31 dicembre 2017

The best & the beast of 2017

Prima che il sole tramonti su questo 2017, eccomi come tradizione a ripercorrere il mio o-2017. Oltre ad essere ormai una tradizione consolidata nel mondo degli o-blogger (ormai popolato appena poco di più del pianete Marte), è una positiva occasione catartica per fare serenamente i conti con il passato, chiuderlo, e proiettarsi verso il futuro con rinnovato ottimismo.

Sono quindi ad affermare serenamente che il mio o-2017 è stato una vera schifezza. Per compilare la classifica delle 5 schifezze peggiori non ho avuto che l'imbarazzo della scelta, mentre è stato impossibile riuscire ad arrivare a 5 "perle", dato che mi sono rifiutato di inserire le gare di Oricup Inverno e di campionato provinciale CSI...

THE BEAST(s)

5° posto
III gara di Coppa Italia a Marostica, una sprint in centro storico, il mio pane. Non c'è Mario, quindi sono arci-favorito. Diluvia, alla 3 ho già fatto il 33esimo tempo parziale non vedendo un elementare passaggio fra le case, ma alla 4 riesco a fare ancora meglio, mancando un bivio (l'unico!) e involandomi deciso verso la strada provinciale. Chiudo 10° a 1'15'' dal primo, la mia peggior sprint di tutti i tempi.

4° posto
Siamo alla seconda gara di Sprint Race Tour a Dervio, sul lago di Lecco, manca Ruggiero e la carta non è di quelle memorabili, ma è pur sempre una gara nazionale. La partenza è stata sul romanticissimo lungo lago, la sera mi aspetta una camera d'albergo dove condividerò con mia moglie una romanticissima serata con romanticissima vista sul romanticissimo lago, alla 17 sono romanticissimamente in vantaggio di un paio d'ore sul secondo e sono ad un tiri di sputo dall'arrivo. È quindi il momento ideale per saltare romanticamente a pié pari la 18 e conquistare un romanticissimo PM, che mi spingerà a pronunciare nei minuti successivi allo scarico una serie di paroline non del tutto romantiche.

3° posto
Campionati Italiani Long in Cansiglio, su una di quelle carte che, come Mosé aveva diviso le acque del Mar Rosso, dividono i partecipanti fra orientisti e peracottari. Io mi accomodo a pieno titolo fra i secondi, piazzandomi 11esimo a 33 minuti da Pagliari (e questo poteva anche starci), ma anche a 24' da Carlo Cristellon (e, orrore degli orrori, a 8' dal Perfido). La lanterna 12 non è quella dove ho perso la gara (quella l'ho persa all'incirca dalla 2 in poi) ma quella in cui ho perso definitivamente la faccia, impiegando 11 minuti là dove gli orientisti ce ne hanno messi 2. Ma un giorno tornerò su quella carta, forse in M45 o in M60, e mi rifarò.

2° posto
Campionati Italiani Middle a Vigolo Vattaro, non sto correndo esattamente come Daniel Hubmann, ma evidentemente gli altri stanno facendo peggio, perché alla 10 sono terzo, a 1'9'' dal primo (Carlo Cristellon) e 50'' dal secondo (Davide Rusconi). Una medaglia agli italiani middle è un'altro dei miei vecchi sogni, fin da quando mi era toccato dividerne una con Cipriani, agli italiani middle in Tesino nel 2012. Per la 11 si trattava di fare un azimut minimamente accettabile, niente di più. Solo che a me gli azimut mi mettono sempre agitazione, così ci ho perso 2' e qualsiasi velleità di podio.

1° posto
Inarrivabile, lassù nell'olimpo delle bestialità 2017, sta la mia lanterna numero 13 agli Italiani sprint di Vigolo Vattaro: raramente sono riuscito a condensare in un tratto così corto e tecnicamente banale così tanti motivi di rimpianto. In uscita dalla 12 ero saldamente al primo posto, dopo una vita e mezza che provavo ad esserlo. Fosse andata male, con una condotta di gara appena appena decente, potevo finire il secondo campionato italiano sprint consecutivo sul podio, a braccetto con il Perfido Ruggiero, una sola settimana dopo aver corso i 135 km dell'Ultra Trail Alta Via degli Dei, e portandomi a casa la 5° medaglia d'argento agli italiani sprint, tutte in categoria M35. E invece.



