31 gennaio 2014

Stelle a VeNotte

Il programma per il fine settimana è molto minimale: trasferta a Venezia, vittoria in M35 e prosecuzione di week-end romantico in laguna con l'Anto. In M35 in centro storico più veloce di me c'è (forse) solo Buselli, e sto molto bene. Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare (questa volta in senso stretto, dato che per arrivare al traguardo dovrò superare 42 ponti) e, come si sa, nell'orienteering correre non basta, ma sono fiducioso e convinto di poter finalmente riuscire a portarmi a casa il primo posto ad una gara a Venezia.

Il mio fine settimana inizia sabato alle 3 di mattina, quando mi sveglio per l'agitazione. Ma non è quella che a 18 anni mi faceva dormire male prima della finale provinciale del torneo di basket fra scuole superiori. Assomiglia molto di più a quella che a 6 non mi faceva addormentare quando il giorno dopo si partiva per il mare o si andava a Gardaland. E se a quarant'anni si riescono a provare le emozioni dei 6, vuol dire che fare orienteering è ancora un'ottima idea (e che chi pensa che una gara regionale non sia da prendere troppo sul serio, non si ricorda che, ai tempi delle ginocchia sbucciate, non c'era niente di più serio di un gioco, qualsiasi gioco fosse).

Il mio gioco da grande comincia alle 18:57 quando in cielo ci sono un sacco di stelle. Fra le stelle, o almeno da quella parte, ci sono anche i satelliti con cui il mio gps dovrebbe chiacchierare per servirmi a qualcosa, ma lui e loro ci mettono parecchio ad intendersi, così quando ho la cartina in mano sono completamente impreparato a partire e ci metto un'eternità a capire da che parte devo andare.

Poi si comincia a correre, le calli scure si alternano ai ponti e alle fondamenta più o meno illuminate, ed è solo un gran divertimento. Le gambe girano proprio bene, riesco quasi sempre a preparare l'uscita dal punto prima di entrarci e a leggere bene senza calare troppo il ritmo. Con tutta la salita che ho fatto negli ultimi anni, il Ponte dell'Accademia e quello di Rialto  mi sembrano piani, in giro non c'è tanta gente, la temperatura è talmente piacevole da correre in braghette e maniche corte, e gli unici errori che faccio dopo la pessima partenza (coronata anche dal lento ritrovamento della lanterna nell'oscurita del sottoportego e da un'indecisione nella piazza dopo il ponte Accademia) sono un errato conteggio di calle per la 4 (ma avrei giurato di avere preso la seconda), una micro amnesia fra la 14 e la 15, una piccola distrazione prima della 17 e una scelta non ottimale per la 18.

All'arrivo - dopo che negli ultimi minuti di gara mi sentivo talmente stanco di testa da non avere il coraggio di ripiegare la cartina per paura che se perdevo il segno poi non lo trovavo più - sono piuttosto soddisfatto: so di non avere fatto la gara perfetta, ma mi pare di essere andato veloce, e dubito che qui qualcuno possa non fare neanche un'errore. Madella arriva dietro di 8 minuti, Gobber di poco meno di 5, Giovanelli di 4, e quando arriva Pin e anche lui è dietro, la serata già piacevole diventa perfetta.

Dopo qualche chiacchiera con Simone Grassi, che si è cimentato in MA convinto che i 7 km fossero lo sviluppo e invece ha dovuto correrne più di 11, vado a dare un'ultima occhiata alla classifica, che è appesa su una vetrata poco illuminata. Da lontano mi sembra che il vincitore della M35 cominci con la "L", quindi mi avvicino per leggere meglio.

1 LEROSE Luigi 38:31
2 PEDROTTI Dario 41:54

Sdeng!

Mi sento esattamente come Gatto Silvestro dopo una padellata in testa da parte della nonna di Titti e giurerei di avere delle stelle che mi girano intorno. Fortunatamente, così come i bernoccoli del Gatto, anche il mio dura poco, e non lascia traccia sul morale: 3'20'' sono una tale enormità su una gara di 40' che mi sembra di aver corso bene, che c'è poco da deprimersi. Mi ha stracciato, e lunedì con gli split vedremo come lo ha fatto.

