28 settembre 2012

2 giorni della Valsugana

...ma ne ho fatta solo mezza, niente sprint in centro a Borgo il sabato (peccato, mi sarei divertito un sacco!) e long al volo la domenica, con fulmineo ritorno a casa. Del resto, ero stato fulmineo anche prima... :-)

La partenza come ultimamente mi succede un po' troppo spesso non è molto brillante, arrivo al bordo del cerchietto, ma non riesco ad ignorare vari signori che entrano ed escono da un buco dietro un cespuglio. Una parte di me sa che non è la mia, ma la tentazione è troppo forte e vado a darle un occhio. Poi più tranquillo scendo 2 curve e punzono, prima di iniziare la prima salita di giornata, sulla quale sono un po' bolso. Prima di aggirare la collina che precede il mio punto (32) incrocio Hueller, che partiva 8' prima di me. A occhio non riesco a capire quanto ci metterò a fare il giro, quindi lascio perdere il tentativo di confronto. La 74 richiede solo un minimo di attenzione, che ho, la 73 non richiede neanche quella, e alla 64 perdo un po' di secondi scendendo nella valletta sbagliata. Per la 70 scelgo di salire e passare fra i laghi, non scelgo invece di passare dalla 79, dove capito per sbaglio. La 36 andando in curva si vede da lontano, per la 71 si può girare la collina a nord o prenderla di petto, mi piace di più il giro, che sembra anche un pelo più corto. La 78 è lì, la 72 si poteva attaccare meglio andando su subito al sentiero e uscendo alla curva, mentre io la rischio un po' da sotto. La 43 può indurre in tentazione, ma in alto è tutto un rododentro, mentre il sentiero sotto è comodissimo (chiedere a Segatta che mi ha regalato 5 minuti stando alto), la 39 valeva forse la pena di correrla spediti sul sentiero invece di andare a cercare rogne nel gialletto, ma perdo solo una ventina di secondi salendo troppo. Per la 40 basta buttarsi giù, tanto si vede il recinto, mentre la 69 mi fa paura perché è nel nulla. Decido allora di attaccarla da sotto, usando l'arrampicata come attacco. Faticoso, ma funziona. Per la 45 basta girare il costone e ignorare Marco Ongaro che vuole distrarmi, la 70 è dall'altra parte della valletta, la 41 si vede dalla valletta gialla, la 65 è su una bellissima sella e c'è Hueller a portata, la 51 la prendo da sotto e supero Hueller, la 46 è giù a tutta nella valletta, la 60 è in là, e per la 100 basta solo evitare il vespaio da cui Enrico Isma ha ricevuto in dono 5 vespate.

Sprinto per surclassare Fabio, che si prende poco meno di 9 minuti, mentre Segatta se ne prende 19. Rudi Mair, che aveva limitato i danni prendendone solo 6, chiude con un PM che giura di non avere fatto.Va bene, anche questa era una gara adatta alle mie caratteristiche, ma le gambe vanno, e poi Hueller non è mica proprio l'ultimo arrivato. 

Ma vedremo a Gropada, con doline e muretti a manetta e Rigoni, PMG e Ingemar a battagliare per il podio.


21 settembre 2012

Le Valbadiadi

Sono le 22, ho sonno, ho passato 10 ore al pc e ho gli occhi pallati, non sarò mai all'altezza delle aspettative che ha suscitato Stegal durante la sua telecronaca parlando del mio blog e che ha ulteriormente rinforzato persino lo speker badiota che non mi aveva mai sentito nominare prima in vita sua, quindi tanto vale fare una cosa veloce.

La foto sopra, gentimente scattatami e mandatami da Laura Piatti verso le ore 9 del 17 settembre scorso in località Piz Sorega, sta al posto di 36 righe di sdilinquimenti su quanto era bello il posto. E tenete presente che qui si vedono "solo" la Marmolada e il Gruppo di Sella, ma per i rimanenti 300° gradi di panorama c'erano almeno altri 5-6 gruppi dolomitici altrettanto visibili. E poi c'erano quasi altri 170° di cielo azzurro sopra. Insomma, se non c'eravate, peggio per voi.