THE BEST(...)

posto boh
È solo una gara regionale, non c'è in palio quasi nulla (anzi, proprio nulla, dato che è solo il primo giorno della 2 giorni della Valsugana), siamo anche in pochetti, ma è una delle pochissime gare del 2017 in cui arrivo al traguardo convinto di essere un orientista, invece di uno che corre nel bosco dando un'occhiata dietro agli alberi e ai sassi. E non sarà la parte più hard, ma siamo pur sempre a Barricata, non nel solito centro storico. Peccato che poi il resto della stagione non sia stato all'altezza.

posto boh
Ok, non è Siena, non c'è Mario e non ci sono neanche i "nomoni" che c'erano l'anno scorso alla finale dello Sprint Race Tour, ma ve l'ho detto che quest'anno è stato avaro di soddisfazioni... E comunque, il centro di Bologna è caruccio, e anche se la gara era cortuccia e tracciata un po' faciluccia, e alla fine non ho neanche vinto, la gara sprint di Bologna Centro Storico mi tocca per forza metterla sul podio, assieme a quella del giorno prima a Bologna Navile, che invece almeno ho vinto.

posto boh
Confesso che una delle gare che mi sono piaciute di più in tutto l'anno, è stata la VeNotte di fine gennaio. Dove non ho vinto, non ho battuto il Perfido, non ho potato a casa scalpi prestigiosi, ma "Ho scorrazzato felice almeno fino a quando non ho iniziato a sentire il cervello che friggeva e le gambe che si facevano di ghisa, e poi ho continuato a divertirmi comunque, solo un po' più stanchino". Come dovrebbe essere sempre in una gara di orienteering.

21 dicembre 2017

Paganella "invernale"

Dato che non mi hanno fatto correre alle Albere (e il ghiaccio vivo sulle stradine mi fa pensare che sia pure stata una buona idea), per non andare fuori allenamento scribacchistico scrivo due righe sulla mia nuova salita sulla Paganella, con partenza da Trento. La prima in cui dopo essere arrivato in cima, torno fino alla partenza con le mie gambe (nelle altre mi ero fatto aiutare dal bus o, in un caso disperato, dall'autostop).

Niente di atleticamente memorabile, ma magari a qualcuno vien voglia di andare di corsa in Paganella, e magari cerca aiuto in internet, oppure leggendo qui a qualcuno che non ci aveva mai pensato viene voglia di farlo, e per gli amanti delle corse eccessive, ne vale sicuramente la pena.

Paganella "invernale", dice il titolo, e in effetti di invernale sul serio c'era sicuramente la temperatura, ma non la neve, dato che in cima c'erano forse 30 cm. La cosa è stata però voluta, dato che se ce ne fosse stata di più, non sarebbe stata fattibile (almeno senza gli sci, che io non uso).

Il giro completo è stato di 56 km e 3500 metri di dislivello, perché per tornare al via senza rifare la strada dell'andata, mi sono fatto anche un pezzo di Bondone. Ad essere sinceri, il piano iniziale prevedeva di arrivare in cima anche a quello, ma l'averci messo più del previsto a scendere dalla Paganella, e lo scoprire che le pile del frontalino si erano già scaricate alle 7 di mattina, mi ha fatto passare la voglia.

Pile scariche alle 7 di mattina vuol dire che non le avevo caricate abbastanza, ma anche che sono partito con il buio. Sveglia alle ore 4.30, quando il 99% del cervello mi chiede perché mai dovremmo  (io e lui) uscire dal piumone per gettarci nella gelida notte, ma vince quell'1% che si ricorda quanto poi ci piace essere lassù. Pedalata nelle strade deserte fino a Piedicastello, e poi via di corsa. Pianino, ovviamente. 2 km di riscaldamento su asfalto fin oltre la Vela, e poi su per il sentiero di San Vili, con le luci della valle che si allontanano sempre di più, e tu che ti senti come se fossi decollato con un aeroplano. Lui ci mette 5 secondi, tu 45 minuti, ma è quasi bello uguale.

Appena ci si vede un pochino spengo la frontale (quanto è bello correre nel bosco al quasi buio! provare per credere...) e già prima del Lago di Lamar è praticamente giorno. A Monteterlago comincia il sentiero 606, che nel lontano 2011, al mio primo Vela-Paganella, mi era sembrato eterno, e mi aveva fatto dubitare seriamente delle mie possibilità di arrivare mai in cima. Tempi alla mano, non è che allora ci avessi messo molto di più di questa volta, ma 6 anni di allenamenti si sentono eccome, e quando arrivo al Passo di S.Antonio invece di sdraiarmi per terra morto, proseguo tranquillo verso la cima. 

Sono in cima in 5 ore e 45', e al rifugio rinuncio a fatica alle lusinghe culinarie a km 0 (qui 2 milioni di anni fa c'era il mare...) e mi accontento di una cioccolata calda. Fuori non si vede a 5 metri, come nella migliore tradizione delle mie salite sulla Paganella, ma pazienza. Torno a Passo S.Antonio da una strada diversa, e da lì mi avvio verso ovest, con due opzioni: se lo trovo, scendere dal sentiero che parte da passo S. Giacomo, se no, scendere dalla strada forestale che parte da passo S. Giovanni. Ho dietro una cartina, ma con la neve non si capisce molto e cartelli non ce ne sono.

