22 dicembre 2009

Ori-bells by Trent-o

Lo scopo era quello di combattere un po' di crisi d'astinenza, ed è stato abbondantemente raggiunto. In più la garetta pre natalizia, con obbligo di cappello da Santa Klaus, organizzata dagli instancabili del Trent-o, è stata tecnicamente più interessante di quello che il piccolo sobborgo di Trento, tuttaltro che un labirinto medievale, facesse pensare.

Giornata serena ma temperatura impegnativa: alla partenza il termometro segna +1, che diventa -2 poco dopo l'arrivo. Il cappellaccio sintetico fa sudare non poco, ma non dà certo fastidio.

La gara è mass start a sequenza libera, e fra i partenti i rivali più autorevoli sono Miori e Candotti, con la mina vagante di Segatta, che però si presenta raffreddato e a suo dire del tutto fuori allenamento. Per una volta si rivelerà vero.

Il clima è molto da panettoni, e già so che mi sarà fatale, dato che ormai ho capito che se non riesco a concentrarmi un minimo, impiego minuti ad entrare in cartina anche nel percorso alla corda. Poco prima dello start Andrea Rinaldi mette in guarda dalla 15, che è segnata con l'uno che scompare dietro al cerchietto: "Se ci punzonate la 5, fate poi la 15 sulla 5". Poi si parte.

Dato che tutti si buttano a ovest scegliendo di fare prima la parte sud della carta, decido di andare a nord, ma come previsto vado un po' a passeggio per il parco prima di imboccare il vialetto per la 13. Ci lascio una ventina di secondi. Che sarebbero stati utili.

17-14-15-6-16-10-12, spingo discretamente, le gambe non sembrano male, rimpiango parecchio i guanti che ho lasciato in partenza, e ho dietro incollato Candotti, arrivato alla 17 da altra via. Fatica a starmi dietro, ma sono talmente scarso con la punzonatrice manuale che ogni volta mi faccio riprendere al punto.

In uscita dalla 8 bisogna fare La Scelta. Io opto per fare la 3 e poi buttarmi a sud, e mi dico mentalmente "poi devo ricordarmi la 5". Non sono certissimo della scelta, ma corro quanto posso, e si sono pure scaldate le mani. Dalla 9 alla 2 cerco di accelerare ancora, ma avrei fatto meglio a dedicare qualche attenzione in più alla cartina. Infatti canno completamente l'uscita dalla 2, che, complice un portico da superare in ingresso, decido essere in un cortile chiuso, dal quale ri-esco dalla stessa strada allungando di almeno 40'' la strada per la 11.

Mentre vado alla 11 non ricordo se ho punzonato la 5 e controllo sulla carta. Il quadratino corrispondente è bucherellato e mi tranquillizzo: dopo la prossima posso andare al traguardo! Se non che uscendo dalla 11 faccio la "prova del retro cartina", che mi rivela la mancanza di una punzonatura, la 15. Già depresso per la storia del cortile, mi metto affannosamente a cercarla in carta, e quando la trovo mi riecheggia la voce di Rinaldi con la storiella dell'uno nascosto: ho saltato la 5 ma non me ne sono accorto perchè ci ho punzonato la 15.

Cerco sulla carta la 5, ci arrivo alla massima velocità che le mie gambe e un accenno di asma mi consentono e mi precipito verso il traguardo, dove però Candotti e Miori stanno già chiacchierando. Il cronometro dirà +46'' dal primo e +24'' dal secondo. Sono un po' pirla.

Il saggio insegnamento che ne ricavo è il seguente: se non riesci a partire decentemente, e fai fatica a ricordarti anche come ti chiami, almeno quando in cartina ci sono tratte da corsa campestre, approfittane per dare un'occhio alla carta. Male non può fare.



15 dicembre 2009

A dda passà 'a nuttata 3 - Campionati Italiani Middle

E arrivò il 25 aprile e i campionati italiani middle, altipiano dell'Argentario, a 2o minuti da casa. Era un po' il momento clou dell'anno: organizzazione degli amici del Trent-o, distanza abbordabile su cui poter sognare buoni piazzamenti senza rischiare mezze ore di distacco dai primi, e 45 allenamenti già nelle gambe, che per me erano proprio tanti. Avevo fatto i lunghi lenti a dicembre e gennaio, le andature a gennaio e febbraio, e persino le ripetute in gita scolastica a Granada e Madrid nel tepore del marzo spagnolo. Per quanto potevo, ero pronto.

