26 aprile 2012

2° Coppa Italia: Rovegno

Forse sarà capitato anche a voi, di innamorarvi. C'è una fase, all'inizio, quando non ti è ancora chiaro che sei completamente fulminato e le farfalle non hanno ancora iniziato a divorarti lo stomaco, in cui ti viene una specie di super potere, una "percezione aumentata" della realtà. E' quella che ti permette, in una festa a cui oltre a te e a lei ci sono altre 300 persone, di sapere sempre perfettamente dove è lei, cosa sta facendo, con chi sta parlando, e cosa gli sta dicendo. Non sapresti dire se il bicchiere da cui stai bevendo tu contiene acqua minerale o varechina, e neanche se il tuo interlocutore, a cui pure rispondi con ampi cenni del capo, ti stia parlando della grave situazione politica italiana o del negozio di fiori di sua sorella, ma puoi distinguere chiaramente se l'acqua che sta bevendo lei dall'altra parte del salone sia liscia o gassata.

In generale, penso che provare ad una certa età le emozioni tipiche della adolescenza, sia una gran bella cosa. A me capita. Io ho sperimentato la "percezione aumentata" domenica scorsa a Rovegno. In gara. Fra la 8 e la 9. Per Eddy Sandri. Ma nei giorni successivi, invece delle farfalle che mi divoravano lo stomaco, sono stato io a mangiarmi le mani, per non dire altro.

Perchè si dà il caso che nonostante la partenza erratica verso la 1 (100 metri prima della lanterna k per preparare la scelta, e tre cambi di scelta nei 50 metri successivi, e c'era addirittura un sentiero da prendere), e i 2' (dicesi DUE minuti!) persi alla 2 per non essere capace di fare 200 metri di azimut in piano, alla 8 ero riuscito con una ottima sequenza a rimettere in piedi la gara, ritrovandomi terzo, dopo Mario Ruggiero e PM Grassi, a un solo minuto e mezzo dal secondo.

Ma facciamo qualche passo indietro. Domenica 22 aprile si corre la seconda prova della Coppa Italia 2012, una middle nella splendida valle del Trebbia, località di Rovegno dove mia moglie dice di essere arrivata sul podio agli italiani nel 1993. Da Trento sono poco meno di 4 ore di macchina, di cui l'ultima in una valle incantevole, ma solo per chi non soffre di mal d'auto neanche sullo Stelvio. Io pur avendo uno stomaco abbastanza solido arrivo in loco un po' provato, ma c'è tutto il tempo per ripigliarsi, dato che parto a 1:38.

La M35 presenta per l'occasione una starting list da urlo: vari e elite hanno deciso che ormai sono diventati vecchi sul serio, e meno male che invece Bianchi e Pin, a torto o a ragione, continuano a fare i giovincelli nella categoria superiore. Mentre passeggio per i dintorni tendando di scaldarmi, non riesco a non pensare che fare podio oggi vorrebbe dire essere orientisti sul serio. Ammetto una certa giovanile agitazione, ma la passeggiata è lunga e alla fine sono abbastanza tranquillo: il podio è già scritto, tutto quello che viene è un successo.

Il cartografo-tracciatore ha promesso una ostica partenza in salita, e la cosa non può che farmi piacere, dato che al momento correre in salita è una delle poche cose che so fare di sicuro. In effetti dalla partenza alla 6 si sale praticamente sempre, e io infilo 4 primi, un secondo, un terzo e un 19esimo (...) tempo di tratta. Alla 7 inizia il trittico nel verdino, con una prima prova soft che supero con un dignitosissimo secondo posto dopo Ruggiero, e una seconda che richiede già parecchia più attenzione, ma riesco a mettercela, anche se 40'' più lentamente di Ruggiero. E poi arriva il colpo di fulmine. 

