30 luglio 2018

Perché è un po' scemo

"Mamma, quello lì con l'aria mogia non è il tuo amico, quello che presentava il libro al rifugio Taramelli?"

"Sì Elena, è proprio lui".

"E perché è così mogio? Non è appena arrivato alla fine di quella gara da tutti quei chilometri e tutti quei metri di dislivello che tu dici che se la fai muori?"

"Sì, ha appena finito la Südtirol Ultra Sky Race da 121 km e 7500 metri di dislivello, 37esimo, in poco più di 26 ore, anche secondo me dovrebbe essere parecchio più contento di così. Prova a chiederglielo tu perché c'ha quella faccia..."

"Ciao Dario!"

"Ah, ciao Elena"

"Perché c'hai quella faccia? Non sei contento di essere arrivato in fondo?"

"Guarda, lascia stare, non puoi capire, tu sei troppo piccola..."

"Magari se me lo spieghi riesco a capirlo!!"

"Naaa, lascia perdere..."

"Daaaaaaaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!"

"Mpf, va bene, siediti"

:-) :-) :-)

"Sono partito ieri sera, eravamo più di 200 in piazza Walter, c'era la musica, quella di Moricone, del film western, ero tutto emozionato, ma continuavo a ripetermi che dovevo partire piano, che l'anno scorso avevo preso la prima salitona fino a Soprabolzano troppo allegro, e dopo due ore ero già in crisi".

"E sei partito lo stesso troppo veloce???"

"No, sono partito tranquillo tranquillo, ero con Norberto, siamo andati su proprio bene fino al Corno di Renon, spingendo ma senza strafare. Siamo arrivati su belli freschi, abbiamo mangiato un po' e siamo ripartiti. Eravamo anche riusciti a vedere un pezzo dell'eclissi di luna, era spuntata fuori dal Catinaccio e poi era sparita un po' alla volta, e per un attimo l'avevamo anche vista rossa come in TV".

"Uau, figo, a Bolzano pioveva un sacco, e non ho visto niente!!!"

"Anche lassù pioveva un po', ma noi di pioggia ne abbiamo presa proprio poca poca, e abbiamo continuato a correre bene, prima in giù, poi di nuovo in su fra i torrentelli, per una salita lunga lunga, ma noi andavamo su proprio bene."

"E poi siete scoppiati????"

"Noo. Poi abbiamo coninuato bene, prima al rifugio della chiesa morta..."

"La chiesa dei morti, no la chiesa morta!!"

"Sì, insomma, quella cosa lì, poi alla casa della Tamara Lunger..."

"E lei era lì a darvi il brodo????"

"No, ma non continuare a interrompermi. Poi di nuovo in su, e poi di nuovo in giù, e poi abbiamo corso per quasi un'ora su un altopiano bellissimo, con le frontali spente, alla luce della luna piena. Era stupendo. Forse non ho mai corso in un posto così bello, con una luce del genere, l'aria limpidissima, un silenzio magico..."

"E poi è venuto fuori il lupo e ti ha azzannato un polpaccio????"

"Ma no, abbiamo solo dovuto riaccendere la frontale, perché in discesa era pericoloso, e poi è iniziato un traverso eterno, ma bello, con la luce della luna che illuminava un altro vallone incredibile, e sassi dappertutto, e noi che correvamo ancora bene, e riuscivamo a spingere anche su per quella salita con la luce intermittente, che si vedeva da chilometri e chilometri, e sembrava non arrivare mai..."

"E ci siete arrivati distrutti???"

"No, ci siamo arrivati benissimo e poi abbiamo continuato, e siamo arrivati al rifugio Flagscrattetutte..."

"Flaggerschartenhütte!"

"Sì, da quella roba lì, che stava sorgendo il sole e già nella valle prima avevo detto a Norberto che ognuno di quei panorami lì mi toglieva 1 anno di età, e ce n'erano continuamente di più belli. Avevamo anche salutato la luna che ci aveva fatto compagnia tutta la notte e tonda tonda e quatta quatta era andata a dormire dietro una nuvola, e avevamo continuato a correre, giù, e poi su, e poi nei torrentelli, e era proprio bello"

"E poi?"

"Poi verso il Passo Pennes, Norberto mi ha detto che aveva problemi di stomaco, e non riusciva a spingere, e che probabilmente si fermava."