Che era il trofeo delle regioni ormai lo sanno tutti, che ha vinto il Trentino anche, quindi io vado via veloce. Sabato. Coach Hueller mi onora della convocazione ma non della staffetta A, che è composta da Dalla Santa e Cipriani. Io faccio la B con Hueller. In effetti sulla carta niente da dire. Fabio lancia, io mi preparo ad inseguire Dennis e a farmi scoppiare un polmone per dimostrare al coach che meritavo la A. Ma al punto spettacolo compare prima il coach, probabilmente per farmi un dispetto. Ha quasi 2' da Grassi 1 ed è dietro anche a Weitlaner che corre con Lanz per il Castello di Fiemme. Battimano e via per il prato con il lenzuolo A3 al 5000 verso la 1. Corri, corri, corri, arrivo al primo boschetto, supero quasi indenne le due ali di farfalla nel secondo, vedo Lanz imboscarsi con Cappuccetto Rosso, e mentre vado alla 12 mi raggiunge il Lupo Cip che mi dice "hai visto che Grassi 2 è dietro?". Lui a dire il vero "2" non l'ha detto, ma fa lo stesso. Comunque no, non l'ho visto, ma chissefrega, corriamo. Va bene che siamo in squadra insieme, ma è pur sempre il Cip e corro come un forsennato per riattraversare il lenzuolo. Non che le gambe siano tanto d'accordo, ma fa lo stesso bis. Nell'altro boschetto 15, 16, 17, 18, punto spettacolo, 20, ponticello, e il Cip è sempre lì incollato. Scazzante. Microloop insignificante in paese e approfittando un po' dei soprassi arrivo alla 26esima e ultima con qualche secondo di vantaggio. I nostri rispettivi compagni di staffetta ci incitano, io ho 280 metri di sprint per staccare Il Rivale. Ma siamo al trofeo delle regioni, è una competizione a squadre, non importa se vinco io o vince lui, sarebbe sciocco sprecare energie per domani, e l'importante è partecipare, ecc. ecc. ecc. Insomma, faccio appello a tutte le mie risorse morali e mi costringo a non sprintare, inizio a trotterellare e mi volto persino ad aspettarlo. Siamo talmente teneri che Stegal pensa che stiamo facendo l'arrivo in parata e lui sia il mio compagno, e Hueller ci chiede se abbiamo intenzione di arrivare a manina. All'arrivo il Cip mi dice "prego caro punzona prima tu", o qualcosa del genere. A me fanno troppa gola i sontuosi premi che immagino esserci e non me lo faccio ripetere due volte. Mi sento finalmente il degno erede di De Coubertin. E scopro poi che l'Andrea era lì che fremeva per fare lo sprint, ma dato che non lo facevo io non poteva farlo neanche lui. E io ho sicuramente speso più energie a sforzarmi di non farlo di quante ne avrei speso facendolo. Comunque, missione compiuta.

Non sto qui a perdere tempo con la sauna, il bagno turco, la piscina pomeridiana, la cena, la piscina di prima mattina, la colazione a sterminato buffet e le luci dell'alba sul Gruppo di Sella, e passo direttamente alla long di domenica. Un anno prima qui avevo vinto con 5' sul secondo. Buselli quando ha preso in mano la carta alla partenza ha pensato (mi ha confessato dopo la gara) "questa è la gara per Pedrotti". Il posto non solo è talmente bello da far impallidire la Val Canali (sic!) ma tutt'intorno ci sono seminati posti che mi ricordano episodi della mia vita più o meno recente e sono emozionato come al concerto della Pausini.  Insomma, ci sono tutte le premesse per fare una figura di merda.

Esattamente davanti a me il gazebo delle cartine inquadra la cima del Piz Boè dove sono passato il 28 luglio al culmine della Dolomites Sky Race, e poco prima dello start Massimo Bianchi mi omaggia di un sorriso dei suoi e mi dice "divertiti!": questo posso garantirglielo. La gara non inizia un granchè perchè dal tirangolo non riesco ad orientare la carta perchè non mi torna un sentiero, ma devo andare verso la funivia e ho visto in riscaldamento (in zona gara? ma non era segnato...) che è di là. E da lì comincio a correre, che neanche Heidi riuscirebbe a starmi dietro. La 1 è banale, la 2 si vede da lontano, la 3 chiede giusto di attraversare una siepe di mughi, la 4 permette di fare conoscenza con le paludi (e a qualcuno più che ad altri, dato che vedo C. Bellotto, che partiva 3' prima di me, sguazzare in una che non centra nulla), la 6 regala la prima salita seria, e poi c'è la 7. Che non è niente di speciale, soprattutto se sei stato attento a leggere e sai che attraversato il sentiero devi scendere. Ma io ci arrivo convinto che da lì devo ancora salire, e quando mi trovo davanti il vallone mi sento un po' stupido e con l'occasione decido di attaccare il punto da ovest invece che da sud come sarebbe stato meglio. Attraversato il verdolino invece di cascare sulla lanterna casco su un albero. Con somma presenza di spirito controllo in cartina e ne trovo uno poco sotto la lanterna. Con somma sfiga ce n'era uno anche poco sopra. Così invece di scendere 2 curve ne salgo 2 e ne scendo 4, e ci lascio 1'01''. Ma ricomincio a correre, e sta volta non ce ne sarebbe neanche per Peter. La 8 nel verde non mi crea problemi, per la 9 e la 10 sto attento alle macroforme invece di farmi spaventare dalle curve ausiliarie che Rudi De Ferrari ha sparso a piene mani sulla carta, per la 11 punto alle 3 casette e da lì salgo al dossetto, la 12 la vedo da lontano, la 13 è poco distante, per la 14 mi sposto ad est della palude più a est, per la 15 punto alla casa e da lì è un bliz, per la 16 vado un po' a ocio ma ci sono altre due casette per prendere la mira, e per la 17 sono pronto a tornare indietro dalla curva di sentiero in caso di insuccesso, ma sono giusto una curva troppo basso e la vedo su senza dover fare marcia indietro. 

