29 gennaio 2016

Oricup Samone

Visto che dalla Puglia non arriva nessuna spiegazione, e che da una "gola profonda" della FISO arrivano spiegazioni abbastanza convincenti (per quanto per me del tutto indimostrabili) mi rimetto a fare il mio lavoro, cioè cazzeggiare con post inutili sulle mie garette.

Di nuovo Oricup inverno, questa volta a Samone, senza Fabietto, che non si prende neanche la briga di giustificare l'assenza. E chissà se ci incroceremo più, dato che sta per partire per l'erasmus in Tantamona.

Non mancano dei bei nomi, e il tracciato è divertente, inoltre è un'altra di quelle assurde giornate di questo cavolo di inverno, che a fine gennaio si corre in braghe corte e maniche corte e c'è anche un bel sole. Siccome è tutto così bello, due metri dopo il triangolo, su strada asfaltata, dovrei andare a sinistra e vado a destra. Può essere che la carta lì non sia proprio perfetta, ma sta di fatto che ci metto un minuto o giù di lì a raccapezzarmi, e a quel punto se per caso mi fosse interessata la classifica finale, potevo tornare a casa (sì, da dove ero arrivato bastava un azimut di 100 m).
Fortuna che a me quelle cose lì mi hanno sempre lasciato del tutto indifferente. Così riparto.

Per andare dall'altra parte del mondo vedo Claudia Candotti che va in su, ma a me non pare una buona idea, e neanche a quelli con cui parlo nel dopo gara. Poi verso zona punto vado su un po' storto, vado dritto alla 3 perché è elementare, vado storto alla 4, vado storto alla 5 e vado finalmente dritto alla 6 perché andare storto è impossibile.

7 di passaggio, poi per la 8 prima rimango perplesso perché incontro uno steccato e una casetta che non vedo in carta, e poi cerco di ammazzarmi salendo su un muretto sul quale non dovrei salire, ma dato che la lanterna dove è segnata non c'è (e dato che sono in compagnia di altri più furbi di me che ci salgono) decido di salirci anch'io. Cerco di farlo "in opposizione", quella tecnica che si usa in arrampicata nei camini, dove si spinge con un piede da una parte e una dall'altra sulle due pareti. La mia prima parete è il muretto, la seconda è un albero. Che però ha il difetto di essere cilindrico e quindi sdruciolevole, e prima di arrivare in cima mi distraggo per pensare alla lanterna, e precipito con una di quelle cadute che ti sembra durino minuti, ma naturalmente sono solo secondi. Durante i quali mi graffio un po', forse più di quanto mi sia mai graffiato in una gara, ma non è proprio grave. Comunque fra una cosa e l'altra alla 8 ci smeno parecchio, prima di arrendermi all'evidenza che dove dovrebbe esserci non c'è, e andare via.

9 e 10 sono simboliche, poi bisogna andare a sud. Non ci andrei neanche male, non fosse che ci vado troppo. Vedo una chiesa, e in cartina è segnata una chiesa. Più di così per dirmi che sto andando lungo non potrebbero fare. Ma persevero. 12 e 13 servono solo a fare fatica, poi c'è il giretto divertente in paese, dove sbaglio la 18 e dalla 19 in poi sono al traino di Ivano Bettega, un po' perché sono lesso, un po' perché per troppe pieghe alla carta non leggo più un tubo.

A forza di seminare minuti e brandelli di pelle chiudo a 4' dal vincitore, che purtroppo è una vincitrice. E va bene che tecnicamente Christine è fortissima, ma questa gara non era abbastanza tecnica da giustificare il minuto o molto più che ha dato a tutti gli altri M. Torno anche a prendere 1'20'' dal mio antico Rivale, come ai vecchi tempi. E meno male che non c'era Fabietto.

 


24 gennaio 2016

Puglia: è vero davvero??? AGGIORNAMENTO

Avevo scritto il post qui sotto, ma poi un lettore mi ha fatto notare che la lettera è datata 12 marzo 2015, e allora non si capisce perché sia stata pubblicata ieri.
Una bozza vecchia e superata che si è auto-pubblicata per errore?
a questo punto i chiarimenti vanno chiesti alla FISO Puglia, alla quale li chiedo immediatamente
Dario






Leggo casualmente sul sito FISO in una notizia regionale di oggi, questa lettera del Comitato Regionale Puglia. La riporto integralmente sotto.

