte le gare in M35 ma che adesso corre solo se c'è un punto di controllo sul suo pianerottolo...) riassume in modo molto efficace la gara di Urbino: tempo splendido, città meravigliosa, e nuova vittoria dei Cattivi contro i Buoni. Al terzo posto, tanto per rovinare già da subito tutte le sorprese, Ingemar, a fotocopiare il podio delle due gare di Sprint Race Tour dell'anno scorso.

Rispetto alle prime due di SRT 2016 la gara è stata però molto più bella, o almeno la M35, perché su altre ci sono pareri molto più critici. Per me la nostra è stata una gara paragonabile con quelle di Siena e San Gimignano, ma più tecnica (= con più scelte significative) e quindi nel complesso più bella (al netto del fascino di Siena e della mia epocale vittoria laggiù). Invece gli M45 si sono lamentati abbastanza del tracciato e della carta, e mi pare che anche gli elite non fossero entusiasti di un paio di scelte del tracciatore.

Insomma, io mi sono divertito parecchio. Mi sarei divertito anche di più se non mi fossi fatto impallinare di nuovo dal Perfido. Che già nel pregara aveva cercato in tutte le maniere di farmi perdere la concentrazione. Ci ho provato parecchio anch'io, lasciando bussola e brichetto in borsa e accorgendomene solo al mio minuto (e meno male che la mia borsa era molto vicina alla partenza...), ciononostante sono entrato subito bene in carta e non ne sono più uscito.

Alla 1 sono 5° (partenza prudente), alla 2 sono 1° (indecisione del Perfido) e alla 4 sono 2°, dove rimarrò fino alla fine della gara. Volendo sintetizzare parecchio, Ruggiero è stato più veloce dove c'era da essere veloci e ha fatto delle scelte migliori dove c'era da scegliere. Il che mi rende difficile affermare che abbia vinto solo per culo.

Le lanterne clou sono state la 5 e la 7.

Alla 5 c'era la scelta "fuori le mura" (come ho fatto io) o "dentro le mura" (come ha fatto Mario). Probabilmente la prima era la migliore, solo che io (dopo aver perso tempo e certezze sulle 5 rampe di scale che portavano fuori dalle mura, senza che dalla carta si capisse bene che c'erano) ho corso sulle strade e il prato esterni, con il timore costante che avessero aggiunto quel pezzo di cartina solo per mettere in difficoltà i polli; mentre lui si è scapicollato sulle micidiali scalette del centro senza pensare minimamente alle conseguenze che avrebbero potuto avere sui suoi incisivi, nel caso fosse inciampato. Risultato, - 26'' per lui.

Per la 7 bisognava uscire saggiamente dalla 6 e oltre ad essere dei buoni orientisti bisognava anche avere 17/10 di vista. C'erano una scelta ottima, una scelta discreta, una scelta cattiva, e poi una che era talmente stupida da non poter essere neanche chiamata scelta: l'ho probabilmente inventata io sul momento. Quelli molto intelligenti e con una vista da falchi (in M35, a giudicare dai tempi, nessuno) salivano fino alla strada a est del punto, e arrivavano comodamente alla 7 correndo lungo un porticato molto suggestivo. Quelli mediamente intelligenti proseguivano dritti oltre la 6, scendevano alla strada grande e poi su. Quelli stupidi tornavano indietro fino alla porta delle mura e facevano la strada grande da capo. Io sono andato su per le scalette verso il bellissimo porticato, ma non ho visto l'ultima rampa e sono tornato giù lungo la strada che facevano quelli mediamente intelligenti, facendo così più strada e più dislivello. Risultato, - 18'' per lui.

Dato che alla fine di secondi me ne ha fati 41'', e che alla 10 gli ho dato 10'' perché il pivello ha sbagliato a contare le strade, nel resto della gara ci siamo slegnati più o meno alla pari, con 2 tempi identici e 7 con meno di 3'' di differenza. Per la cronaca, sulla cronoscalata per la 12 ci ha messo 1'' di meno lui (e uno sconosciuto della Pol. Masi, Alessandro Calligola, ci ha messo ben 5'' di meno).

Bisogna fare qualcosa. Anche se al momento non saprei bene cosa.