Sto andando bene, mi sto divertendo, le gambe rispondono, Heidi e Peter non si vedono più neanche all'orizzonte, un bicchier d'acqua e sono come nuovo. Ma il bicchierino sul gomito è una pietosa menzogna, e di andare su all'altro non se ne parla. Se perdo faccio ricorso, ma intanto riparto. Ho abbastanza occhi da vedere la macchietta bianca di mezzo millimetro che in carta precede la 18 e la fa diventare una formalità, e poi c'è ancora un pratone prima della buca d'acqua che nel pregara hanno detto essere troppo pronda e qundi fettucciata. Dalla direzione da cui ci arrivo io, la buca d'acqua è un laghetto largo 2 metri con un semilago lungo 5m alla mia destra e un semilago lungo 8m alla mia sinistra. Non la allungherei di così tanto neanche se ci fossero i coccodrilli, e poi quelle cose le avranno dette per le signore della W60. Quando l'acqua mi arriva all'ombelico e i piedi stanno proseguendo a sprofondare, mi dico che non avevano poi esagerato così tanto. Fortuna vuole che riesco ad aggrapparmi all'erba e che la cartina è veramente molto antispappolo. Comunque, una rinfrescata ci voleva dato che mi separano dal traguardo 20 curve di livello, che percorro con ancora un certo furore agonistico prima di lanciarmi sulle ultime 3 sull'altro lato del colle come ne andasse della mia vita. Bippata la 100 stramazzo al suolo, contento per una volta di aver dato tutto tutto, e quando mi riprendo e vengo accalappiato da Stegal, dichiaro urbi et orbi che dopo una gara così bella varrebbe quasi la pena di smettere e, interrogato da lui su cosa leggerebbero a quel punto gli appassionati di blog, rispondo proponendomi di aprire il blog sul decoupage che lui ha prontamente plagiato sul suo.

Il mio tempo all'arrivo è nettamente il migliore, con poco meno di 4 minuti su Ingemar e Buselli. Peccato che poi arrivi PMG e il suo tempo sia 1'01'' (vi ricorda qualcosa?) migliore del mio. E nonostante il Cip arrivi un anno dopo (e sta volta non c'è nessun DDS di mezzo, l'ho proprio piallato io!) mi è ormai passata tutta la voglia di darmi al decoupage. Comunque, primo PMG in 56:48, secondo Pedrotti in 57:49, terzo Ingemar in 1:01:01 (l'1 e 01 andava per la maggiore...), quarto Buselli in 1:01:27, quinto Grassi S in 1:02:35, e Cip ottavo in 1:10:18. È ben vero che era una gara adatta a me, ma dato che mica sapevo prima dove stavano le lanterne, la classifica di oggi me la guarderò da anziano nei giorni di pioggia (quando non potrò allenarmi per il titolo mondiale della M90). Ah, Buselli ha detto che è l'ultima volta che lo batto. Vedremo.


P.S. Quando ho scritto quello che ho scritto sugli italiani long della Puglia, sapevo che prima o poi me l'avrebbero fatta pagare, e l'altro giorno è arrivato il conto. Nonostante le mie prestazioni al Trofeo delle Regioni, sono stato escluso dalla rappresentativa del Trentino per il Trofeo Arge Alp. Naturalmente lui non lo ammetterà mai, ma è evidente che una persona onesta e competente come Fabio Hueller, se non avesse subito fortissime pressioni dall'alto, non avrebbe mai convocato al mio posto Carlo Rigoni.

P.P.S. Otto ore dopo la pubblicazione di questo post il coach Hueller scoprendosi scoperto ha fatto marcia indietro adducendo infondati motivi di indisponibilità di questo tal Carlo Rigoni e mi ha convocato per l'Arge Alp. Potere dei media...

