Dato che non mi hanno fatto correre alle Albere (e il ghiaccio vivo sulle stradine mi fa pensare che sia pure stata una buona idea), per non andare fuori allenamento scribacchistico scrivo due righe sulla mia nuova salita sulla Paganella, con partenza da Trento. La prima in cui dopo essere arrivato in cima, torno fino alla partenza con le mie gambe (nelle altre mi ero fatto aiutare dal bus o, in un caso disperato, dall'autostop).
Niente di atleticamente memorabile, ma magari a qualcuno vien voglia di andare di corsa in Paganella, e magari cerca aiuto in internet, oppure leggendo qui a qualcuno che non ci aveva mai pensato viene voglia di farlo, e per gli amanti delle corse eccessive, ne vale sicuramente la pena.

Il giro completo è stato di 56 km e 3500 metri di dislivello, perché per tornare al via senza rifare la strada dell'andata, mi sono fatto anche un pezzo di Bondone. Ad essere sinceri, il piano iniziale prevedeva di arrivare in cima anche a quello, ma l'averci messo più del previsto a scendere dalla Paganella, e lo scoprire che le pile del frontalino si erano già scaricate alle 7 di mattina, mi ha fatto passare la voglia.
Pile scariche alle 7 di mattina vuol dire che non le avevo caricate abbastanza, ma anche che sono partito con il buio. Sveglia alle ore 4.30, quando il 99% del cervello mi chiede perché mai dovremmo (io e lui) uscire dal piumone per gettarci nella gelida notte, ma vince quell'1% che si ricorda quanto poi ci piace essere lassù. Pedalata nelle strade deserte fino a Piedicastello, e poi via di corsa. Pianino, ovviamente. 2 km di riscaldamento su asfalto fin oltre la Vela, e poi su per il sentiero di San Vili, con le luci della valle che si allontanano sempre di più, e tu che ti senti come se fossi decollato con un aeroplano. Lui ci mette 5 secondi, tu 45 minuti, ma è quasi bello uguale.
Quasi un'ora per 1000 metri di discesa su forestale ciottolosa e a tratti scivolosa, quasi 3 km di sbaglio di strada a Covelo (orientista dei miei stivali!), e poi via in campagna fino a Vigolo Baselga, dove ho ricominciato a salire, verso il Bondone. Dopo un'ora ero alla malga di S.Anna, e ho deciso che bastava così. Da lì in soli altri 80 minuti, via Camponzin e Sardagna, sono tornato alla bici. Stanco ma felice.

Buon Natale va là ...
RispondiEliminaVa molto meglio così! Bravo Dario !!! Grandissimo! LV
RispondiEliminaAttendiamo il riassunto della stagione, Dario!
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