"...e allora tu hai dovuto fermarti con lui, hai preso freddo e sei stato malissimo..."

"Ma no! Io stavo troppo bene per fermarmi, e allora gli avevo detto che mi dispiaceva, che solo lui sapeva se ripartire o no, che anch'io l'anno prima al Pennes ero alla frutta ma poi ero rinato. Ma lui ha deciso di fermarsi lo stesso. E io sono ripartito"

"..."

"Eh, sì, un po' mi dispiaceva, ma stavo così bene..."

"..."

"Comunque, sono ripartito bello pimpante, solo che ero da solo, quello davanti era un po' troppo lontano, ma ho cercato di raggiungerlo comunque, prima sotto il Gioco delle Frane, poi in quella discesa interminabile nel vallone dopo (ma bello, eh!!), poi nella salita fino al ristoro del 70esimo chilometro o giù di lì..."

"...ma non lo hai più preso..."

"Nooo! L'ho preso, lui e altri 4, e mentre loro erano lì che si ingozzavano di minestrina, anguria e frutta secca li ho anche superati. E poi col cavolo che sono riusciti a ribeccarmi nella salitona fino al passo dopo, e neanche nel passaggio tecnico in cima alla salita..."

"Passaggio che???"

"Sì, dai, dove bisognava stare un po' attenti per non cadere, perché se cadevi morivi"

"...ah..."

"Beh, ma io non sono mica caduto! E poi non mi hanno preso neanche nella discesa fino all'Hirzerhutte, che insomma, non andavo proprio velocissimo, ma neanche piano, e anzi erano proprio scomparsi scomparsi, e non sono arrivati al rifugio neache dopo che ho finito la mia zuppa con dentro le penne e sono ripartito"

"Ma poi le penne ti hanno fatto venire mal di stomaco!!"

"No! Sono ripartito, e lo sapevo che quella era l'ultima salita lunga, e che era dura dura dura, ma è stata lo stesso lunghissima, e dura dura dura dura, ma che soddisfazione quando sono arrivato in cima!! Solo che invece la discesa dopo non me la ricordavo così interminabilmente interminabile, e non vedevo l'ora di fare il bagno nel laghetto, ma non arrivava mai, e si correva malissimo perché era tutto sassi, e non arrivava mai..."

"...ma poi è arrivato, no?"

"Sì, è arrivato, ma era ancora più gelido di quello che pensavo, e sono andato dentro solo fino alla vita, perché poi le gambe hanno detto stop e si sono rifiutate di andare ancora avanti. E mi hanno lasciato lì mezzo dentro e mezzo fuori. Ma che bello però!!!!"

"...e lì ti hanno preso quelli dietro!"

"Col cavolo, sono ripartito che neanche si vedevano ancora da lontano, e ho ricominciato a correre, che il sentiero era un po' meglio, e poi sono andato su fino a quel benedetto ristoro dopo, e poi giù fino al Meraner dove c'era il ristoro l'anno scorso, e poi via sul traverso, e su, e giù, e su agli omini di pietra, e sempre correndo, o almeno spingendo un bel po', non come l'anno scorso che dal lago in poi mi ero trascinato come un bradipo!!!"

"Ma non ci sono i bradipi in Alto Adige!!!"

"È lo stesso, è un modo di dire, comunque dopo gli omini cominciava la discesa, e il primo pezzo era proprio bastardo..."

"Non dire le parolacce, che sono piccola!!!"

"Scusa, il primo pezzo era proprio duretto, con una strada che era piena di sassi che se non era perché non c'erano gli alberi e l'erba in mezzo non ti accorgevi neanche che era una strada, e poi quella forestale bellissima in mezzo ai prati e agli alberi, e poi la deviazione giù per dove c'erano le mucche ma quest'anno non c'erano, e poi sul sentiero in mezzo al bosco dove l'anno scorso c'erano un sacco di radici ma quest'anno non c'erano più neanche quelle, e poi su fino alla fattoria dove i bambini mi avevano fatto un tifo indiavolato, e io che cercavo sempre di spingere, ma ad un certo punto mi era toccato camminare anche in piano..."

"...e qui ti hanno preso quelli dietro..."