12 settembre 2012

Campionato trentino e veneto long


Dopo il mare si torna ai monti, e che monti. Si corre in val Canali ai piedi delle Pale di San Martino, in una giornata splendida, su una carta molto bella, e con avversari di primissima categoria: cosa chiedere di più? In realtà io di più chiedevo di fare una figura un po' meno meschina dell'ultima volta che ero capitato da queste parti, quando, fresco medagliadargentato agli italiani sprint, avevo concluso una pessima gara con un PM. In effetti, a far meglio di così ci voleva poco, ma in un posto del genere magari sarebbe stato bello fare anche qualcosa di più.

Il griglista di giornata è decisamente senza scrupoli e con due minuti di intervallo fa partire dietro di me Dennis e poi il Cip. Così, tanto per farmi partire rilassato. È talmente probabile che mi raggiungano tutti e due, che mi sembra di non avere molto da perdere, e comunque come al solito cercherò di vendere cara la pelle. Infatti Dennis mi raggiunge prima della 1. Succede che mentre lui fa l'esordiente e segue strada sentiero e strada fino al prato, io faccio l'orientista tecnico e mi butto nel bosco in curva di livello, solo che una volta arrivato nel vallone invece di proseguire in curva o anzi meglio scendere un po', alzo gli occhi e vedo lassù un po' di blu, convincendomi che lì c'è il pratone e smettendo di guardare la carta. Quando sbuco in un posto strano non ho per niente chiaro cosa ho fatto, ma fortunatamente decido di scendere, e incontro il pratone. E Dennis. Che è ancora un po' più in basso di me e posso evitare di farmi umiliare facendomi portare alla lanterna, che dal bordo prato si attacca facilmente.

Per la 2 decido di allargare per un attacco in tranquillità, perchè già mi vedo perso fra i verdini e i giallini. È una buona idea, e anche se su per il pratone mi sfianco, faccio il miglior tempo e scappo un po' da Dennis. La 3 è un azimut, e ne approfitto per scappare altri 7''. Ma per la 4 una volta arrivato in quota esito, e mi raggiunge, pordandomi a manina fino al punto, che io avrei cercato molto prima. La 5 è uno sputo più in su, ma per la 6 tento di nuovo la fuga. Mentre lui si abbassa un po' io vado via in curva, arrivo al sentiero, lo scendo fino alla paludina, mi butto a est e sbatto contro un sentiero di cui non mi ero accorto ma che mi porta esattamente dove volevo andare. Quando finisce la discesa e devo risalire il sentiero, mi accorgo una volta di più che devo aver dimenticato di rinnovare l'abbonamento a Gambe Magiche, in compenso sembra che io abbia vinto un numero omaggio di Cervello Sveglio e riconosco il verdino e la successiva radura, da cui in curva arrivo alle rocce che celano il punto. Avvisto con orgoglio le rocce, e con disgusto Dennis, che è arrivato da mille strade diverse, e punzona subito dopo di me.


La 7 è poco distante e la facciamo in comitiva, ma alla 8 ci riprovo. Lui si avvia per la strada, io salgo subito per tagliare due curve della strada e andare ad attaccare il punto dalla curva successiva. Dopo un centinaio di metri in curva di livello incontro una striscia di alberi che sembra piantata con il righello, e sono certo di riconoscere il limite di vegetazione a ridosso del punto. Attraverso il verdino, e vualà, mi trovo davanti ad una casa. Ci rimango malissimo, e peggio quando pochi secondi dopo arriva anche Dennis. Non ci vorrebbe molto a capire dove sono, ma sono scosso, ed è lui ad avviarsi nella giusta direzione. Metto in tasca l'orgoglio, e punzono. Altre 8 curve di livello portano alla 9 e le arranchiamo alla stessa velocità. Per la 10 decido di fare strada, bordo prato, sentierino, muretto e via alle rocce, e vedo Egli davanti a me che fa la stessa cosa. Ma per la 11 ci riprovo. Partiamo entrambi in curva su un terreno dove più che correre si procede balzellon balzelloni, poi lui si abbassa e io procedo fino alla strada. Lì esito un attimo per decidere come attaccare, poi punto alla valletta a nord del punto, poi decido che mi posso accontentare del verdino e poi vedo Dennis 20 metri sotto di me che sta andando dove io volevo andare. Per la 12 cerco di non seguirlo, ma c'è un happening attorno alla lanterna quindi c'è poco da fare i tecnici, e comunque lui sparisce dalla mia visuale. Mi affretto lungo il sentierino e il prato verso la 13, ma non lo vedo neanche da lontano, poi lo rivedo nei dintorni della 14, ma dopo che ho raggiunto il roccione a fianco del sentiero da cui volevo attaccare il punto. 