Dopo un breve momento di annebbiamento che mi fa arrivare quasi in partenza senza il coso porta descrizione punti, al secondo tentativo arrivo all'orologio da cucina sull'albero, carico come non mai. Conosco tutti quelli che ci sono in partenza, ma riesco a trasmettergli telepaticamente che SONO CONCENTRATO, e mi fanno solo dei brevi cenni. Tranne S.D., ultimo controllore prima del via, che quando mi vede mi annuncia squillante con evidente intento denigratorio: "A quelli forti gli controllo la cartina!" ed estrae la cartina dall'ultimo cestino, per poi riporla dicendo "è giusta!".

Al bip lungo agguanto la carta di cui sopra e parto. La carta è un incubo, piena di verdi e verdini e qualche centinaio di buche disseminate ovunque, ma la prima tratta è breve: scendo a destra - breve prato - dosso - sud ovest dritto in buca. Complice la discesa, volo, mi tuffo nella buca e trovo la lanterna 59. Ma la mia descrizione punto dice 31. Vabbeh, poco male, sono stato talmente veloce che ho tempo per rimediare. Certo, è scocciante sbagliare la prima, ma non perdiamo altro tempo. Esco sul sentiero, ri-attacco la lanterna, e ricado nella stessa buca. Mi spazientisco un po', ma la ri-attacco da un altro punto: 59. Comincio a deprimermi, la prendo larghissima fino alla torretta, attacco di nuovo. E di nuovo buca 59.

Attorno a me vagano decine di orientisti di mezza età con andatura da cercatori di funghi e aria distesa di chi se le trova bene, e se no amen. E io, con i miei 45 allenamenti, i miei 60,13 punti in lista base e tutte le mie arie da elìte, sono esattamente come loro. Bastano un paio di buche e vado nel pallone come un esordiente. Mi sento il più ridicolo orientista del mondo.

Poi mi cade l'occhio sulla categoria: W19-34. Risalgo come una furia le 8 curve di livello che mi separano dalla partenza, lancio qualche pesante imprecazione in direzione di S.D. e, con l'occasione, di Friz, prendo la carta giusta, e riparto.

Mi lancio come un forsennato verso il primo punto e lo raggiungo a tempo di record, quando vedo il numero 31 sto quasi per piangere, ma mi concedo solo il tempo del bip prima di schizzare verso la seconda.

Il problema è che a quel punto sono in gara già da 18 minuti, e ho sprecato le energie mentali che mi sarebbero servite per tutti e due i giorni. Le lanterne successive sono quasi tutte abbastanza ostiche, perchè il bosco è tosto, arrivo benino alla 2 (8° tempo assoluto), bene alla 3 (5°), ma già andando alla 4 perdo il filo e altri 3 minuti e mezzo, che affossano ogni residua speranza di qualificarmi per la finale A. Prima di arrivare al traguardo, riesco a strappare un 6° tempo alla 8 e alla 11, ma anche un 32° alla 15, grazie alla brillante idea di seguire giusto un attimo Micha, accorgendomi giusto un attimo troppo tardi che aveva un altro percorso. La classifica finale dice che sono arrivato 19esimo, a 10' 6'' da un miracolato Eddy Sandri ultimo dei qualificati della batteria B. Considerando che ho perso almeno 14' alla lanterna 1, c'è di che essere un po' depressi.

A "tirarmi su il morale" ci pensa la spiegazione surreale di S.D. "Eh, sì, io avevo controllato che la cartina corrispondesse al cestello, ed in effetti il cestello era W19-34 e la cartina anche. Non sono stato lì a guardare se tu eri W o M." In realtà poi verrà fuori che non ero stato l'unico pirla che ha preso la carta sbagliata (siccome i cestelli erano tutti sullo stesso lato per via dei 3 canali di partenza, l'ultimo non era come al solito il M19-34 ma il W19-34, che di solito è sull'altro lato). Solo che gli altri, tipo Carlo Cristellon, avevano capito molto più in fretta di avere in mano la carta sbagliata.

Dato che a quel punto tutto era perduto fuorchè l'onore (almeno non tutto), alla domenica mi sono presentato al via della finale B agguerritissimo, contando almeno in un "colpaccio alla Santoni", che vincendo la finale B del campionato italiano Middle 2008 si era portato a casa più punti in lista base di gran parte di quelli che avevano corso la finale A.