"Eh, sì, mi hanno preso quelli dietro. Perché quelli della fattoria con i bambini tifosi avevano detto che adesso era tutta discesa, ma invece c'era un sacco di piano, e in piano non riuscivo proprio più ad andare. E avevo anche scoperto che l'anno scorso dai 3 manichini orribili ci ero passato con il sole, e invece quest'anno non c'era più, e allora volevo dire che stavo andando più piano dell'anno scorso, e mi eri depresso un sacco, (e pensa che alla fine non era neanche vero che la foto con i manichini e il sole l'avevo fatta nella gara dell'anno scorso: l'avevo fatta un'altra volta che ero venuto a correre da queste parti, che scemo che sono!) e insomma andavo pianissimo e mi hanno raggiunto e mi stavano per superare alla grande..."

"...e tu ti sei messo a piangere!!!!"

"Eh no, perché lì ho capito in un secondo che o riuscivo ad attaccarmi a loro, o quegli ultimi 10 chilometri ci mettevo due vite a finirli, e allora mi sono aggrappato con i denti ai loro pantaloncini, e i primi 30'' mi sembrava di morire, ma poi ho scoperto che le gambe stavano meglio di me, e ho cominciato a tirare io e loro a far fatica a starmi dietro, e siamo venuti giù come le pallottole, prima sulla strada bella, poi sul sentiero, poi sull'asfalto, poi in mezzo a San Genesio, poi giù per un sentiero infame, poi di nuovo sull'asfalto ma ripidissimo, e sempre io davanti che li aspettavo"

"Perché li aspettavi?"

"Eh, mi sentivo un po' in debito, come se mi avessero dato un passaggio loro, anche se non era mica tanto vero..."

"...e poi siete arrivati..."

"Sì, poi finalmente quella discesa spaccagambe è finita, abbiamo fatto l'ultimo chilometro in piano con un loro amico che continuava a parlargli in tedesco e io non capivo niente, e finalmente siamo arrivati al traguardo. Pensa che da San Genesio all'arrivo l'anno scorso ci ho messo 53 minuti, e quest'anno 40!!!"

"Scusa, ma quanto ci hai messo in tutto l'anno scorso?"

"26 ore e 47 minuti"

"E quest'anno?"

"26 ore e 5 minuti"

"..."

"Eh, lo sapevo che non avresti capito: ma ti rendi conto che fino a metà dell'ultima discesa ero stato più veloce l'anno scorso!?!?!?!"

"Sì ma alla fine ci hai messo di meno..."

"Ma non capisci che ho corso tutta la gara pensando che stavo andando fortissimo, e invece ero più lento!?!?!"

"Sì, ma alla fine ci hai messo comunque di meno..."

"Ma io ero contento come se ci stessi mettendo tantissimo di meno e invece ci stavo mettendo solo poco di meno, anzi, fino a un certo punto ci stavo mettendo di più!!!"

"Sì, ma eri contento, e ti stavi divertendo un sacco, no?"

"Ma dai, cosa c'entra, ero contento per sbaglio!!!"

"..."

"..."

"...ciao, Dario, buona notte..."

"...ciao Elena... salutami tua mamma..."



"Sai mamma, ho capito perché il Dario ha quella faccia così mogia!"

"Ah sì, e perché?"

"Perché è un po' scemo. Comunque, tanti saluti."


17 luglio 2018

O-marathon 2018

Avrei ancora da raccontare dell'Ultra Trail di Corsica, ma c'ho bella fresca in testa la o-maratona di domenica scorsa, e allora intanto vi racconto questa. Che in fondo questo blog si intitola dopolav-ori, mica dopolav-trail. E poi la o-marathon è proprio l'anello di congiunzione fra l'orienteering e il trail, dove però, come vedremo, l'arte orientistica la fa comunque da padrona.

Nuova eroica organizzazione del Gronlait: nonostante la gara non abbia mai raggiungo le dimensioni e la popolarità che si auguravano quando l'hanno inventata, i Sartori-boys continuano stoicamente ad organizzarla per numeri abbastanza trascurabili di partecipanti, che però si divertono da matti. Quest'anno tracciava Samuele Tait, e Carlo Cristellon prometteva un "ritorno al passato", che in effetti c'è stato: niente giri e rigiri sulla stessa carta, e trattona di trasferimento a fil di cielo, con vista che spaziava dal Brenta al Lagorai.