Dove possibile seguo le tracce di altri che sono già passati di lì, dalle altre parti vado un po' a naso, non aiutato per niente dalla visibilità, piuttosto scarsetta. Scopro adesso guardando la traccia gps sulla foto aerea, che per qualche minuto ho anche camminato sul bordo del baratro (ma avevo i ramponcini, il pendio non era ripido, ero attentissimo, ho scelto per prudenza di proseguire in costa invece di andare in cerca di fortuna in giù, e non sono mai scivolato neanche un po', contento LV? :-) Quando mi sono finalmente ritrovato, ero a passo S.Giovanni, un gran bel posto, peraltro.

Quasi un'ora per 1000 metri di discesa su forestale ciottolosa e a tratti scivolosa, quasi 3 km di sbaglio di strada a Covelo (orientista dei miei stivali!), e poi via in campagna fino a Vigolo Baselga, dove ho ricominciato a salire, verso il Bondone. Dopo un'ora ero alla malga di S.Anna, e ho deciso che bastava così. Da lì in soli altri 80 minuti, via Camponzin e Sardagna, sono tornato alla bici. Stanco ma felice.

 

13 dicembre 2017

Oricup InFerno

Avevo cambiato titolo a questo post, e lo avevo cominciato così:

"Non so se esistono ancora, dato che da un po' non ho la TV, ma quando ero piccolo c'erano i messaggi a reti unificate, per gli eventi ritenuti particolarmente importanti, che tutti gli italiani si supponeva dovessero seguire.

Beh, se non esistono più i messaggi a reti unificate, ritengo che si debba almeno fare un messaggio a blog unificati, perché quello che è successo a Calò il 10 dicembre 2017, con Stegal che arriva secondo in M19-39, è davvero clamoroso".

Poi sono andato a guardare le classifiche, e vien fuori che 

1) The Speaker è sì arrivato secondo, ma ha battuto 6 persone che non ho mai sentito nominare sui campi di orienteering, 

2) esisteva una ulteriore categoria M19-34 NO COMPASS" dove correvano una decina di atleti che gli avrebbero dato più di un grattacapo

3) esisteva una ulteriore categoria M35+ dove correvano parecchi atleti che gli avrebbero dato più di un grattacapo

4) esisteva una ulteriore categoria M35+ NO COMPASS, dove correvano alcuni altri atleti che gli avrebbero dato più di un grattacapo

Dunque, godiamoci comunque le precipitazioni che un posto sul podio dell'alfiere della Unione Lombarda ha in ogni caso provocato, ma il messaggio a blog unificati, caro Stegal, non te lo sei ancora meritato.

Tornano così prepotentemente di grande interesse le mie "prodezze" nelle due gare di Oricup Inverno che ho fatto nelle settimane scorse, dove mi sono cimentato nel percorso "nero", quello con allenamenti di tecniche miste.  Ho corso prima a Bedolpian, e poi a Borgo Valsugana, sciorinando due prestazioni che potrei definire rispettivamente "rivoltante" e "appena sufficiente".

Rivoltante - vero che da un po' non prendevo in mano una cartina, ma sono riuscito a fare errori gravi in tutte le tecniche disponibili, vagando ore in cerca della 4 nella zona "solo curve", in cerca della 7 e della 9 nella zona "corridoi", e "solo" minuti in cerca della 12 nella zona "cerchi". Si sa che le classifiche di queste gare contano come i risultati delle amichevoli di ferragosto, ma 20' (venti-minuti) da Cipriani sono più o meno come uno 0-8 nel Trofeo Berlusconi, che non fa bene al morale.

Appena sufficiente - A Borgo Cipriani non c'era (o meglio, c'era, ma posava)(no, non per un servizio fotografico, posava le lanterne) e la cartina non permetteva grandiose difficoltà tecniche, ciò nonostante dalla 1 sono riuscito ad andare diritto alla 3, perdendo 50'' in mezzo ad un prato. Unica (magra) soddisfazione, il miglior tempo alla 7, che era fondamentalmente una corsa sulla neve in mezzo alla campagna, ma mettere dietro tre Bettega, è sempre una soddisfazione.

Prossima tappa, Ori-Bells al quartiere della Albere a Trento, partenza a 500 metri da casa mia, con a seguire la festa di fine anno del comitato Trentino e premiazioni delle varie classifiche e titoli provinciali. Se non sbaglio, non ho vinto un tubo, ma sono curioso di correre alle Albere e di solito alla festa del comitato ci sono delle cose buone da mangiare.