Succede che in uscita dalla 8 incrocio Eddy, che partiva 3' prima di me e non l'ha ancora trovata, e Cupido mi colpisce con il suo dardo ferale. Da quel momento, e per i quasi 10' successivi, nel mio cervello diventa inspiegabilmente più importante sapere dove è lui piuttosto che dove sono io. La cosa veramente notevole è che una parte di me, la vedetta, continua a raccogliere informazioni dalla realtà circostante ("stai risalendo il torrentello", "dovrebbe essere qui a sinistra", "non c'è, come mai?", "stai continuando a salire, perchè?", "Eddy sta andando evidentemente in tanta mona, perchè lo segui?", "sei troppo in alto, scendi", "è la seconda volta che fai azimut dalla stradina nel bianco e non arrivi da nessuna parte, c'è qualcosa che non va", ecc. ecc.) ma è come se il capitano che normalmente sta seduto in cabina di pilotaggio ricevendo ed elaborando le notizie che gli arrivano dalla vedetta, sia andato a fumarsi una cicca, e il pirla lassù nel cesto attaccato all'albero maestro parla al vento.

Il fondo dei fondi lo raggiungo quando il mio amato trova in qualche modo la lanterna e mi urla da lontano "è qui!", e io, perso ormai ogni residuo senso del pudore, dopo un vago tentativo di guadare il verdino verso un riferimento qualsiasi, mi metto ad urlare nel bosco "dove seiiiiiii?". Ma nessuno risponde. Forse non mi ama.

E' più o meno a quel punto che il capitano finisce di fumarsi la cicca, torna in cabina, dà un'occhiata ai bigliettini che gli ha scritto la vedetta, ed esclama olimpico "ma dai, eravamo sul torrentello sbagliato!", e in meno di 10'', mentre la vedetta impreca come uno scaricatore di porto di Genova, ci porta alla 9. Ventesimo (e ultimo) tempo di tratta, 2' (2 minuti!) peggio del 19°, 9'30'' più di Ruggiero.

A quel punto il morale è un pochino compromesso, ma devo almeno andare a prendere l'amato, per il quale nel frattempo la mia simpatia si è decisamente intiepidita, tanto che quando lo raggiungo e supero di slancio sulla strada asfaltata prima di buttarmi giù nella ripida valletta dove sta la 10, non mi fermo neanche a offrirgli una mentina.

Ma si sa, l'amore è una forza potente, e a volte incomprensibile, e così nelle successive 6 lanterne, per le quali nonostante l'aspetto minaccioso della carta era sufficiente una lettura attenta, non solo non riesco a staccarmelo di torno, ma in 3 lanterne è lui a punzonare per primo.

Si sa anche che spesso per porre fine ad un sentimento che non ha da essere, l'unica soluzione è un gesto estremo e insensato, così dopo la 16 che punzono un secondo prima di lui, per andare alla 17 invece di seguirlo lungo la più ovvia strada che scende, decido di scavalcare il mondo e andare al sentiero sull'altro emisfero, arrivando al traguardo un minuto dopo di lui.

Se arrivare sul podio poteva voler dire essere un vero orientista, perdere in questo modo può voler dire una sola cosa: che sono una sega. Non so se Aristofane, Omero, Shakespeare, o Tolstoj abbiano mai dedicato qualche loro scritto a questo argomento, ma fra i miei autori di riferimento ho trovato delle analisi della situazione piuttosto efficaci.




22 aprile 2012

CSI a Madrano

In attesa di rielaborare il lutto per la gara di coppa Italia di oggi, e di vederne gli split per una disamina più precisa, ritorno alla gara di domenica scorsa. Si correva a Madrano, una middle o qualcosa del genere, valida come terza prova del campionato trentino CSI. Il Rivale assente per la futile scusa del suo matrimonio il giorno prima, la carta non esattamente norvegese, un tracciatore noto amante dei percorsi filanti, e un paio di avversari pericolosi, Candotti in primis: insomma, quella che tutti direbbero una gara per me.

Il tempo è già stato clemente in Lessinia, e non concede il bis. Alla partenza piove più o meno copiosamente, in compenso dato che nell'organizzazione non ci sono ne Aaron nè Bezzi, la musica di sottofondo è molto piacevole. Parto fra gli ultimi e devo decidere se non riscaldarmi abbastanza facendo un riscaldamento breve, o raffreddarmi troppo facendolo lungo sotto l'acqua. Opto per una via di mezzo.

