20 novembre 2023

Lento e dugo

Qualche mese dopo che SteGal si è SQUagliato a SCUurelle (poco prima che gli si SQUagliasse la tastiera), si torna a correre a Scurelle, in piena Valsugana (ma prima che il sole scompaia quasi per sempre, come fa da quelle parti in inverno).

In dialetto trentino, lento vuol dire lento, dugo vuol dire non particolarmente dotato dal punto di vista intellettuale. Sabato, nella gara CSI e Oricup Inverno organizzata dal Panda Orienteering, sono stato lento e dugo.

Attenuanti generiche: respiravo come un 85enne forse perché non mi sono riscaldato abbastanza e/o ho preso troppo tardi la pozione (scaduta, ma solo da pochi mesi) e avevo le gambe di marmo per vari eccessi atletici (?) dei giorni prima. E quanto ti arriva poco ossigeno al cervello perché già ne hai poco e le gambe te lo fregano, puoi pure andare a spasso fuori dalla cartina fra la 9 e la 10 (però che bisogno c'era di segnare un muro invalicabile dove c'era una strada che proseguiva?) e, una volta rientrato, dimenticarti di punzonare la 10, passandoci giusto ad una manciata di cm di troppo perché l'air se la punzoni senza il tuo permesso.

Riassumendo le mie malefatte:

  • sono stato orrendamente lento nella campestre con lanterne dalla 1 alla 9 (riuscendo anche a perdere un po' di secondi in zona punto della 5, per motivi imprecisati)
  • mi sono avviato verso il Lagorai (che è un posto bellissimo, ma non esattamente sulla strada per la 10) in uscita dalla 9
  • sono passato a fianco della MIA lanterna 10 pensando "questa lungo il sentiero deve essere un punto degli esordienti" e NON punzonandola
  • sono stato orrendamente lento nella campestre con lanterne dalla 10 alla 13
  • NON mi sono fatto fregare dalla lanterna trabocchetto 14, ma sono stato orrendamente lento comunque
  • ho approfittato delle mie grandi doti in salita per prendere 15'' sulla 15 che era tutta in salita
  • ho fatto la scelta super furba alla 20 ma non ho fatto il miglior tempo comunque
  • ho chiuso brillantemente la gara senza aver fatto UN SOLO miglior tempo di tratta, in una gara straprovinciale (no, non EXTRAprovinciale, proprio STRA provinciale)
  • senza il PM avrei preso 6' (sei minuti!!) dal primo.

Mammachescarso.




8 novembre 2023

O-campionato veneto e trentino long

Non mi sento proprio al top della mia condizione fisica, ho preso pochissime cartine in mano negli ultimi 12 mesi, in M35 ci sono pochi avversari, in M45 c'è Cipriani, ok, corro in M45.

Dopo un autunno estivo il tempo decide di cambiare tutto in un colpo e la giornata è umida e piovosetta, se ci si aggiungono i classici rovi di questa parte del mondo, il tutto farebbe un po' tristezza, se l'orienteering non fosse comunque un gran bel gioco.

La carta è "strana", valloni danteschi e prati, e in M45 se arrivi vivo alla 5 rimane quasi solo da correre. E io corro, o meglio, correvo.

Molto si gioca alla 1, dove i saggi prendono subito il sentiero e la strada, i meno saggi provano a scendere nel primo allevamento di rovi e poi si ravvedono, e i polli scendono nell'allevamento di rovi, ne escono vivi, e poi attaccano alla cavolo dall'ultimo elementare dossetto e perdono minuti in zona punto. Se facevo un azimut minimamente decente dal dossetto, arrivavo secondo. Se.

Molto altro si gioca alla 4, guardando rapidamente la carta mi sembra ovvio che c'è la scelta larga sulla strada, e che probabilmente è la migliore. Però non ho il coraggio di farla e mi godo le 20 curve di livello per arrivare sotto il verdone privato (zona militare). Se andavo in tangenziale, arrivavo secondo. Se.

Poi rimango troppo alto sulla 5 e poi mi dimostro che quando ero fisicamente superiore ai miei avversari, era meglio. Dopo un anno di allenamenti a singhiozzo non lo sono più, e sul facile semplicemente non gli sto dietro. Se mi allenavo di più, arrivavo secondo. Se.

Vince nonno Dalla Santa, iscritto in M45 per sbaglio, secondo zio Cipriani, terzo spompato Pedrotti. No, primo non ci arrivavo neanche con tutti i "se" messi insieme.

 


6 novembre 2023

Il mio Nepal

Quella lì davanti, con la neve che riflette i primissimi chiarori del giorno, non è la ovest del Makalù, ma la est del Palon.

Il rosso dell'alba non si stende fra il Lhotse e il Nuptse, ma fra la Marzola e la Vigolana.

E la cima che conquisto non è il Cho Oyu, ma il Doss de la Cros.

Ma la luna che mi rischiarava il sentiero mentre era ancora notte era proprio la stessa che si vede sull'Himalaya.

Il sole che è spuntato colorando di giallo e rosso le nebbie impigliate nel bosco era proprio lo stesso che riscalda la vetta dell'Everest.

Il freddo alle dita per i guanti troppo sottili era parente stretto di quello che sentono i mangiatori di 8.000.

E, modestamente, con i miei polmoni asmatici anche il mio respiro assomigliava abbastanza a quello di Simone Moro sopra la linea della morte.