La carta è ancora più ostica del giorno prima, la concentrazione di buche (che dicono essere scavi dei cercatori d'argento che un paio di secoli fa popolavano la zona) è impressionante, ma sono concentrato e corro molto bene fino a metà gara. Gli split diranno che alla 8 ero 2° a 40'' da Michele Franco. Ma anche l'onore va a farsi friggere con una sciagurata scelta "alla Tenani" per andare alla lanterna successiva. Fra me e la 9 vedo troppe curve di livello che vanno e vengono, e vengo preso dal mia solita fobia da marroncino. Così mi ricordo che dai miei studi delle scelte di percorso di Tenani ho visto che spesso lo allunga un po' per appoggiarsi ad un sentiero vicino, e così la prendo larga per andare al sentiero. Con il senno di poi, Tenani qui quella scelta non l'avrebbe mai fatta, perchè la allungava di un Bel Po', ma il vero problema è che una volta arrivato sul sentiero, la smania di recuperare secondi mi fa sbagliare completamente strada.

Con il classico meccanismo del "piego la realtà a quello che la carta mi dice" riesco ad andare avanti per un bel po' convinto di sapere dove sono ("però, che strano che questa torretta non sia segnata in carta, chissà come mai..."), e quando mi rassegno all'evidenza di non essere dove pensavo, non sono più in grado di ricostruire l'errore che mi ha portato lì. Corricchio avanti e indietro, cerco di prendere qualche punto di riferimento inequivocabile da cercare in carta, ma sono troppo lontano da dove pensavo, e prima di ritrovarmi ci metto più di 10 minuti. Tanto da dimenticarmi che stavo andando alla 9 e da punzonare, ormai molto depresso, la 10.

Non avessi fatto PE, la mia performance sarebbe valsa una posizione fra il 30esimo e il 35esimo posto della finale B.

Anche il mio campionato italiano middle non è andato molto bene.

10 dicembre 2009

Luci dent'a nuttata

Sospendo momentaneamente il mio amarcord 2009 perchè oggi la "nuttata" è stata illuminata da due fari luminosi.
Il primo è la mia prima prestigiosa vittoria orientistica a livello internazionale:
Da: Niels-eter Foppen
Data: 07 dicembre 2009 20:30:57 GMT+01:00
A: dario.pedrotti
Oggetto: Lucky voter - “The Orienteering Achievement of 2009"
Rispondi a: niels-peter@ultimate-orienteering.com

Hi Dario Pedrotti,
You have participated the “The Orienteering Achievement of 2009" election. Among all people voting prizes have been drawn.
I would like to congratulate you with winning Trimtex Extreme o-pants.
Could you please send me your address details + your preferred size? We will inform Trimtex and they send you your prize.
Best regards,
Niels-Peter Foppen
Chief editor Ultimate Orienteering
www.ultimate-orienteering.com
Ovvero, il prestigioso sito www.ultimate-orienteering.com ha organizzato un sondaggio per eleggere l'orientista dell'anno e grazie a Cosim-o che lo ha segnalato sul suo blog, ho potuto vincere un fantastico paio di "Trimtex Extreme o-pants", estratti a sorte fra i votanti. La cosa buffa è che adesso il mio nome appare nel sito di cui sopra. La pagina è quella dei risultati dell'estrazione, ma è un inequivocabile segno divino che indica per me un radioso futuro nel gotha dell'orienteering mondiale.

Inutile dire che con un paio di o-pantaloni estremi, i miei tempi al km/s non potranno che calare di un paio di minuti. Come minimo.

Lo so, mi rendo conto che mettere la foto dei miei futuri pantaloni fa assomigliare il mio blog a quello di Superlau dei tempi d'oro, ma non ho saputo resistere.

La seconda luce è decisamente meno sborona e più orientistica.
Il Trent-o ha organizzato quasi di nascosto una gara prenatalizia, la "Ori-bells", il 20 dicembre, a Mattarello, sobborgo a sud di Trento. Il loro sito parla di "sequenza libera con partenza in linea 20'-35' il vincitore".

Peccato solo che i miei o-pantaloni estremi non saranno probabilmente ancora arrivati.



30 novembre 2009

A dda passà 'a nuttata 2 - Trittico della Valsugana

Era da poco passata la metà di aprile, mese iniziato con la seconda prova di Coppa Italia, una middle che mi aveva visto concludere la gara Elìte con un dignitoso 27 posto, 7 posti prima dell'ultimo, e a "soli" 17 minuti da Mamleev. Il conteggio dei punti LB aveva detto 46, ben lontano quindi dai 60 che in teoria quale elìte avrei dovuto valere. Comunque era stata una bella esperienza.