Il tipo di gara è quello che Daves Senior, quello che in macchina salta i semafori rossi, definisce con rara efficacia, "corri mona!". Bisogna correre, correre e correre. Ma in realtà, come al solito, non solo, e mi tira molto su una costola il fatto che Nicola Bertoldi, uno che di sola corsa mi straccia su qualsiasi distanza e terreno dai mille alla mezza maratona, ha preso 6 minuti dal primo (che poi sarei io...). Ciò detto, la cronaca lanterna per lanterna sarebbe una gran sega, perchè come diceva il tracciatore a fine gara non è che da questa cartina si possa tirare fuori molto più di una campestre. Mi rimangono giusto l'ennesimo promemoria sull'importanza di non sottovalutare le tratte di campagna (perchè a forza di microscelte alla fine i secondi che si lasciano per strada possono essere parecchi), un puno di domanda sulla 8 (non è che facendo il giro largo invece di scollinare ci si metteva meno?) e una nota di biasimo per non aver preparato l'uscita dal portico dopo la 16.

Le classifica finale dice che ho vinto con poco meno di due minuti su Candotti (che è pur sempre campione italiano sprint M45 in carica) e tre e mezzo su Hueller. Una settimana fa, ne ero quasi soddisfatto.


19 aprile 2012

Middle in Lessinia

Fra tutti gli ori-blog che hanno lasciato traccia di sè in rete, uno è stato di gran lunga il più efficace. E' vero che molti altri non hanno mai dichiarato il loro vero obiettivo, ma come è riuscito Zonori a "farsi dei nemici parlando di Orienteering", è davvero ammirevole.

Non trovo infatti nessun'altra spiegazione plausibile, al fatto che le gare organizzate in Lessinia abbiano sempre un numero di iscritti così parco: il posto è bellissimo, le cartine anche, l'organizzazione spartana ma puntuale, i premi sobrii ma dignitosi. E allora perchè 50 iscritti? Forse Zonori dovrebbe riaprire il blog cambiando il sottotitolo in "come rifarsi degli amici parlando di Orienteering". Ma non ce lo vedo molto.

Comunque, io apprifitto della wild card inaspettatamente concessa dalla moglie nonostante la gara del giorno dopo, e sabato14 aprile mi imbarco con i fratelli Daves sulla perigliosissima strada che da Sega di Ala sale in Lessinia, scoprendo solo al ritorno, quando il maggiore salterà in pieno un semaforo rosso dicendo poi candidamente "ah, non l'avevo visto" che poteva essermi fatale.

La giornata non è bellissima, ma rispetto alle previsioni c'è da festeggiare, e sotto i nuvoloni grigi che si astengono dall'innaffiarci si scorge lo spettacolo della pianura padana che si estende verso sud. Fra i pochi avversari in lizza in M35 il più ostico sembra essere Simone Gambini, che però appena sceso dalla macchina inizia a snocciolare i lavori in casa che gli hanno impedito di allenarsi da millenni in qua. Inizia anche ad insultarmi (o, come dice lui, a stimolarmi), come il suo compagno di squadra in coppa Italia,  su quanto sia dissennata la mia condotta in gara, ma fa parte anche questo del gioco.


Il gioco vero e proprio inizia con una partenza in linea dove un minuto prima dello start possiamo dare un occhio al tracciato, che prevede serie a sequenza obbligata e gruppi a sequenza libera. E vince il primo che arriva.

Tanto per non menarla con una suspance che nel caso specifico sarebbe decisamente fuori luogo, alla fine vinco con 27' di vantaggio sul secondo, che non è Gambini, misteriosamente ritirato, ma Schuster, che al suo debutto in M35 dimostra di avere ancora qualche particolare da limare. 