Ora, non è che io abbia un gran ricordo del campionato italiano sul Gargano (quello famoso delle lanterne mancanti, la 45 e la 64, tanto per autocitarmi un po').

Ma se le cose stessero veramente così come dice la lettera, forse è il caso di valutare seriamente la scelta di Rusky, di tesserarsi per la federazione slovena.

Vi prego, ditemi che non è davvero così, possibilmente portando delle prove piuttosto convincenti.
O se è davvero così, spiegatemi bene bene perché non è la castronata stellare che sembra.




OGGETTO: Candidatura Puglia MWOC 2019 

Con riferimento all’oggetto e facendo seguito a quanto stabilito nel Consiglio F.I.S.O. Regionale del 7 marzo u.s., la presente per esprimere alcune considerazioni in merito alla questione. 

Innanzitutto questo Comitato, che rappresenta il movimento orientistico pugliese ed il “territorio” in seno alla Fiso, esprime il proprio entusiasmo per la possibilità che la Puglia, la nostra Puglia, possa essere scelta per ospitare un evento di così grande importanza. 

Tale entusiasmo, tuttavia, è smorzato da altrettanto dispiacere e mortificazione per l’ennesima, purtroppo, dimostrazione di scarsissima considerazione nei confronti di questo Comitato da parte di codesta Federazione Nazionale nella persona del Presidente Mauro Gazzerro, che ci dovrebbe rappresentare, e da parte del Presidente Regionale del Coni che, pure, dovrebbe rappresentare le nostre Società Sportive, considerato che siamo venuti a conoscenza della notizia esclusivamente da una pagina facebook di un tesserato, che rimandava a ciò che è apparso su alcuni organi di stampa locali. 

Infatti, sia sul sito del CONI che su quello del Parco Nazionale del Gargano, abbiamo potuto leggere della costituzione del Comitato Promotore per la candidatura della Puglia per il WMOC 2019. 

Quello che più ci mortifica è il fatto di non essere stati coinvolti o, almeno, informati, considerando che, a quanto sembra, già da tempo la Federazione era a conoscenza di ciò e che lo stesso Presidente Gazzerro, sollecitato dal nostro Segretario Nuzzone ad avere qualche informazione relativamente alle notizie di stampa, sempre via sms ed in data 9 marzo u.s., rispondeva: “ ... la FISO ha ritenuto di appoggiare le indicazioni del territorio ...”. 

È paradossale che nel Comitato Promotore, oltre alle varie istituzioni, non compaia il Comitato Fiso Puglia ma compare il Presidente di un’Associazione Sportiva Dilettantistica del Comitato Veneto; lo stesso Presidente che, appena qualche mese fa, ha organizzato alcune manifestazioni orientistiche in Puglia senza alcun coinvolgimento o semplice comunicazione al Comitato Fiso Puglia, contravvenendo alle norme statutarie, ai Regolamenti Federali e, soprattutto, ad un minimo principio di rispetto sportivo e buon senso; come già segnalatovi in una mia nota a cui non si è dato alcun seguito. 

L’entusiasmo per la possibile candidatura della nostra Regione passa, a nostro avviso, in secondo ordine di fronte all’ennesimo “schiaffo” fatto all’impegno costante, virtuoso, volontario e coraggioso di tanti appassionati orientisti, società, tecnici ed atleti pugliesi, che il Comitato democraticamente eletto rappresenta. 

Sin dall’inizio del suo mandato federale, il Comitato ha stilato un programma chiaro, determinato e condiviso che ha come capisaldi il coinvolgimento del territorio, la pianificazione dei progetti, sempre nell’ottica di soddisfare, appunto, le richieste del territorio, nonché nella trasparenza e corretta gestione di risorse economiche pubbliche. 

Siamo consapevoli, noi, dei ruoli e dei compiti che lo Statuto Federale assegna al Presidente ed al Consiglio Federale, così come dei nostri in quanto Comitato Regionale; altrettanto consapevoli che scelte e decisioni ultime in merito ad un così importante evento vadano prese solo e soltanto dal Consiglio Federale; ma, ci chiediamo, se sia possibile puntare al successo di una manifestazione di tale livello senza il coinvolgimento del movimento orientistico locale, se sia possibile accendere l’entusiasmo di una platea straniera al territorio senza l’apporto, l’esperienza, le capacità e l’entusiasmo dei locali, anche e soprattutto nelle primissime fasi di approntamento della candidatura. 