È la mia gara, perché sul lungo più lungo non mi batte nessuno, e parto garrulo, già in testa alla prima lanterna e alla seconda dove guado un mare di ortiche che mi arriva alle orecchie. Alla 3 sono con il Cip e lì facciamo scelte diverse: giro da sopra io, giro da sotto lui. Non lo vedrò più. 

Il mio attacco super prudente alla 4 è rovinato da una nuova pista da sci larga 10 metri non segnata in carta (c'era la ruspa che scavava mentre passavo, giuro!!), ma poi mi raccapezzo e scendo giusto, mancando il laghetto, ma arrivando al prato da cui risalgo in sicurezza al punto. Giro prudente (o pusillanime?) per la 5, dove incontro per un attimo la famiglia Neuhauser-Kirchlechner, prima di scegliere (con successo) il modo meno complicato per andare alla 6.

Poi comincia la farfalla, né banale né impossibile. Mi ci dedico con una certa perizia, ad esclusione del solito banale azimut dalla 8 alla 9, che sbaglio alla grande facendomi (al solito) distrarre da uno che passava, e finendo a pascolare nel bosco intorno, lasciandoci la bellezza di 4:18'' contro i 50'' dei sani di mente. Ma mi riprendo e mi avvio verso la fine della carta al 10.000, con un impeccabile attacco alla 17. Uso la carta al 10.000 anche per andare alla 18 (che sarebbe già sul 15.000) e mi convinco che sono in testa. Sennonchè alla 18 trovo Christine e Fabrizio Boneccher a campeggiare accanto al rudere.  Vabbeh.

Loro sono ancora fermi a studiare la scelta sulla tratta John Homles (cit. Stefano Galletti), che io ho già fatto nel venire alla 4, così li salto in scioltezza e mi involo. Non è invero un volo che dura molto, dato che sui pratoni mi giro e vedo Christine che arriva a gran velocità, e mi becca a Passo Coe, poco dopo che ho rubato due fette di pane dal tavolino del bar dove sono passato, e poco prima della fontana che ci salva dalla disidratazione (ecco, a voler proprio cercare il pelo nell'uovo dell'organizzazione, il ristoro era un po' troppo avanti).

Siccome da un sacco non si allena più come si deve (dice lei) sulla forestale successiva tira come una forsennata, e io mi danno l'anima per non lasciarmi staccare. Che poi, quanto è bello correre in mezzo ai prati, sotto il sole, con vista sul Brenta, in mezzo a una che ha vinto manciate di titoli italiani e ha corso vari mondiali? Mi chiedo se dovremo giocarci la vittoria allo sprint o se nell'ultima carta ci saranno altre farfalle a separarci. Ma c'è tempo per pensarci dopo. 
Al ristoro mi butto su acqua-thé-maltodestrine (beh, ci sono, perché non trangugiarle) e barrette, immaginando ancora chissà quante lanterne, ma in realtà ne mancano solo 5, quasi tutte in discesa. Christine esce dal ristoro prima di me, ma sto per riprenderla sulla forestale sotto, quando io mi butto giù per il sentierino, e lei prosegue. La sua scelta è più corta ma parecchio più difficile, rischia di rimanere a ravanare nei verdini senza un chiaro punto di attacco. Vediamo cosa succede.

Quando arrivo alla 20, dopo uno sciocco giro intorno alla casetta nel prato e soprattutto dopo non aver approfittato di una uscita dal sentiero più alta, con comodissimi muretto e canaletta a fare da linea di conduzione fino al punto, non c'è in giro anima viva, e decido arbitrariamente che Christine sta ravanando fra i verdini. Preciso alla 21, ancora di più alla 22 e alla 23, e poi gambe in spalla verso la 100: non si vede nessuno né davanti né dietro, sul lungo più lungo non mi batte nessuno.

Arrivo al finish a braccia allargate e sorriso a 74 denti, che si appanna solo giusto un pochino quando vedo che al ristoro Christine sta degustando un thé freddo in compagnia di Cipriani, entrambi con l'aria di chi è qui già da un po'.

Morale, la mia scelta per la 4 è stata troppo lenta, il mio erroraccio alla 9 l'ho pagato carissimo,  la scelta alla 20 è stata da esordiente e il Cip è stato più "cattivo" di me su quasi tutte le lanterne.

Sigh e sniff. (ma quanto mi sono divertito!!!)