La gara a vedere la cartina appesa in segreteria (un A4 al 5000) sembra non poter essere tanto lunga, ma è invece proprio divertente e richiede 47' a me e 42' a Miori (mannaggia, 5 minuti, vabbeh che lui è un vero elite, però...) che vince la MA di pari tracciato, con soli 9' su Daves Junior. Le scelte alla fine non sono poi molte, ma avrebbero potuto fare la differenza, se ci fossero stati dei duellanti con cui duellare. Nel primo grappolo la sequenza 91 - 89 - 88 - 90 è quasi obbligata, così come la 95 - 96 - 113 - 97 nella seconda, ma sulla terza c'erano due scelte di cui probabilmente la mia non è stata la più felice, dato che infilando 101 - 99 - 82 si risparmiava un po' di strada per la successiva 104. A parte questa scelta, la mia gara è piuttosto buona, e riesco a rimanere concentrato dall'inizio alla fine, cosa per niente scontata per me quando la gara sembra vinta in partenza. Gli unici errori seri sono alla 93, dove perdo un minuto andando lunghissimo in una zona in cui la vegetazione è però abbastanza diversa da quanto indicato, dopo la 93, quando cerco di recuperare il tempo perso con una improbabile traversata dei roccioni (30''?) e sulla 110 dove faccio veramente fatica a resistere alle sirene tentatrici. Succede che sul sentiero vado un po' lungo e arrivo nel prato dopo le mie rocce, e davanti al sasso in cima al prato vedo una lanterna. Capisco immediatamente dove si trova quel sasso in carta, e che quella lanterna non può assolutamente essere la mia, ma sento un'attrazione irresistibile verso il telo bianco e arancio, che prima mi fa esitare un po' prima di buttarmi su per il nasetto, poi mi fa cercare solo timidamente fra le varie rocce presenti, e ad un certo punto sta per avere la meglio insinuandomi il dubbio che magari hanno sbagliato a posare la lanterna. Ora, a mente fredda, so che la probabilità che Zonato o Leso abbiano potuto fare un errore del genere, è vicina a quella che ho io di battere Sgiursgiu in una middle. Ma lì, nel bosco, dopo che la sirena aveva cantato, confesso che l'ho pensato. Per fortuna ho trovato la mia lanterna prima che avesse la meglio la vocina che intanto aveva iniziato a dire "beh, però, già che è qui vicina, un'occhiata si potrebbe anche dargliela...". Tempo perso, un minutino. 

Il resto è una bella corsa fra prati, boschi ancora un po' spogli, sassi muschiati e sassi nudi, roccioni affioranti e muretti, con le gambe che girano ancora a dovere e la testa che non le boicotta troppo. Prima della premiazione con tre bottiglie di vino, c'è il tempo per una ottima cioccolata calda al bar adiacente alla segreteria, dove c'è un cocorito che svolazza per la sala, e il barista quando gli chiedo lo scontrino mi guarda come se pariassi una lingua che lui non conosce. Mi domando se sia collegabile alla sua indole il fatto che per far funzionare il pc della segreteria abbiano usato un gruppo elettrogeno quando la presa della corrente più vicina era sotto la finestra alle spalle della segreteria stessa. O forse se tenevano la finestra aperta scappava il cocorito? Riparto senza scoprirlo, e il salto di semaforo rosso non mi stroncherà premauramente la carriera.

13 aprile 2012

Stracciato...

Stracciato, e senza neanche correre, che depressione.

Stavo seranemente lavando i piatti e nel mentre scrivevo nella mia mente il post che mi accingevo a scrivere sulla tastiera di lì a poco, approfittando di questa serata con bambini a letto e moglie al lavoro. E' vero, ci sarebbero tanti modi più utili o divertenti per investire una serata del genere, ma non è questo il punto.

Il titolo doveva essere "Fra il serio e il faceto", e il post si apriva con una dissertazione su quanto gli orientisti siano delle persone serie a cui piace di tanto in tanto giocare, e su come in questa direzione andassero le novità sul mio blog, con la comparsa di due nuovi pulsanti uno per la parte seria e uno per la parte giocosa di ognuno di noi. Lo scritto proseguiva poi con due clamorosi scoop che avrebbero fatto schizzare il mio blog in testa alle classifiche dei blog più letti al mondo.

Finito di lavare i piatti ho dato un occhio al mio elenco di RSS di ori-blogger, e dopo la lettura del trionfo di Stegal in Lussemburgo (complimenti, davvero complimenti!) ho scoperto che altri due ori-blogger mi avevano rubato le news di cui durante il lavaggio piatti. 

Ori-zen mi anticipava la presentazione del progetto "diventa un blog a impatto zero", con cui il sito Doveconviene.it si fa pubblicità, ma al tempo stesso finanzia l'impiantamento di un albero per ognuno che mette sul suo blog il loro pulsante "Il mio blog è CO2 neutral", spiegando come un albero compensa le emissioni prodotte in media in un anno dalla produzione dell'energia che serve a far funzionare il server di un blog.

