26 novembre 2015

Oricup Inverno: Faida di Pinè

Le vagonate di tifosi, appena saputo che Fabietto non avrebbe corso, se ne sono andati a vedere i mercatini di Natale, tanto per non buttare la trasferta al nord, ma hanno avuto torto, perché la gara è stata proprio bella.
La prima sfida fra il Vecchio e il Bambino non si è potuta correre per motivi che hanno evidentemente ben poco a che vedere con lo sport. In una tardiva mail di qualche giorno, dopo l'atleta del Trent-o ha scritto  "mi spiace non esserci stato per la sfida, mi si è infiammato un nervo della gamba e mi hanno consigliato di non correre per qualche giorno, malgrado io non volessi". La vaghezza della diagnosi e della prognosi sono tali da rendere evidente l'attacco di fifa acuta che ha colto Daves, ma è comprensibile, vista la sua ex giovane età. Ancora di più dal momento che la carta era davvero tosta, e con lei la gara.

In mancanza del suo Avversario, Pedrotti ha pensato bene di sfoderare una di quelle prestazioni che è meglio tirarsi fuori dalle scatole ad inizio stagione (meglio ancora 4 mesi prima che cominci), cosparsa di errori degni di mesi di ruggini invernali, (nonostante l'inverno in realtà sia cominciato da pochissimo, e la stagione 2015 sia finita solo da un paio di settimane).

Primo e basilare errore quello di arrivare in partenza in versione "oricup", cioè con quel minimo di concentrazione sufficiente a superare i quattro prati, due boschetti e 200 case, che di solito si trovano in quelle gare. Mentre questo era bosco bosco, e si sa che Pedrotti nel bosco bosco se non arriva in partenza concentrato come un monaco zen, si perde alla prima. E infatti si è perso alla prima, una banale risalita da strada a sentiero, dove è riuscito nell'ordine a ignorare 20 metri di muretto a C, non vedere massi di varie dimensioni, e scambiare una biforcazione verso destra con quella verso sinistra che cercava. 21° tempo: quel che si dice un inizio incoraggiante.

Ricompostosi psicologicamente almeno un po' per la 2 e la 3, alla 4 era già pronto a gettarsi nel primo prato in vista, nonostante quello in cui voleva andare fosse 4 curve più in su e verso sud ovest, e quello dove è andato fosse 3 volte più grande, in piano, e verso nord. E prima di decidere che forse era meglio tornare indietro, si è fatto un bel giretto nei dintorni. In pieno controllo della propria posizione, per carità, ma comunque in tanta mona.

Addirittura preoccupante poi l'errore alla 5: arrivato velocemente esattamente dove voleva arrivare, non ha visto l'inizio della canaletta (che si aspettava un po' più in basso) e si è quindi convinto di essere sulla sella sbagliata, riuscendo anche a trovare dentro di lui delle motivazioni razionali per pensarlo. Peccato che fosse l'unica sella nel raggio di centinaia di metri.

E poi ancora in balia della carta per la 7, ottusamente a cercare rogne sul versante scomodo della collina in uscita dalla 9, ed eccessivamente saggio per la 11. La 10 - 11 era infatti una bella tratta con scelta di percorso, che induceva nella tentazione di buttarsi sul sentiero sotto e tornare su alla fine. Pedrotti non cedeva alla tentazione, salvo scoprire alla fine, che chi lo aveva fatto aveva risparmiato dagli 1 ai 2 minuti...

Comunque, in ottica Grande Sfida non è cambiato niente. Qualcosa è invece cambiato in ottica prossima stagione M35.

Dovete sapere che fino a qualche anno fa c'era un forte atleta master che, un po' sbatacchiato dai marosi della vita, conduceva un'esistenza da ventenne impenitente, che lo portava ad esempio a trascorrere fine settimana lampo, altamente alcolici, in Catalogna, e ad allenarsi solo nei giorni dispari delle settimane pari dei mesi che contenevano nel nome la lettera M. Immaginando che costui potesse un giorno inserire nel suo quadretto esistenziale una fidanzata e un cane, logica voleva che a quel punto avrebbe passato i suoi fine settimana a viaggiare da un outlet all'altro con al guinzaglio un altezzoso pechinese con collare tempestato di perline, e al braccio una signora impellicciata e altezzosa come il cane. Con buona pace degli allenamenti, dell'orienteering, e di qualsiasi altra cosa richiedesse uno sforzo maggiore del pigiare l'accelleratore e il freno su un suv.

Ebbene, cari master, non è andata così. Non so se costui abbia effettivamente smesso di passare i fine settimana alcolici in Catalogna, ma il cane è un simpaticissimo bestione ipercinetico, la fidanzata una di quelle che accettano sorridendo di fare una capatina il sabato pomeriggio alla Faida di Piné, e lui, a giudicare dal minuto e mezzo che ha dato a Lorenzo Vivian e ai quasi 2 che ha dato a Samuele Tait, si sta allenando un casino. E, cosa ancora più preoccupante, ha talmente tanta voglia di orienteering, da fare il miglior tempo persino sullo sprint in discesa di una gara promozionale a metà novembre.