Il programma che il Presidente Nazionale porterà in Consiglio Federale, di fatto, vincola la Puglia Orientistica sino al 2020 con una serie di manifestazioni ed eventi da svolgersi tutti sul Gargano senza che si sappia chi organizzerà, e, soprattutto, senza un piano economico da sottoporre agli Enti pubblici e privati che dovranno necessariamente supportare le iniziative. 

Come si può pensare di impegnare qualcuno, così, al buio? C’è poi da evidenziare che molte azioni previste nel programma coincidono fin troppo casualmente con eventi e manifestazioni già visti e già fatti e, soprattutto, finanziati con fiumi di denaro pubblico che sul Gargano, dopo dieci anni, hanno prodotto solo una Società Sportiva, senza neppure un tesserato green e/o agonista, e, a fronte di un investimento di tale portata da parte degli Enti locali per la cartografia orientistica, solo due carte omologate. 

Lo stesso programma riprende sostanzialmente quello presentato nel 2009 per la candidatura del 2012, senza tener conto delle mutate condizioni territoriali e sportive. Si parla di Enti ed Istituzioni da coinvolgere, tecnici e volontari da formare ma senza mai citare il Comitato Fiso Puglia, che in questi anni ha organizzato corsi di formazione ed aggiornamento per istruttori federali, direttori di gara, tracciatori e cartografi, ha acquistato attrezzature e materiali; insomma, ha creato le condizioni necessarie per consentire alle Società pugliesi di essere “protagoniste” e non “semplici spettatrici”. 

Questo Comitato proprio alla provincia di Foggia ha rivolto interesse ed attenzione, non a caso eleggendo in seno allo stesso ben due Consiglieri ( di cui un Vice Presidente donna ...), che fossero di riferimento e di impulso per l’area, convinti che qualsiasi azione non può avere successo se non si creano fondamenta solide: le Società Sportive. 

Non possiamo, infine, non ricordare quanto accaduto di recente quando, ad alcune Società Sportive di Puglia e Basilicata, è stato negato il diritto di organizzare un evento sportivo internazionale nel Sud Italia tra il Parco Nazionale del Gargano ed il parco Nazionale del Pollino. Ci chiediamo: ma in quel caso non era il territorio che lo chiedeva? 

Sono certamente agli atti tutti i documenti e le delibere del Consiglio Federale che portarono, nel 2009, ad una candidatura della Puglia per il WMOC del 2012: sin dal primo momento ci fu un totale coinvolgimento del Consiglio Federale, della Fiso Regionale (allora solo Delegazione ...) e degli Enti Locali. Ed alla candidatura si giunse, a quanto sembra, nonostante la forte opposizione di alcuni Consiglieri e solo dopo l’approvazione di uno studio di fattibilità. 

Così come non si può sottacere, in occasione della candidatura dell’Italia per il WOC 2014, la forte resistenza di Comitati che parlavano di inaccettabilità di decisioni piovute dall’alto, nonostante fosse chiaro, fin dalle prime fasi, che non si potesse esimere dal pieno coinvolgimento delle realtà sportive del territorio. 

Ci preme, in ultimo, sottolineare che, in un incontro odierno, l’Assessore Minervini del quale abbiamo sempre apprezzato il vivo interesse e la massima disponibilità nei confronti della nostra disciplina sportiva, è rimasto sorpreso dal fatto che chi rappresenta la Fiso in Puglia fosse completamente all’oscuro del progetto ed ha assicurato che si farà garante affinché, sin da subito, sia certa la presenza ed il coinvolgimento del Comitato pugliese. 

Cordiali saluti
Il Presidente Vincenzo Cinieri









23 gennaio 2016

VeNotte 2016

E dopo Natale arriva VeNotte, e la primavera è un po' più vicina.

Inutile che io ripeta per l'ennesima volta quanto mi piace questa gara, Venezia è sempre Venezia, l'orienteering è sempre l'orienteering, e la notte è sempre la notte. Mettete insieme e fate voi.