23 marzo 2017

Coppa Italia: arriviamo!!

E così anche quest'anno ce l'abbiamo fatta a superare l'inverno e ad arrivare alla prima di Coppa Italia senza farci sconfiggere dal freddo e dal buio. Adesso ci sarà tutto il tempo per farsi sconfiggere da verdi 3, rocce impenetrabili, forme illeggibili, o perfidi avversari.

Mi sono avvicinato alla prima sprint dell'anno in un modo che il Vecchio Saggio SZ ha valutato non troppo positivamente. Ostaggio di una cultura sportiva retrograda e di programmi di allenamento da ex Unione Sovietica, ha valutato che i 65 km + 2500 metri di dislivello della Ultrabericus della settimana scorsa, non fossero il modo migliore per preparare una gara da 3,6 km con 160 metri di dislivello (a proposito, la M35 è più lunga della ME, hanno finalmente capito chi sono quelli DAVVERO forti). L'ho chiusa quasi brillantemente in 7h15', 45' meno di 4 anni fa.

La prima gara dello Sprint Race Tour si correrà dunque ad Urbino, la città dove io stetti seduto in stato catatonico su un muretto per vari minuti nel 1998, al termine di un campo scout dove avevo fatto il cambusiere. Era successo che mi ero lasciato con la morosa poco prima del campo scout, e durante quella settimana ero riuscito a farmela un po' passare, ma appena passato quel diversivo mi era piombata addosso tutta la tragedia dell'accaduto, e ne ero rimasto schiacciato. Speriamo di non catatonicizzare anche in questa occasione, dove gli organizzatori devono avere trovato il modo per trasformare in atleti altre specie animali, dato che 36 concorrenti in M35 non si vedevano dal 1912.

Le griglie non sono fatte con il metodo "lista base al contrario", così non parto con il Perfido attaccato alle orecchie. A grandi linee quelli che lottano per il podio dovrebbero essere racchiusi fra il minuto 1.22 e 1.35. Con 7' di vantaggio, Ruggiero non dovrebbe riuscire a prendermi.


Domenica nella prima di Coppa Italia nel bosco di Cesane, con il fatto che c'è la M40 (nella quale corre anche Simone Grassi, sigh sigh) in M35 siamo parecchi di meno. Questa volta 10 i minuti fra me e il Perfido, dovrei farcela ad arrivare in tempo al traguardo anche in questo caso.

Niente pronostici, perché ad inizio anno non si sa mai. E divertitevi!

15 marzo 2017

Non ho battuto nessuno.

Prima gara di Coppa del Trentino, andata così così.

Dico che è andata così così perché ormai ho raggiunto un invidiabile equilibrio psico-spirituale, che mi permette di vivere con il dovuto distacco zen il fatto che in una gara di 23 punti ho saltato il ventesimo, posto a circa un minuto dall'arrivo. E anche il fatto che ho clamorosamente sbagliato almeno una delle due scelte lunghe (e probabilmente anche l'altra, ma è meno evidente).

La gara era divertente, Piani di Mezzolombardo non è la mitica Piani di Magadino, e fra due settimane in quel bosco non ci entri neanche con il machete, ma per riprendere un po' di confidenza con il bosco, è andata benissimo. 

La inusuale scala al 4000 (dovuta al fatto che la superficie cartografata è così piccola che al 10.000 ci sarebbe stata su un A5) mi ha spinto ad andare a occhio dall'inizio alla fine, ma va lo stesso bene così. Almeno non mi sono perso neanche una volta, è già una gran cosa.

La tracciatura, credo di Grontait, era intrigante (almeno per me che sono un ignorante patentato) con una farfalla geneticamente modificata nella quale il centro era la 5 e la 21, costringendo tutti ad andare e tornare dal capo al mondo e i più tonti a non vedere che dopo la 19 c'era la 20).

Per andare alla 7 era probabilmente più intelligente passare dal prato sopra la 8, però Miori, che è andato da quella, ci ha messo solo 5'' meno di me, quindi boh. Per andare alla 14 invece era SICURAMENTE più intelligente stare sul sentiero basso ed entrare in curva di livello, piuttosto che scendere da quella roba verde che c'era fra lei e la strada asfaltata. E in ogni caso non era il caso di uscire dalla 13 facendo 7 curve di livello in giù per poi cambiare idea e farne 8 in su.