Ero quindi pronto a cimentarmi nel trittico organizzato dal Crea Rossa, costituito da una sprint fra paese e campagna, una notturna con partenza in massa e un paio di farfalle, per concludere con una middle sulla ostica cartina della Vigolana.

E' una gara regionale ma la lista dei partenti in MA dove corro, annovera fra gli altri Rigoni, due Dallavalle e Simion, oltre ai miei rivali 2008 Santoni e Miori. La partenza della sprint è proprio in mezzo al paese e l'adrenalina è a mille. Dopo un breve riscaldamento dove cerco di trovare la concentrazione (ma come si fa?) piglio la cartina e mi lancio lungo la via principale e al primo incrocio a destra, dove sono andati tutti. C'è il tempo per dare un'occhiata alla carta e capire che non è molto tecnica. Unico trabocchetto la 3, che complice anche la linea viola del tracciato farà perdere secondi a più di uno per uscire dal muro del parco. Meneghel nel dubbio salta in tronco la 3...

Le gambe vanno molto bene ma all'uscita in campagna ho una distrazione fatale. Ci metto un po' a rendermi conto che sono sulla parallela della strada dove penso di essere, e anche se poi prendo un buon ritmo, ho la netta sensazione di aver perso una grossa occasione. Al traguardo sono nono, 2'' dietro a Miori, 4'' dietro a Santoni, 56'' dietro a Simion e 3' e 28'' dietro a Rigoni. Ma gli split mi dicono che alla 13 ero quarto e sulla 14 ho perso 50'' su tutti. Uffa.

La sera la temperatura è freschetta, e non è chiaro quanto le gambe abbiamo recuperato dal pomeriggio. La partenza, in massa, è nello stesso posto, ma la carta passa dal 5000 al 10000 e i chilometri da 3,8 a 7,3. Come mio solito sono dotato di una pila ridicola, ma sono contento come un bambino quando danno il via e la massa si lancia verso il punto 1. Sono sulle code di un Dallavalle, e mi pare che non stia facendo la scelta migliore per la 1. Ma pensare di avere una scelta di percorso meglio della sua mi sembra un po' vanitoso, e nel dubbio vado con lui.

Alla 2 inizia la prima farfalla, piuttosto facile. E' in un parco e con tutta la gente che c'è in giro anche la mia piletta è sufficiente. Alla 9, la prima dopo l'uscita dalla farfalla, sono quarto e vedo poco davanti a me i Dellavalle e Pagliari. E mi sembra di poter tenere il loro ritmo. Probabilmente perchè siamo in discesa.

Dalla 11 in poi i 3 se ne vanno, e con loro Nicola Giovanelli che mi ha passato, e io inizio ad arrancare. Dopo la 14 mi trovo anche nel buio, dato che in campagna la mia luce sembra un cerino, ma arrivo alla 15, centro della seconda farfalla, in quinta posizione. Nella prima ala di tre punti ne perdo solo una in favore di Tommaso Scalet, ma in quella successiva mi perdo completamente, causa una infelice uscita dal punto e due angoli di sentiero molto simili fra loro. Solo il ritrovamento fortuito della 21 mi permette di capire dove sono e di trovare la 20, e il ritorno a centro farfalla della 23 sarà ostacolato non poco dalla depressione sopraggiunta.

Nel correre verso la 24 ho modo di capire quanto è stato stupido l'errore precedente, ma anche di raggiungere Eddy e Miori, cosa che mi moltiplica le forze. Con Miori stacchiamo Eddy che da dietro ci illumina la vallata con il suo faro da stadio, e con una ardita scelta di percorso fra i rovi, guidato solo dal rumore dell'acqua del torrente dove dovrebbe esserci la 25, stacco anche Miori. La soddisfazione mi è però fatale, infatti esco larghissimo dal punto e arrivo alla 26 di nuovo dietro a Davide, che, nonostante i miei sforzi allo sprint, chiude davanti a me di altri 2''. Ma Santoni si ritira...

Il giorno dopo il tempo è bigio, i chilometri 5,8 e la carta ostica. Ricordo ancora bene i valloni della Vigolana, dalla coppa Italia dell'anno scorso. Così per non rischiare di perdere la gara (con Miori) per una scelta di percorso sbagliata, la perdo al primo punto per una colossale distrazione che mi fa cercare il punto prima di una palude invece che dopo: 2 minuti di errore. Il resto della gara, massacrante, lo passo a salire e scendere dai valloni di cui sopra, cercando di recuperare il tempo perso e perdendone altro per la foga. Icona della gara sono i miei 3 sorpassi a velocità doppia ad una allegra donzella, che per tre volte mi raggiunge di nuovo a causa dei miei svarioni. Deprimente. La classifica finale mi relega al 15esimo posto, a 33' da Rigoni e 11' da Miori.
Deprimente.