L'efficentissima organizzazione, oltre ad aver spostato la segreteria scomoda dietro la porta di ingresso, e ad aver trasformato in mangerie i premi (biscotti al cioccolato, succhi di frutta, maglietta del MOV, e soldi di cioccolato: vi amo!), ha prontamente reso disponibili tutti i tempi sul sito Oribruni e appena mi è possibilme mi ci fiondo.

Una volta allineate le ali della farfalla, il verdetto è impietoso: LL è stato più veloce di me in 14 lanterne, in 1 abbiamo fatto lo stesso tempo, e in 3 sono stato più veloce io (tutte e 3 per 1''...). Andando poi a guardare nello specifico le tratte, tolti i 40'' che mi sono dato da solo alla 1, i 20'' alla 4 per la calle mancata, e i 30'' alla 15 per l'amnesia e i 20'' alla 17 per la distrazione, in tutte le altre c'è un distacco standard attorno ai 10'', indipendentemente dalla lunghezza della tratta. Che se sono scoccianti sulla 14 che è in un labirinto da quasi 3', sono addirittura imbarazzanti sulla 9,  che era uno sprint quasi dritto di meno di un minuto.

In altre parole, LL è stato più veloce di me, ha sbagliato meno di me, e ha letto più in fretta di me.


In vista della prima di quelle due gare che hanno quel sito con su quei due, sarà il caso di correre ai ripari.

(en passant, dal Presidente Gazzerro e dalla FISO, ancora nulla...)


23 gennaio 2014

Orienteering da divano, ma non solo

Non sempre in inverno si riesce a fare orienteering dal vero, ma ci sono un po' di "succedanei" più o meno efficaci. Un grande classico è "catching features", un gioco di orienteering simulato liberamente scaricabile (almeno nella versione demo) da qui, ma c'è anche dell'altro.

La Melin Software "è una software company con sede in Uppsala nel mezzo della Svezia" che sviluppa software per pc (ovviamente) e si è specializzata in "software for orienteering". Da quanto capisco dal sito, ha sviluppato WinOL - Orienteering for Windows e il suo successore Oriantica, con grafica e altro rinnovate. Pare si possa giocare con amici o in rete, e addirittura importare mappe da OCAD, ma probabilmente solo nella versione a pagamento. La demo si può scaricare qui, con l'obiettivo, come dice il loro sito, di "Put the finishing touches to your technique".

Per chi non "compera" mai a scatola chiusa, o ha 11 minuti da buttare, imperdibile la raffinatezza dei commentatori (che temo siano pure trentini) che  potete ascoltare qui. Non hanno la più pallida idea di cosa sia l'orienteering ("Voi avete mai giocato a orienteering?" è una delle loro perle) ma hanno "testato" il gioco, e nel filmato si vede come è. Io non l'ho ancora provato, aspetto di avere (ancor più) tempo da buttare. Loro ci mettono un po' a capire come funziona, ma non sembra affatto male.

Decisamente più antiquato, ma raffinato, il passatempo para-orientistico a cui sto dedicando parte del mio inverno, ovvero un puzzle diabolico che mi ha regalato Tiziano Serafini, pensando (giustamente) che solo un malato potesse cimentarsi in una cosa del genere. Lascio alle foto il compito di illustrare la cosa, aggiungendo solo che quando l'avrò finito (datemi ancora un mesetto) lo cedo volentieri a chi altri volesse dedicarci un bel po' di ore.



Altra attività abbastanza da divano, ma con verosimili ricadute positive sulle future uscite in bosco, l'allenamento a secco con i quesiti sulle migliori scelte di percorso di varie tratte prese da varie carte, che si possono trovare qui. Testi in tedesco, ma si può tranquillamente esercitarsi anche senza capire nulla di tedesco. Farebbe bene a qualche Fabietto.

Penultimo, e piutosto off topic, l'invito a partecipare ad un crowfunding, ovvero una raccolta fondi per finanziare in anticipo una attività. Niente di socialmente utile, tranquilli, si tratta della realizzazione e messa a disposizione su web (e per smarphone) di una cartografia completa delle Dolomiti, con tutti i sentieri, i rifugi ecc. Quella relativa al Trentino è già disponibile qui, ma l'allargamento a tutte le Dolomiti permetterebbe ancora meglio di progettare uscite scairanneristiche mono e bi-giornaliere semplicemente fantastiche. Tutti i dettagli qui.