Arrivato sulla strada ho un km di corsa su pista dove posso dar fondo alle mie doti atletiche. Dennis è 100 metri scarsi più avanti, e ha raggiunto Eddy. Li ho nel mirino e punto a saltare agilmente entrambi. Ma è una pia illusione. Tutto quello che riesco a fare in 1 km di pura corsa è ridurre il distacco ad una decina di metri. E anche l'illusione di pigliarli nello sprint finale si va ad infrangere contro le doti sovrannaturali di Dennis, che con qualche sensore miracoloso "sente" che la lanterna è posata un po' più in basso di quanto è segnato in carta, e mentre io penso "sta volta si sbaglia, non lo seguo" e salgo ancora, lui scenda, punzona e scappa al traguardo tallonato da Eddy, che confessa di aver perso la cartina alla 15 e di essere ancora un po' provato per i festeggiamenti del matrimonio di Emiliano della sera prima.

Io arrivo mezzo minuto dopo, come al solito insoddisfatto, nonostante il piazzamento al secondo posto (2' e mezzo dietro Dennis, 3' davanti a Gabriele Bettega, e 4' davanti al Cip, che ha litigato con la 15 lasciandoci poco meno di 4 minuti). Insoddisfatto per non aver almeno preso Dennis, insoddisfatto per essermi fatto aiutare in un paio di lanterne, insoddisfatto per l'errore alla 1. Anche se, con il senno di poi, non è andata così male. Per prima cosa ho battuto Cipriani in bosco per la prima volta in assoluto, che è un avvenimento di per sè, anche se io avessi corso con la moto da trial e lui a piedi. Poi ho comunque corso bene gran parte della gara, e gli "aiuti" di Dennis sono stati frutto del caso, che a volte ti fa sbattere in uno più perso di te, e a volte ti fa apparire Sua Maestà in pigiama bianco e verde, che si muove nel bosco come fosse tutto ovvio. Poi, forse per la prima volta, sono riuscito a non andare giù di testa dopo aver incontrato qualcuno. E dato che nel caso specifico l'ho incontrato varie volte, era della mia categoria, ed era un mio acerrimo avversario (per quanto smisuratamente più bravo di me) dovrei proprio farmi pat pat sulla spalla (sperando che non sia un fortuito caso isolato). 

E poi mi sono portato a casa uno dei più bei premi che si siano mai visti in una gara di orienteering, uno sgabello in legno fatto a mano, di una essenzialità e bellezza che fa il paio con le Pale che stavano dietro la premiazione.

Organizzazione perfetta, due ristori in gara, bella carta, posto stupendo, bei premi, ristoro post gara con due bibite pacchi di frutta candita frutta e biscotti serviti da affascinanti fanciulli e fanciulle, split disponibili e galleria fotografica a disposizione sul sito il giorno dopo, e tutto per una gara regionale: forse hanno esagerato.

8 settembre 2012

Surreality show

Prima puntata
Dopo aver piovuto tutto il sabato pomeriggio, sul Gargano torna il sereno e domenica mattina mi presento in foresta umbra desideroso di tornare a casa una medaglia. L'occasione è ghiotta, perchè in mancanza di una staffetta M35 della mia società, corro per il Campionato Italiano Staffetta Open, e dato che sono molto sportivo e grande estimatore di Decoubertin, ho assoldato la medaglia d'argento della M35 long (Francesco Buselli), e il quarto classificato della M45 long (Leonardo Curzio). I lanci sono in tono un po' più dimesso del solito, dato che il numero di staffette è un po' esiguo, ma è sempre un bel vedere, e mentre Stegal parla di "adrenalina alle stelle" e la gara parte, mio suocero (Claudio Valer) passeggia nelle retrovie delle retrovie dei partenti, leggendo la carta con l'aria di uno che passava di là e ha casualmente raccolto un foglio da terra. Un'istituzione.

Sono in terza frazione, e quindi per cambiarmi e riscaldarmi ho ancora tempo. Così mi appollaio a 1m dal punto spettacolo (che è talmente spettacolare che se non stai ad un metro non vedi un tubo) e attendo il passaggio di Francesco. Dopo venti minuti scarsi passa Christine Kirchlechner (prima frazionista della pericolosissima staffetta open con Stegal e Ingemar) e poi più nessuno. Va bene che è la neocampionessa italiana long, ma inizio a dubitare sulla mia campagna acquisti. Quando ormai sto componendo il numero di Sgiursgiù per prenotarlo per la staffetta open dell'anno prossimo, compare Heike Torgler, anche lei in open, che con aria decisamente contrariata annuncia al mondo, in tedesco, che manca la 64. Poco dopo iniziano ad arrivare anche gli altri, fra i quali Francesco, incazzato come una biscia. Le voci nel frattempo si susseguono, "ne mancano due!", "ne mancano tre!", "ne mancano quattro!" e nel campo gara si diffonde uno scazzo generale.