23 novembre 2009

A mille ce n'èèèèèèè....

...nel mio cuore di fiabe da narrar...

Così cantava nel mangiadischi rosso il Cantafiabe quando iniziava una storia. Che si interrompeva alla fine del lato 1, il coso sputava fuori il disco, 45 giri, e bisognava rimetterlo per ascoltare la seconda parte.

Mi è venuto in mente il Cantafiabe e i suoi strumenti tipicamente anni 80 quando ho aperto il faldone delle cartine per scegliere le 10-12 gare del 2009 che mi accompagneranno da qui alla fine del digiuno orientistico previsto per metà marzo o giù di lì. Anche quel faldone risale probabilmente agli anni 80, e di "fiabe da narrar" ne contiene molte, almeno una per cartina. E più la cartina è spiegazzata, e più la fiaba è lunga.

La prima puntata del programma "Ha dda passà 'a nuttata" è dedicata alla prima gara di coppa Italia 2009, 22 marzo, Tarzo Resera.

La gara arriva dopo un inverno di preparazione atletica quasi seria, una notturna di Venezia in cui arrivo terzo in MA (dopo un certo Visioli...), una gara da tossici in astinenza su un anonimo polentone vicino a Marostica, e i tardoinvernali campionati italiani sprint di Firenza, nei quali, complice la data che vede completamente fuori forma tutti gli atleti dotati di senno, e un tracciato da campestre veloce, mi piazzo al 15° posto in M19-34.

Il comunicato gara per gli Elìte parla di 11,8 km e 710 m di dislivello: 19 km sforzo farebbero esitare chi ha una idea di cosa siano. Ma non è il mio caso. Sul finire del 2008 ho conquistato i mitici 60 punti in lista base e, visto il risultato di cui sopra arrivo alla prima gara mi iscrivo senza esitazione alla mia prima gara ME. Così la domenica mattina mi aggiro per la zona gara con il mio pettorale rosso e il numero 31. Che agli inesperti dice che sono un Elìte, agli altri che sono il più scarso degli Elìte. Ma sono un Elìte! O almeno così mi fa credere la lista base.

Gli Elìte veri la sera prima si sono fatti 10 km di notturna per sgranchirsi le gambe. Io in un ultimo rigurgito di buon senso ho pensato che non era il caso, e ho passeggiato con i bambini nella gara esordienti del pomeriggio. Il tempo è mediocre, la temperatura è piacevole, e il comunicato parla di "bosco di castagni con fondo scorrevole". Non si riesce dunque a capire come mai arrivino al traguardo concorrenti che sembrano usciti dal film "The Passion".

Arriva l'ora di partire. Ho qualche dubbio sulla corretta alimentazione. Ho mangiato come un bufalo il giorno prima a cena, ho fatto una abbondante colazione 4 ore prima del via, e non so se mangiare di nuovo o meno. Ho paura che mi rimanga sullo stomaco, quindi opto per un paio di cucchiaini di miele. Ma sarà un grosso errore.


Quello che mi consegnano alla partenza della mia prima gara Elìte da 19 km sforzo, è un modesto foglio A4, scala 1:15.000. Molto pratico da tenere in mano, non serve quasi piegarlo. Però non si legge una mazza, il colore delle curve di livello è quasi lo stesso di quello del tracciato e gli altri colori sono quasi fluorescenti. La cosa curiosa è che di tutto questo mi accorgo solo a gara finita: in gara la carta mi sembra bellissima (quella qui sopra l'ho rubata dal blog di Tenani, e le scelte di percorso sono le sue. Le mie sono state un po' diverse).

Tanto per far capire ai novellini cosa vuol dire una gara Elìte, la prima tratta è di 12 cm e la lanterna si trova dall'altra parte del colle che diventerà il mio personale calvario. Capisco subito che fare la scelta di percorso giusta è fondamentale. Non solo sbaglio scelta, ma nella scelta sbagliata faccio una scelta sbagliata che la allunga ulteriormente. Arrivo alla prima lanterna con Neuhauser, che mi partiva 3 minuti dietro, già sulle code. Dato che mi pare sia uno forte, potrebbe anche non essere una brutta cosa, ma per il morale non è un bel momento.

