10 luglio 2010

CSI a Bolbeno

Breve ritorno all'orienteering prima di una settimana a pedalare su e giù per i passi dell'Alto Adige per arrivare sufficientemente stanco alla Dolomites Sky Race. L'occasione è la gara CSI di Bolbeno, trofeo Beppe Rosa, famosa soprattutto per giganteschi cesti premio, che neanche ai campionati italiani. Il parterre non è dei più prestigiosi, ma la cartina non è male, e a luglio non si può fare troppo i preziosi.

Una parola sulla formula scelta però la devo dire, nonostante i miei buoni propositi di non criticare mai gli organizzatori. Che senso fa fare una gara CSI (che pur sempre promozionale dovrebbe essere) con la cervellotica formula di dover fare massimo 18 lanterne su 30 cercando di fare il maggior numero di punti possibile, tenendo conto che le lanterne più lontane valgono di più (con "punizione" per ogni punzonatura in più)? Il risultato concreto di questa formula, è che chi corre abbastanza, riesce comunque a fare tutte le 18 che doveva, e il tutto risulta esattamente uguale ad una gara a sequenza libera. I bambini e gli esordienti si trovano davanti una carta con una selva di lanterne nella quale non sanno dove andare. E tutti gli orientisti in mezzo devono tirare ad indovinare cosa gli convenga fare, tenendo conto che il tempo limite comunque non è affatto simbolico (e infatti molti arriveranno dopo i 90 minuti previsti). Sarà anche una cosa originale, ma non è orienteering.

Comunque, questo passa il convento e questo si fa. Anche la partenza, a temperatura altinan nonostante la ridente valle alpina, è piuttosto originale. Le cartine sono posizionate su uno "stenditoio" a 500 metri dal via, dove la partenza è in massa e viva chi corre di più. Io corro di più, e agguando la cartina per secondo, cosa che mi concede un vantaggio di vari secondi sui miei diretti avversari, che io spreco iniziando a correre come un matto dopo una men che sommaria valutazione del possibile percorso. Vedo che le lanterne più pregiate sono quelle dalla 30 alla 13 (ma durante la gara conterò per ben 3 volte per capire se devo fare anche la 12 o no...) e dato che non mi sembra di vedere codici utili in paese o a centro carta, mi lancio a est.

Oltre al fatto che scambio una canaletta per un sentiero, opero più o meno coscientemente una scelta che mi porta a superare in verticale 30 (trenta!) curve di livello prima di arrivare alla lanterna 21. Mentre arranco a passo d'uomo mi viene il sospetto di avere sbagliato qualcosa. Magari sarà utile come allenamento per la DSR, ma come scelta è una vera scelta del pit.

Tornato in orizzontale verso la 19, vengo raggiunto da Miori, e penso che nel frattempo lui ne avrà già fatte 5. Ma poi proseguiamo insieme per un bel po' e inizio ad illudermi di non aver fatto poi una scelta così stupida. Lui non è in giornata di grazia (dirà poi che aveva la pasta che gli andava su e giù per lo stomaco...) e sostanzialmente mi segue, anche quando scendo troppo dalla 15 alla 18. Ma se ne accorge prima di me, e torna su. Ma torna su troppo, io lo vedo, trovo la 18, e vorrei dirgli qualcosa, ma ormai è tanto lontano, e quatto quatto me ne vo' verso la 23. Ma in zona punto mi abbasso un po' troppo e devo risalire, mentre per la 24 opero un azimut piuttosto rozzo e vengo graziato solo dal fatto che la lanterna si vede da lontano. Morale alla 22 Miori mi ha quasi raggiunto e alla 26 siamo insieme. La 11 non ci interessa e andiamo alla 13, io mi distraggo per bere e per contare per l'ennesima volta le lanterne da fare e rimango un po' alto, così lui mi supera e parte.

E' a questo punto che per scrupolo controllo sul retro del testimone se ho punzonato tutte quelle che dovrei, e scopro di aver lasciato via la 14. Vedo Miori involarsi verso le ultime, e sospetto che lui non si sia accorto della 14. Il dislivello è poco ma la strada molta. Alla 28 e alla 29 comincio ad essere davvero stanco, ma poi si scende alla 30 e al traguarso. Dove scopro che Miori la 14 l'aveva punzonata mentre io salivo in parete verso la 21. Non ho visto i tempi, ma mi avrà dato almeno 5 minuti.

Però le gambe andavano molto bene.
E il cesto è stato all'altezza delle aspettative.

5 luglio 2010

Come farsi del male

L'estate è lunga e un po' sguarnita di gare, a meno che non si amino le 5 giorni (nelle quali io di solito al terzo giorno sono depresso come Stegal dopo 3 giornate lavorative da 18 ore l'una) o non ci si accontenti delle varie garette promozionali che almeno in Trentino sono abbastanza frequenti (vedi circuito della Val di Fiemme). Io ho approfittato di questa pausa per smaltire le tossine da eccesso di lettura di carta, e per trovare il modo di ridurmi ad un avanzo d'uomo come non mi era riuscito con la o-marathon.

E credo di averlo trovato.


Si chiama Dolomiti Sky Race, e da quanto Eddy ha postato sul suo blog una foto della gara dell'anno scorso, ho capito che non potevo farne a meno: 22 km con circa 1700 metri di dislivello in salita (e altrettanti in discesa). Una spece di O-marathon senza lanterne e con 1000 metri di dislivello in più.

Il percorso è stupendo e le foto sul sito fanno venire una gran voglia di essere là. Se il 18 luglio la giornata sarà fantasmagorica come domenica scorsa, e io arriverò vivo al traguardo, forse cambierò vita e mi metterò a girare per il mondo in cerca di gare come questa...