Quest'anno quelli del Galilei hanno provato a mischiare un po' le carte, con risultati forse da rivedere. Ottimo lo spazio in palestra, ma disastrosi i servizi (un bagno per gli uomini e uno, credo, per le donne, un po' poco per qualche centinaio di persone), e addio anche alle mitiche docce bollenti degli anni passati. Magari i primi sono riusciti a farle calde, ma quando l'ho fatta io era a temperatura canale. Il sistema di punching start ha creato un grande ingorgo, almeno fino a quando hanno deciso di far partire ogni 30''. Questo ha smaltito velocemente la fila, ma agonisticamente parlando non era probabilmente l'ottimo (ma dell'agonismo non so se fregava a qualcuno dei partecipanti). Infine, ritorno alle origini per quando riguarda lo scarico dati: dopo alcuni anni in luogo defilato, sono tornati a metterlo nel posto in cui creava più ingorgo con quelli che dovevano entrare e uscire dalla palestra. Evidentemente a Venezia gli ingorghi nelle calli ce li hanno nel sangue.

La gara "nera" è stata molto bella, forse un po' corta, a voler fare i pignoli. O forse sono solo stato io a correre troppo piano e ad arrivare alla fine meno stanco del solito. Le tracciatrici, che si firmano "Anedda Sisters", vanno sul sicuro concentrandosi sulla zona oggettivamente più incasinata della città, e c'è da divertirsi

Pronti via e "probabilmente" sbaglio già "scelta".  Doppie virgolette, le prime perché non sono certissimo che il giro da sinistra fosse davvero meglio (ma è molto probabile) le seconde perché a Venezia non si fanno mai delle vere scelte. Scegliere vuol dire (almeno per un ingegnere...) prendere in considerazione tutte le possibilità, valutarle, e adottare la migliore. Che a Venezia vorrebbe dire che la gara la finisci in 4 ore. Qui il è il regno del colpo d'occhio, l'unica cosa da fare, se non vuoi star fermo ore ogni 3x2, è guardare la cartina, vedere una scelta di percorso e seguirla sperando che non sia troppo stupida.

Un po' più di tempo si potrebbe dedicare alla tratte lunghe tipo la 2-3. Ma anche qui finisce che alla fine prevale il sentimento, o almeno che non riesci a prendere in considerazione tutte le variabili. Io decido per la via "lunga ma scorrevole", che però si rivela proprio lunga, e neanche così scorrevole, dato che è vero che devo leggere meno, ma c'è parecchia gente e devo continuare a rallentare. Non contento della scelta infelice, mi faccio distrarre dalla folla quasi in zona punto, e manco il bivio che mi porterebbe al punto, finendo nella piazza più avanti. Morale dalla favola, GPM, mio riferimento di giornata, su questa tratta mi rifila 1'30'', che a Venezia vuol dire 100 anni.

Non malissimo il giretto dalla 4 alla 9, e tutto sommato anche la tratta media fino alla 10, anche se con il senno di poi  dalla piazzetta con fontana subito a destra dell'incrocio delle linee fuxia, conveniva andare a sinistra e poi su dritti fino al punto.

Tollerabile la prima ala di farfalla, ma non il ritorno al centro, che era molto più corto da sinistra. Molto meno tollerabile la seconda ala, dove ho sbagliato la "scelta" per la 14, che era da fare da destra, e ho fatto giusto quella per la 15 soprattutto perché era l'unica. Anche perché in quel tratto corro molto più che nel resto della gara perché devo seminare Candotti, che ho raggiunto alla 14.

Il colpo d'occhio per la 17 non sembra male, ma le gambe non gli stanno molto dietro. Non perché non ne abbia, ma perché non mi riesce di tirarlo fuori. A Venezia bisogna correre con la bava alla bocca, e in questa piacevole nottata di inverno mi sto divertendo troppo per continuare a ripetermi che devo spingere alla morte.

18 decente, 19 forse conveniva prenderla da sotto, ma forse, a pensarci bene, anche no. Arrivato alla 20 mi è venuto il dubbio che fosse meglio prenderla dall'altra parte, ma guardando adesso non mi pare fosse vero. Dopo il passaggio dalla 21, 22 da correre a perdifiato sul ponte di Calatrava e davanti alla stazione, e ci riesco abbastanza. Meno a districarmi fra i portici delle case dove è nascosto l'arrivo.

Chiudo un po' troppo poco stanco e ancora decisamente troppo lucido (a Venezia, normalmente, a tre quarti di gara ho il cervello che si incastra e l'acido lattico che mi esce dalle orecchie) 1'' prima del 48esimo minuto e 30'' dopo il mio riferimento di giornata.

Ma chissefrega, è stato proprio bello.