Le lanterne dalla 1 alla 11 sono abbastanza vicine e non molto difficili, mi sembra di farle bene. O almeno al meglio delle mie possibilità. Che, dicono gli split, vuol dire circa un 23 posto...
Alla 11 sono ancora con Ingemar ma poco dopo lui fa una scelta che mi sembra sbagliata: sono un novellino, ma pieno di supponenza. Così mentre lui sceglie di puntare le 11 curve di livello perpendicolarmente, io seguo il sentiero. Naturalmente aveva ragione lui e alla 12 ci arriva un bel pezzo prima. Fra la 12 e la 13 ci sono 4 cm e 3 Gran Canion. Sono certo che ci sia una scelta di percorsa furba, ma io non la trovo, e faccio un sacco di salita. E fatica.

Fra la 13 e la 14 i centimetri sono quasi 8. Sono abbastanza soddisfatto perchè trovo la 14 con una certa facilità. Pazienza se la scelta di percorso si rivelerà una delle più infelici. Fino alla 15 si scende, poi ci sono altri 9 cm per i quali, dato che anche sta volta non vedo la scelta più furba, salgo e scendo svariate curve. A questo punto sono già a un'ora e un quarto di gara, ma mi mancano ancora 12 lanterne.

Trovo con più infamia che lode le lanterne dalla 17 alla 22, poi scollino per l'ennesima volta verso la 23. Complice il fatto che le due ore di gara sono passate, la mia scelta del punto di attacco è piuttosto vaga, e pascolo sul costone confidando nella buona sorte. Mi supera Santoni, che partiva un secolo dopo di me, e mi porta alla 23. Tento di seguirlo fino alla 24, ma qui ho il tracollo: 10 curve di livello nello spazio di 5mm mi separano dall'ennesimo scollinamento, ma io ho completamente finito la benzina. Santoni sale, seppur lentamente, io agonizzo lungo il dirupo. Anche se non ne ho mai avute, riconosco i sintomi di una terribile crisi di fame.

Non sono più un orientista, sono un animale affamato che cerca cibo. Fra la lanterna 24 e la 25 strappo e mangio una trentina di piante di primule (fiori e foglie) e una decina di piante di violette (idem). Mi fermo solo davanti ad una Peonia, che sarebbe più carnosa, ma ho il dubbio che sia velenosa. Bevo anche da un paio di rigagnoli che attraverso.

Il pur miserevole apporto calorico mi permette di trascinarmi fino al traguardo, dove, dopo che Stegal mi saluta al microfono dicendo "per Pedrotti un ottimo allenamento per la O-marathon" il bigliettino dei cronometristi mi congeda dicendo "2:28:52 - PM". Mi accorgo solo in quel momento che quando ha visto la strada scendere, il mio cervello non ha minimamente preso in considerazione il fatto che ci fosse una lanterna 27 e ha ordinato alla truppa di dirigersi al traguardo.

Superata la formalità dello scarico brichetto, mi accascio sul ristoro dove consumo: 3 yogurt, 6 quarti di arancia, 5 quarti di mela, 4 bicchieri di acqua frizzante, 3 bicchieri di acqua naturale, 4 pugni di uvetta e 5 biscotti.

La mia prima gara in Elìte non è andata molto bene.

18 novembre 2009

XXX Meeting Orienteering Venezia



Quella di Venezia è la mia gara preferita. Il che probabilmente vuol dire che non sono un vero orientista, ma uno "stradaiolo", ma tant'è. Mi piace un sacco, perchè adoro la città, perchè spesso è una serena giornata autunnale in laguna (come nel 2008 qui a lato) e perchè non lascia tregua, bisogna rimanere concentrati dal primo all'ultimo metro. E quest'anno più ancora del solito.
Sono arrivato alla gara di quest'anno al picco della forma. E anche questo la dice lunga sulle mie qualità orientistiche, dato che avere il picco di forma all'ultima gara della stagione è una cosa idiota. Ma tant'è (bis).

Da un paio di settimane giravo, come un tossico in crisi di astinenza, fra i tutti i siti che contenevano la parola "Mov", e spulciavo fino al 1998 le statistiche di quelli che avevo deciso dovessero essere i miei avversari diretti per il podio il M35. Se davvero avessi delle possibilità di arrivare sul podio non mi era molto chiaro, ma dovendo mettersi un obiettivo, meglio puntare in alto. E poi avevo visto che negli ultimi anni in M35 era capitato che fossero gli italiani a vincere, e le ultime gare cittadine mi avevano dato buone indicazioni: a Bassano avevo dato 2 minuti a Cipriani, uno che talvolta vince gli Italiani, e 4 a Carbone, campione italiano 2009 nel Circuito Centri Storici, prendendo solo 1 minuto e 10 secondi dal mitico Maddalena. E c'era addirittura chi diceva che mi avevano aggiunto un minuto al tempo totale!

