31 agosto 2016

Primiero: non sol-O

La settimana scorsa ho sfruttato la squisita ospitalità di Cristina e Marco per andare a farmi una corsa sulle Pale, che immaginavo da un paio d'anni. Io come ospite non sono stato squisito per niente (ho mangiato come un porcello, non li ho accompagnati alla serata organizzata da Marco, mi sono portato via il materasso dal divano letto per andare a dormire nell'altra stanza, mi sono preparato la colazione ad ore antelucane, insomma, un vero str****) ma uscita è stata stupenda.

Le Pale di San Martino sono un posto che se non lo vedi non ci credi e il giro si è concluso in gloria con un bagno nel lago di Passo San Pellegrino e 5 passaggi in autostop + treno da Ora per tornare a casa.

Da lassù ho visto anche il lago di Calaita dove quel cattivone di Ruggiero mi ha impedito di portarmi a casa il bronzo agli italiani middle.

Domenica ritorno a carta e bussola ai trentini middle a Bedolpian: in assenza del Cattivone, dovrò vedermela con i Grassi, Ausermuller, Eddy e un ringiovanito Gobber. Bastasse correre...

   

21 agosto 2016

Tut Piné

Sempre alla ricerca di nuove sfide, domenica scorsa mi sono cimentato in quella in cui ero forse meno preparato, tornando all'antico.

Da piccolo nel posto dove passavo le vacanze c'erano due appuntamenti clou: la Marcia Verda, marcia non competitiva in un giorno imprecisato di luglio, e la Gara di Lagolo, classicissima super competitiva di Ferragosto attorno al lago di Lagolo. Una trentina di anni dopo, mi sono trovato nel giorno prima di Ferragosto, a fare una non competitiva lungo un lago, questa volta quello di Piné.

Non competitiva per modo di dire, dato che i primi si sono scannati e alla fine ti davano un diploma con scritta la tua posizione in classifica, ma fa lo stesso. 

Per me era una gara super sprint: 7,5 km con forse 100 metri di dislivello, su una distanza del genere ero più impreparato che sulla 100 km del Passatore. Non avevo la più pallida idea del ritmo che avrei dovuto tenere per arrivare in fondo vivo. Così nel dubbio sono partito a tutta.

In partenza ho trovato anche Segatta, che su questa distanza pensavo mi piallasse alla grande, e che come minimo nella corsa su strada ha parecchia più esperienza di me. Al via mi sono incollato a lui, poi quando la strada ha iniziato a salire (i 100 metri, forse meno, erano tutti all'inizio) l'ho lasciato lì, come gran parte di quelli che avevo intorno (servirà pure a qualcosa fare migliaia di metri di dislivello ogni mattina...), e, con mia sorpresa, non mi ha più raggiunto.

Quando siamo arrivati sul piano, verso il secondo km, ho cercato di procedere alla mia andatura (miii, che fatica!) avendo perso ogni speranza di prendere quelli davanti a me, e cercando di non farmi prendere da quello dietro. Che però mi ha raggiunto, con tanto di personal trainer in bici, al seguito. Che gli diceva "distendi il passo", "rilassa la faccia", "spingi solo con le gambe", e cose del genere. Forse avrei dovuto rallentare un po', farmi dare qualche cambio, e cercare di superarlo nel finale, ma il mio giovanile ardore mi ha invece spinto a cercare di staccarlo nella lieve salita a 1,5 km dalla fine. Con il risultato che a 500 metri dall'arrivo mi ha staccato lui, e tanti saluti.

Però non sono neanche scoppiato prima di arrivare, quindi bene così.
Ho corso i 7,5 km in un tempo imprecisato fra i 24 e i 26 minuti, e ho mangiato almeno 5 fette di anguria dopo l'arrivo. Però in quello sport lì si fa troppa fatica e non mi sono neanche divertito tanto.


8 agosto 2016

O-1/2 Marathon

Dopo 3 settimane senza correre, un allenamento da 50 minuti scarsi e una sprint a Carano, cosa c'è di meglio che una o-marathon per "ritrovare i giusti automatismi tecnici e atletici"? Nulla, ovviamente.

Non vedere Stegal nella lista degli iscritti fa pensare che forse è meglio stare a casa, e stare sotto una tettoia a 1600 metri di altitudine alle 8.30 di domenica mattina sperando che il diluvio si trasformi almeno in pioggia, fa pensare che era proprio vero. Ma invece sono lì, con un manipolo di altri disperati, che danno agli altri presenti la convinzione profonda, che quelli che fanno orienteering non siano sani di mente.

A un certo punto fa finta di smettere di piovere, e ci fanno partire. Naturalmente rimaniamo asciutti meno di due minuti, diciamo il tempo di arrivare al primo albero, ammassati come ai vecchi tempi, con tutti che corrono dietro a tutti gli altri, elite compresi.