All'arrivo Francesco dice di essere passato in testa quasi subito, ma di aver perso almeno 10' a cercare la 45, prima di arrendersi all'evidenza della sua assenza. Leonardo è nel bosco, io ho comunque voglia di correre, ma è tutto un po' così. È ormai assodato che due lanterne mancano e una è posata a 100 metri da dove dovrebbe essere. Ha molto del surreale sentire Stegal che si sgola entusiasta per dei risultati che non potranno che essere annullati. Comunque poi arriva Leonardo, e io parto. Dato che non vale niente e il tracciato è davvero facile, corro come un fulmine, le gambe vanno a mille, e nonostante un minuto di errore alla prima per attacco casual e un altro alla 6 per azimut alla Dario, faccio il secondo tempo complessivo, a meno di un minuto da Christine. Passo anche dalla famosa 64, ma sono talmente preciso che arrivo dritto sulla fettuccia con scritto "64". Complessivamente saremmo secondi, a vari minuti da Troggler - Civera - Segre, e, se Stegal non si considerazze fuori gare, saremmo dietro anche a Galletti - Kirchlechner - Neuhauser. Ma è evidente che la gara verrà annullata.

Seconda puntata
Dopo varie discussioni della giuria, viene letto il verdetto, che recita "Dopo attenta riflessione, ritiene la giuria che vi è stata sufficiente equità. Infatti, il problema delle lanterne ha interessato tutte le staffette e si tratta di un problema che è emerso sin dall’inizio. È vero che la diffusa violazione delle norme di fair play sopra indicate ha fatto sì che la notizia che alcune lanterne mancassero, circolasse rapidamente. Della scorrettezza di tale comportamento si è già detto sopra. Tuttavia, ciò ha anche determinato che la notizia fosse nota a pressoché tutti i frazionisti successivi al primo." Che tradotto, anche utilizzando anche altre parti del comunicato della giuria (che invito gli amanti del teatro dell'assurdo ad andare a leggersi integralmente qui), significa che è vero che mancavano delle lanterne, ma questo ha causato problemi perchè gli atleti sono stati scorretti e l'hanno detto in giro, ma non ne ha creati neanche tanti perchè gli atleti sono stati scorrerri e lo hanno detto in giro. A me, che sono ingegnere, appare francamente inspiegabile come si possa affermare in una gara a staffetta, che non cambia niente se io sono lo sfigato che aveva la 45 in prima frazione e ha ravanato per 10', o se ce l'avevo in terza frazione e mi è andata di culo che siccome gli atleti sono stati scorretti allora lo sapevo e non ci ho perso neanche un secondo.

Terza puntata
Nella prestigiosa classifica del campionato italiano open veniamo promossi al primo posto per squalifica di Heike Torgler, che, assieme ad altr 3 reprobi, è stata squalificata per essere "stati segnalati dai giudici di gara per aver comunicato al punto spettacolo, quindi in corso della loro gara, al pubblico o comunque ad atleti ivi presenti che mancavano alcuni punti nel bosco". Dice la succitata decisione della giuria che, a norma di Regolamento "comunicare in corso di gara al punto spettacolo tali informazioni è comportamento contrario al dovere di lealtà sportiva, per l’ingiusto beneficio che i destinatari di questa comunicazione, voluti o non voluti, traggono dall’informazione". Ora, al di là del fatto che non si capisce con che logica debbano squalificarti se aiuti un avversario, dato che l'articolo 36 del Regolamento dice anche che "Un concorrente che che tragga beneficio da un’infrazione, può essere squalificato", avendo affermato la giuria che "la notizia era nota a pressoché tutti i frazionisti successivi al primo", tutti i frazionisti successivi al primo dovevano essere squalificati. A meno di non voler andare contro a quello che la giuria aveva deciso...

Quarta puntata
Siccome sono un drogato, ho attivato quell'(in)utile servizio di google che tu ci metti una parolina e lui ti avvisa quando escono degli articoli con dentro quella parolina. La mia parolina  naturalmente "orienteering". Grazie all'(in)utile servizio, ho potuto leggere il comunicato sulla Settimana del Sole sul portale goBari.it, dal quale scopro che la manifestazione ha ricevuto "un plebiscito di consensi", e che ha visto la partecipazione di 500 atleti ogni giorno. La (in)utilità del servizio google mi viene confermata il giorno dopo, quando la stessa notizia mi arriva via RSS direttamente dal sito della FISO, si tratta dello stesso comunicato, se si eccettuano due piccolissimi tagli, ovvero i 500 atleti ogni giorno e il plebiscito di consensi. Così, per curiosità, sono andato sul sito della settimana del sole a vedere quanti erano stati i partecipanti, trovando la tabellina qui a lato.