Comunque, nelle mie ore perse in rete avevo individuato in Andrea Visioli il mio vero avversario, e, dato che non avevo mai gareggiato con lui, mi ero pure andato a guardare le sue foto sul web, per costruirmi una immagine reale del "nemico".

"Nemico" che nella splendida mattina di domenica mi si è materializzato davanti durante il riscaldamento, giacchetta verde anti vento e pantaloncino cortissimo da corsa lui, tutina dagli improbabili colori giallo-arancio-violetto io. "E' lui", ho pensato io "Ca**o avrà da guardarmi quello lì?", avrà pensato lui, ignaro del film che mi stavo facendo nella testa.

Nei minuti di riscaldamento le gambe andavano a meraviglia, la temperatura era ideale, e morivo dalla voglia di partire. Tanto da per dere l'ultimo traghetto speciale per la zona di partenza, e dovermi imbarcare, da portoghese, su quella di linea per arrivare dall'altra parte del Canal Grande...

La mia partenza è a 3:18, quella del Nemico a 3:15. Nel mio film sogno di raggiungerlo durante la gara e di lottare spalla a spalla per tutto il resto della gara. A 3:14 non lo vedo andare alla partenza, e sono talmente preoccupato che mi si rovini il film, che vado a cercarlo e gli dico che è in ritardo. E parte. Altri 3 minuti di adrenalina a 1000 e arriva il mio minuto.

Dopo il bip lungo agguanto la cartina e schizzo via, le gambe volano, la testa è concentrata, la cartina è la solita meraviglia, ben rappresentata nella maglietta del XXX Mov dagli schemi di Pacman. Prima del secondo ponte già penso che avrei potuto fare una scelta diversa, ma va bene. Punzono e scappo verso la seconda, scegliendo il litorale. Saranno gli unici 100 metri di sola corsa di tutta la gara, ma ancora non lo so.

Perfetto sulla 2, senza esitazioni alla 3, come un fulmine alla 4, preciso alla 5, sparato alla vicina 6. E qui mi appare Lui: il Nemico! Contrariamente a quanto mi succede nel bosco, dove normalmente se raggiungo quello prima di me vado nel pallone e mi perdo, nei centri storici l'aggancio di chi mi precede mi dà energia. Il perchè lo ignoro, ma tant'è (ter). Inizia il mio film dal vivo!

Mi lancio verso la 7, che richiede una certa concentrazione per la scelta di percorso, e sento dietro di me il respiro del Nemico. Andiamo come i forsennati, tanto che entrambi superiamo la lanterna e dobbiamo tornare nel vicolo a punzonare, prima di schizzare verso la 8. Io sbaglio scelta di percorso, e la allungo di un po', comunque arrivo prima di lui anche alla 8 e lo precedo andando alla 9. Se nonché perdo il segno sulla cartina, e al posto di una piazzetta triangolare ne trovo una quadrata. Attimi di esitazione, il Nemico mi supera. Non trovo meglio da fare che seguirlo (che sarà mai per una lanterna?). Dopo 100 metri capisco anche dove siamo, così uscendo dal punto mi permetto si superarlo prima di lanciarmi nella ressa del ponte di Rialto. Verso la 10 scelgo di costeggiare per un pezzo il Canal Grande per evitare un tratto di stradine rosa (=a grande traffico di turisti). Non vedo che scelta fa il Nemico, ma esco dal vicoletto dove il tracciatore ha imboscato la lanterna 91 prima che lui arrivi, e nella foga di staccarlo sbaglio il bivio successivo: alla 11 siamo di nuovo insieme.

Per la 12 il percorso richiede lettura costante della carta e attenzione a tutte le svolte, per semplificare un pelo la lettura svolto lungo l'ultimo canale prima del punto, e forse la allungo di qualcosa. Ma il Nemico mi segue, e punzoniamo a pochi secondi di distanza. Ma lui, penso gongolando, è partito 3 minuti prima di me... La 13 è vicina e per l'occasione vado un pelo lungo all'ultimo bivio, arrivando a punzonare un secondo dopo il Nemico. Che andando verso la 14 fa una scelta più intelligente della mia, che gli fa risparmiare qualche decina di metri. Punzoniamo insieme, ma l'uscita da quel punto sarà l'inizio della mia fine. Subito mi accorgo che tornare al ponte precedente è una cattiva idea, ma proseguo perchè il danno non è grosso. Ritrovo il Nemico nel punto dove si deve fare la vera scelta di percorso, e vado a sinistra quasi solo perchè lui va a destra. Ma aveva ragione lui e alla 15, che fatico anche un po' a trovare, mi ha mangiato 20 secondi di vantaggio, che sono quelli che bastano per non averlo più in vista.