Mentre Zarf-o mi bruciava la più eclatante novità del 2012, OriVersus, la tool più minchiona dell'ori-mondo che farà perdere un migliaio di ore a tutti gli ori-maniaci che potranno, con questo giochino frutto della mente malata di Daniele Guardini, fino a ieri riservato al suo creatore e a Madellax che glielo aveva sottratto probabilmente con l'inganno, vedere il conteggio delle sfide dirette con un altro orientista, divise per anni. Con una punta di sadismo D.D. ha aggiunto uno storico in cui si vedono le ultime ricerche fatte da chi ci è entrato, non si capisce se per permettere a tutti di esporre tutti gli altri al pubblico ludibrio (tipo, in questo momento risplende un bel 2011 Rigoni 7 - Pedrotti 0) oppure per far vergognare un po' chi ci passerebbe tutta la notte a confrontarsi con tutti gli altri tesserati FISO.

Insomma, niente scoop. Speriamo che le due gare del fine settimana (1° tappa della due giorni di Lessinia e 3° Gara del trofeo CSI Trentino) mi portino, oltre all'abbondante pioggia che le previsioni promettono, qualche consolzione. 

1 aprile 2012

1° Coppa Italia: Monte Prat

Caro Diario,
oggi ho fatto proprio la figura del peracottaro. Non so tanto bene cosa vuol dire ma il mio allenatore di basket di quando ero più piccolo ce lo diceva sempre quando facevamo una partita schifosa che perdevamo di 20 punti. Spesso in quelle partite mi diceva anche che avevo le mani "che andavano bene solo per toccare il culo alle ragazze", ma io non toccavo il culo a nessuna ragazza, e comunque con l'orienteering questo non centra niente.

Quella di oggi era una gara "middle", che vuol dire che non era tanto corta ma neanche tanto lunga. Anzi a dire la verità era un po' corta, perchè era solo 3,9 chilometri e di solito le "middle" sono più lunghe, e allora vuol dire che la cartina è difficile difficile che rischi di perderti e di incontrare Cappuccetto Rosso o Hansel e Gretel e di non tornare mai più a casa tua. 

Prima della gara il mio amico Cristian B. che partiva 3' dopo di me mi ha detto che veniva a prendermi, e io gli ho detto che venisse pure così poi andavamo insieme a prendere il nostro amico Dario S. che partiva 6' prima di me. Però io scherzavo, perchè non pensavo mica che veniva sul serio. E non è che non lo pensavo perchè facevo lo sborone e pensavo che ero troppo più forte di loro, perchè questo errore lo avevo già fatto nella prima gara di coppa Italia dell'anno scorso e alla fine mi aveva fatto fare la figura del cioccolataio (che neanche questo so bene cosa vuol dire, ma ce lo diceva il mio allenatore di basket di quando ero un po' più grande quando facevamo una partita proprio di cacca). E allora quest'anno, che era anche di nuovo la prima gara di coppa Italia e non volevo di nuovo fare quella figura lì io non ero per niente sborone e non facevo quello che è il più figo di tutti, ma pensavo che ero in forma e riuscivo a non farmi raggiungere dal Cristian B. e magari riuscivo anche a raggiungere il Dario S. 