13 gennaio 2016

DolORI e allORI 2015

Mesi dopo Stegal, eccomi con il mio personale consuntivo dell'anno passato, orientisticamente (o quasi) parlando. Annata invero piuttosto soddisfacente, che però ha confermato in gran parte quello che già sapevo: molto buono sulle sprint, discreto con punte buone sulla long, rivedibile sulle middle. E in ogni caso ancora ben lontano da Re Carlo su qualsiasi distanza, e anche da Pin-Grassi-Grassi nelle middle tecniche. Va detto però che quest'anno il peggiore dei miei "errori tragedia" è stato sui 7 minuti, invece dei classici 12-13 degli anni scorsi. Di questo passo il mondiale M90 è proprio mio.

dolORI

I Coppa Italia - Sprint - Belluno
Se mi fanno cominciare la coppa Italia con una sprint in città in mezzo alle Dolomiti, il minimo che possa fare è arrivare alle solite spalle di Rigoni. Invece riesco ad arrivare ben 19esimo, credo mio record negativo in una sprint. Il mio capolavoro è alla 5, alla quale passo a meno di mezzo metro di distanza senza accorgermene, distratto, come al solito, da un avversario (nella fattispecie Ingemar). Non ancora soddisfatto, dalla 13 vado alla 15, per poi tornare alla 14 passando in mezzo a tutti gli atleti al ritrovo. Complimenti!

Va bene, dal francobollo sembra l'inferno, ma dal vivo non era proprio così, bastava un minimo di concentrazione. Invece sulla 8 mi sono sputtanato la gara più a sud della stagione, in un posto bellissimo dalle parti dell'Aquila. Bastava uscire dalla 7 con un po' più di sale in zucca, tipo usando un po' decentemente la bussola, o leggendo le forme del terreno, o anche al limite aspettando quello che partiva dopo, tanto peggio di così non potevo mica fare. Quasi 5 i minuti persi, raggiunto da tutto il mondo, e depresso che non ti dico.

Bosco bellissimo, gara bellissima e a tratti bellissimo anch'io. Alla 7 però faccio un azimut arquato che mi costa 3 minuti abbondanti e qualsiasi velleità di medaglia. Modestissima consolazione il fatto che proprio alla 7 vengo raggiunto da GPM, che finirà bronzo, e rimango con lui, quasi sempre guidanto io (un paio di volte anche dalla parte sbagliata...) da lì alla fine. Chiudo nono, rimandando di almeno un altro anno l'appuntamento con una nuova medaglia agli italiani middle, il cui ultimo esemplare in mio possesso è il bronzo del 2012, in condominio con Andrea Cipriani (episodio mitico da cui nacque la famosa storia di Sara...).
 
È mia convinzione che la mia triste debacle nel CI long di Rovegno (che  non riporto qui, perché quel giorno non è andato bene proprio niente) sia nata fra la 3 e la 4 della gara di Nova Ponente. L'orienteering è una cosa dove, per quanto mi riguarda, per il 50% conta una miscela di tecnica e fisico, variabile da gara a gara, e per l'altro 50% quanto ti senti forte quel giorno. Io dopo l'estate mi sono sentito fortissimo fino alla 3 di Nova Ponente, e poi ho iniziato a sentirmi una sega. Quasi 4' minuti in qul cazzo di boschetto, dove è vero che la vegetazione tornava come il corvo dell'arca di Noè e le forme del terreno poco di più, ma vallo tu a spiegare al morale.

allORI

Campionato Italiano Sprint Lavarone
Metterlo bisogna metterlo, perché un primo-dietro-Rigoni in un campionato italiano, a soli 46'' da Egli, e davanti a GPM, Ingemar, Buselli, Eddy, Roland e Gottardi, non è comunque da buttar via, ma non è stata certo una gara memorabile, dato che la cartina e il tracciato non erano all'altezza di un campionato italiano.

Trans d'Havet
Vero, niente allORI, ma quel giorno che ho corso 12 ore e mezza, di cui 3 abbondanti sotto il diluvio, per 83 km con 6000 e rotti metri di dislivello, arrivando al traguardo in piena spinta, e senza aver mai desiderato di non essermi mai iscritto a quella gara, è stata, sportivamente parlando, una dei più belli dell'anno, e forse della mia carriera.

Long a Barricata
Non era una campionato italiano, neanche trentino, neanche una coppa Italia, ma riuscire finalmente a domare la cartina di Barricata (seppure nella sua parte meno ostica) chiudendo davanti a Pin e GPM, e nonostante 7 (sette!) minuti di errore alla bastardissima 13 nascosta nel buco lasciato dalle radici di un albero caduto, è stata una soddisfazione non da poco.