Qui c'è una sola cosa che può salvare il 2016 da un monologo di Costui, o tuttalpiù da un suo duetto con Re Carlo: un figlio (suo). Meglio ancora una coppia di gemelli.

Cara signora Fidanzata non impellicciata e non altezzosa, aiutaci!!!!

 

p.s. magari il parallelo con Djokovic e Federer, dopo la batosta che il secondo ha dato al primo al Master di Londra, la lascio perdere. E basta figurine degli orientisti.

20 novembre 2015

Oricup Inverno!!!

Mi è capitato l'altro giorno di vedere una partita fra Novak Djokovic e Roger Federer. Una sfida di intensità mostruosa, sembrava che volessero azzannarsi vicendevolmente alla giugulare. Fortuna che è uno sport con una rete in mezzo, e che tutto l'odio rimane solo in forma di metafora. Fossero stati gladiatori con una clava in mano, non si sarebbero fermati fino a che l'altro non fosse stato un mucchietto di ossa. Per la cronaca, ha vinto Roger. 

Quella fra Nole e Roger è una di quelle rivalità leggendarie che appassionano milioni di tifosi in ogni angolo del mondo, esattamente come quella ormai plurisemestrale fra il plurititolato-anzianotto-Master Pedrotti e il meno-titolato-ormai-neanche-più-tanto-giovane-ma-almeno-simpatico-elite Daves. 
L'infografica a fianco illustra come è andata a finire lo scorso anno: la sfida dell'oricup inverno è finita pari, con 2 vittorie a testa. Due anni fa invece era stato il Meno Giovane a portare a casa il trofeo di platino tempestato di diamanti in palio per questa sfida.

Quest'anno, dopo la gara di riscaldamento corsa da Davesovic sulla carta della Val di Sella, dove, grazie all'assenza dell'Avversario si è imposto con addirittura 7' di vantaggio, la tenzone si rinnova e l'attenzione dei media è alle stelle. Per domani alla Faida di Piné sono attese le principali testate, sportive e non, del continente. Il più letto blog di orienteering dell'emisfero australe ha già dedicato all'evento una pagina, scegliendo però di puntare l'attenzione su aspetti secondari, probabilmente per questioni di sponsor.

Sulla pagina di cui sopra sono stati pubblicati alcuni francobolli della carta, che fanno venire una gran voglia. Le iscrizioni sono ufficialmente chiuse, ma credo che presentandosi in loco il giorno della gara (Ritrovo alle 14:00 presso ex caseificio di Faida - Partenza libera dalle 14:30 alle 15:30 nei pressi del ritrovo - Percorsi in bosco: corto 1,8 km + 80 m; medio 2,8 km + 115 m; lungo 4,6 km + 200 m) forse una cartina si recupera (al limite io posso subaffittare la mia, dopo che ho corso...).

Ad applaudire i due indiscussi protagonisti della giornata sono attesi, iscrizioni sul sito alla mano, anche l'anziano PMGrassi, il giovane Tait, e il medio Lorenzo Vivian. Un buono stimolo per chi volesse buttarla sull'agonismo, senza essere all'altezza dei due Mattatori...




11 novembre 2015

Penultimo a Castello di Fiemme


È vero che ormai con il circuito "oricup inverno" la stagione finisce per modo di dire (già questo sabato ci sarebbe una garetta in Val di Sella, in bosco, su una carta niente male), ma la chiusura dell'anno agonistico, con tutte le premiazioni della Coppa del Trentino e dei vari campionati, ha sempre il suo fascino.

Ancora di più se è una spettacolare giornata di una stagione ormai non definibile, con 15 gradi a poco meno dei 1000 metri di altitudine di Castello di Fiemme, e ancora un po' di più se fra i 3 iscritti in M35 c'è Michele Ausermuller, quello che da Stegal è stato definito come "uno dei migliori talenti mai espressi dal Trentino. Se vado indietro coi ricordi fino al gemellaggio Trentino - Salisburgo di Lavarone (quello sotto la neve), Michele faceva paura per intensità fisica e tecnica (nel senso che era già bravo tecnicamente, a livello dei due Cristellon, ma fisicamente se la giocava con chiunque e poteva permettersi di battere a pettine una zona in salita e discesa, tanto il fisico lo portava dove voleva). Uno degli spettacoli da godersi nel bosco!"

Di bosco in realtà non è che ce ne sia molto, ma sgambettare con una cartina in mano è sempre un divertimento, di più se sullo sfondo ci sono le Pale di San Martino (che sono dei Primierotti, va bene, ma si vedono anche dalla val di Fiemme).

Io parto lanciato quanto mi permettono le mie gambe in pre stagione invernale, e post soliti 40 km con 3000 metri di dislivello (sta volta sul Baldo, vista Lago di Garda, una figata). E non va neanche malaccio. Non c'è molto altro da fare oltre a far girare le gambe e ruotare la cartina, ma quando c'è da salire il dosso della 7, mi auto stupisco per la pipantezza con cui lo affronto.