Per essere un secolo che non prendo in mano una cartina non vado neanche male, davanti a me c'è Eddy che è partito come un treno e uno che non ho mai visto, che forse si chiama Fabrizio Boneccher, che arriva sgarzullo fino alla 13, e poi non lo vedo più. I veri avversari di giornata sono Cip Cipriani e Hue Hueller, e loro invece non li vedrò per un bel po'.

L'astronave dalla 3 alla 8 la faccio dignitosamente, con Eddy che la ha uguale a me, e che fin lì mi era un po' davanti, che dalla 7 sbanda a destra, e sparisce. Io guardo per un po' perplesso la carta, punzono la 8 dove pensavo che fosse, e vado via (lui ci perderà 1'40''...).

La 9 richiede la prima vera scelta: dal prato a nord c'è un sacco da salire, dall'altra forse è più complicata da attaccare. Vado dall'altra, e mentre mi applico sulla curva di livello mi accorgo che un po' a nord della lanterna, nascosto dalle righine verdi, c'è un comodo vallone a cui appoggiarsi. Col senno di poi evidentemente c'era parecchio di meglio, dato che tutti i miei avversari ci mettono più di un minuto di meno, ma io lì per lì non lo so, sono da solo, e sono contento.

Meno alla 10 e alla 11, dove vengo raggiunto e vado un po' a caso sbandando vistosamente alla prima perché ci sono gli altri, e alla seconda perché cerco di fare una strada diversa dalla loro.

La 12 è una campestre e le gambe mi dicono che non sono quelle di prima delle 3 settimane di stop, ma che non fanno neanche schifo. Scelte diverse sulla 13, dove io vado per prati e sentieri, e Eddy per rocce. Meglio i prati, a vedere gli intertempi.

La 14 è lontanuccia, ma mi pare che ci sia una sola scelta. Eddy non so se la pensa come me o mi segue, fatto sta che arriviamo insieme in zona punto, dove mi sa che mi segue davvero, perché io vado aff. e lui anche. Meno male che capisce prima di me dove siamo andati, e mi riporta sulla retta via. Obbrobrioso, a vedere la traccia gps. Un'occhiata alla bussola mai, eh? 

Hue e Cip approfittano per recuperarci una manciata di minuti, e alla 15 siamo tutti insieme a caccia fra le rocce. Alla 16 arrivano prima Cip e Edd perché io faccio una scelta più prudente, mentre alla 17 arrivo molto prima io, probabilmente perché loro si perdono. Dalle parti del laghetto a metà tratta sono molto poco convinto della mia lettura della carta, ma mi pare che andare a nord ovest come stanno facendo loro non sia una buona idea. Mi stacco salendo verso est, sbuffando come un mantice e incapace di trovare un minimo di sicurezza per quello che sto facendo. Quando arrivo in quello che sembrerebbe proprio il bucone prima della 17 non ne sono ancora convinto. Poi arriva Hue e poi arriva la buchetta della 17, quindi mi convinco che ero proprio dove pensavo di essere.

Mentre ravano in zona 18 mi ricordo che qui ci ho perso minuti agli italiani middle. E in omaggio ad allora lo faccio anche sta volta. Quando rinsavisco mi bastano 10'' per capire dove è, ma nel frattempo Hue senza farsi vedere mi ha mangiato due minuti e mezzo e si è involato verso il cambio carta. Lì ritrovo Cip che mi ha recuperato 4 minuti nelle ultime 3 lanterne. Sono proprio in forma. Di Eddy invece più nessuna traccia.

Hue ci aspetta banchettando e ripartiamo insieme, ma senza nessuna voglia di stare insieme, almeno per quanto mi riguarda. Anche perché il Cip come suo solito continua a chiacchierare.

Li stacco salendo alla 2 e un po' di più andando alla 3, poi sul bosco calano le tenebre, quindi non li vedrei più neanche se li avessi a fianco. Fra pioggia e nebbia, servirebbe la frontale, e se saltasse fuori da dietro un albero Haragog, non mi stupirei affatto.

Invece non salta fuori nessuno, ma andando per prati alla 9 prendo tanta ma tanta ma tanta acqua. Il Cip probabilmente è più impermeabile, perché all'inizio del sentiero che scelgo per attaccare la lanterna mi raggiunge, ma senza Hue al seguito. Credo faccia anche un affare, perché quando io piego per andare in su al punto, lui sembrerebbe intenzionato a proseguire in curva di livello. Poi cambia idea e mi segue.

Probabilmente mi segue anche andando alla 10 e alla 11, ma piove troppo per guardarsi indietro, comunque alla 12 punzona pochi secondi dopo di me e riparte apparentemente molto più fresco.