E invece sono partito proprio da peracottaro e quando sono arrivato alla 1 il Cristian B. mi aveva già raggiunto! Che poi è tutta colpa che non ho orientato bene la cartina (come mi dice sempre che devo fare il Claudio Valer!!) quando sono arrivato al triangolino e sì che c'avevo tutta quella salita da fare per arrivare fino a lì e potevo pensarci bene e invece alla fine ho sconfuso le due collinette e sono andato in tanta malora. Allora io mi sono molto agitato e ho cercato di staccar il Cristian B., ma invece di pensare bene ho cominciato a fare ancora peggio, e per andare alla 2 sono perfino andato alle casette (che sono quei rettangolini neri) che non centravano proprio un bel niente. Però c'avevo le gambe magiche, e allora poi lo raggiungevo di nuovo alla 2 e partivo di nuovo come un razzo. E quella volta non partivo tanto a casaccio, ma però invece di arrivare fino in cima allo avallamento mi mettevo a andare a destra un po' prima e arrivavo a un'altra sella (che non è quella del cavallo ma è una spece di pianuretta in mezzo a due salitine) come quella che c'era dove c'era la 3, ma la 3 non c'era. E poi è arrivato il mio amico Cristian B. e siamo andati alla sella giusta. E allora io sono ripartito di nuovo come un razzo con le mie gambe magiche su tutti quei sassi scomodi che rischiavi sempre che ti facevi male alle caviglie. Però guardando giù vedevo il mio amico Cristian B. che correva tutto comodo su un sentierino e allora ho pensato che era meglio se ci andavo anche io e magari lo seguivo per un po'. E però intanto che lo seguivo guardavo la mia cartina, e non capivo un cavolo. Allora ho capito che stavo guardando la strada per andare dalla 4 alla 5 e invece stavamo andando dalla 3 alla 4. Allora mi sono sentito proprio stupido stupido e ho acceso di nuovo le mie gambe magiche e sono andato come un razzo alla 4 correndo su per una salita ripidissima che lui veniva su con un fiatone camminando. Alla 4 non mi ha neanche raggiunto e ho continuato a correre su, e non ho capito subito bene bene dove ero, perchè ero ancora un po' sconfuso, però ho trovato la 5. E non il mio amico Cristian B. non si vedeva ancora in giro.

E poi di nuovo su di corsa come un razzo sulla collina e stavolta sapevo anche bene dove ero. Ma poi mi sono sconfusionato di nuovo perchè c'erano un casino di sassi poi vedevo un laghetto sulla cartina (che è un tondino blu) che non lo vedevo, e quando ho provato a guardare in un bucone per cercare il laghetto ci ho trovato dentro delle casette e allora non capivo ancora più un bel niente. Però poi ho capito che il laghetto non era un laghetto ma un pozzo, e quello l'ho trovato. Allora ho capito che avevo capito dove ero e sono andato giù verso un bucone gigante. Però quando ci sono arrivato un po' vicino ho visto che nel bucone c'erano delle roccione o un murettone o roba del genere, ma nel bucone sulla cartina non c'era proprio niente e invece doveva esserci una righetta nera grossa o una righetta nera fina con un pallino in mezzo. Allora ho pensato che questa volta non mi fregano e ho cercato nella cartina un bucone (che è una specie di rotondino un po' storto marrone con un dentino, con altri rotondini un po' più grandi intorno) con dentro un trattino nero fino con un pallino o un trattino nero grosso, e ne ho trovato una proprio lì vicino. Allora ho pensato che sono proprio un figo e ho subito cominciato a scavalcare la montagnetta che la lanterna era proprio lì dietro. Però sono arrivato in un posto stranissimo pieno di sassi e di gente che correva. Ho provato a guardare se qualcuno faceva bip (che è il rumore che fa la lanterna quando la punzecchi) ma non sentivo nessun bip. E allora ho provato a guardare dietro i sassoni che incontravo, ma di lanterne non ce ne era neanche mezza. Allora sono diventato un po' triste e ho pensato che non ero per niente figo ma che ero un pirlone, e però almeno mi è venuta la buona idea di andare su a vedere se incontravo il sentierino di prima. 

Quando l'ho trovato sono tornato al laghetto che non era un laghetto ma era un pozzo, e ho capito che allora la bucona giusta era proprio quella lì di prima e ho pensato anche delle brutte parole che sul diario non le voglio scrivere. Sono andato subito vicino alla bucona e ancora più sotto, ma non vedevo nessuna cosa bianca e arancione. Proprio lì vicino a me c'erano due muretti incrociati che sembravano proprio quelli che c'erano nel cerchietto del punto a un pochissimo dalla lanterna, ma la lanterna proprio non c'era. Lì vicino un po' più in giù c'erano tutti dei sassoni che pensavo che lanterna non poteva essere lì, ma siccome che non la trovato, allora ho provato a andare anche là, ma non c'era neanche là. Allora mi sono guardato in giro di nuovo e ho capito che ero proprio nella bucona vicino al cerchietto e allora sono tornato un po' in su e ho visto la lanterna che era proprio a un metro da dove mi ero fermato prima a guardare i muretti incrociati che sembravano quelli dentro nel cerchietto, ma che non l'avevo vista. Allora ero proprio triste triste ma ho pensato che almeno una lanterna la volevo fare un po' decente e ho acceso le mie gambe magiche per correre fino allo stradone. Però poi ho pensato che era meglio che non andavo alla cavolaccio fra tutti quei sassi che rischiavo di farmi anche male, e sono andato al sentierone.