Ultimo, e per niente off-topic, un cenno gaudioso alla VeNotte, la gara di Venezia in notturna, in programma per sabato. 27 iscritti in M35, con le presenze illustri, fra gli altri, di Roland Pin, Andrea Gobber, Walter Giovanelli e Luigi Lerose, che alle gare di Venezia by night mi dà tradizionalmente 2 minuti. Non vedo l'ora! (peccato solo che la M35 sia così tanto più corta della MA, 5,7 contro 7,6, non siamo poi così vecchi...)


p.s. dal Presiente, ancora nessun cenno di risposta...




14 gennaio 2014

Bis a Bas(elga)

L'Orienteering d'inverno è come il calcio d'agosto e se vincere il Trofeo Berlusconi o il Trofeo Birra Moretti non vuol dire un gran che rispetto alla vittoria del campionato, figurarsi quanto possa contare vincere le gare di Oricup-Inverno. Però vincerle è più divertente che non vincerle, e farle bene dà più morale che farle male.

Dopo la vittoria contro nessuno della gara di Fondo, bisso a Baselga di Piné contro qualcuno, ed è un bi-bis, perché bisso anche rispetto alla gara di Baselga dell'inverno scorso. Accanto a me sul podio, che gli organizzatori hanno il buon gusto di non mettere in scena, ci sono Andrea Segatta, che corre come non si vedeva da tempo, e Fabio Daves, che invece purtroppo corre come al solito.

La carta non è diabolica, ma la gara è divertente: anche se le vere scelte sono pochine, tratte dove bisogna solo correre ce ne sono giusto un paio, quindi bisogna mantenere alta la concentrazione dall'inizio alla fine. I miei obiettivi di giornata erano leggere con attenzione tutte le descrizioni punto e i codici delle lanterne (abitudine che vorrei riuscire ad acquisire perché, soprattutto nelle sprint, ti fa sembrare di perdere attimi, ma ti può permettere di non buttare decine di secondi) e rimanere concentrato per tutta la gara.

Direi che sono riuscito a fare entrambe le cose, e l'unica volta che ho preso 20'' da Fabietto non è stato per una distrazione o un errore, ma per una scelta di percorso che non si è rivelata così brillante come pensavo. Nella fattispecie si trattava della tratta 3-4, che tagliando dal prato era probabilmente davvero un po' più corta, ma che risultava molto più lenta. A ben guardare ho anche preso 13'' da Andrea nella tratta 6-7, dove invece probabilmente il taglio dal prato conveniva, immagino anche perché si poteva passare subito sopra alla casa a bordo prato, invece di passare da sopra come ho fatto poi andando alla 8. Quella per la 8 era un'altra tratta con più scelte possibili, anche se come lunghezza e tempo non cambiava molto tra la rossa che ho fatto io e la verde che si poteva fare. Altra possibilità di scelta poi fra la 9 e la 10, ma andare a cercare fortuna sul sentiero un po' innevato, che si doveva poi percorrere per andare alla 16, non si è rivelata (per Fabietto) una grande idea.
Comunque, anche se come sempre il bosco è un'altra cosa, sempre di orienteering si trattava, e quello che distingue questo sport dalla corsa campestre o dal mezzofondo, è il fatto che quando arrivi ad un incrocio sei sempre tu a decidere quale strada prendere, e, se non fai attenzione, puoi anche prendere quella sbagliata. Vero Fabietto? :-)


9 gennaio 2014

Primo a(f)Fondo

Fondo - Si apre come meglio non avrebbe potuto sperare la stagione agonistica di Dario Pedrotti, il forte atleta della storica società US San Giorgio, che sulle nevi di Fondo regola gli avversari in una gara impegnativa quanto avvincente e regala la prima gioia dell'anno ai propri tifosi.

Ingegner Pedrotti, si aspettava questa vittoria? Più che aspettarmela la desideravo fortemente. Dopo la vittoria a Roma e la debacle alla gara di Oricup-Inverno di Borgo Valsugana, era importante ritrovare subito il giusto feeling con la vittoria, e ci sono riuscito. Ogni vittoria è naturalmente una grande soddisfazione, ma devo dire che iniziare così la stagione è una gioia enorme, anche perché non ero mai riuscito a cominciare l'anno con un trofeo, e inoltre la gara era valida come seconda prova della SuedtirolCup 2014.