Un po' meno pimpante arrivo in cima al dosso della 9, attaccato eroicamente da sud, dopo aver superato dei lavori in corso non segnati in carta, che mi hanno fatto esitare non poco. Il momento dell'arrivo sul dosso è egregiamente rappresentato dalla bella foto di Gabriele Bettega, e potrei sfoggiarlo nel mio book, se non fosse una prova di dabbenaggine tecnica. Perché conveniva mille volte (o 20'' che dir si voglia) arrivarci da nord lungo la comoda strada, invece che arrampicando dalle rocce).

Poi c'è ancora da scendere senza farsi male alla 10 e da risalire in paese senza farsi fregare dalle stradine, prima di profondersi nello sprint (altrettanto mirabilmente immortalato da Michele Rauss) e consegnarsi all'abbraccio della folla.

Dopo il giretto di defaticamento, incontro Michele Aus e gli chiedo come è andata. Il suo foglietto degli intertempi è cosparso di "err": ha preso la carta sbagliata e ha corso la MA... La classifica si accorcia così ancora di più, e giungo penultimo, seguito solo da Andreas Weitlaner, attardato di quasi due minuti.

Posizione che è però sufficiente a confermare la mia vittoria nella Coppa del Trentino 2015 M35, che, unita alle vittorie nei campionati trentini sprint e staffetta, mi permette di portare a casa abbastanza vino e grana da essere autorizzato dalla moglie a correre anche l'anno prossimo.


2 novembre 2015

A te, mister F5

Se la vostra vita vi sembra triste, sappiate che c'è di peggio. Fra i quattro gatti che passano su queste pagine, ce n'è uno che dal lunedì a pranzo (o forse a cena, non mi ricordo bene) passa il suo tempo a schiacciare ossessivamente il tasto F5 per aggiornare la pagina internet, in attesa che compaia il mio nuovo post.

Ora, ognuno butta via il suo tempo come preferisce, ma se continua così il Povero si consuma la falange, e se si consuma la falange l'anno prossimo non può venire con me a fare il Kima, perché lì le falangi servono tutte. Quindi ecco, risparmiati il polpastrello e leggi, e poi vai ad allenarti.

Se qualcuno si lamentava che la gara di cui ho scritto la settimana scorsa era vecchia, non proceda oltre. Questa è MOLTO più vecchia. Torniamo in Liguria al campionato italiano staffetta. E siccome la mia società è un po' quattrogattesca come questo blog, neanche alla gara M35, ma alla open.

Che aveva un tracciato tutt'altro che open, e che io ho corso con due giovincelli di belle speranze, che avevo il dovere di portare almeno sul podio. Solo che non ci ho creduto abbastanza, sono partito troppo svagato, e siamo finiti quarti, a 3' dal podio e 7' dall' "argento". Tempi assolutamente alla mia portata, con una gara almeno dignitosa.

Invece non sono stato dignitoso per niente, e dopo un minuto di corsa nei prati ero già perso. Dato che non era un posto dove ci si poteva perdere in senso stretto, mi sono limitato a fare un giro da pirla per arrivare alla 1. La 2 e la 3 non potevo sbagliarle neanche volendo, e allora mi sono rifatto alla 4, cercando la lanterna sul recinto sbagliato.

La 5 è un percorso alla corda, ma la 6 mi dà la possibilità di buttare un po' di tempo a guardarmi in giro nel vallone e scendere dalla parte peggiore. La 7 purtroppo la prendo giusta, ma andandoci getto le basi per l'errore alla 11, dato che ci passo senza leggere il codice e senza riconoscerla. Ottima la pascolata alla 8, e quasi migliore quella alla 9, dove solo un residuo di amor proprio mi permette di rilocalizzarmi e mi impedisce di scendere a valle fino al Trebbia (circa 300 metri di dislivello più in basso...), come purtroppo qualcuno ha fatto. Alla 10 bene o male ci arrivo, e poi non sono neanche in grado di contare due torrentelli e risalire al secondo fino alla lanterna che ho già visto.

Per la 12 c'è un salitone, ma oggi non è giorno neanche di salite, e in ogni caso poi vado a cercarla nel prato sbagliato, prima che un avversario si impietosisca e mi spieghi cosa sto facendo. Allora riparto sparato per la 13, ma cambio idea mentre ci vado, insomma, una pena. La 14 la trovo a caso, per la 15 faccio tutto quello che posso per metterci più tempo possibile anche senza perdermi, mentre la 16 e la 17 sono troppo facili persino per me.

Nell'attraversamento strada prima della salita fettucciata resisto alla fortissima tentazione di prendere a scarpate nelle gengive Fabietto, che mi sfotte ancora prima che io sia arrivato al traguardo (sacrilegio!) poi spingo come un somaro su per la salita, ma perdo vari secondi in zona punto perché non leggo la descrizione punto.

Mi butto nel toboga finale depresso come il Mar Morto. Speriamo che l'anno prossimo i giovincelli di belle speranze trovino compagni migliori.