Dopo che sono arrivato allo stradone ho capito che bastava fare il contorno della bucona con il giallo in mezzo (che vuol dire che dentro c'è un prato) e poi andare un po' in su, e allora ho cominciato a fare il contorno alla bucona, ma non era mica tanto facile e magari andarci dentro era una cosa più furba. Conunque poi ho incominciato salire e ho rivisto un po' da lontano il mio amico Cristian B. e ho pensato che adesso lo acchiappo. Ma lì c'erano un sacchissimo di quegli stramaledetti sassi che non si riusciva a correre bene e che non capivo neanche tanto bene dove che ero perchè quando pensavo che arrivava un bucone a destra ne arrivava uno a sinistra, e anche il contrario. E allora non l'ho più visto. Ero di nuovo un po' triste e ho seguito un signore che andava nel posto giusto. Ma solo per un pochino. Per andare alla 8 era facile anche per uno zuccone come me oggi, e anche alla 9 era facile, ma ho fatto il giro lungo attorno alla buca col fondo proprio tondo tondo e poi siccome che mi ero stufato di leggere le descrizioni dei punti (che sono quei disegnini che ci sono su quel foglietto che si mette in quel coso di plastica che si attacca sul braccio) ho guardato per un po' una casetta di sassi prima di capire che dovevo proprio andare lì. 

Andare alla 10 era super facile, ma ormai le mie gambe magiche si erano stufate anche loro, e allora non ci sono andato tanto veloce e neanche alla 11. Però alla 11 ho incontrato di nuovo il mio amico Cristian B. e ho visto che lì un po' più avanti c'era anche il mio amico Dario S. Allora ci siamo messi a giocare tutti insieme e abbiamo fatto il trenino che Dario S. era davanti che trovava le lanterne e noi ci andavamo dietro zitti zitti e le trovavamo anche noi. Però poi lo abbiamo lasciato arrivare primo al traguardo perchè se no eravamo proprio bastardi.

Dopo la gara ero proprio triste triste e allora sono andato di nuovo alla partenza e mi sono fatto dare la cartina dei bambini più grandi, che almeno se avevo fatto tutte quelle ore di macchina mi facevo un po' di allenamento. Con le mie gambe magiche ho fatto di corsa anche tutta la gara dei bambini più grandi, tranne che quando mi sono un po' perso fra la 5 e la 6. Che però lì ho detto adesso sto qui fermo immobile fino a che non capisco dove sono. E dopo un po' di minuti l'ho capito e sono ripartito.

Alla fine la gara l'ha vinta il Simone G. e il Carlo R. non era tanto contento perchè di solito vince sempre lui. Lui faceva la faccia allegra, ma si vedeva che non era mica allegro come quando vince. Almeno io facevo la faccia triste per davvero, anche se il mio amico Cristian B. mi diceva che non dovevo essere così triste perchè lui quando era più piccolo ha fatto le gare in elite e una volta è arrivato sesto ai campionati italiani sprint e allora voleva dire che non mi aveva battuto perchè ero scarso io, ma perchè era forte lui. Solo che oltre che lui e il Simone G. e il Carlo R. mi hanno battuto anche il Guido M.,  il Marco C. e l'Eddy S., che non hanno mica fatto le gare in elite.

Un mio amico che ha detto che vuole rimanere omonimo mi ha detto che con la testa che ha lui e le gambe che ho io potremmo battere il Carlo R. Allora io ci ho pensato su un bel po', che tanto avevo tutto il viaggio in macchina che era lunghissimo per pensare a tutte le cose del mondo, e ho pensato che è un po' come dire che lui è un po' lento e io un po' dugo.

Ma io invece penso che si sbaglia, e c'ho tutto l'anno per farglielo vedere.