Per il resto mi sono fatto battere da Bezzi (= correre, nell'orienteering, non basta) solo alla 4 (perché non ho neanche provato a fare un azimut decente e sono finito alla 22), alla 11 (ma solo di 2'', e era tutta discesa, e ero andato un pelo lungo per via del 4000), alla 14 vedi sopra, e alla 16 (perché sono rimasto lì come un pirla a guardare dentro nella U rocciosa quando la descrizione punto diceva che era al piede a nord ovest). Insomma, fosse stata Coppa Italia, anche mi fossi ricordato che dopo la 19 viene la 20, il podio lo vedevo con il binocolo (Cipriani, per dire, in M45 ha fatto 31'41'', senza neanche saltare lanterne).

Beh, meno male che non era Coppa Italia.

Sabato prossimo, niente campionati trentini e veneti long, vado comunque in Veneto, ma a correre su e giù per i Monti Berici per 65 km e 2500 metri di dislivello, con Cosim-o, Dario The Bard e non so quanti altri orientisti o ex tali. La gara si chiama Ultrabericus, avevo giurato che non l'avrei mai corsa, e questa sarà la seconda volta (e il venerdì sera alla consegna pettorali presento pure il mio libro, spero che il crampo al polso, per i troppi autografi, non comprometta la mia prestazione del giorno dopo. In fondo non ne ho mai firmati più di 2).


7 marzo 2017

Ho battuto Mario Ruggiero

Ultimo appuntamento di Oricup Inverno in centro storico a Pergine Valsugana. Tracciati made in Rauss e quindi mi lascio tentare dal percorso nero, quello multitecnica, sperando in qualcosa di simile a questo o questo.

Purtroppo non è esattamente così, ma mi diverto comunque parecchio, nonostante un tentativo quasi riuscito di procurarmi una contrattura, grazie al sapiente mix di riscaldamento scarsissimo, pioggia, freddino e partenza lanciata.

Le prime due sono di "scelta veloce", e scelgo abbastanza velocemente. Dalla 3 alla 6 c'è un corridoio non particolarmente challenging, mi sembra di rallentare tantissimo in entrata e in uscita dalla 3 per via del mio tentativo quasi riuscito di procurarmi una contrattura, ma gli split si accorgono meno di me di quella specie di albicocca che mi sembra improvvisamente spuntata nel retro della coscia sinistra. 

Dalla 7 alla 15 c'è "concentrazione", ovvero "molti punti vicini e varie farfalle". Riesco a rimanere bello concentrato fino alla 12, dove perdo 30'' perché mi avvio verso la 13 prima di accorgermi che quella è la 13.

Dalla 15 si passa alle "bolle", che non si possono attraversare. È carino, ma si tratta soprattutto di risolvere il labirinto, cosa che mi riesce benino. 

L'ultima parte è "descrizione punto", dove il cerchio è più grande e non centrato sulla lanterna, e quindi bisogna fare attenzione a leggere la descrizione punto. Vado bene fino alla 19, che non leggo neanche perché tanto l'ho vista dalla macchina mentre arrivavo: riesco ciononostante a presentarmi sul lato sbagliato della chiesa, un lato che dalla strada fatta in macchina neanche si vedeva...

Chiudo 11'' dietro a Damiano Bettega, classe 2001, e 3'' davanti ad Andrea Cipriani, classe 1969, che supero nel finale perché rimane imbottigliato in un funerale.

Mario Ruggiero? A Pergine non si presenta, ma lo sconfiggo in una partita all'ultimo sangue ad "Uno", dopo che una delle sue bimbe aveva vinto la prima partita, gettandomi nello sconforto. 

Sconforto almeno pari a quello che mi ha colto nel venire a sapere che non potrò partecipare al "Nick Manfredi Day" del 9 marzo in provincia di Crotone: sarà che io sono un nordico ottuso (anche se forse non abbastanza nordico, dato che pare che nei paesi scandinavi lo adorino), ma continuo a trovare le sue performance una delle cose più tamarre che io abbia mai visto :-)