III Coppa Italia - Sprint - L'Aquila
La luce che c'era al momento della premiazione, con la chiesa romanica appena restaurata dietro, valeva da sola la trasferta fino laggiù. Se si aggiunge il divertimento del tracciato, la tragica magia di correre in una città ancora in gran parte devastata, e il primo posto davanti ad Andrea ed Eddy, si fa presto a mettere la giornata nella top five stagionale.

II Coppa Italia - Long - Quantin
Il giorno dopo la orrida prestazione di Belluno, ne sfodero una che forse non mi aspetto davvero neanche io, e mi porto a casa il primo-posto-dietro-Rigoni nella prima gara long della stagione, nonostante una griglia piuttosto agguerrita. È vero che ho preso una buona parte del mio vantaggio sui "non-Rigoni" nella tratta lunga, ma è anche vero che poi non l'ho perso nella successiva manciata di lanterne sul costone a scendere, per niente banali.

2 gennaio 2016

Caro O-2016

Caro O-2016,
dato che quest'anno cominci presto, con la mitica VeNotte del 16 gennaio (ma senza categorie, solo colori, quindi niente ambizioni di vittoria bis in M35 e in "nero" ci saranno sicuramente Tenani e un sacco di primierotti velocissimi) ti scrivo presto anch'io.

Dato che sei un anno pari, dovresti essere un anno di medaglie agli italiani, ma ne ho vinta una l'anno scorso, e magari mi viene scalata dal conto di quest'anno, quindi vedremo. E in ogni caso ho ormai capito che le medaglie agli italiani sono come le donne, che se le corteggi troppo poi non ti vogliono più. Così quest'anno farò il vago con loro e mi concentrerò su altro.

Ma proprio altro altro, talmentre altro che non ci saranno neanche le lanterne. Invece di sognarmi fin d'ora giorno e notte il fine settimana del 7-8 maggio dalle parti del Primiero, con gli italiani sprint e middle a Canal San Bovo e Calaita, ho già iniziato già da un po' a sognare i posti dove correrò la Dolomiti Sky Run, una gara di trail sull'Alta Via Numero 1, da Braies a Belluno: magia pura! (vedere qui sotto per credere). 


Oltre a quella del filmato homi piacerebbe fare alcune altre sgambettate su per i monti, in aprile vicino al Lago di Garda per il BVG Trail, in maggio in bassa Valle dell'Adige per il Trail dell'Orsa, in giugno in Val di Zoldo per il Dolomiti Extreme Trail, in piena Lombardia (e, spero, con un lombardo) per il Trofeo Kima.

Dato che pensando a quelle gare lì i miei allenamenti saranno piuttosto oversize, probabilmente, per gli imperscrutabili misteri del mio fisico, andrò benone nei centri storici veloci, quindi quest'anno mi piacerebbe portarmi a casa lo Sprint Race Tour in M35, l'unica vittoria in classifica finale che mi è scappata nel 2015 (e, nonostante Massimo Bianchi la meni già da abbastanza tempo da aver rotto i maroni, il clou sarà davvero a Siena a novembre, con l'arrivo in piazza del Campo). 

Quanto alla Coppa Italia, ha un calendario strano, che inizia prestissimo e finisce tardissimo

20.03.2016 - Coppa Italia - 1^ pr. (middle) - Barbisano
17.04.2016 - Coppa Italia - 2^ pr. (long) - Cansiglio, Vallorch
04.06.2016 - Coppa Italia - 3^ pr. (sprint) - Borgo Valsugana
05.06.2016 - Coppa Italia - 4^ pr. (long) - Borgo Valsugana
24.09.2016 - Coppa Italia - 5^ pr. (long) - Sgonico
23.10.2016 - Coppa Italia - 6^ pr. (middle) - Monte Beigua
05.11.2016 - Coppa Italia - 7^ pr. (sprint) - San Gimignano

Il fatto che ci siano 2 sprint e 3 long, rende un po' meno improbabile (Carlo permettendo) l'idea che io possa eventualmente rivincere la classifica finale. Spero comunque almeno di confermare un inizio brillante come negli ultimi due anni, ma di finirla un po' più decorosamente.

Insomma, caro 2016, tu dammi gambe per correre, che a fare il bambino felice ci penso io anche per quest'anno.