Come ha trovato questa gara? Conoscevo la carta per averci corso in un paio di occasioni, e la sapevo ricca di insidie, ma molto bella. A livello psicologico ho dovuto superare il trauma di essere arrivato, a causa dei rallentamenti del traffico dovuti alla nevicata in corso, in partenza dopo la mass start, e devo ringraziare il responsabile della gara, Fabio Marsoner, per avermi concesso di correre ugualmente, registrando il mio tempo con il suo cronometro. Un'altra grossa difficoltà psicologica è stata quella di correre una Ori-ciaspolata senza le ciaspole. E non perché la neve non ci fosse, ma semplicemente perché non era una gara con le ciaspole, e il nome dipendeva solo dal fatto che la gara era organizzata da quelli della Ciaspolada, la gara internazionale con le ciaspole del giorno dopo, che si correva poco distante. I lettori non devono poi dimenticare che per tutta la durata della gara la neve è scesa copiosa, e questo rendeva la lettura della carta ancora più difficile.

Ci può dire qualche parola sugli aspetti tecnici della gara? Purtroppo all'ultimo momento è stato annullato il percorso long, per problemi di neve, e i più forti hanno dovuto accontentarsi di quello middle. Le gare a sequenza libera portano sempre quel brivido in più, perché, oltre a scegliere il percorso migliore da una lanterna all'altra, bisogna decidere in quale ordine affrontarle. Sapevo naturalmente benissimo che conveniva andare alla 2 e alla 3 prima di andare alla 1 e che probabilmente era meglio ancora riscaldarsi nella zona ovest prima di affrontare le tratte fisicamente più impegnative nella zona est, ma essendo consapevole della mia superiore preparazione fisica rispetto agli avversari, ho pensato di scegliere una sequenza abbastanza insensata, per pareggiare i conti.

A proposito di superiorità, nei giorni immediatamente successivi alla gara si vociferava che Lei avesse vinto solo perché il livello dei partecipanti è stato modesto: come risponde a queste critiche? Guardi, quando si pratica lo sport a livelli di eccellenza come quelli a cui io sono ormai abituato da parecchi anni, è normale che da parte degli avversari e di una buona parte dei sedicenti "addetti ai lavori" ci siano invidie e rancori. Trovo sinceramente meschino affermare che ho vinto solo perché nessuno degli altri partecipanti aveva mai corso una gara di orienteering. Dove sta scritto che uno che ha corso centinaia di gare è per forza più bravo di uno che non ne ha mai corsa nessuna? E poi, che ne sanno i miei detrattori della vita privata di chi c'era quel giorno? Chi può dire che il secondo e il terzo classificato alle medie non abbiano fatto un corso di orienteering durante le ore di educazione fisica o non abbiano partecipato alla fase provinciale dei giochi studenteschi o magari non abbiano fatto delle attività orientistiche in qualche villaggio turistico in Sardegna?

In ogni caso, molti Suoi storici avversari erano impegnati altrove: Daves, Segatta e Candotti, ad esempio, lo stesso giorno correvano a Pergine Valsugana: è solo una coincidenza? No, si è trattato di una scelta consapevole: ho preferito correre a Fondo proprio per lasciarli tranquilli. So che molti di loro sono ancora indietro con la preparazione: infliggergli distacchi pesanti ad inizio stagione avrebbe rischiato di demoralizzarli, ed è l'ultima cosa che voglio. Ci sarà tutto il tempo per incrociare le nostre bussole più avanti.

La ringraziamo signor Pedrotti, è sempre un piacere intervistarLa. Un'ultima domanda: Le dispiace se accompagniamo l'articolo con delle foto che non c'entrano una sega, dato che a Fondo inspiegabilmente nessuno l'ha immortalata in azione? Ma si figuri, ci mancherebbe. Fra l'altro sono certo che in rete troverà parecchio materiale relativo alla Ciaspolada del giorno dopo. C'erano oltre 5.000 partecipanti, vedrà che qualcuno qualche foto l'ha fatta.