Io in effetti sono un po' lesso, ma sono convinto che ci sia ancora molto prima di arrivare. Anzi, non ne sono proprio convinto del tutto: sarà l'ultima cartina o la penultima? Mi sforzo di raggiungere il Cip e glielo chiedo. Lui credo pensi che lo sto prendendo per il culo, ma mi risponde la verità, cioè che è l'ultima. Io allora penso che potrei anche provare ad accelerare per staccarlo, e lui o ha ricevuto dei soldi per farmi vincere, oppure è proprio alla canna del gas, perché nonostante io attacchi malissimo sia la 13 sia la 14, arrivo al finish una decina di secondi prima di lui. Hue arriva 15' dopo, e Eddy addirittura dopo altri 20.

Io farò la figura del cagone, ma una o-marathon da 2h38' a me pare un po' corta. Secondo il mio gps ho corso meno di 20 km: Stegal non avrebbe neanche dovuto portarsi la merenda. Comunque nel mio palmares la o-marathon mancava. Anche il campionato italiano long mancherebbe.

P.S. Mi scuso con i lettori, ma non c'è stato verso di cancellare la traccia del primo giro dalla carta del secondo, e viceversa...



2 agosto 2016

Summer Results AZIMUT Style

Prosegue la cavalcata di trionfi di Dario Pedrotti in questa meteorologicamente altalenante estate 2016, e tutto lascia presagire che in autunno lo strapotere dimostrato da Mario Ruggiero, autentico mattatore della prima parte della stagione, sia destinato a finire.

A metà giugno a Folgaria, nella prestigiosissima gara valida per il trofeo CSI organizzata dal Gronlight, Pedrotti si è lasciato agevolmente alle spalle con il tempo di 31'02'' tutti gli altri (due) atleti master, inchinandosi solo al giovane Aaron Gaio (30'56''), come risultato assoluto. La gara, che ha esaltato le doti di scorrevolezza dell'atleta bianco-rosso-blu con il Mausoleo, si è giocata sulla lanterna 19, dove DP non riconosceva al volo il parcheggio con zona non attraversabile, andando un po' lungo, e perdendo così quei secondi che gli avrebbero permesso di sopravanzare anche AG. Per il resto, gambe in spalla.

http://www.dolomitiskyrun.it/IT/index.aspL'eclettico atleta dell'US San Giorgio ha poi conquistato ad inizio luglio uno straordinario 20esimo posto alla durissima Dolomiti Sky Run, una delle gare più dure al mondo, con i suoi 130 km e i suoi oltre 10.000 metri di dislivello. Nonostante qualche piccolo problema di allucinazioni alla sera del secondo giorno, il genero del Presidentissimo Claudio Valer ha chiuso brillantemente la sua prova in poco più di 32 ore, a soli 540 minuti dal primo classificato. E sarebbe potuta andare ancora meglio se alla base vita di Passo Duran Pedrotti non avesse perso svariati minuti a strafogarsi di pasta ai pomodorini. Dato però che la suddetta pasta gli ha permesso di scongiurare una crisi che stava per spingerlo al ritiro, meglio così. "Questa era la prova tracciato - ha dichiarato DP al termine - l'anno prossimo sarà tutta un'altra storia".

Dopo una settimana di completo relax e altre due di sgambata ciclistica con la famiglia (1246 km da Trento a Parigi) il Trampoliere di Piedicastello, come lo chiamano amichevolmente i suoi fans, è tornato ad infilare la bussola al dito, cogliendo naturalmente un nuovo strepitoso successo.

Teatro dell'ennesimo exploit Carano di Fiemme, dove il TdP, prima di fare il bis due volte al pasta party, ha corso da par suo la gara score organizzata dall'US Stella Alpina. Anche in questo caso il Sangiorgino ha sbaragliato la concorrenza degli altri (sei) atleti master, infliggendo ben 54'' ad Ingemar Neuhauser, già suo rivale nelle gare di Coppa Italia e nei Campionati Italiani corsi quest'anno. Anche in questo caso nella classifica assoluta il Nostro è giunto al secondo posto, dovendosi inchinare alla freschezza atletica di Davide Miori, due minuti e mezzo più veloce. Chiave della gara la scelta di sequenza, che Pedrotti ha azzeccato alla grande, incontrando però poi qualche problema nel far arrivare aria ai polmoni, nel vedere quell'ostrega di vicoletto (40 cm di larghezza!) che andava alla 13, nell'arrivare al bivio giusto della 17, nel prendere la strada giusta per scendere dalla 16 e anche, a voler essere proprio pignoli, nel non attraversare aree vietate.

Ruggiero avvisato, mezzo salvato.