La cosa si rivela più grave del previsto, perchè nonostante tecnicamente non cambi nulla (le scelte, 9 a parte, le avevo comunque fatte tutte io) dal punto di vista atletico la visione del Nemico garantiva un bonus che si rivela essere vieppiù fondamentale. A peggiorare le cose, in prossimità della 16 lo incontro in direzione perpendicolare alla mia, e il dubbio che si sia perso lascia spazio dopo pochi secondi alla certezza che sta già andando alla 17. Non mi ha ancora recuperato tutti i 3 minuti di distacco, ma il morale vacilla, tanto che uscendo dalla 16 manco un bivio elementare mentre leggo la carta, e allungo il percorso di 100 metri abbondanti.

Il tragitto verso la 17 sarebbe quasi elementare, dato che costeggia il canale che va verso la stazione, ma c'è un bivio di canali in cui tradizionalmente mi incasino, e lo faccio anche stavolta.
Mi accingo a punzonare un po' depresso, ma la depressione di tramuta in orrore quando spiego la cartina per preparare l'uscita dal punto: la tratta 17 - 18 è di poco meno di 30 centimetri, che in scala 1:7500 vuol dire più di 2 km in linea d'aria. Nè per altro una rapida occhiata alla carta dà l'impressione che si possa percorrere qualcosa che si avvicini minimamente alla linea d'aria.

Dando fondo alle mie ultime energie mentali opto per la scelta "sud", attraverso il ponte dell'Accademia e Piazza San Marco, ma uscendo dal punto mi rendo conto che le gambe sono ormai due pezzi di legno e che il cervello è in grave crisi di ossigeno. Comincio a dubitare seriamente di riuscire ad arrivare al traguardo. Ogni singolo bivio da qui alla 18 (e saranno tanti) mi richiede uno sforzo sovrumano e procedo con il dito piantato sulla carta riuscendo a memorizzare non più dei 20 metri successivi. L'andatura è legnosa, ma non ho punti di riferimento e non riesco a capire quanto sono lento. Penso al Nemico: che scelta avrà fatto? Dove sarà? Sarà cotto anche lui?

Dopo oltre 17 minuti, che al momento mi sembrano molti di più, arrivo alla 18, lungo un tracciato che con il senno di poi non è neanche male, ma che gli split mi diranno essermi costato 3 minuti di distacco dal Nemico (che mi aveva già inflitto 2 minuti nelle tre lanterne "di riscaldamento" prima del trattone).

Ma il vero capolavoro lo compio nelle ultime 2 lanterne, percorse in 3' e 10'' dal Nemico, 3' e 19'' da Carbone e 4' e 14'' dal sottoscritto. E' qui infatti che aggiungo all'andatura barcollante un paio di scelte di percorso da esordiente ubriaco. E del resto la quantità di ossigeno che arriva al mio cervello è esattamente quella su cui può contare un alcolista al dodicesimo giro di grappe. Quando mi affaccio sul rettilineo finale e vedo che ben 3 ponti mi separano dal traguardo, provo timidamente a scrutare se in lontananza scorgo la maglietta rossa del Nemico, ma non ve ne è traccia (e non ve ne sarà neanche in zona ristoro): e i ponti diventano montagne.

La classifica finale dice
1° Domenico Lepori (Sui) in 1:02:59
4° Andrea Visioli in 1:07:32
5° Carbone Gianluca in 1:09:47
7° Pedrotti Dario in 1:10:37

Una attenta analisi degli split mi permette di elaborare la seguente valutazione tecnica: ho fatto proprio la figura del pirla. Sono partito come un missile e sono scoppiato a metà gara. Roba da esordienti. Se avessi amministrato un po' più saggiamente le energie, probabilmente avrei finito in modo un po' più decoroso. Ma tant'è (quater e ultimo).

Comunque, la gara come al solito è stata splendida, per il podio, ci riproverò l'anno prossimo (a battere Andrea Visioli, ci proverò spero un po' prima!)