Quinta puntata
Non mi capita spesso di andare sulla home della FISO, perchè di solito arrivo alle varie notizie direttamente dagli RSS. Ma ieri mi è capitato, e mi è cascato l'occhio sulla "Lettera aperta del presidente", che parla ovviamente di quello che è successo sul Gargano. Rileggo un paio di volte, perchè magari ho capito male, ma c'è scritto proprio così: "Due lanterne mancanti e una mal posizionata sono in effetti un fatto inspiegabile. Credo che si possa però assolvere la Società Organizzatrice". Io, forse perchè sono un ingegnere, posso spiegare che due lanterne mancanti e una mal posizionata si spiegano con il fatto che è mancato qualcuno che andasse a controllare se le lanterne erano dove dovevano essere. Questo controllore serve perchè mettere le lanterne è anche più difficile che trovarle, e quindi, dato che è facile sbagliare, ci vuole qualcuno che controlli se hai fatto giusto. Se una società, in un campionato italiano, non mette nessuno a controllare le lanterne, ha sbagliato di grosso. Che sia al nord, al sud, all'est o all'ovest.  


7 settembre 2012

La 45 e la 64

"Ehi, 64, mi senti?"
"Mmmm"
"Senti, ma il primo lancio non doveva essere alle nove e mezza?"
"Mmmm"
"Ma SONO le nove e mezza!"
"Mmmm"
"E cosa ci facciamo noi in macchina???"
"Dai 45, che problemi ti fai, girati dall'altra e dormi anche tu."
"Ma se arrivano lì e non ci trovano?"
"Se ne faranno una ragione..."
"Ma la gara è falsata!!"
"Ma dai, mica tanto, ci saranno le fettucce..."
"Ma che fettucce! Se bastassero le fettucce che cazzo ci siamo a fare noi??"
"Eh, vabbuò, mica è colpa nostra, mica possiamo andare a posarci da sole."
"Ma dobbiamo fare qualcosa!! Sono i campionati italiani staffetta!!"
"E cosa possiamo fare, l'unica cosa che sappiamo fare è bip."
"E allora facciamo bip!!!!"
"E se poi si scarica la pila?"
"Ma qualcuno ci sentirà e verrà a posarci!"
"E se non viene?"
"Ma noi DOBBIAMO almeno provarci, sono i campinati italiani, cazzo!!!"
"Vabbuò, proviamo, BIP"
"BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP! BIP! BIP!"
"BIP! BIP"
"BIP! BIP!"
"BIP!"
"BIP!"
"... cazzo, si è scaricata la pila!"
"... anche a me."
"Bella gara di merda sarà, senza di noi."
"Già."
"Dovranno sicuramente annullarla."
"Eh, per forza, se mancano due lanterne..."
"Ma come cazzo si fa a dimenticarci in macchina!?!?!?!"
"Beh, dai, lo sai che prima delle gare c'è sempre un gran casino..."
"Ma che casino e casino, siamo a un campionato italiano, cazzo, mica al trofeo polenta e osèi!!!"
"Eh, in effetti..."
"Mai vista una cosa del genere..."
"Già."
"E magari ne avranno anche posata qualcuna sbagliata!"
"Ah, niente di più facile..."
"Ah, ma mi sentiranno!"
"Mmmmm"
"Che fai, dormi?"
"Mmmmm"
"Massì, ormai..."
"..."
"..."


6 settembre 2012

Minchia, che scarso.

Questo post avrebbe voluto intitolarsi "Ne vale sempre la pena" e nelle varie riscritture mentali dei giorni scorsi prevedeva una introduzione che iniziava con l'aneddoto di Gianni Bugno che corteggia per dieci anni quella che poi diventerà sua moglie, proseguiva con la storia a me più vicina del mio amico che ha corteggiato per dieci anni la sua attuale morosa (e se non è sua moglie è perchè è un pirla lui), e si concludeva con un pippone degno di miglior causa sull'importanza di impegnarsi e inseguire i propri sogni. Aspettavo solo la pubblicazione degli split dei campionati italiani long per permettere alle ali della mia immaginifica prosa di spiegarsi nella successiva narrazione della gara, che mi vedeva sicuramente primo fino alla quarta lanterna, prima del naufragio dovuto ad un mix di partenza troppo lanciata e cause psico-fisiche. Poi sono apparsi gli split. E l'unico titolo possibile è questo.

Sulla prima lanterna, che mi sembrava di avere degnamente interpretato costeggiando le buche, guadando il verde e seguendo il bordo del bucone, Simone Grassi mi ha dato quasi 2'. Sulla seconda, che ho corso quasi tutta sul sentiero con la sensazione di padroneggiare completamente la carta e di volare sulle foglie secche, sempre Simone mi ha dato altri 2' scarsi, sulla 3 attaccata in tutta sicurezza tagliando persino una curva del sentiero, Grassi l'altro mi ha dato 1' e mezzo, sulla ovvia 4 che chiedeva solo di correre, di nuovo Grassi PM mi rifilava quasi mezzo minuto, e sulla 5, su cui ho perso un paio di minuti, ma che mi sembrava di aver corso da quattrocentista, sempre PMG di minuti me ne ha dati addirittura 5. In pratica, dove pensavo di essere in testa, avevo già 7' dal primo. Minchia, che scarso.


Dopo che è cominciato nelle vicinanze della 5, dove, una volta lasciato il sentiero, volevo scavalcare il crinale e costeggiarlo, ma non ho trovato nessun crinale e sono andato nel panico, così, quando sono arrivato alle buche, invece di fermarmi a quella giusta ho inspiegabilmente proseguito fino alla successiva, dovendo poi tornare indietro assieme ad un Pavionese per trovare la lanterna. Pavionese che con la semplice sua presenza ha inchiodato il coperchio sopra il mio feretro, risvegliando il mio mai troppo sopito vizio di farmi distrarre dagli altri invece di pensare ai fatti miei, e spingendomi, invece di cimentarmi in un azimut di 100 metri scarsi a partire dalla carbonaia dove sapevo di essere, a ravanare su e giù per la valletta e i dossetti alla sua destra. È pur vero che la forma del terreno su cui doveva trovarsi la 6, in mezzo al verde non si vedeva per niente, ma il miglior tempo su quella lanterna è di 2:29 e il mio di 11:34. Minchia, che scarso.

Da lì al morale basso si è aggiunta l'impressione che le gambe non andassero più (ma noi ormai sappiamo che era solo una impressione, dato che evidentemente non andavano neanche prima) e la mia baldanza, o almeno quella che mi sembrava tale, è andata in malora. Per la 7 ho scelto di appoggiarmi prudentemente all'avallamento e solo un colpo di culo mi ha salvato dal nuovo attacco di panico dovuto al trovarmi in una carbonaia che solo dopo aver trovato il punto ho capito non essere segnata in carta. Per la 8 bastava correre giù e su dal buco (e anche nel fare questo i fratelli Grassi sono stati 5'' più veloci di me). Per la 9 ci ho messo un secolo a decidere se andare o meno prima al ristoro, per la 10 volevo salire alla sella ma continuavo a deviare troppo a destra (3' persi...) per la 11 ho cambiato piano 2-3 volte prima di incontrarla un po' per caso senza lo straccio di un punto d'attacco. Alla 12 bastava correre in giù e ho preso comunque quasi un minuto, e non sono riuscito a fare il miglior tempo neanche alla 13, che bastava correre lungo il recinto del campo di gara! Minchia, che scarso.

Nel frattempo mi aveva raggiunto PMG, che partiva un secolo dopo di me, e ho tentato di darmi un contegno accelerando verso la 14, ma di nuovo senza avere un chiaro punto d'attacco in mente. Tanto lo avrà lui, pensavo io. Tanto lo avrà lui, pensava lui. Così ad un certo punto nessuno dei due sapeva dove eravamo. E quando lui ha iniziato a salire io ho ben pensato che probabilmente eravamo in quella specie di spianata e che più che salire dovevamo andare avanti, "ma se lo dice PMG...". Meno male che a quel punto è arrivato Ingemar, che invece sapeva dove stava, e ci ha portati al punto. Per la 15 li ho spudoratament seguiti, mentre per la 16 ho avuto la decenza di pensare con la mia testa (anche perchè loro hanno fatto due scelte completamente diverse...). Salendo dietro a Ingemar cercavo di spingere, ma non ce n'era proprio più. Poi, lui dopo il secondo attraversamento si è tenuto basso e io sono salito fino al sentiero, ma la sua scelta (immagino attaccando il punto lungo il bordo del verde) di è dimostrata un minuto e mezzo meglio della mia (e 3' abbondanti meglio di quella di PMG che nel frattempo era andato a cercare rogne e curve di livello sotto la linea rossa). Per la 17 mi avanzava la lucidità necessaria a non perdermi prima di arrivarci ma non le energie per non prendere altri 40'' da Ingemar, mentre la 18 e la 19, che chiedevano solo di correre, hanno ulteriormente dimostrato che ero alla frutta. Minchia, che scarso.

A fine gara Stegal, vincitore morale della medaglia d'argento in M40, ma autosqualificatosi per essere partito prima della partenza della gara (e quindi quando era ancora più difficile perchè non c'era nessuno nel bosco) mi ha detto che oggi le gambe magiche le aveva lui. Probabilmente erano le mie. È vero, poteva dirmelo prima, però, minchia, che scarso.